VITA DEL VILLAGGIO

VITA DEL VILLAGGIO VITA DEL VILLAGGIO Un uillaggio qualsiasi dell'Appennino, un uillaggio oscuro, un po' moderno e un po' antico, come mille altri, perchè non si pensi che i giornalisti cercano soltanto i grandi nomi della geografia e della storia VILLASTRA DA, aprile. ... Tre... Quattro... Cinque... Uno. Cosi distribuiti, i rintocchi della campana maggiore annunciano il giorno e lì, dove sono i puntini, cantano i palli. Chissà come fanno ad essere così puntuali, anche quando è freddo/ Forse dipende gcnrcgrda un accordo: una mattina è la\Ncampana a svegliare i galli, e quel-\nla dipoi viceversa. Comunque, nes- isuno può dire di non essere avver- ptito che è ora di alzarsi e di re-\dcitare la prima Avemuria. Teori-.qcamentc, lavoro e religione do-\ntvrebbero incontrarsi subito. '^cNon crediate peraltro che al se-isquale, tutti i validi si gettino siili (/serio dal letto, precipitandosi in'.mchiesa, nelle officine o nei campi.'cQuesto avveniva una volta anni fa, quando si giurava l'uomo era nato per soffrire e pe soffr stano mot no nemmeno rivolgere un pensiero reverente agli antichi che le sperperarono; anche perchè si sa che qualche vecchietta va proprio in chiesa a pregare per i poveri peccatori, e questi ne approfittano. Cosi, all'alba, la strada è vuota. Anche dopo, del resto. E anche più dopo. Sembra che ci stia soltanto per i convegni festivi o per raccogliere, d'estate, grappoli di famiglie, quando, di sera, sulla porla di casa alternano la contemplazione delle stelle con qualche malignità sul prossitno. Storia di un'antica signorina La strada è unica e dà nome al villaggio. Forse, in addietro, c'era\ ialiti!nchelrncscasndluna sola casa, una casa di siqnori'(Jmdmpteai .margini della strada, donde Villastrada. Poi altre case nacquero, dalle due parti del nastro bianco, fino all'attuate striscia lunga e sottile gdubmria di dire: «Qui ci sono io. Io.\ Io. Io. Ogni ramo ripete: Io. Ci sono e ci resto ». Tutt'intorno si estende un muro altissimo, non già per fermare i monelli twaci che di certo non si spaventerebbero se non ci fosse un cane di guardia, ma per vietare che i villici guardino nell'interno e possano trarre un godimento abusivo, contemplalo i fiori che lo adornano o i cavoli che lo valorizzano. Ne è proprietaria un'antica signorina, oramai oltre gli ottantanni, altrettanto ricca che bizzarra. Fittasi in capo fin da giovane che nessun uomo potesse so- ìcnqtpgcpcfsievin . o , e e gnare di lei per amore, si votò al celibato e alle acredini che lo funestano. Irta e scontrosa, vive di ripicchi e, tra questi, è l'ostilità contro gli abitanti della villa, rei gamento, si capisce — il suo terreno per costruire ancora case, a\Non basta dunque, la profanazio-\ne già avvenuta? Ce n'è una — - inorridite.' — un'abitazione a due - pillili che può guardare nel giar-\dino proibito. Da quando essa nac-.qnc, la signorina sdegnatissimu -\non mise più piede nel suo regno, tra l'altro di desiderare — a pa- '^condannandolo all'avvilimento in--isieme con lo stabile annesso, il più li (/rande del paese e in pietosissi-n'.mo stato. Una volta~-, quando non .'c'erano i padroni, lo frequentava- o e n . e r i a e l a\ i!no oli spirili, adesso nemmeno ìo.elro perchè hanno paura. Infatti,pan ra. nelle giornate di burrasca, il ven cipita. Figli, figli, figli... « Io ». « Io ». « Io ». L' egoismo sciocco si annida tuttora in qualche angolo fuori tiro. Ciò non toglie che, tutt'intorno ai ruderi imbronciati, la vita cre¬ sca e si moltiplichi abbondante-° , , , •,, . . niente. Infatti, questo villaggio è demografico per eccellenza Oltrele punte acute raggiunte dalla fa-i'(Juerra' ci >!' »«m punte acute raggiunte dalla fa miglia Sabba tini con una madre di 36 nulli e tredici figli, dalla famiglia Mercanti con 9 figli e il più grande ha nove anni, si contano parecchie famiglie con 11, 10 e specialmente 8 figli. Prima della tra arti- e e o giani, piccoli proprietari e contadini in mezzadria per raggiungere un massimo capace di restare imbattibile nei tempi a venire. Filomena Topa ne mise al mondo di¬ .\ i i n i i , . - ìigione e alle usanze tradizionali, cercando nei figli una proiezione nel futuro e una gioia riflessa. E. quando d'inverno, le famiglie si trovavano riunite accanto ai ceppi scricchiolanti per la fiamma gioiosa, mentre nella cenere, cuocevano le castagne da annegare possibilmente nel vino nuovo, e c'erano anche i cavallucci (pasta frolla ripiena di un dolce composto essenzialmente di sapa che è il succo d'uva evaporato al fuocoì,e le campane di Natale augura-vano la pare, il padre si sentiva imperatore c la iiiarirc, umile per natura, una reginetta felice. Poi l di à i giungeva il carnevale con gli scroccafusi, frittelle leggerissime, e Pasqua coti le ciambelle, qualcuna senza buco per l'allegria dei monelli e degli scanzonati. D'csta- e, — e u o, -\te, poi, la villeggiatura si gustava a domicilio Come distrazione personale, gli «omini giocavano alla morra — i meno fini, si capisce — o alle bocce, e a scopa, a tresctte, a briscola. Di primavera a « rutula » (ruzzola), piccola ruota senza raggi ricavata da legno durissimo, più o meno rigonfia al centro e che bisognava lanciare verso un tra--. ù O'iardo a tappe. Come posta deh-\otoco, vino du bere in compagnia n Talvolta, le rutule erano sostituite - |^rt formaggio stagionato per di-.\mostrarne, con la durezza, la qua-i,\llta ottima. Ma questa è storia an- o o ¬ te rende saporitissime: sapienti dosature d'aglio cipolla prezzemolo e spezie varie rendono succulenti gli intingoli, vuoi per il pane, vuoi per la pasta asciutta o per distendere sulla polenta, vuotata generalmente sopra una larga tavola e in esiguo spessore. Un'arte parti-\colare è necessaria per l'insalata -lì. ■ j-, . che va prima svelta e poi condita. è compito quest'ultimo irrealizzabi- e\j * „ , rixtomnti citta. -\dlni fa nf) ,,oj personalmente non e il 0 a - e ¬ osereste — dopo una saggia distribuzione d'olio sale ed aceto — oh, non osereste rimescolare il tutto con le mani, nè permetteresteal cameriere di sostituirvi. Eppu- re mi assicurano che sia indispen- sabile... C'era un miscredente.. E oggi? Oggi, la vita scorre press'a poro i, e E. si pa e e a è ,1 porta proprio niente a nessuno, -] La religione è sentita e prati a .rata ugualmente, con i; i".'rT tresette, con risultati tuttavia In-certi: la dama e gli scacchi, direcente importazione, non hannomigliole fortuna. Ma l'osteria ti<-pica si atteggia a Caffè e il Do-polavoro è il ritrovo più frequen-r [strappo meno scrupoloso ai doverioi^della quaresima e con gualche mi-fato. Lì c'è pure una radio che fa concorrenza alla fisarmonica, ma serve soprattutto come servi- zio informativo selezionato: che inSassonia, per esempio, abbianovietato it Lambeth Walk non ini- L,jnlo ^ scetticismo in più. Farse, l'unico miscredente localeci sono più Leoni. Bisogna sapere che, prima dellacritica e disgrega-trice tn materia religiosa era inatavia cosi blanda che, una voltamorto fu lodato conun medaglia-ne di bronzo e una lapide proprioda un'accanita sfortuna al La sua opera gioco.sulla facciata della chiesa. Si leg-ge di lui che fu uomo « soccorre-vale d'opera e di consiglio in ognievento pubblico e privato»; e sec'è pure scritto che «fu ministrodi carità prima che di scienza *è nell'intenzione di esaltarlo me- superficie E valgami ei P"tron° del è Sn» 7/io. tanto è difficile sorvegliareil proprio entusiasmo. Se oggi i Leoni abbondano, ladevozione non ne soffre che allaesempio: Ilpatrono del luogo è San Giovannima la simpatia popolare va tuttaii San Biagio, benché egli non ab-hia fatto nulla di particolare perti villaggio. Si tratta di una sim-patia spontanea e disinteressatalile si traduce in una grande /estàfebbraio, con il pellt Ima il vino fu parte dei canili. Da', questa solennità, il parroco sa trarre introiti capaci di raddrlz-\sare la gestione finanziaria se V^-[ricalante, o di lasciare un forte al-\tivo nei tempi buoni. Cosi, quandoegli si lamenta di qualche ama-taccia. i fedeli rispondono ammic-« Ci pensa Binalo...» mcn-elettrica abbondante e dispendiosa\è successo che Chissà, forse èIsfato un miracolo!... è successo clic I{'energia ha acceso le lampade lsensa. passare dal contatore, conca ndo : i tre, in de/mifivn, ci pensano toro. Di recente, avendo il parroco do-'tato la chiesa di un'illuminazione sele conseguenze di una grossa nini : le\verso San Biagio con generose di sempre. ta che i parrocchiani — dopoila\averci riso su — pagarono attra-^ oblazioni Un campanile bizantino? ^j 'i7'.curioso miscuglio d, fede e a- di buon umore affonda probabil- amente le sue radici in lontananze ta imprecisabili. Passaggio dal paga- a- nesimo , „ ,„edio-eio con la sua ioUynoranzat rf«-ii o. g- rinascimento e- è che nella ni mente religiosa, dove si prega dcse\vntamente all'inizio di ogni pasto: roidove arde in permanenza un lumi *\cino per il Sacro Cuore di Gesù e-\e um per Maria; e uno per il san Spregiudicatezza (Tel i. Liti io sa. i>erro.si casa più formalistica- re) to'preferito; dove si digiuna 'ri-': garosamente-e si rispetta le gior-,la nate di magro; dove si leggono la soltanto libri con /'imprimatur ve-1 Il scovile e it parere favorevole del ni [parroco, quando il freddo costrin-: ta ije a riscaldare i letti, si ricorre b- alla collaborazione di un curioso er baldacchino con dentro un recim- piente ripieno di brace: il primo ta ha mime prete, e il secondo motà|naca. ATon da oggi, da sempre, Da, Gente frettolosa raggiunge la sa ! f.;,jesa dóve sì dire il' rosario in z- conlime mentre la notte cala fa^-\nidamente In essa il campanile l-ìsi faglia con una sagoma insolita do'e «(( ,i(.M,,„,P „;/e cupole bizantine. a-\Forse/B suggerito da qualche emù c-wte t„,:co 0 da q„alche stitn-j dj0iS0 Macché! Il cupomastro, arrivato verso la foie, smarrì i disegni e tirò avanti a occhio. Come sono a. aifflrin le ricostruzioni storiche, se è nfndate alla logica e all'immagiic nasionei de on[ o.] o-' ne Antonio Antonucci h ;Ii 1 Iii Villastrada di Cingoli: il Villaggio.

Persone citate: Antonio Antonucci, Filomena Topa, Leoni, Mercanti

Luoghi citati: Cingoli, San Biagio