Il Duce parla a Cosenza

Il Duce parla a Cosenza Il Duce parla a Cosenza Una giornata nella Aera e operosa Calabria - L'omaggio alla tomba del Quadrumviro Michele Bianchi - Mussolini passa per città e villaggi ovunque acclamato da immense masse di popolo (DAL NOSTRO INVIATO) vCatanzaro, 30 marzo. aLa prima giornata calabrese del pDuce si è conclusa questa sera ai sCatanzaro. I clamori di una. immensa manifestazione popolare di cui ancora rimbomba per le vie cittadine l'eco formidabile, ite sono stati l'epilogo corale. L'ansia condensata in diciassette anni di attesa si è stemperata, si è scioltalninfine con l'impeto di una forzai ttroppo a lungo repressa, che a un certo punto esplode incontenibile travolgendo ogni diga, distrug- gendo ogni amine. Se pensiamo per un mon^\'di riordinare a un filo le impres-\Tsioni di questa trionfale qìornata,\'calda e clamorosa come una bat-1 mlppQhtaglia, ci sembra di risentire ancora nello spirito la. scarica sonora di lino sinfonia tempestosa. Si è iniziata stamane con un canto limpido e sommesso sui lidi tirrenici: una musica argentina che pareva venisse dalla cristallina purezza dell'alba; poi è venuta ingrossatido di borgata in borgata, dì villaggio in villaggio, con un tnoto di valanga. A Praia, borgata di pescatori TI Duce andava in treno, in infarina, in automobile, fra il mare e le montagne, per i dolci pendii chiazzati di olivi e di cedri, nelle vallate corse dai /ittmi sonanti, per le ripide anguste strade degli abitati, nelle piazze solatie e spettacolose; il popolo calabrese Gli si serrava intorno in un impelo struggente di devozione, alzava muraglie di broccati e di damaschi al Suo passaggio, intrecciava sul Suo capo in un solo interminabile arco di trionfo, gagliardetti e bandiere, allineava palizzate gigantesche di bei bimbi forti e intelligenti, accesi dal lampo nero degli occhi, le vene tese, la gola spiegata nel grido. Tutta la poesia, tutta l'anima della Calabria aspra e gentile, tradizionale e fascista, sul cammino del Fondatore dell'Impero. Il primo ingresso nel territorio delle tre Provincie è avvenuto all'alba; il treno aveva velocemente proceduto da Roma, bruciando le tappe e varcando i confini di un mondo, buttandosi nel fermento che da zìi ore faceva sobbalzare «omini e cose da un versante al l'altro, di qua e di là dell'aspra giogaia della Sila incappucciata di neve. La prima stazione è stata quella di Praia sul Mare. Il convoglio non si e fermato. Ma ecco il primo grido, ecco le prime note della sinfonia. Praia è una piccola borgata di pescatori e di contadini: poche cu se allineate lungo una striscia sot file di strada, con le barche tirate a secco dinanzi alle porte delle case e le reti lese sui pali ad asciugare sul greto che l'onda lambisce sommessa. Pochi nomini e donne ch'erano adunati presso la minuscola staziancina hanno atteso il treno del Duce, paghi di lanciarGli un festoso alala. Da Praia il convoglio ha proseguito lungo la costa Calabro, nel tipico paesaggio dolce e solitario di questo estremo lido tirrenico, rocce tagliate a picco sul mare che si ingolfa nelle piccole grotte, promontori chiomati di olivi, di aranci e di cedri con il fico che sporge basso siti muri a secco, lungo i confini segnati agli appezzamenti seminati a lino ed a canapa. San Nicola Arcella, Scalea, Verbicaro, Grisolia, Belvedere, Capo Bonifacio, Citraro, Acquuppesa, Fnscaldo: stazioncine addobbate, gruppi che acclamano, gran roteare di bandiere, braccia che salutano, fanfare, striscioni che traducono in lettere il linguaggio dei cuori. Da Paola a Belmonte A Paola il grido si annuncia più alio e nutrito: il treno si arresta,, il Duce, che ha viaggiato col Ministro Segretario del Partito, il Ministro della. Cultura Popolare, il Capo della Sua Segreteria particolare ed il Sottosegretario per l'Agricoltura, si affaccia al finestrino, saluta romanamente. La folla straripa dai marciapiedi sui binari, stringe la stazioite in una cintura compatta, dilaga lontano. Sono quindicimila persone che fanno il quadro consueto in cui si specchia su scala maggiore o minore la mirabile euritmia della vita civile e politica del Regime, al centro come ulla più remota periferia. A Paola sono venute a porgere il primo saluto al Duce e salgono sul treno presidenziale le autorità della provincia di Cosenza, il Prefetto Rosa ed il federale Manganiello, nativo di Napoli, squadrista della «Disperata » di Firenze. Dar Paola il Duce non ai dirige direttamente a Cosenza, ma sale a Belmonte Calabro. La Sua visita si inizia così con un omaggio alla memoria di Michele Bianchi, il Quadrumviro che Gli fu vicino nelle battaglie del socialismo rivoluzionario, nella campagna interventista, nell'azione fascista, nella costruttiva fatica di governo. Belmonte, dove Michele Bianchi, figliolo di un medico, visse gli anni dell'infanzia, solitaria tra l'nm udStpC'.Pn[Mdcvldlgle gente del luogo (e qui, dallo spettacolo di tanta laboriosa po- verta nacque, forse in lui l'impulsoj alla giustizia sociale, che lo portò prima nel socialismo e poi nel Fa-\ i seismo), è una cittadina di poche] lni delle zone vicine, marciando i tutta la notte per vedere il Duce, Sul colle di Bastia . • nrresr„ ,,„,, il treno del Duce sì arresta alla '^^'^^-1f^^-D^ \T" !n httoru ^a '°"a è sul co?\'.e'n°* c' 'so"° che crepar 1 migliaia di abitanti, dediti preva- lentcmentc all'agricoltura. Oggi [però tale cifra è almeno triplicata,]perchè intorno alla tomba dcl\Quadrumviro, sul colle di Bastia, hanno fatto adunata le popolazio e e a l o , e e i . o , , i a o a a e n e e o il e. e e a a il i, Legione intitolata ad una delle cinque Medaglie d'oro della provincia di Cosenza, Luigi Settimo, un manipolo di Moschettieri del Duce e alcune autorità, parte venute da Roma e parte da Cosenza: il Ministro dei Lavori '.Pubblici, il Ministro dell'Educazione Nazionale ed il Capo di Stato [Maggiore della Milizia, l'Ispettore del Partito Mancini, senatori e\ consiglieri nazionali fra cui Maraviglia, Tulurigo. Perno e Amanita. Nel gruppo c'è in una gloriosa inabilità che ne deriva da una pallottola alla spina dorsale, il Grande Mutilato di Reggio Pizzimezzi la cui presenza qui ha un alto significato. E' al Pizzimezzi infatti che il Duce promise formalmente, due anni e mezzo or sono, che avrebbe visitato la Calabria. Il Duce era allora in Sicilia e alle grandi manovre. Durante il Suo passaggio, per Messina, fascisti di Reggio Calabria, dopo avere impresso sulle pendici dell'Aspromonte come una gran tabella issata sullo Stretto, il richiamo ardente della Calabria, approdarono al Faro e incontrarono il Duce a Ganzirri. Il Pizzimezzi fu l'interprete del desiderio dei suoi conterranei. Il Duce annuii promise. Oggi Egli ricorda al glorioso Mutilato, con la lucida memoria che sempre serba di uomini e cose, i particolari dì quell'incontro. Sul Colle di Bastia clamori di folla, musiche, squilli d'attenti Presentatami dei reparti. Alto e severo nella sua nuda mole, il monumento al Quadrumviro emerge sul vasto panorama fra il mare e un verde anfiteatro collinoso. Il sole è alto e illumina quell'adunata di folla, accendendo bagliori di fiamma sui ricchi costumi delle donne rurali. Mussolini che indossa l'uniforme fascista con il distintivo di Caporale d'onore della M. N. e la fettuccia rossa degli s^drist, intorno alle munopole riette sahariana, entra nel Sacra- tìo, si scopre eresta qualche man- te presso la pietra che racchiudei resti dell'amico e collaboratoreindimenticabi/e. Un silenzio reti-gioso s'è fatto all'intorno, mentredue camerati depongono sull'avel-lo la corona del Duce legata conti n nastro con sopra scritto il SuoL'arrivo a Cosenza . . . „„,„,„nW,„ Poi i( Duce risale m automobile,fa ritorno alla stazione e qui prende posto in una Littorinu alla quale segue un'altra vettura che accoglie le Gerarchie. Egli si dirige a Cosenza attraverso il magnifico panorama della campagna calabre-se illuminata da un sole trionfaledi primavera, lungo la teoria Mer- minaoite delle stazioncine addob-bate, colme e sonanti, parallela-mente alla strada dove sono atti-neati, t carri aaricoli trasformati' - in trofei di fiori, in baldacchini difronde, in cespugli di bandiere, do-ve il tricolore spunta perfino sul-le corna dei buoi. Non mancanoanche qui i pittoreschi gruppi neicostumi festosi e severi a un tem-po che. danno tanto risalto al geni-meo incarnato delle donne e al fui-gore delle chiome corvine e deigrandi occhi d'ebano, vere batte-rie elettriche puntate sul GrandeVisitatore. Alle 10,20 la Littorinu del Duce è a Cosenza. Bandiere, armati che presentano le armi, Moschettierche snudano il pugnale, fanfareche lanciano nell'aria squilli trionfali; poi il grido della città in attesa che ancora non vede e già saluta. Un attimo e il Duce, attraversa la stazione, appare. Sul piazzale oltre il recinto di armati c'è una folla densa che agita le mane grida in un tumulto festoso. Il Duce sale in una automobile aperta in cui prendono posto il Ministro Segretario del Partito, iPrefetto e il Federale di Cosrnza e si avvia, in 'piedi, per le larghe strade luminose delia città nuoraa passo d'uomo, nel turbine di entusiasmo che il Suo passaggio solleva: è un entusiasmo vergine, dun popolo che non Lo ha mai visto se non in effige nei giornalinelle copertine dei settimanali itlustrati, nei film Luce, questo grande Capo di cui tutto il mondo parla da venti anni; ed ora Lo guarda, ne studia ogni mossa, ne spia il volto, lo sguardo, il gestoil sorriso, quasi per confrontarLooggi che lo ha nella sua città, con l'immagine che si era fatta di LuiE' questa una felicità nuova, comdi cosa lungamente favoleggiata e scrinata, che si respira in questo o [eccezionale incontro: e sarà questa - la nota che impronterà per l'in fera giornata, le accoglienze del popolo calabrese al Duce. La prima sosta della colonna presidenziale è in località Pane- bianco San Vito; su un poggio da cui l'occhio svaria sulle valli del Orati e del Buscnta è sorto un totto di case popolarissime destinate ad accogliere un nucleo di /ami-jglie numerose che saranno tolte]quello che è necessario ad una esistenza comoda e sana. Il Duce entra in una delle case, tutto osserva con l'occhio esperto, loda quel dagli ambienti malsani dei «bassi»'della vecchia città. Ogni apparta-]mento avrà cinquecento metri di:\orto-giardino; gli ambienti sonaiampie ariosi, "non mancano di 'che si è fatto. Fuori, operai e ru-1rali, accorsi dalla zona circostan-j te. Gli esprimono in modo cornuto-|vente la loro gratitudine. Le opere inaugurate Si va ancora, per rettifili lumi- riosi e clamorosi di folla giunge, si rag- sulla sponda del sonanteiI Busento, in una vasta spianata, la nuova Casa della G.I.L., ampia, tutta luce, modernissima; soldati' e Balilla, uno alternato all'altro, gomito a. gomito, presentano le armi. Su un altro lato della piazza si. ammassano reparti armati della G.I.L. Dinanzi all'edificio sventolano grandi bandiere tricolori; nella, vasta palestra un grido argentino investe il Visitatore, poi i bimbi e le bimbe cantano in :oro l'inno: « Saluto al Duce ». Una breve sosta in altra località per dare l'avvio alla costruzio,ne di un secondo lotto di case popolarissime, ed ecco che il Duce giunge infine in piazza Littoria; in questa spianata, nella parte più alta di Cosenza nuova, si sono adunate te organizzazioni intorno alla fitta distesa dei gagliardetti, dei cartelli, delle bandiere, degli striscioni, sullo sfondo del panorama superbo dellu Silu. La piazza, le case, i viali, tutto è gremito. Si ssae^cpcnsndfcmve«dvlnf5 7*Z™v7al?. tulio' O^SS? caìcoUl che mut foUu dj oltre ses. j ' santamila persone sia presente. \-\ Cosenza, che non conta che qua-\d* rantamila abitanti, non avena mtti,o£S~0JK?*f<? di P°P0,°\m'i 3\visto un ] dalla provincia. Ci sono anche i montanari della. Sila che distenda¬ ' m m qve} mare di teste delle stri] scie, grandi come vele maestre gonfiate dalla brezza, su cui si legge: * Duce, Ti vogliamo in Si- p|la»; oppure: «Il Fascismo sitano; H \P San P'ovanni in Fiore Ti offre e, la sua fede sicura e salda cornei il granito delle sue montagne ». [dSul rovescio di una casa domina {un'altra striscia: «Duce, venti an-'/ni sono passati, ma la nostra fede! vè Intatta, come nelle vigilie dei s\combattimenti ». id] Il Duce entra nella Casa Litto- s Ha, sosta dinanzi al Sacrario dove s\è il busto di Michele Bianchi, tra {sile pareti sulle quali sono scolpiti T1 i nomi dei Caduti d'Africa e diìi]Spagna; poi sale al primo piano, n ' r ■ -' - r ^ M sosta nel salone dove trova, radu-ìt nati i gerarchi del Fascismo e del-, iile organizzazioni dipendenti di tut- / ta (a provincia. Nella stanza delìb Federale su un tavolo sono le fo- r\logiafie del genitori del Duce; allei pareti il ritratto del Re Imperato-] r'p grande fotografia con de-, d ''ira che il Duce rilasciò al Fa-]i-\sciamo cosentino: «Ai Fascismo! ie'ni Michele Bianchi - nell'anno e e i e, è i e l a e , i , o o o e , , n . e e o a - XII ». Parla il Duce Intanto la folla, fuori, tempesta; i clamori si fanno altissimi, si chiama il Dure ed il Duce si affaccia. Verso di Lui, che si sporge in pieno sole, il volto ombreggiato dalla visiera, sale, l'ultn marea delle acclamazioni; si placa appena, poi si disfrena ancora più potente. gcDRimbomba. l'« A noi! » al coniando! del Ministro Segretari,, del Parti-1 to; poi il Duce parla all'uditorio]che non aveva prima d'oggi inte-]so la Sua voce se non attraverso la radio. 'Egli rivolge al popolo di Co-1 senza il Suo vivo saluto, dicendo si lieto di visitare questa gene- rosa terra, in un momento che|gonfia di orgoglio il cuore di tutti gli Italiani, per la vittoria di Franco, alla quale hanno contribuito le gloriose formazioni legionarie. Dopo avere, quindi, rilevato come le idiote miserabili profezie delle sinistre siano state disperse dalla volontà e dalla fe-\de del popolo italiano, il Duce!afferma ohe l'Italia non intende ^,!«.,.„„ „..„_;„„„ i nmanere prigioniera " ìPr°"iaffatto di nel Mediterraneo e cosi segue: « La vostra provincia ha Tono re e l'orgoglio di aver dati i|rnatali ad un Quadrumviro della!*Rivoluzione (acclamazioni) e ora'fne custodisce le spoglie mortalil"sul colle di Belmonte, in faccia al mare di Roma. eg« Egli fu durante quindici anni duno dei miei più preziosi colla laDoratori, lo potevo contare in | mmaniera assoluta sulle sue virtù1 netw erano ,6 „jrtu de||a vost j \f .. . ... ., ,, , ,. tipicamente .fallane ^topm^\^clama lungamente ali indirizzo!^aci mire). |f/uto vi ricordo una delle suejbfrasi di una eloquenza rara e\nprofonda: « Quando Si è dato tut-\c to alla Patria, non si è dato an- ccora abbastanza». (Atvlatnazio-\Sni vibrantissime) \s« Camerati! Siate in ogni istan-'rtte della vostra vita di fascisti, n, , ,. .sài italiani, degni e fier. della Smemoria di lui». sp J7 Duce è ascoltalo con rapi- smento infinito, è interrotto conÌNespressioni di consenso violente, è\papostrofato con alancio furioso; eìqquando Egli ha finito, il popolo co-\ssentìno ha già fatto suo un gridoUche, scandito e martellato in que-\ast'atmosfera arroventata, mentre i]s rivede il Duce al Palazzo del Go verno, che Egli hit raggiunto pas Giovani Fascisti e gli Avanguardi-lbsti levano alti i moschetti e li ro-,tteano e li mulinano in una tra-,nvolgente fantasia, porta sull'ini-inmensa adunata una ventata guer- briera: « Pas-se-re-mo .<>. aPiù tardi il popolo di Cosenza mpsundo per la caratteristica arteria gserpeggiante del corso Telesio, cosi]Cangnsla che i lembi delle bandiere sesposte ai balconi sfiorano le au- l^ttrte'^'^u^^jcorsa, a ondate, a raffiche; laLpiazza, che è nella parte alta della città, dominata dai bastioni mille- nari del castello Sveiio, che si apre su. di un lato del giardino comn-ìnole_rincontro s\ profila il vallone]di Bovito dove furono fucilati IIfratelli Bandiera) è ben presto ri-!colma. L'invocazione sale altissi-:ma « Duce! Duce! ». hEd il Duce appare ancora una voita e, al Suo fianco, c'è il Se- 'jJ^f^^ìeia, tra le più vibranti manifesta-\«ioni di riconoscenza, che il Capo>del Governo, in aggiunta alle prov-ìfvidenzeche il Govèrno adotterà per]la provincia di Cosenza, ha desti-'nato 600 mila lire per l'acqua e letfognature delle case popolarissime,\500 -nite per il costruendo Istitn-[ j ' M;"^rale wo mila ner l'ini-i\-.j„ dei lavori della nuova caserma* \de! 16" Fanteria, 300 mila per le ,opere <u assistenza del Partito, 800Ì\mila per le famiglie, numerose e i 300 mila per un altro lotto di case]popolurissime. L'ingo la litoranea La sosta in Prefettura è breve, ; H programma delle visite è i9nm\ e non consente indugi. Poco dopo i e 13,30 il Duce lascia il palazzo] ' [del Governo, attraversa la città tra, {'applauso che vibra del partico-', '/«re calore del commiato, rugginii-'! ve la stazione e, in littorinu, ini- sia un lungo giro lungo la valle,idei Ciati e la litoranea ionica. Ca-\ stigliane Cosentino, Montalto Ro-\ se, Acri, Bagnano, Tonano Ca-\ {stello, Mongrassano, Sun Marco, Tarsia, ogni paese è raggruppato' ìintorno itila stazione: uomini, don- ne, bambini, carri aqricoli traina-] M ... i ìti da buoi ingualdrappati, carretti , infiocchettati, utensili agricoli in /forati come moniti. Spezzano Alìbancse. colpisce per lo smagliante raduno delle donne in costume, i Da una stazione all'altra, du] rante la veloce, corsa, all'occhio , del Duce si dispiegano i lavori di ]imbrigliamento e di sistemazione ! idraulica del Orati, da cui trarrà gran vantaggio l'agricoltura locale. A Sibari, dove è sulututo da una manifestazione imponente, il Duce ritrova il treno presidenziale col quale prosegue per Corigliano per la visita alla grandiosa bonifica di Sibari. una delle più importanti per vastità di comprensorio e per complessità di problemi in cui sia impegnato il Fascismo. Corigliano (ventimila abitanti, .'i!2 morti in guerra) presentii al ! Dure nn„ dei più vasti raduni di 1 „l(e.s./„ fervida giornata e Gli of]frc „„ ceslo di magnificne ,„■„„. ],.e Altrc joUe ttttendono nelle o successive stazioni fino all'ultimo 'Comune cosentino toccato dui- -1 l'itinerario presidenziale, che. è Canal,. Qui il Prefetto e il Fe- dei ale di Cosenza lasciano il tree|"" dd D"r.e rhe I" « s'"> itngres- i a i , i so nei territorio dellu provincia di Catanzaro, salutato a Orticoli dal Prefetto Cavimi e dal Federale Pasqualucci. In territorio catanzarese l'itinerario si svolge lungo il litorale ionico. A Crotone il Duce scende, si re- e cu a risitare t due porti, il vecchio -\e il nuovo, con una palata di cale!ces''usso dà inizio a lavori per la e ^ostruzione di dieci case popolari. „ i / ventisettemila abitanti della cita , . , . ., . . ìtadina, che e il più grande porto "idello Calabria ionica. sono ammassati in piazza della Rivoluzione intorno al gagliardetto del Fasci» |recàio da imo Squadrista mutilato * Bligny, e accolgono con manifestazìoni di bruciante entusiasmo " Fondatore dell'Impero. nenealnoII Duce sale sull'alto di un podio Igre quando scema il clamore che «e- «igue il «saluto al Duce » ordina to', ulvolge\m dal Segretario del partito, lai popolo parole di saluto, affer-\de| mando che la Calabria farà unì deelin1 nuovo poderoso passo innanzi, j La Visita a Catanzaro E' aia sera aliando il treno tiri \^f«^^^g^^ !^ l'interno e sale a Catanzaro ten|f/0 la vaUata deUa Fiumarella. L'ajbj{ni0 del capoluogo appare aìli\neato come in parata sul triplice \colle della « Panerà », e già sulle case sì sono accese le luminarie, \Sulla Casa Littoria, altissima, \spicca la scritta luminosa «Duce»; 'rt"''0,'e 0 «"««eri di fiamma so seruseiltopno segnate le parole del subito fu¬ .scista "A noi». Il Duce scende alla Stazione di Catanzaro Sala, prende sposto in un'automobile aperta, sale alla città. Tuona il cannone. ÌNovantdmila persone attendono \per le vie e le piazze del capoluogo ìquesto grande momento. In piedi \sulla macchina, saldo e vigoroso, Uin volto sul quale non troveresti \alcun segno di stanchezza o rfi di]sagio, il Duce passa tra le luci, le iiiDelbandiere, le grida, i clS.nori, si ,tuffa nel caldo vortice di devozio-jto,ne e di passione che turbina intor-■ cino alla Sua persona, risponde collg braccio levato e il maschio sorriso rj al fervido saluto dellu folla. Anche a Catanzaro Ut Sua pri-'Pma astensione è per i problemi e pper le opere. Egli destimi le se- c guenti somme: per l'ospedale di q]Cat.anznro 500 mila lire; per l'o- n spedale di Nicastro 100 mila; peri l'ospedale di Crotone 100 mite;' jS Ci^S1*LftàttM di Catanzaro 200 mi/et;;ta per ja casa della Madre e del Fan-!z- ciuffo 300 mite; per le opere assi-jte sfensiali dì Catanzaro 200 mila, di u-ìCrotone 50 mite, di Vibo Va/enfiaile]50 mite, di Nicastro 50 mito; per gu'pIIje co/onie so/ari del Partito 3501 -!„„7„; pf,r Ul Cnsa del Fascio e la] -:GJL, 500 mila; per le case popò-., harìssime 500 mila. !la . ' i- 22L^«rt«JÓ" t^ì^à^^S^aTm^^ SS «-\vru "<"<= iv^l'uo ai quameii aei o>ce"tro dove troppo serrato e sof- P-ìfocato è il viluppo delle case. Un]sr]teatro da tempo abbandonato e b'slot" .'/'« demolito; sull'mea sòr- settiera il nuovo palazzo dell'Istituto 'f,\nazionale delle assicurazioni. /J| [Duce esamina i progetti del co- "pToqeth'de" cci- -istruendo edificio, il primo di una g* vasta serie di nuove costruzioni, ce tra cui la Casa del Fascio e il pa-in0Ìte«o delle Poste, e dà inizio ai te-jee vori tra l'entusiasmo delle massejme]operaie adunale intorno. Altri prò- ;Dbtemi che il Duce esamina s»»">!cSff Lnnln ,fi?£LP^i , h£»»fT «sche ancora vivono nei « bussi », ti progetto del cementificio che sór-lc, yèr£\\e\ pVWs'Ì"<feHa 'sTazioneT'la | am\^m«àe'otn^ o ' h re SllnfEufemia con Catan- qo] ■— 'zaro Marina, dal Tirreno al Ionio, ca, -', Mentre tutto questo si svolge, il d-'grosso della popolazione di Catan- a- ** raduna nella grande piaz- de,*"1 rettangolare intitolata a Miche-: -\[e Bianchi, dove contro lu torre ot-] -\tagonale arabo-normanna dell un- -\tico castello è stato eretto un po- m, dio fregiato con una grande, aquila co' bianca. Sotto al podio è una rin- r- ghiera lungo la quale si di.sponoo-^-] no Moschettieri del Duce e Balila urinati. Tut l'intorno si addensa il sericoviluppo delle bandiere e dei gagliardetti, poi dilaga la massa dele organizzazioni e della folla, tut-u fremiti e ondeggiamenti. Sullascalinata dell'albergo Impero si édato convegno il gruppo dei redit-ci d'Africa, in dirisa coloniale. Dauna strada all'altra è teso un j/,an-de striscione con la scritta: «Tut-to si fa con la Tua fede, o Duce ». Milizia, Giovani Fascisti, Piccole eGiovani Italiane, Sindacati, asso- dazioni, donne in costume: il so- ino quadro the a popolo offrequando la passione lo chiama sullepiazze, spettacolo vecchio sempre nuovo, immutabile e va-rio, pieno di poesia e di suggestioni' notte. Migliaia di lampttdi-^'"'ne. E' none. Migliaia m lampadi-ne si accendono a inghirlandareali edifici, fasci di luce convergo-no sulla pietra antica del castello.Ed ecco a un tratto levarsi ,igrido che usa accogliere l'appari-«iòne del Duce. Egli è sul podio.ulto sul fermento della folla, sullemani che si levano, sui gaglinr-detti che si piegano. Al centrodella scena tumultuosa è il soloelemento fermo e immoto. Tuttointorno a Lui — uomini e cose —sembra far perno sulla Sua figu-ru. Starace gli è al fianco. Fa unsegno, comanda il silenzio, ordinail saluto. Ed ecco, dopo l'« A noi.' »tonante, che il Duce fa il gesto diparlare. Nel riverbero crudo la Sua persona si stucca vigorosa e| potente contro te massicce murai ilei castello. I fotògrafi sparano a] magnesio e i lampi si accendono] come fuochi di gioia. Egli si prò- tende col busta in fuori, leva- lai destra inguantata, net gesto ore-I ed energico che Gli è caratte-] ristico. parla. ' affermando cne 'e impressioni di questa Sua prima giornata cala-| brese sono profonde: Egli ha tro- vato un popolo disciplinato, una gioventù gagliarda ed un Fasci- smo entusiasta e pronto a rispon- aere arj ogni appello. ,, Duce prosegue rilevando che Il Duce inizia il Suo discorso! questa regione, per tanto tempo trascurata, ha camminato in primi 17 anni dell'Era Fa- BOlSta, ma che Egli e venuto qui Per accelerare il passo di questa marcia, che deve portare la Ca labria ad un suo migliore de Stino, Il Duce termina tra grandi ac clamazioni, elogiando il laborio- 80 e fecondo popolo calabrese. La. folla Lo ascolta rapita. Lo interrompe con applausi. L'apo- Strofa, risponde con ondate pro cellose alle Sue domande. Non un dialogo, è la comunione, è la fusione di un Uomo in un Popolo e di un Popolo in un Uomo. Que-i sta- sera a Catanzaro; come ieri \ e domani altrove, Enrico Matte!