L'ambasciatore britannico è tornato a Berlino di Leo Rea

L'ambasciatore britannico è tornato a Berlino L'ambasciatore britannico è tornato a Berlino / riflessi del Convegno di Venezia sul settore romeno Londra, 24 aprile. La settimana che si inizia in Inghilterra è quella del bilancio: è nota l'importanza che assumono e l'impazienza con cui sono attese, in questa Nazione dalle tradizioni mercantili, le dichiarazioni del Cancelliere dello Scacchiere circa le nuove spese e circa le nuove tasse escogitate per far fronte ad esse. I tradizionalisti ad ogni costo tuttavia notano questanno, non senza rammarico, che la famosa febbre intorno al bilancio appare assai meno acuta che non all'inizio delle scorse annate finanziarie. Questo è dovuto evidentemente anche alla situazione internazionale più che mai interessante e più che mai soggetta a continua evoluzione. Una rinormalizzazione I due avvenimenti di questo inizio di settimana sono dati : primo, dalla felice conclusione delle conversazioni italo-jugoslave; secondo, dall'annunzio che l'Ambasciatore sir Neville Henderson ha lasciato Londra oggi per rientrare a Berlino. Si avvera cosi la speranza espressa alcuni giorni or sono in Parlamento da lord Halifax circa la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Inghilterra e Germania, alterate dopo i fatti centro-europei della terza settimana di marzo, alterate perchè l'Inghilterra è ricorsa a quella nuova formula del richiamo del proprio Ambasciatore <per riferire». Questa è la notizia del settore inglese che ha maggiore importanza dal punto di vista europeo: c'è inoltre l'arrivo a Londra del Ministro degli Esteri Gafencu, giunto ieri sera nella capitale britannica. I giornali di stamane fanno una presentazione generica della visita e degli aspetti dei colloqui che avranno inizio nel primo pomeriggio di oggi al Foreign Office, mentre nella serata il Ministro romeno s'incontrerà, secondo le previsioni generali, con Chamberlain: la presentazione oltreché generica è basata, per quel poco di ragionativo che contiene, sulla presunzione dell'« aggressività » tedesca in direzione sud-est. Tipico è ciò che scrive il collaboratore diplomatico del Telegraph il quale ad un certo punto sostiene che gli strateghi britannici (andate a chiedere ai loro amici francesi cosa ne pensano in proposito della scienza strategica inglese) considerano di importanza capitale che la Romania abbia l'appoggio militare immediato della Polonia. Evidentemente il Daily Telegraph è per il classico « armiamoci e combattete ». Come abbiamo ripetutamente rilevato, Gafencu viene a Londra per parlare anche e soprattutto di sterline: è di moda infatti oggigiorno che non ci si lascia 'garantire » senza essere compensati, e l'Inghilterra è pronta, per dirla con la loro terminologia sottile, a « prendere in considerazione quale parte la Gran Bretagna dovrà svolgere per dare alla Romania sufficienti forze economiche onde resistere a qualunque sforzo ». D'altra parte il signor Gafen tnrdRcdfIfslbpqopcu non dimentica che, se Londra hè senza dubbio importante, la > ipace dei Balcani è affare di mag- ! (giore urgenza per il suo Paese, [c_ . ì 1 - \ dKomania e Jugoslavia jEd è interessantissimo notare! che il Daily Telegraph di stamattina pubblica una corrispondenza da Bucarest nella quale si dice che i circoli romeni considerano imminente il distacco della Jugoslavia dall'Intesa balcanica; e che gli stessi circoli riconosco- rpnsno chedopo l'unione dell'Albania! all'Italia e il maggiore avvicina-! mento della Jugoslavia alle Po- tenze dell'Asse, è evidente che il distacco della Jugoslavia dalla Intesa balcanica rafforzerà la politica futura non soltanto della Bulgaria, ma anche della Roma-i nia. In sostanza il signor Gafen-ìcu a Londra deve tener presen-lte quale è la nuova posizione della Romania. \ Circa la Jugoslavia un comu-l nicato chiarissimo è arrivato ieri j sera dopo i colloqui di Venezia. Tanto le fasi dei colloqui svoltisi fra il conte Ciano e il ministro Markovic, quanto il testo del comunicato sono stati seguiti, sottolir.'.ati, letti, commentati, notizia per notizia, parola per parola, in tutti gli ambienti diplomatici I londinesi i quali hanno dato .'a massima importanza a tutti gli \ echi di stampa da Roma e da mente che l'azione italiana, co-i me è naturale, non è diretta con- tro nessuno, ma che è interessa-i. .i. « » . , . ta all'equilibro balcanico e al mi- giuramento della stabilita del < settore danubiano, e che il « col-ipo », di cui due mesi fa la stam- pa di Londra, affiancando quellaidi Parigi, aveva parlato a propo-\sito delia crisi governativa di Bel grado, non è affatto riuscito. Ciò si riflette seriamente sul settore romeno e i colloqui Ciano-Markovic dominano e prevalgono su quelli Halifax-Gafencu. In certo senso il governo di Bucarest sembra sia propenso a cettare le garanzie e i relativi crediti, rispettivamente dalla Whitehall e dalla City; ma d'altra parte, sopratutto sulla scorta dell'esempio cekoslovacco, si Pesare che può tornar utile kc-;èlimparato anche laggiù che cosa,voglia dire fidarsi troppo delle (e mettersi in urtojcon le Nazioni vicine, La notizia del ritorno di sir Neville Henderson a Berlino, che i giornali del gruppo francofilo avevano sperato differito almeno fino a maggio, è stata conosciuta ieri sera nei clubs e nei circoli politici. Qualche giornale di stamane dice che questo improvvisamente accelerato ritorno alla normalità delle relazioni diplomatiche fra i due Paesi è dovuto ad uno speciale incarico ;che il Governo britannico avreb- j be affidato al suo ambasciatore: ' certo è da attendersi per oggi o ! domani qualche interrogazione ai! Comuni sull'argomento; ma è al-jtrettanto certo che le risposte sa- ranno, come al solito, precise majtanto concise che non serviranno ' ad appagare la curiosità gene- rale- Nuovi Segni di distensione | A metà del week end si sono notati a Londra dei segni di di- stensione, o di minor tensione, ! segni che hanno preso prima f or- ! ma dopo il discorso pronunciatojgiovedì da Mussolini in Campi-1 doglio. Non è certo il caso di!lasciarsi andare a troppi o troppo |rapidi ottimismi; tuttavia vi so-! no state recentemente delle indi-1 cazioni notevoli anche da parte i inglese: l'ultimo discorso di Ha- ! lifax ai Pari, per esempio, aveva | un tono tale, quale non si sentiva j più dal gennaio. Garvin. che da quasi un anno non parlava più nei suoi articoli dell'Italia e che dall'epoca di Monaco in poi è ferocemente anti- ;tedesco, scriveva su\VOh/server di ieri della situazione attuale confrontandola con quella della tarda estate scorsa. Partendo dal solito concetto, tipicamente inglese, che conflitto differito può voler dire conflitto evitato, egli ha esa(minato la possibilità di un ritorjno allo spirito del settembre: « non più a Monaco, però, tuona lo scrittore, il quale continua dicendo: « C'è troppo pregiudizio intorno al nome di quella città. Se le deliberazioni che interessano cosi da vicino il destino del mondo dovranno aver luogo nel territorio dei paesi dell'Asse, la scelta deve cadere su Roma. La risposta del Duce a Roosevelt, per quanto altera e pungente, in armoni? cioè con le difficoltà delle circostanze, s, è dimostrata, nella sostanza, improntata a moderazione e a prudenza. Il Duce non ha chiuso la porta ». Altro segno di queste ultime ore che va rilevato: il matrimo nio Whitehall-Cremlino si dimostra sempre più difficile da con eludere. Lo stesso Daily Tele graph di stamane scrive* ad un certo punto che <- nò Londra, nè Parigi hanno voglia, in questo momento, di imbarcarsi in concomplicate quali si versaziom venderebbero necessarie se si do vesserò esaminare le ultime proP0Ste avanzate da Moscai, Quando il Telegraph, che fu, è e sarà 11 Piu sollecito paraninfo di questo connubio è costretto ad ammettere il lunedi che tutto quanto aveva scritto al sabato era nient'altro che un prodotto prematuro di un desiderio troppo intenso, si può ritenere che non sia soltanto la difficoltà di esaminare le proposte sovietiche a trattenere Londra, ma piuttosto il desiderio di non approfondire le divergenze esistenti. Leo Rea