Valetti rintuzza alla distanza l'attacco di Bartali Bizzi vince ancora in volata sul traguardo di Bologna di Giuseppe Ambrosini

Valetti rintuzza alla distanza l'attacco di Bartali Bizzi vince ancora in volata sul traguardo di Bologna duello Battali-Valetti motivo centrale del "Gito n Valetti rintuzza alla distanza l'attacco di Bartali Bizzi vince ancora in volata sul traguardo di Bologna (DAL NOSTRO INVIATO) Bologna, 9 maggio. bi gg. Nella sua brevità questa Firenze-Bologna è stata una delle tappe più brucianti sin qui disputate, una di quelle che più hanno inciso sulla classìfica e che più chiare indicazioni tecniche hanno fornito sul comportamento dei suoi protagonisti: direi senz'altro che è stata la più bella, la più piacevole, la più appassionante deì'e dodici che ormai ci sono alle spalle. Non per vantarmi, ma essa è andata press'a poco come mi era parso di vederla alla vigilia. Lo spunto, infatti, alla mischia che ha prodotto così.notevoli sconvolgimenti nelle prime posizioni della c'assifica generale non è venuto dall'iniziativa di un « asso », ma da quella di un uomo di un « gruppo », Mealli, ed è servito a sua volta da punto d'appoggio all'azione di uno dei tre favoriti, Bartali, il quale ha voluto tentare la botta dritta contro Valetti e Vicini e, implicitamente, contro gli altri avversari che lo precedono in classifica, anche se non lo preoccupano troppo per l'avvenire: Cinelli, Leoni, Canavesi. La «maglia rosa» e Canavesi hanno saputo e potuto parure il colpo, mentre gli altri, chi più, chi meno, lo hanno nettamente accusato e sono retrocessi. Furiosa lotta Da questa furiosa lotta ha finito di uscire vittorioso a Bologna il campione d'Italia, che ieri avevo indicato come mio favorito per questa tappa. Non mi posso, quindi, lagnale per il rispetto che la realtà ha avuto per la logica alla quale mi ero attenuto. Non altrettanto può fare Quadrone, che, pei voler andare sempre in cerca de. vincitore a sorpresa (vuol rifarsi, dice, con un colpo grosso, di tutto quello che ha perso sinora!) si guarda bene dal giocare come consiglia l'esperienza e la conoscenza degli nomini e del percorso... Fu Menili, come ho detto, a dare fuoco alle polveri. Prima ci si era provato Cottur, ma aveva fatto cilecca. La strada saliva, subito in partenza, verso Pratolino e sulla dura rampa Mealli rimase solo con Rogora; ma Sartori li andò a prendere e, sotto il tiro di Mealli, Rogora si staccò e rientrò nel gruppo che si era mantenuto, sotto il riservato comando di Valetti, vicino, a circa 150 metri. Al termine della salita Saponetti venne a far compagnia a Mealli e Sartori; questi, però, poco buon discesista, non resse alla precipitosa fuga dei due. Vennero avanti, invece, Introzzi, Generati, Landi, Simonini e Moretti, e si portarono sull'avanguardia; a Vaglia, dove finiva il'primo gradino al Passo della Futa, Landi, Mollo, Amisano e Moretti cedettero il passo a Silvestri, cosicché rimasero in testa Mealli, Baiente. Silvestri, Generati, Introzzi e Simonini. Fu all'inizio del secondo e più lungo e duro gradino che si verificarono i due fatti salienti della giornata: Mealli tentò la fuga isolato e piantò i cinque compagni, mentre Bartali, strappando forte, assaggiava la resistenza di quei venti «omini che erano rimasti con lui. In breve Bartali vide l'efficacia della sua azione; in un primo tempo, Valetti. Magni, Bizzi, Vicini e /ìicci risposero al suo attacco; ma. al rinnovarsi del suo scatto, solo Rìcci seguiva la sua ruota; infine, al terzo attacco, anche Ricci cedette e Bartali si trovò solo ad inseguire i sei uomini che lo precedevano. Bartali attacca Qui cominciò l'offensiva de: grande campione contro la « maglia rosa ». Egli si voltava ogni tanto per vedere l'effetto che essa produceva; quando vide Valeiti retrocedere, sia pure metro per me tro, e Vicini ancor più indietro, non ebbe più esitazione ed affrontò a testa bassa il grande tentativo. In brève Batiali raggiunse Introzzi e Generati ed insieme, ma sempie tirando lui, il trio si avvicinò a quello di. Simonini, Benente e Silvestri. Alle ultime rampe della Futa Bartali lasciò Introzzi e Gena ali. In cima passarono: Mealli; a 37 ' Silvestri. Fendile e Simonini; a 1,1," Burlali; a J'10" Introzzi, a l'IS" Generati; a l'.}0" Valetti, Magni, Bi~.zi, Canavesi e Ricci. Mancava, dunque. Vicini, ed anche Ciucili, Leoni; la cosa era sorprendente per Vicini, che non si credeva avrebbe ceduto così presici. Si avvalorava il dubbio che su! conto suo avevo espresso ieri. Tra la Futa e la Raticosa la differenza di quota è minima (65 metri in H, Km., ma si sale e si scende per ire volle; nel pi imo tratto d d scesa Burlali andò ad unirsi a S.monini, Benente e Silvestri e con essi prose '/ili nell'inseguimento di Mealli: nell'ultimo tratto di salita li lasciò e passò sitWa Raticosa snio 1S" dopo Mealli e 21" prima dei tre. L'importante, però, eia il d stucco da Valetti; esso si manteneva press'a poco eguale a quello deLa Futa ( l'Z" invece di 56"), il che stava a dimostrare la saldezza della resistenza delia « »iaj/.ia rosa» e lasciava pi evedere che l'attacco di Bartali difficilmente sarebbe riuscito. j.Jocu dopo la Raticosa si piegava a sinistra, per una discesa por. erosa e sassosa, cui succedevano le due salite di Ca' del Gapp t e di Ca' Nova. Bui tali, da solo, si avvicinò a Mcaln, che continuavu a tenere il comando della corsa; Valetti, Magni, Ricci, BizziSaponetti, Generati e Canavesi ur.d- rollo a prendere Simonini, Benente e Si'.icstri. A Ponte sul Savina, Bartali era a pochi secondi da Menili, mentre Valetti trascinava gli altri a 1\ Nulla di mutato, dunque, neppure in questo tratto. Sulla suiitu di Ca Burlali e Mea coppia e in e s- il gruppo FBJlqdNova. ai/i fecero fi^lmentelcinta precedevano di io di Valetti. . tsseqfccdpbbvzoIl vantaggio, come vede'e. eia'minimo, ma ora Burlali aveva la collaborazione di Menili e con Mi poteva sperare di mantenerti ed anche dì aumentarla nei cinquan- ta chilometri di discesa e piano, che rimanevano. Ma anche S'"'come in quasi tutte le situazioni creare dotta montagna. MIm dee - snnente la. ««peWorif«,<fe/_m..i.r- ; rimase anche quando Benente perse contatto per salto di catena, Ricci e Magni forarono, Saponetti, Generati e Silvestri rimasero stuccati da... eccessiva prudenza. Rimaneva sempre un quartetto (Valetti, Bizzi. Canavesi e Simonini) conerò „na coppia (Bartali e Menili). Quartetto, però, più formale che altro, perchè Simonini si è contentato di stare sulle ruote degli altri tre, che si davano il turno. A metà discesa il distacco era «alito a ri9" ed alla fine era ridotto ad l'15". Ora veniva il piano — ben si, km. — in citi i quattro, o tre, contro due dovevano avere il loro inevitabile effetto. Esso si 7iianifestò subito; a. Vado il ritardo della « maqlìa rosa » era solo di V esatto. Sarebbero bastati 26 km. d'inseguimento per annullarlo? Su questo tema si svolse il finale della tappa, velocissimo, contesissimo, nel quale ogni atleta buttava or/ni energia per riuscire a spuntarla. Avanti era Bartali, che sfoggiava tutta la sua potenza e resistenza al comando, aiutato con tutta la volontà da Mealli; dietro era Bizzi, che conducala i tratti più rabbiosi. Ma gradatamente ed ineluttabilmente gli inseguitori avevano la meglio. Dopo essenni fermato due volte a controllare la distanza ed avere rilevato prima un 50", poi un 1,0", non mi rimase che assistere al momento della fatale ripresa. Essa avvenne precisamente un chilometro prima di Casalecchio, cioè cinque prima dell'arrivo. Bartali ne ebbe la sensazione dalla fiumana di vetture che lo sopravanzavano, sembrò rinunciare a proseguire la fuga, si riabbassò sul manubrio in un ultimo tentativo di resistenza ed alla fine si vide piombare addosso i quattro. Non gli restava che la speranza di vincere in volata. Ma anche questa gli sfumò per un nonnulla. Entrarono in pista nell'ordine: Valetti, Bartali. Bizzi, Canavesi, Mealli e Simonini. L'ordine fu mantenuto fino a metà del rettilineo opposto, dove Mealli tentò passare al lari/o, provocando la risposta di Bizzi e quella dì Bartali. I due si portarono in testa sulla curva e Bartali entrava per primo in dirittura; allora Bizzi scattò, cominciando a rimontare l'avversario: il risultato rimase incerto fino a un metro dal traguardo, dove Bizzi buttò avanti la 7iiacc.hina e passò sulla linea dieci centimetri avanti a Bartali. Sorsero subito contestazioni sulla decisione del giudice d'arrivo; ma ai miei occhi essa è parsa giustissima. Ma di altre cose si lagna Bartali, che all'albergo manifestai^ nientemeno che propositi di ritiro. Si lagna di una vettura con a bordo industriali interessati che segue senza commissari e che fa servizio di segnalazione a Valetti; di un motociclista ufficiale che sarebbe rimasto per parecchio a fianco di questo parandogli il vento di traverso; ai spìnte che Valetti avrebbe preso su di un'automobile. E parte almeno di queste lagnanze sono giustificate, tanto che è da augurarsi che la Giuria provveda alla maggiore regolarità di ogni concorrente, corridore o casa. Il colpo è fallito Ma, in fondo, non è questo che può avere falsato l'esito della tappa. Il fatto sostanziale è che anche questa volta Bartali ha fallito il suo colpo. E ciò lo innervosisce, se non lo disanima. Lo ha fallito, secondo me, per due ragioni: anzitutto perchè, o per brevità o poca durezza delle salite, egli non ha saputo mettere a profitto la sua superiorità di scalatore. Superiorità che ha dimostrato staccando di forza Valetti, sia pure di poco, ma che non ha potuto realizzare perchè — e questa è lu seconda ragione — si è trovato poi a dover lottare contro una coalizione superiore in piano. Egli ha difeso un minuto di vantaggio dalla Futa ai piedi della dì.""èia; non aumentarlo nè in salita, nè in discesa è stata la prova che Valetti si è difeso efficacemente. In piano, supponendo che Mealli abbia compiuto il lavoro di Canavesi, Bartali come po-' teva resistere al ritorno della coppia Valetti - Bizzi, cioè di due «omini che anche isolatamente potrebbero tenergli testa? In fondo, questo conferma la mia opinione: che Bartali non abbia altro campo per tentare la vittoria che il passo Rolle e, ancora meglio, il Tonale, dove può sperare di fare i conti testa a testa con Valetti. In quanto a Vicini, mi pare destinato a fare solo da terzo incomodo fra Bartali e Valetti. Anziché migliorare, ogni giorno cala. In progresso, invece, è il coriaceo Canavesi, oggi salito al secondo posto della classifica. Sfortunato Del Cancia, che, investito da un motociclista ufficiale, ha avuto la macchina fracassata, è stato portato in automobile all'arrivo e caricato dei T di ritardo che aveva il gruppo del quale faceva parte al momento dell'incidente. Come vedete la tappa odierna è stata un accanito sviluppo del duello Valetti-Bartali, suscitato dalla iniziativa coraggiosa e tenace del brillantissimo Mealli: ad esso si va riducendo il tema centrale del Giro. Il « grigio-rosso » ha respinto ancora una volta l'attacco del « rosso-verde ». Non venga, però, oggi a dire che ha lasciato andare via l'avversario per farlo sfiancare; se una foratura gli avesse fatto.mancare l'aiuto di Bizzi, non so come sarebbe andata- a finire per lui! Io rimango nella mia vecchia opinione sul confronto di questi due magnifici campioni. Oggi si può dire che hanno carte pari da giocare. La partita sarà, forse, sospesa sino alla tappa a cronometro e riprenderà sulle Alpi. Si attendono giorni di lotte stupende. Domani raggiungeremo Venezia in 231 Km. tutti piani. E' facile prevedere una devisione in volata, ma è anche facile essere smentiti da qualche sorpresa. Comunque, la classifica non dovrebbe subire sconvolgimenti. Giuseppe Ambrosini

Luoghi citati: Bologna, Casalecchio, Firenze, Italia, Vaglia, Venezia