IL REGGENTE DI JUGOSLAVIA A ROMA

IL REGGENTE DI JUGOSLAVIA A ROMA IL REGGENTE DI JUGOSLAVIA A ROMA / Sovrani e il Duce alla Stazione - Una vibrante giornata tra il festoso entusiasmo del popolo - La grande manifestazione navale di oggi a Napoli - Mussolini a colloquio con Yaugusto Ospite a Palazzo Venezia Colloqui anche col ministro Markovic - Scambio di cordialissimi brindisi al pranzo di gala in Quirinale Roma, 10 maggio. Il Reggente di Jugoslavia Principe Paolo è da stamane ospite di Roma. La Capitale dell'Impero gli è andata Incontro con il suo grande cuore aperto, tributandogli le accoglienze che usa tributare agli amici, ed è nel segno dell'amicizia che il soggiorno romano del Principe e della sua eletta consorte s'è iniziato in un'atmosfera calda e vibrante, nella quale gli evviva al Re Imperatore e al Duce si mescolavano agli evviva alla Nazione dell'opposta sponda adriatica, a noi ricongiunta da una sagace diplomazia, che prende ispirazione dai sentimenti genuini dei popoli e guarda ai loro veri interessi. In quest'atmosfera cosi accogliente, fra le vive testimonianze della simpatia della folla, il Principe Paolo e la Principessa Olga hanno avuto modo di cogliere in mille episodi la prova che la pace adriatica, realizzata due anni or sono nel giorno augurale della Pasqua dal conte Ciano -e dall'exPresidente del Consiglio Stojadinovic, non regna solo nelle carte custodite negli archivi di palazzo Chigi o nella volontà di un gruppo di uomini politici, ma è un fatto di popolo, è una realtà e una certezza che le masse italiane custodiscono nei loro cuori e di cui sono liete e soddisfatte, come di uno dei risultati più lieti della politica del Regime. Splendore di bandiere Il saluto con il quale Roma ha accolto il Principe Paolo, è stato un saluto chiaro, limpido, senza ombre e senza sottintesi, il saluto di un Popolo leale che apprezza i vantaggi della collaborazione politica, economica, sociale con il Popolo jugoslavo e che non intende dipartirsi da una linea di condotta così fruttuosa per entrambi; di un Popolo che desidera la prosperità economica e l'indipendenza politica del suo vicino, cui augura ogni progresso civile, nella persuasione che gli interessi degli Stati sono solidali, ma che soprattutto tale solidarietà è indistruttibile e s'impone agli uomini con la forza di una legge ineluttabile, quando si tratta di Paesi confinanti, chiamati per indubbi segni dalla geografia, dalla storia, dall'economia a cooperare e ad integrare le loro forze nei compiti costruttivi della civiltà. Per l'arrivo degli Ospiti augusti, l'interno della stazione di Termini era stato trasformato in una immensa sala pavesata di bandiere disposte intorno al cornicione in lunghe e fitte teorie e pendenti nel fondo, come a formare una parete di tricolore. Piante ornamentali si alternano con cespi di azalee e di ortensie. Ai lati della saletta reale, sono disposti artistici trofei floreali di rose, dalie e garofani. Scudi con lo stemma di Casa Savoia si alternano con quelli dei Karageorgevlch. Lo spazio fra i vari binari è stato pareggiato, in modo da formare un magnifico pavimento ricoperto di tappeti di velluto cremisi. Milletrecento vessilli delle due Nazioni danno a questa immensa sala un aspetto grandioso. Fuori, intorno alla pensilina reale, nuova gioia di bandiere e di fiori. Nei palazzi di fronte, altri tricplorl italiani e jugoslavi e arazzi alle finestre e ai balconi, e orifiamma in piazza dei Cinquecento e nel Viale Principessa di Piemonte. Fino dalle otto, dietro le transenne, comincia ad ammassarsi il popolo per trovare i posti più vicini al passaggio del Corteo reale. Dopo una mezz'ora giungono i reparti dell'Esercito per prestare servizio d'onore. Per uno di questi soliti giuochi di stagione, dopo varie alternative, finalmente il tempo si mette al sereno e il sole mattutino lampeggia sulle sciabole sguainate, sugli elmi lucenti, su tutta questa festa di colori. Davanti alla pensilina reale, si vanno schierando i Battaglioni del 2° Granatieri con bandiera e musica; più oltre gli squadroni del Reggimento Cavalleggeri Guide, con il caratteristico cappello di pelo. Presso il marciapiede, si dispongono le Coorti dei Balilla trombettieri, tamburini e moschet tieri, che si annunziano, sempre applauditi, con la loro fanfara ed il fragoroso rullo dei tamburi; poi ancora Giovani fascisti e Avan guardisti. Più vicino, all'ingresso della saletta, ufficiali delle Forze Armate ed i gagliardetti dei Gruppi rionali. Accompagnato dalla scorta di carabinieri a cavallo, giunge il generale comandante la Divisione, che assume il comando dello schieramento. Il Sovrano e* il Duce Mano a mano arrivano i Presidenti del Senato e della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, i membro del Governo, il Segretario del Partito. Sono presenti i Collari dell'Annunziata, il Maresciallo De Bono, il Presidente dell'Accademia d'Italia, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Reali, il Capo di Stato Maggiore della Milizia, il Prefetto, il comandante il Corpo d'Armata, il comandante la Divisione dei Granatieri di Sardegna, alti funzionari del Ministeri degli Esteri e della il cordialissi Cultura Popolare. Tutti sono in uniforme e recano le decorazioni italiane e jugoslave. E' presente al completo il personale delle Legazioni di Jugoslavia presso la Real Corte e presso la Santa Sede. Sono convenuti pure gli Ambasciatori di Germania, del Giappone, della Gran Bretagna, della Turchia e della Francia e i Mini¬ li soldato italiano si contraddistingue per una straordinaria attività e mobilità spirituale; ma egli perciò non trascura d'altro canto nemmeno la più accurata preparazione e organizzazione cosi in guerra come in j pace. L' ultima impresa di • A'bania ha dato di ciò prove eminenti, rivelando una geniale capacità. Dalhi « Deutsche Allgemei- | ne Zeiluny ». stri d'Ungheria, di Romania e di Grecia. Alle 9,25 uno squillo di tromba: le truppe presentano le armi : giunge, in automobile, il Duce. La folla Gli rivolge una fervida entusiastica manifestazione, che si prolunga fin quando Egli entra nella salelta reale. Successivamente arriva in automobile il Ministro degli Affari Esteri S. E. il conte Galeazzo Ciano. Allorché il Duce entra nell'interno della stazione, la Compagnia d'onore di Genova Cavalleria, con bandiera, rende gli onori, mentre la musica dei carabinieri suona gli squilli. Il Duce, che indossa la divisa di Comandante generale della Milizia e porta la gran fascia dell'Ordine dei Karageorgevich, viene salutato dalle autorità e gerarchie. Frattanto, le nove berline reali di mezza gala si dispongono in ordine con i loro cocchieri in parrucca bianca e con livrea scarlatta, con gli alfieri. A fianco della pensilina, i plotoni dei Corazzieri in alta uniforme, dopo una rapida conversione dei Granatieri che cedono il posto, si affiancano all'altezza della stazione delle Vicinali. Alle 9,35 le trombe squillano nuovamente: giungono i Sovrani. Si ode lo scatto dei fucili, le truppe presentano le armi, dalla folla si leva alto e possente il grido di «Viva il Re! ». I Sovrani, al suono della Marcia Reale e di Giovinezza attraversano la saletta reale, ove S. M. la Regina Imperatrice si sofferma, mentre Vittorio Emanuele entra nella stazio ne, ossequiato dal Duce, che si fa Incontro al Sovrano e Lo accompagna mentre passa in rassegna i dragoni di Genova Cavalleria, e la musica intona le prime note del la Marcia Reale e di Giovinezza. Poco prima delle 9,45, anche la Regina Imperatrice si porta sul la banchina, dove riceve l'omaggio del Duce. La Regina Imperatrice indossa un abito azzurro cupo con mantellina di volpi argentate. Una grande paglia su tinta, completa l'elegantissima toeletta. Il treno sta per entrare sotto la tettoia. La musica riprende le pri me battute della Marcia Reale e di Giovinézza e quando il convoglio si ferma all'altezza della sa letta reale, intona l'inno nazionale jugoslavo. I Sovrani, che hanno ai lati il Duce, il Ministro Ciano ed il Segretario del Partito, si avvi cinano allo sportello del vagone salone, da cui discendono i principi jugoslavi. Il Re ed il Principe Reggente si salutano con effusione e si baciano. Anche la Regina e la Principessa Olga si abraccia' no e si baciano. Il Principe Paolo veste la grande uniforme. La Principessa Olga indossa un delizioso abito rosa antico, con un cappello mo incontro tra il Duce e il Principe Paolo. battistrada e da quattro Corazzieri. La musica d2i Granatieri, intona l'Inno jugoslavo. Il Sovrano ed il Principe Paolo salgono nella prima carrozza reale scoperta, fiancheggiata dai Corazzieri a cavallo. Nella seconda carrozza sono la Principessa Olga e la Regina Imperatrice. Vengono poi le sei carrozze del seguito con le dame d'onore, il Ministro della Real Casa di Jugoslavia, il primo aiutante di campo generale del Re Imperatore, il primo aiutante di campo del Principe Paolo, il Ministro della Casa di S. M. il Re Imperatole, ti Ministro di Jugoslavia a Roma. Christitch, ed il Ministro d'Italia a Belgrado, Indelli. Dopo qualche istante S. E. Markovic, Ministro degli Esteri di Jugoslavia, prende posto su una automobile accanto a S. E. il cun- ornato di piume. Il Sovrano presenta ai Princ.pi il Duce ed i Ministri Ciano e Starace. L'incontro coi Sovrani Discende quindi, col seguito, il Ministro degli Esteri jugoslavo Markovic che, dopo aver reso omaggio alle LL. MM., saluta il Duce ed il Ministro degli Esteri italiano. Quindi il Re Imperatore ed il Principe Paolo, seguiti dal Duce, passano in rivista la compagnia d'onore. Alla Principessa Olga viene offerto, dalla consorte del Ministro jugoslavo, uno splendido mazzo di fiori. Dopo le presentazioni ufficiali, i Sovrani e le LL. AA. RR. di Jugoslavia, preceduti dal Mastro delle Cerimonie e dagli aiutanti di campo di servizio e seguiti dal Duce, escono dalla stazione. La folla, in questo momento, brulica ininterrotta fino a piazza dell'Esedra e lungo via Nazionale, via XXIV Maggio, ove è in paziente attesa da più ore. La voce degli ufficiali ordina l'attenti. I gagliardetti dei Gruppi Rionali si levano in alto. Risuonano tre squilli di tromba dei Corazzieri, ai quali rispondono le trombe dei Granatieri e le truppe presentano le armi. Dalla saletta reale escono il Re Imperatore ed il Principe Paolo. * Viva il Re! * gridano t Corazzieri. Le musiche intonano le prime battute .'ella Marcia Reale e dell'Inno « Giovinezza ». Poco dopo esce la Regina Imperatrice, colla Principessa Olga e quindi tutte le personalità del seguito. La moltitudine esplode in lunghe acclamazioni all'indirizzo dei Sovrani e degli Ospiti, acclamazioni che si intensificano a mano a mano che 11 Corteo reale si svolge, avviandosi verso Piazza dell'Esedra. La carrozza di servizio cogli aiutanti di campo del Re Imperatore e coi dignitari di Corte si è allontanata, preceduta dal La costruzione e il nuovo ordinamento delle Forze Armate italiane, che si possono dire crmai del tutto compiute, hanno fondamentalmente mutato i rapporti di forza in Europa. Osi Ila «Corrispondenza Nazionalsocialista h. te Ciano e la vettura si allontana rapidamente tra le rinnovate manifestazioni di simpatia della folla, che tributa così il suo omaggio ai due Ministri, che raggiungono il grande albergo seguiti dal capo di gabinetto di S. E. Markovic e dal capo del cerimoniale del Ministero degli Esteri italiano. Il percorso del corteo La folla, che si ammassa sul piazzale della stazione, scandisce ora a gran voce il nome del Fondatore dell'Impero e la manifestazione assume il tono di alta passione. Il Duce sorride e saluta romanamente e sale sulla Sua auto- La folla acclama i nostri Reali e gli Ospiti che sono al balcone del mobile, che si allontana, mentre squillano le trombe dei Balilla e si !nnalza possente il grido della fede della popolazione e delle Camicie nere. Intanto il corteo delle berline reali giunge al piccolo trotto in Piazza dell'Esedra. Questo è il luogo di tutto l'itinerario che la scenografica bellezza della corni¬ li Conte Ciano col teo si arresta. Il vice-Governatore, che indossa l'alta uniforme, si appressa all'Ospite e legge un indirizzo di saluto che suona cosi: (Altezza Reale! Interprete dei sentimenti dell' Urbe, ho l'alto onore di porgervi il saluto a nome della cittadinanza romana che con unanime slancio Vi ha ora manifestato la sua calorosa e devota simpatia, che va a Voi e al Vostro Paese. « Voi che intendete e parlate la armoniosa lingua di Dante e conoscete i fasti della nostra Storia saprete certanuMte comprendere la grande voce dell'Urbe, che è lieta di accogliervi. Ospite augusto e gradito, e Vi porge U suo benvenuto ». Il corteo riprende la sua marcia, scivolando lieve sul tappeto di bionda arena, cosparso sul selciato e sull'asfalto, sull'onda di acclamazioni che sale dalla grande folla, rimbalzando dall'una all'altra sponda. Via XXIV Maggio e Piazza del Quirinale sono sfolgoranti di vessilli, di bandiere e di preziosi arazzi esposti anche ai balconi di molte case private. Quando il corteo reale imbocca la storica piazza, le truppe schierate in quadrato presentano le armi e la banda della Regia Aeronautica, dopo gli squilli regolamentari, intona l'Inno jugoslavo, al quale fanno seguito la Marcia Rcaie e Giovinezza. La visita del Duce Il corteo delle berline, fra le incessanti acclamazioni della folla, girando attorno alla fontana dei Dioscuri, entra nella Reggia. Quando anche l'ultima vettura ha varcato il portone del Quirinale, i cordoni vengono tolti e la folla invade la piazza, riversandosi sotto il balcone, inneggiando a gran voc; al Re Imperatore ed al Principe Paolo. E quando i valletti, dischiuse le vetrate, si avanzano per stendere al balcone il tappeto di velluto cremisi, tutti gli occhi si affissano nell'attesa all'ampio quadrato della finestra. E allorché compaiono al balcone gli Augusti Quirinale. Ministro Markovic, Ospiti, coi Sovrani, la folla prorompe in una vibrante manifestazione, fra grida di «Vira la Jugoslavia.' Viva l'Italia.'». Gli Augusti Principi ospiti, Il Re Imperatore e la Regina Imperatrice si soffermano qualche tempo ad ammirare il superbo spettacolo dell'esultante popolo romano, che eleva sempre più alto il suo cordiale saluto. Ritiratisi quindi i Principi di Jugoslavia ed i Sovrani, la folla Li costringe di 11 a poco a riapparire fra nuove, reiterate dimostrazioni di calorosa simpatia. Alle ore li il Dure, accompagnato da S. E. il Conte Ciano, sì è recato a far visita al Quirinale a S. A. R. il Principe Paolo di Jugoslavia. Poco dopo anche il Ministro degli Esteri jugoslavo Markovic si è portato al Quirinale, dove ha apposto la sua firma sui registri. Il Ministro degli Esteri jugoslavo è stato poi ricevuto in udienza privata dal Re Imperatore. Successivamente, il Principe Reggente Paolo, accompagnato dal Ministro degli Esteri jugoslavo, dal Ministro di Jugoslavia presso il Quirinale, dal Capo del Cerimoniale del Ministero degli EsLeri italiano, è uscito dal Quirinale in automobile, riaccolto da una manifes azione di vivo plauso\da parte della folla che aveva so-Lstato nel attesa, mentre la banda kdella R. Aeronautica intonava Inni jugoslavi e italiani. Dal Quirinale, il corieo delle automobili, scortato da metropolitani in motocicletta, si è recato direttamente al Pantheon. Le LL. AA. RR. il Principe Paolo e la Principessa Olga di Jugoslavia hanno partecipato, alle ore 12,30, ad una colazione intima a Villa Savoia, mentre alle ore 13, S. E. il Ministro degli Affari Esteri ha offerto a Villa Madama una colazione in onore del Ministro degli Esteri di Jugoslavia, S. E. Markovic. Alle ore 16. accompagnato dal vicecapo del cerimoniale. S. E. il Ministro degli Esteri jugoslavo Markovic si è recato a Palazzo Venezia, per far visita al Duce. Il Ministro degli Affari Esteri d'Italia conte Galeazzo Ciano si è fatto incontro al Ministro jugoslavo nella sala Filippo Lippi, e l'ha introdotto nella sala del Mappamondo, dove già si trovava il Duce. Il colloquio tra il Ministro Markovic e il Duce, presente il conte Ciano, si è protratto fino alle 16S,0. All'uscita, il conte Ciano ha accompagnato l'Ospite fino all'ascensore. Il Principe Paolo, accompagnato dal capo del cerimoniale al Ministero degli Esteri. Ministro Geisser Celesta di Vegliasco. dal Ministro d'Italia a Belgrado e dal suo seguito, è giunto a Palazzo Venezia alle i7. Preceduto da un moschettiere del Duce, il coi teo iha attraversato la sala delle armi, la sala rossa e la sala del Gran Consiglio. Nella sala delle fatiche d'Ercole. S. E. il conte Galeazzo Ciano si è fatto incontro al Reggente, lo ha ossequiato e lo ha accompagnato fino sulla soglia dilla sala del Mappamondo, la cui porta si è aperta. Il Duce si è fatto incontro all'augusto Ospite, con il quale si è intrattenuta in colloquio nello storico salone fino alle ore n.lfO. Quando il Reggente è uscito, il Duce lo ha accompagnato fino ■•mila soglia della sala del Mappamondo. Il corteo si è ricomposto, e daPiazza Venezia le automobili, fradue ali di armati si sono nuova-mente recate al Quirinale. Alle ore 17.50 il corteo delle par- rozze reali, preceduto dal batti-strada e scortato dai Corazzieri, esce dal Quirinale accolto dai con-tinui applausi calorosi della follache si ammassa dietro lo schiera- mento delle truppe, lungo Via 24 Maggio, Via Nazionale, Piazza Venezia fino al Campidoglio, dove ha avuto luogo un sontuoso rinfresco. Alle 18,40 i Sovrani ed i Principi con i «rguiti lasciano il Campidoglio e fanno ritorno alla Reggia, tra le continue manifestazioni della folla e ricevendo gli onori dalie truppe schierate. Questa sera, al Quirinale, si è svolto un pranzo di gala in onore delle LL. AA. RR. il Principe Reggente Paolo di Jugoslavia, e la Principessa Olga. Al pranzo, che è stato di centodiciotto coperti, sono intervenute le alte Gerarchie dello Stato e i dignitari della Reale e Imperiale Corte, con il seguito degli augusti Ospiti. S. M. il Re e Imperatore aveva alla sua destra S. A. R. la Principessa Olga di Jugoslavia, il Principe d'Assia, la signora Christitch, S. E. il marchese Imperiali, la contessa Orti-Manara, S. E. Costanzo Ciano; alia sinistra S. M. la Regina j Imperatrice, S. A. R. il Principe Paolo di Jugoslavia, S. A. R. 'a Principessa Mafalda d'Assia, 11 Duce, la signora Lozanovic. S. E. Federzoni, la Duchessa Elisaoetta Cito, il Maresciallo De Bono. Al levare delle mense S. M. 11 Re e Imperatore ha pronunziato il Suo brindisi, al termine del quale l'orchestra ha suonato l'Inno jugoslavo. Ha pronunziato quindi il suo brindisi il Principe Paolo e, al termine, l'orchestra ha suonato gli Inni itaiiani. Il testo dei brindisi Ecco il testo del brindisi pronunciato da S. M. il Re Imperatore: « Altezza Reale. « E' con la più sincera gioia che Noi Vi salutiamo nostro Ospite (tradito a Roma, che Vi accoglie con spontanea simpatia, lieta di poter manifestare i sentimenti di amicizia della Nazione italiana per la Vostra persona e per il Vostro Paese. I vincoli che uniscono la Jugoslavia e l'Italia sono saldi nel cuore dei nostri due Popoli che, legati da essenziali interessi comuni e da una ferma volontà di concordia, hanno stabilito con il Patto di Belgrado le basi sicure di una pace duratura e di una collaborazione feconda. « A questa collaborazione, i nostri due Governi hanno dedicato, con i più felici risultati, la loro opera assidua ed è motivo della maggiore soddisfazione per Noi constatare con quale determinazione e con quale fiducia essi lavorino a rendere sempre più intimi i rapporti fra i nostri due Paesi, e sempre più profonde le ragioni della loro solidarietà. Unite nel comune proposito di preservare e difendere l'ordine e la \,lamfA che „ono indispensabili L, p,.0,/(.e,,s0 civile delle Nazioni> k, jHf)0SÌavin e VItalia „„„ snlo '/ostar provvedono al benessere dei loro Popoli, ina, mantenendo e rafforzando le loro relazioni con gli Stati ricini ed! ani.ci, danno un più vasto contributo alla pace e alla tranquillità dell'Europa. « Ci piace di sperare che V.A.R. porterà con sè, tra i ricordi di questa Sua visita, la viva impressione della schietta cordialità con la quale il Popolo italiano segue l'operosa attività e la sicura e continua ascesa della nobile Nazione amica, alla quale si volgono i Nostri più fervidi voti. « Nel formulare questi voti, alziamo il bicchiere alla salute di S. M. il Re Pietro II e a quella personale di V.A.R. e di S.A.R. la Principessa Olga, alla salute dell'onorevole Reggenza, alla prosperità e alla grandezza del Popolo jugoslavo ». Il Principe Paolo ha risposto con il seguente brindisi: « Sire, « Vivamente commossi dalle parole cordiali che V. M. ha voluto rivolgere alla Principessa e a me, nonché dall'amabile accoglienza riservataci da V. M. in occasione della nostra visita m Italia, il Nostro primo pensiero è di esprimere alla Maestà Vostra la Nostra più profonda gratitudine. Nella simpatia di cui Vostra Maestà ci ha circondati, io vedo un alto sellilo di amie,zia verso S. M. il Re Pietro II. verso la Jugoslavia e i vet'sn Ptotero Popolo jugoslavo. « Le manifestazioni di calorosa simpatia del Popolo italiano mi /lamia sinceramente e profondamente commosso. Queste prove di cordialità franche e spontanee, constatate fino dal mio incontro con gli eminenti uomini di Stato italiani e in primo luogo con il Capo del Governo italiano S. E. Mussolini, mi hanno riempito di speciale soddisfazione. « Posso assicurare V. M. che queste espressioni di simpatia e di amicizia per la Jugoslavia e per il popolo jugoslavo avranno una eco profonda sull'altra sponda dclì l'Adriatico, dove si provano per il \nobile popolo italiano e per la gloìriosa Casa Savoia sentimenti di -]viva ammirazione. Questi senti wienfi reciproci di simpatia e di - istima sono d'altronde il miglioro -ìpegno della saldezza dell'accordo , che è venuto a sigillare l'amicizia -l/rn la Jugoslavia e l'Italia. a1 I nostri due Governi, collabo' -,rondo in perfetta armonia in jiit-