IL GIRO COMINCIA DOMANI

IL GIRO COMINCIA DOMANI IL GIRO COMINCIA DOMANI (ma forse bisognerà attendere le Dolomiti...) (DAT. NOSTItO INVIATO) Firenze. 8 maggio. II trambusto provocato dalle due tappe di ieri ha ancora òggi la sua larga eco nella ridente Quiete fiorentina. Tanto più ohe Cinelli, lo sfortunato della Senigallia-Forlì, Magni, l'uomo che è passato come una meteora in maglia rosa nella Forlì-Firenze, c Bartali e Bizzi, i bei campioni che ci hanno fatto assistere alla ■magnifica volata allo Stadio Berta, sono tutti atleti cari a queste folle, che le loro fortunate o nere imprese seguono con la passione che oggi fa della Toscana la terra classica del nostro ciclismo. Ma nel quadro di intertappa che intendo tracciare non soffermarmi a lungo pe gliere questa eco. Sapete già co ine Cinelli ha perso la maglia ro sa e come sia riuscito vano il comprensibile tentativo dei diri-'genfi della sua squadra per sal-\vario, aggrappandosi ad un articolo del regolamento. Io non ho che da confermare quello che dissi ieri a questo proposito: che il caso è, purtroppo, doloroso, ma che la Giuria ha bene applicato, nella lettera e nello spìrito, una norma che tende solo ad evitare le più catastrofiche conseguenze di un incidente. E non mi dilungo ad illustrare questo giudizio, perchè ciò mi porterebbe troppo fuori del seminato. Cinelli ha moralmente accusato il duro colpo infertogli dalla sfortuna, ma sono certo che a quest'ora avrà già abbandonato ogni proposito dì rinuncia e domani si appresterà a dimostrare di saper risalire il distacco. Del recito egli non può non pensare che è assai difficile fare un Giro d'Italia sempre sotto il Segno della buona sorte: prima dì lui sono stati, in fondo, sfortunati Valetti e Bartali. Vicini e Magni. Quest'ultimo è stato vittima oltre che della sorte, della fragilità della squadra. Se al momento della foratura (ed erano una trentina d'uomini in gruppo) tutti i « verde-rossi » fossero stati presenti, non avrebbe probabilmente dovuto cedere la maglia rosa. Invece c'erano solo Bartali, Cazzulani e Succi; questi si sacrificò, cedendo la sua ruota e quello rimase a fianco di Bartali per rendergli, all'occasione, lo stesso servizio. Così Magni dovette inseguire da solo e perse quello che sapete. Oggi, forse, Pavesi dovrà rivedere il modo di manovrare dei suoi uomini, assegnando Magni come prima guardia del corpo dì Bartali anziché come «numero 2» della squadra. Perchè, se finora poteva fare comodo ed essere utile avere due uomini di punta, oggi sarà meglio concentrare e disciplinare le forze. Anche per Magni, come per Ci Sfortuna a turno m ' domo ! r racco- > r-.Àrn- nellì, si può essére spia ceni issi mi: de? modo col quale hanno dovuto\passare ad altre mani lo scettro ,conquistato, ma, in sostanza, pa-\rificate le disdette, ciò ha portato [a galla, poco alla volta, i valori* die saranno masi a confronto il]giorno della grande battaglia fra i tre favoriti. Per cui, agli effetti della vitto-\ria finale, questi due incresciosi ca- si di sfortuna non credo che in- fluiranno in modo decisivo, nè mi paiono lo spunto più interessante che offrono le sei tappe disputate da Roma a Firenze. I fatti salien- ti di questa seconda serie di tappe, consecutive mi paiono altri. Anzitutto la vittoria di Valetti sul Terminillo. Ho espresso già altra volta la^ mia modesta opinione su questa prova in salita: essa non è fatta per mettere in vista la superiorità-i dell'arrampicatore potente e rude. Nulla da stupirsi, quindi, che abbia vinto ii più stilista. Però lo\ smacco ha influito a rafforzare il morale di Valetti e ad intaccare quello di Bartali, ed ancor più quello di Vicini. Fisicamente, inrece, la scalata del Terminillo è stata sentita più dal piemontese che dal toscano. Vi ricordate la curiosa faccenda della scommessa fra i due nella RìetiPescara, e la fuga di Bartali? Quel giorno Bartali ha creduto di avere sorpreso il suo rivale in un momento di crisi, mentre questi ha fatto credere di avere teso all'altro malizioso trabocchetto. Vi di j co che non so dare pieno creditoinè all'uno nè all'altro; comunque, se i fatti hanno finito dì dare ra-igione a Valetti, non si può fare a meno di pensare che una sua /"ffaicon Burlali avrebbe potuto, se nonie.iminare, almeno allontanare i':terzo incomodo, Vicini. Non /(/fio. •potendo, non mi pare sarebbe sta- to buona tattica, perchè i JJiimrii|presi in pianura valgono quanto quelli presi in montagna; ed avere da lottare contro uno è meno difficile che avere a che fare contro due avversari. Come in partenza tonali U Mtò'chllinone u jaziq c»e lento quel giorno le amuro e dere te umilio e ihiciMa ogni discussione in merito e ora superflua. R Bartali ha must un altro boccon. essersi convinto che vincere il Gi-ro gli sarà molto meno fucile diquanto forse non pensasse alla vi- gilìa. La scalata del Passo del Jl/n-raglione deve aver rufjorzuto que-sfa convinzione. Bartali si lagna • n.ldie il Giro è troppo facile, che fi noia non ha incontruto salite di suo (instò e che dovrà att«nderTe-ifino alle Alpi. Intanto la corda dei suoi nervi si tende, la muglia rosa passa dall'uno all'altro, ma »ontorno in sue mani; Valetti son-e-glia strettamente e pure trovarsiresi. Anc7ie se posso dare un dispiacere agli ammiratori di questi due ultimi, un giovane che migliora ed un anziano che tien duro, non ini astengo dal dire che essi godono delle loro ottime posizioni specialmente grazie al fatto che i favoriti non li considerano troppo pericolosi; che, altrimenti, per esempio, quando Leoni cadde e fu , perfettamente a suo agio neHutattica d'attesa che gli è perni e ssa da quasi due minuti di vani aggio sull'avversario che teme di più.Nel breve spazio di questi 110' cisono anche Vicini, Leoni e Cuna- iin ritardo nella Pescara-Senigal-iHa, non gli sarebbe stato pernies-1so un così rapido e cesi fucile ricongiungimento. Dire quindi che dopo undici tappe, cioè oltre metà Giro, la situazione è press'a poco quellu che era in partenza, non è trascurare le belle gesta di Cinelli, Magni, Leo-, ni Canadesi, Saponetti, Seruadet. Bergamaschi e Marabeìli, ma rias- sumere le vicende di questa prima ■ parte del -irò ed insistere sul te- \ma centrale, che alla vigilia fu josto e che tuttora rimane sul /ap-j 'swne peto: il confronto Bartali - Valetti - Ticini. Esso non è neppure avviato ad una decisione. E' sembralo, volta a volta, che esso pendesse a favore dell'uno o dell'altro dei tre contendenti, non perché uno di essi si fosse imposto con colpi originati e portati dalla propria volontà e dai propri mezzi superiori, ma perchè la sorte offriva l'occasione per sfruttare la sfortuna altrui. Di azioni decise spontaneamente non c'è stata che quella di Burtalt nella Rìeti-Pescara, ed è miseramente fallita. Permettetemi di ricordarvi che questa mancanza di iniziativa, questa tendenza al riserbo ed. all'economia, questa prevalenza dell'elemento fortuna ed occasione era stato da me previsto in partenza, in base a considerazioni sul DOggi Bizzi ? Ora rimane a vedere se avrò a- \sull'apporto cctnra'ìra di lineilo che può /or-i'tuitainente succedere in 1500 chi- slomelri di strada Una mia preiii- f1 mned ! temperamento dei nostri corridori. I S ■"'■«e caratteristiche del percorso e\ ? sulla pratica di quello che può for- lcompletamente fallita: che i belgi avrebbero dato alla combattività della gara: lo considera'' > un elemento principe dell'ini .resse di queste tappe e della classifica che ne sarebbe derivata. Invece esso è stato addirittura zero. La cosa è tanto strana, che non me le potrei spiegare altro che negando a questi uomini mandatici dalla Federazione belga tutte le belle qualità fisiche e morali che distinguono i corridori valloni e specialmente i fiamminghi. agagpplssze ai piedi della ripida salita del Pratolino: poi, dopo 15 Km. di discesa e di piano, si ìnizierà quella delle Croci, cui fa seguito quella della Futa. In seguito si andrà su e giù, sino a San Benedetto, dì dove'si scenderà su Bologna. Avranno intenzione gli specialisti della montagna d'impegnarsi a fondo e di tentare il grati colpo? Dubito che l'iniziativa parta da Valetti. forse propenso a vivere sul vantaggio e sicuro di aumentarlo nella tappa a cronometro in pianura da Trieste a Gorizia. Egli diceva che avrebbe guadagnato qui un paio di minuti a Bartali. Non credo che Vicini sia in grado di staccare Valetti e Bartali. Allora sarà questi a muovere le pedine? Ma chi ignora che egli è come un motore che ha bisogno dì scaldarsi prima di dare pieno rendimento? Ma se questi signori non vorranno e non sapranno dare una decisione al loro confronto quali : scalatori, non è detto che non in\terverranno i tipi Cottur o Cena lI lvitto ragione nel dire che la </ior-1 c>iata campale del Giro sarà gueltel^del Tonale. Abbiamo davanti tre sntappe di seguito: una di montagna e due di pianura. La prima sarà corsa domani superando l'Appennino tosco-emiliano ai Passi della Futa 'e della Radi cosa, che sì può dire tutt'uno. Si partirà da Firen-ì pnplprcmcglmndsngtrdpncglgadt ,vesi. Mollo o Benente a provocare \situazioni estremamente interes [santi. Sulla pista di Bologna, co* munque. si dovrebbe assistere ad ]una bella volata. Se le trattative che si dicono in corso fra alcuni « grigio-rossi» e una casa milane- \se non avranno minato la compat tezza della squadra di Ghelfi — e, ragioni dì onestà e d'interesse do-.f vrebbero escluderlo — propendo^ per una vittoria di Bizzi. t I c (iiuseppe Ambrosmi is, ninnili in inumi n iiiiiimiii j ■ ■ ' ■ iHniMmiMV 'l