Perchè tutti gli spagnoli ora credono in franco

Perchè tutti gli spagnoli ora credono in franco Perchè tutti gli spagnoli ora credono in franco Ieri fieri combattenti nelle trincee marxiste, oggi convinti fautori dell'idea nazionale - " Siamo stati vigliaccamente ingannati dai nostri capi,, - Corsa notturna attraverso le linee rosse (Da uno obi nostri inviati) Alicante, 3 aprile. Non l'i dfro fare i conti dei chilometri che ho percorso in questi ultimi giorni: immaginate che in sei giorni ho veduto e riveduto più di messa Spugna. Sono andato e.\ tornato per ogni sorta di strade, dal Tago e dui Manzanarre all'Atlantico ed al Mediterraneo, da Toledo e da Madrid a Burgos e a San Sebustiano, poi a Valencia e infine qui ad Alicante. Un cane per una sigaretta Nella provincia di Alicante si è radunato ora il Corpo delle Truppe Volontarie, il glorioso C. T. V., il corpo dei Legionari comandato dal nostro generale Gastone Combura. Ancora la radio legionaria — questa radio detta « Napoli ». che ha reso i più preziosi servizi ai giornalisti italiani durante gli ultimi mesi della campagna in Spagna trasmettendo le loro corrispondenze con una celerilà ed una compiutezza mirabili dirèttamente da qui a Roma e si è dato modo così di superare di gran lunga qualunque concorrenza straniera: ancora aquesta radio « Napoli ». dove il bravo nostro maresciallo radiotelegrafista si è sgolato sera per sera con una pazienza ed uno zelo straordinari a dettare agli stenografi di Roma decine e decine di colonne di giornale, nella avariata mvlal'cdsmsSit—czpcgficecgsred|(i t.dfprosa dei diversi corrispondenti di <guerra: ancora questa radio « Na-,spoli», cui oramai ci sentiamo le-■ pati da un vero alletto e da una grande riconoscenza per l'indimeli-1 licabìle collaborazione, — ancora questa lancia sulle, onde dell'etere, radiotelegrafando, queste mie notizie frettolose, buttate giù confusamente per le interminabili strade, corrette in automobile poi in una sosta obbligata, mentre l'autista cambia una ruota, di cui si è ptscdgdddudtsirt&t/sione dei riverì. manca di tutto: di inveri, di conibustibili, di ogni derrata e mercanzia. Ma ciò che sembra la più angustiosa privazione per questa popolazione è quella del tabacco. Io ho avuto l'automobile letteralmente assaltata dti una ventina o trentina di persone perchè alla Pileria del Sol mi ero fermato ad accendere una sigaretta. Da tutte, le parti, e non con tono di pre- forato il pneumatico. Il giorno dopo della liberazione di Madrid, esultanza di popolo^ Per le vie della capitale; lunghe <code di gente, ai posti piazzati \fdall'Axatiìio Social, attendevano la' Madrid .ohiera ma quasi con (ono minaci doso, venti o trenta persone tu-,«luttuósamente vocianti preten- rfernno da me un « cigurillo ». Una raqazza. che teneva al ai<in-n«/io'iin mfox», prese il ca-\Siccome era un fior, di mgazza^con cerfi occhioni da far traseco¬ ne in braccio, lo sollevò allo spor- fello della mia macchina, offren-Ldomelo. i — Signore, vi regalo questo co- f\ó,lare non votei trattenermi dal'"lai e, non poiei iraiieneimt aui dirle, che ella avrebbe potuto ben altra cosa propormi di più gradilo Hche non ti atro caonoJino; ttittawia non seppi discutere, e rifiutai gar- batamele il dono indesiderato I del cane. Ciò che. restava del miolpacchetto di sigarette passo nelle sue mani protese. [Esultando, il popolo sfila per le{ vie della Capitale. Sfilano gli au- tocam carichi di falangisti srenfoiano le bandiere e cantano gli inni nazionali. Si svolgono cortei. Giovinotti e giovinette braccio sotto braccio, passano gridando « Viva Franco ». o.ifenìano bandierine della Falange e cantano gli inni falangisti. Dialogo con un miliziano Sulla Calle Castellana, stupendo naie, presso quel largo dove sorge il monumento di Colombo, è schierata la colonna celere motorizzata del C.T.V. al comando del nostro generale Brunetti. La gente fa ressa intorno, festeggiando i nostri legionari. Tutte le case sono pavesate di bandiere e di drappi. Certe case signorili, certi palazzi insigni fanno mostraI alle balaustrate dei balconi e oidavanzali delle finestre di istorioftl arazzi ricchissimi. Le case popolari stendono un modesto tappe to. una semplice coperta da letto ma nessun edificio è rimasto sen za una bundiera, senza un qua- /inique segno di festa. Dov'è dunque la Madrid rossa, se sono stati t trantfieri, i riuolneionurt tranvieri (Madrileni a issare alla corda dell'asta la bundiera coi colori della Spagna nazionale"! Per i sobborghi, dove le distruzioni della guerra diventuno paurose, tra le case abbattute e le strudt io- rinate, questa folla che si uggiraisquallida e miserabile tra gli ache-Jìetri delle abitazioni diroccate, traii cumuli delle macerie, questa folla ha tra sè mescolati i facinorosi di t'eri, i combattenti rossi che ades- so levano il braccio nel saluto ro- mano e acclamano al passaggio di trici falangisti, si mescolano conessi e cantano con essi le canzoni essi e cbuiuiki «.<«. »» » - falangiste. .. Che cosa è accaduto dunque di cosi strepitoso e prodigioso da prò- durre questo rivolgimento di ani- \ ancora, mi e questo rivolgimento di con-'lvìnzionil M'introni metto nella jol- dla, mi soffermo a discorrere col- cl'uomo della strada, (all'operaio. Scol giovane studente, col miliziano cdì ieri. Uno di questi, un tipo fiero, dsenza infingimenti né fiacchezze né meschinità, ha osservato il mio distintivo fascista e mi confessa non Senna orgoglio che egli era sfato in trincea, naturalmente dallo parte rossa, a Caravànchell. — Sicché — gli chiedo ridendo — se io mi fossi affacciato solo con la testa dalla trincea dei nazionali, tu mi avresti tirato una pallottola nel cranio? — Claro ddfenbBisogna conoscere il significato'cchc ha la parola « claro » nel Km- sgiiaggìo spannalo correlile: signi-[vfica'una conclusione., citi che é pu-\cilico. indiscusso e indiscuilbìle,\àeid che è veramente claro, ossia] chiaro, elìdente, patente, e gli spa- «gnoli l'usano frequentissima nel di- iscorso come una forma di afferma-1 Mrione, di condizione. Claro: cosi | Ie. non si suppone potrebbe esserelldiversamente. a E adesso? — gli domando a.rAdesso la guerra è finita. mMa tu non ti penti di quelle, l|(i//ie idee che professavi prima ? si — No. I nostri cupi ci hanno btrodilo e ci hanno ingannato. A- g.desso dobbiamo vedere che cosa dfarà Fianco, che iosa potranno' <are • {"s''l'sl' , ,s'"'»0 sbagliati tuU.not d,questa ■ 1 è parte; noi che abbiamo combatta tu. se anche ci siamo ingannati, siamo stati in buona lede. I nostri capi invece, da Azaiiii a Negrin. da Largo Caballero e Muija e tutti gli altri con loro, quelli sono stati degli imbroglioni, degli sfruttatori, dei traditori, quelli che hanno condotto al disastro. Adesso vediamo un poco questi altri. Gli occhi si sono aperti ù a . o a d - Può darsi che ciug/Mche non possa poi umanamente ve-\rificarsi nei fatti. Ma la loro fede\appare ugualmente schietta e lentica. \E ci si mescolava dentro la de e o^ Questa era la mentalità *loq„en e <• e del miliziano che ha con i \fesaato che fine. a due giorni pn ma a' e™ rimasto nelle trincee. Gli olir». d " giovane studente, l'operaio e ilttipico uomo della strada erano più ■duttili e più perspicaci. La lorolfede in Franco e nella nuova SpaAgnu liberata dalla barbarie rosaa]era, accesa ed entusiasta: fede,di neofiti, magari, un po' esagerata che si ripromette magari tanto piniIici ìusione de, maig0verno dei rossi.'-,r u disgu8to delìa crudele]- ,,,,„•„ roxlìa.e vi si mescolava ,•„,„,„;,.„-;„„*,'„,.,. ;„ , uinrin mi- l ? '.„ ì-\: e pollina ai piamo, sue.pi- " ^'^rS'^iZ^'V'Jim'^L I¬ - che la Spanna può -Lsaere aalvata soltanto da un re i t.jme dittatoriale, dal t/enio e dal - fa fQrza dj u„ nomu che superi]\ógni contesa di partito, ogni sor- ,ta di partigianeria e s'imponga l'""" 1"1aìila del popolo e crei da i è s1elilì0 un regime di popolo. 'n a • ^0"che WJo H(j^ but,ar ria a /(,,de/,0 a owb,.anle delle vecchie ideologie - democmtiche e de„ia,IOqiche. oro I . ^ tl{ pupoìi rec. ol.,,. ,(j nun janno ,ft ,„ e W(J jQ li,lbls(.on^ Questa\ [gente ha «ipiio. o comincia a ca-| e{ -j|f ^ , - £ E (, „ }e ideol ie e\ „0„„„i o o ^ della nuora Europa. . Questa genìe ha aperto gli «echi repubblicani rossi aieraiio'Itenuto loro per tanto tempo serrati e bendati. E l'uomo strada mi diceria conc/iMti:a«ien-te: Franco ha vinto la guerra, noioggi gridiamo erutta Franco. Logridiàmo con fede poiché siamoconm'nii, e gli diamo credito, che egli riuscirà a questa cosa anche più difficile, molto più difficile: e o e e o, o a e e , aI '{à"Zce^ jfon'è~iin gioco di parole.i^ ,fl sintesi di tl /eao,jc.a> ed e qwlnto - vincere 7u pace. L'uomo della srrado porta sempre argomenti fondamentali. Questa, in verità, èla formidabile questione che .,/pone innanzi al Caudillo in gMe-sfora, vittoriosa insieme e cii/i-ca, supremamente vittoriosa e supremamente critica della Spagna: ninfa la guei-ra, occorre vincere necessità cali popolo spagnolo si attende da Franco. Cibele liberata , a "! e, - Esultanza di popolo per le vie impresso già un desolato aspettodi abbandono e di devastazione. Oggi si ha l'impressione di una rinascita, di una ripresa di vita. Per i madrileni è stato molto siynifi- di Madrid, dalla Putirla del Sol. dulia Calle di Aleuta, dalla Gran Via, ai Paseos, a questi viali spaziosi e lussuosi cui i rosai hanno li fatto che ci sì è affrettatilre la statua della Cibele. aicatin e-Ja riscopri ai Questo gruppo statuario si eleva, a nome è noto, in uno dei punti più di centrali e più caratteristici e, più s- animati della città, all'incrocioo- della Calle di Aliala con il nia/edi del Prado, ove si allarga la imi-n'gnifica piazza di Cnstelar, ma pilini comunemente chiamata della C'i- .. , i . di In mezzo a questa piazza, ap-ò- punto, si ammira la fontana dettoi-^Cibale sormontata dalla statua dcl- -'la dea ritta sul corro trainato da - due leoni. L'opera risale al sette- cento, opera degli artisti Frinire. SCO Gntièrrèz c Roberto Michel, e o costituisce qualcosa di molto tra, dizionulc per Madrid, qualche cosaé n o o o a di mollo caro ai madrileni. Qnan-do. col norcino rosso e con la guer-ni, la statua e l'intero monumentofurono coperti da un blindamentoi» muratura per preservarli dalleeventuali offese, dei bonibardqmen-li. il popolino di Madrid mormora-va :« Eh! sicuro! Il governo rossonti fatta ricoprire così perchè nonvedesse quello che esso commette-va ». E poi aggiungeva: « La Ci-bete non vuol vedere quello che. sio'commette oggi a Madrid. Essa si- scoprirli nuovamente, soltanto 2^'"-[vedere l'ingresso delle truppe mi--\-i«nali in Madrid liberala ». Voce,\ài popolo, voce di Dio! Così èstuto.a] Al mattino del giorno della li- - «erosione di Madrid, quando io fui- i' primo giornalista a entrare in -1 Madrid, come ne serbo documen-i | Iasione e testimonianze, prima de7-ell'ent.rata in città delle truppe un atonali fotografai lo stele ancora o avvolta nel sua blindamento di mu-.ratara, fotografai cioè il blindumento intatto: e ieri mattina fo-e, logia favo la stallia interamente? scoperta, e le avevano infilato alo braccio una bandiera della Falan-- ge rossa e nera, con l'emblemaa delle cinque frecce. o' Esultanza di popoli, a , i . i ti i, o per le vieiulì Madrid fino ai sobborghi che laguerra ha devastato orribilmente./( giorno dopo la liberazione diMadrid, sul mezzogiorno, dissi «tmio autista: — Bisogna correre alla franile-ni francese per trasmettere agiornale le fotografie dei primdue giorni di Madrid liberata e-\Guadarrama per Somosierra. Hde\Artlnd„ de Duero: ora_ rnn ,„ di dei rossi „nche „„,,,„ s, ra \da deve essere aperta*. e n n a all'ora che per queste strade r». Spagna e una media sovrana E si taceva il calcolo dei chilometri e delle ore. Tonto fino aSan Sebastiano e a Valle de. Iglesias. tanto ad Avita, tanto a Valìndohd. tanto a Burgos. tunto Viforia, tanto a San Sebastiano.E concludevo che anche correndil una media di ottanta chilometrdno iltsafemmo arrivati a Irun primiù ■delle ventuno che è l'ora di chiùrolsura della frontiera durante la aAnotte e fino al mattino alle noveaa] Riguardai la carta e gli obbietdi a tal: «Puoi ridurre moltissimo tuoi calcoli. Andiamo a Burgos diini rettamente attraverso la Sierra dIda deve essere aperta i L'autista non era convinto. a/si.'rihatte le] _ E „ 7a slr„dn linrorava «.ZI .5,,,, 1 i- ì — Ebbene, vorrà dire che abi- illa„„, sbagliato. Ecco tutto. " Fu così che io mi cucciai in unacurioau avventura attraverso oltrecinquanta chilometri ancora inpoLsso dei rossi presidiati «Ma questo lo racconteL I ™ a"m.'!"1,, Pfche temo che timbraò e l ri] „lilUmni r- ro domani, perchi. temo che H braa ro maresciallo della radio «NapoMario Bassi a Hj) „ sin quesia sem gm 'stanza suolato ver me WJ«««*« potato per me. aboa

Persone citate: Alicante, Asan Sebastiano, Brunetti, Claro, Gastone Combura, Negrin, Roberto Michel, Valencia