VACANZE IN PROVINCIA

VACANZE IN PROVINCIA VACANZE IN PROVINCIA La vita moderna, con la sua intensità logorante che esige compensi riparatori, ha fatto entrare nell'uso le vacanze settimanali protrano per almeno un giorno e mezzo: <>. già gli anglo-americani si avviavano allegramente alla settimana lavorativa di cinque giorni, se la crisi abbattutasi or è un decennio sul mondo occidentale non li avesse costretti a rivedere il loro ottimismo, forse, un po' prematuro. Simili «evasioni» — com'è diventato di moda chiamarle — dal ferreo quadro della vita di ufficio o di officina s'indirizzano di preferenza, a seconda delle stagioni, ai monti o al mare, ed hanno gene' Talmente (a differenza di quel ohe erano nel Settecento le «smanie per la villeggiatura » umanistica, e pei queti ozi campestri) un carattere, sportivo; incoraggiate come sono in tal senso dalle grandi Organizzazioni turistiche, alberghiere, e sopratutto dai dopolavoro, dove le grandi masse cittadine si ritrovano compatte e immutate bensì, ma comunque con 6copi diversi. Alcuni esigui gruppi privilegiati si danno a spassi un po' più di eccezione, scampagnate automobilistiche, partite di caccia, e di pesca ; anche gli autocampeggi ormai sono abituali, e perfino le cosiddette «case del sabato n, per quei pochi che preferiscono aurora una genuina solitudine, diventano oggetto di attente cure da parte, di architetti e arredatori: che solo a vederne, nelle Mostre di arte decorativa, le piante, le sezioni, i plastici, c'è da sentirsi l'acquolina in bocca. In questo complesso, ormai solidamente costituito, di quella che si può chiamare l'organizzazione dei i riposi» (il francese loisir dà forse un suono più completo), in vista, e come caso particolare, della crociata antiurbanistica, io vorrei oggi tentare di introdurre un elemento nuovo, e Tin po' diverso; una. variante, o sfumatura, verso cui la mia esperienza mi ha, a poco a poco, e quasi inavvertitamente, ma con oscura saggezza, indirizzato: e deijcui benefici la coscienza si va fa- cendo di giorno in giorno più esplicita. Voglio dire l'abitmimeIdrl/r vacanze ebdomadarie in provincia. Niente, dunque, a. mezzodì del sabato, intasamenti clamorosi in folla nei giganteschi torpedoni sportivi: voi pigliate tranquillamente il vostro treno (o l'automobile, chi ne disponga; ma il treno è meglio), per arri-) varo verso le tre o le quattro del pomeriggio in qualche cittadina; scendete, nei pressi della stazione, a uno di quei capaci alberghi dei Tre R'., o della Corona Grossa, che ancora conservano, nel cortile adattato a garage, le tracce dell'antico stallaggio, quando ci si arrivava in tiro a due, ed era il tempo del loro splendore: mentre oggi solo più pochi viaggiatori di rommercio vi bazzicano nei giorni di mercato, e la clientela stabile è formata da alcuui gravi funzionari e magistrat i (scapoli, e però anch'essi in via di scomparire, per via delle leggi demografiche), che poi vedi la sera, rari nrintes in ifiirgitc vasto, sbadigliare qua e là ai tavoli della gran sala da pranzo: e insomma, non si sa come questi poveri alberghi riescano a tirare avanti. se il successo della, mia proposta|nnn farà in tempo a salvarli, con la. riattivazione di sane correnti magico-turistiche, le quali rias- sorbano, almeno parzialmente, in senso inverso lo sciagurato flus-!r . , 6 , , so provinciale, sempre anelante a dissiparsi nei vortici delle città tentacolari ! Per il momento, e per tuo conto, tu fai q.uello che puoi : fissata una bella camerona dal letto a due piazze, ti pulisci e ravvii, poi subito esci, serio, grave e un po' svelto, come affrettandoti al disbrigo di «r-! gonfissimi altari ; che nessuno ab- bia a sospettare in te lo sfaccenda-j to stravagante, il disgraziato in-jnovatore che. proprio quando iinativi se la battono, con un so-|spirone, per la rituale soappatel-l la al gran centro (e ogni marito inventa il suo pretesto: visitare il figlio in collegio, o che so io) ■— ha il ticchio, senza una ragione al mondo, di venir a passare la domenica in provincia. Xema vropheta in patria... edIè perfettamente inutile dare nel-! l'occhio, o poggio, suscitare 10 'i,' ej> ' °tnAì „,v .scandalo, che son metodi pub-|bhcitari da strapazzo. Appena , fuori di tiro allenti il passo, in fili una via dopo l'altra senza mète prestabilite, ti soffermi, guardi : centellini con prudenza ]a tua gioia. La città ha da essere a un buon numero di chilometri dalla, metropoli (un centinaio, o giù di lì), sì da non subirne troppo direttamente l'influsso, e ridursi a una specie di sobborgo, che allora non niellerebbe conto venirci ; e deve avere quel numero di abitanti sufficiente a cosi it ni re un centro autonomo, un compiuto, se pur modesto, microcosmo: non sotto lo venti, direi, nò sopra le cinquantamila anime; un eapohiogo di provincia, insomma, come — per restare in Piemonte — sono Cuneo, Aosta, Asti, Vercelli; mentre, a volte, cittadine anche più piccole, ouali Saluzzo o Mondovì, vanno bene lo stesso ; possiedono cioè, per la loro illustre storia, i requisiti che da' noi qui si richiedono. Si dice che gli odierni mezzi di locomozione, moltiplicando vertiginosamente la velocità, e abolendo le distanze, facciano di tutto il mondo un jjaese in cui, monotonamente, tu ritrovi tutto quel che hai lasciato: ebbene, 1 esperienza che vi consiglio dimostra che, per fortuna, non è così se non apparentemente, alla superficie, e il pericolo di un livellamento ambientale che darebbe, la nausea, è men grave che non si creda. C'erto ormai, volendo, voi potete far colazione a Koma e cenare a Parigi, pernottando poi a Londra: ma, per dieci uomini che la ne- luogo: sicché 1 atmosfe-1cessità, o un gusto volgare, persuadono n un simile discutibile piacere, ci sono i milioni che rimangono fermi, l'enorme maggioranza dei sedentari ; poi le cose che non mutano, diverse da luogo ra, ideale e reale, rimane varialpel mondo; e. già a breve distan-iza, con delizia ne avverti i mu- lamenti. Prosegui, lento pule, il tuo giro, aspiri^quella, vaga aria di festa.: non* è il sabato, del villaggio, è il sabato del ca- poluogo di provincia, ma un pre-| sagio domenicale, non piti porco-; pillile nelle città grandi, vi è u-| gualmente, lietamente, effuso : i già, scendendo le scale dell'albèrgo, hai incontrato un viso noto,; quel famoso attor comico, clip; fu un volto della tua giovine?.-1 za: ora, invecchiando, si è ridotto alle Inninfri! di recite « straordinarie» nei teatri di secondo ordine; sicché anche a lui, per altro verso, la provincia è mi- sericorde. Sulla piazza grande preparano il palchetto per la bau- da, e nel caffè all'angolo, dove npasserai la tua. serata, un gioioso tviavai già prelude ai grandi af-^sfollamcnti del giorno dopo. E'Idl'ora che, negli alberghi di mon- staglia o di spiaggia, tolti gli sci si o deposti 1 remi « evasi » si rit rovano press'a poro, gli stessi .c1vece volato, e alle olio eccoti a|;lcerta trattoria che nei tuoi vaigabendaggi hai scovato, dove, periQ la modicità dei prezzi, la salet-I ta fumosa, è affollata di pensio nauti tumultuosi: le discussioni , vivacissime da tavolo a tavolo ti danno il polso della vita locale: | professorini di ginnasio, impiegati d'ordine agli alti forni onde la città va famosa, si considerano 'assù conip in esilio, dicono corna di tutto; ma, al timbro delle voci, al diapason d'invettive e risate (che, così tonante, solo più senti echeggiare in provincia), tu misuri la gioia, inconscia, il fascino in cui quella vita di brigata li tiene. Grande affare, deridere rome si passerà sedicenti t- sempre, n— al ta- volo di bikini: o al banco del baridper l'aperitivo: qui invece, dis- lsimnlalo nella fola, sei davveroLun incognito in felice avventura. rIl tempo (inlerminab.le. dicono ,lsmal disposti, in provincia) e in c; | i ; ; 1 mc.èdv la serata: in palco con gli ami ci, a.l Teatro Sodale.? o al ci noma., dove la stella d'oltre Ocea no interpreta Margherita Gau tier? Dovunque, ciascuno di es^si è sicuro di trovar visi noti, Idi essere accolto da vivaci apo strofi, c qualcuno. Tu slesso, straniero di passaggio, che .come mai venir quassù prnprio ^|;, pal,.,ln rhp „j. „,„!, cn[n. nrr]a i iQ I„_ tuo angolo cerchi di non farli notare, sei chiamalo nel giro di una vita cordiale: basta dio, id„Cj |re vo|t.e, da un sabato al l'altre^ riappai.-, e già. dai prosLjmj ,avorii sj ,„valU) vo|fci int,,,.. r„g;,tivi, si abbozzano cenni di lsn!,.|o_ rho snno anrhf, f|oman,le: pabato, che gli uffici son e. chi può, taglia la i unii strani affari ti richiama no, di borsa, o non piuttosto di cuore? Affari magici, amici non stale a cercare. | ij* * Povera vita di provincia: c0-'me, poeti e romanzieri, han fat- to a gara a tartassarla! E per che, poi ? maturi.- dimanòhes 'l** dicembre ..il, pnmm.wlé, sin- un guéridon rl-acnion il li°ait une biblp io. tranrhf vprt[chou... è possibile che un patte mniidit di quel calibro, il quale tentava cielo e terra con le sue imma- ^zicrn. sa più « verter bello . (e non dico roseo, nè lattemiele)? che ve ne importa, gran Dio. se ..il convenzionalismo è assoluto»? e la he spia dietro le ton- pettegola gin! vertiginose, non sentisse quella singolare atmosfera se non | por deriderla « maledirla, come' un qualunque filisteo? quei po- ■ meriggi domenicali d'infanzia, quella sua città natale, «sommamente idiota fra le piccole città di provincia», «dove tutti si conoscono, dove l'esistenza, di ognuno è osservata, spiata, dietro lei tende, da molti occhi; dove ili convenzionalismo è assoluto » — come mai l'immaginazione sovrana di Arthur Himbaud non sapeva trasferirli sopra, il piano rlel sogno? Come mai ogni più eccezionale sensazione che le sue prodigiose, antenne coglievano non sapeva che tingersi del co| lor della bile, della, pece d'inferno? Come mai, da oltre un secolo, nessun poeta, nessun rnmansa più « veder bello » ( irle, come spi. mai può ferirvi : jc essa più di un leggero simbolo, di un personaggio di fiaba? La voochina paralitica, da vnn- 'H anni pinata in un letto, sorride a quei don, della vita che il suo umile immaginare Ir reca, e voi non sapetp più raggiungere il modesto livello della, sua forza trasfigurai rico ? Gravi segni: non vorremmo esagerare nel pessimismo della, diagnosi, ma lo spirito dell'Occidènte è ammalato. Filippo Burzìo

Persone citate: Arthur Himbaud, Filippo Burzìo, Teatro Sodale

Luoghi citati: Aosta, Asti, Cuneo, Londra, Mondovì, Parigi, Piemonte, Saluzzo, Vercelli