FIERE PAROLE al popolo di Roma DEL DUCE esultante

FIERE PAROLE al popolo di Roma DEL DUCE esultante Imst sconfitta del bolscevismo FIERE PAROLE DEL DUCE al popolo di Roma esultante L'ardente manifestazione - La folla acclama il e Franco - Domani bandiere al vento in tutta Duce Italia i j o a ; a' Roma, 28 marzo. |tNon tenteremo un'ennesima de- dscrizione di Piazza Venezia, col- cma di popolo festante in attesa fdell'apparizione del Duce al balcone, nè indugeremo a descrivere' .minutamente l'aspetto del Foro e fascista affo!lato di gente di ogni -Leto e di popoiani d;Vni età. So- o '-m Spetteooli consueti, che si ri- r- petono con frequenza, ma che ogni; diìl volte sembrano assumere un nuo-|pi i i e vo carattere, un nuovo colore, quasi un nuovo significato. I gAppena si è diffusa per la città j lla notizia che le truppe di Franco i perano entrate in Madrid, che i le-|pgionari italiani avevano assestato;sl'ultimo colpo di maglio al forti lizio rosso, come rispondendo a un u mlstertos0 richiamo, da ogni pun o- t0 della citta nanno cominciato ad ol afflllire gnlppi e gruppetti di ca- tadini convergenti tutti verso il a cuore profondo dell'Urbe, incolond nanUsi per Ie arterie principali per ò poì sfociare nàta vasta piazza do |ve setnpre la folla converge per assistere ogni volta all'apparizio- ne del Duce, per invocarla ogni a u rinnovata passione, con bdcFpiù profondo amore Sempre il popolo, in occasione dei fasti nazionali corre col pen- el s-j ò-, e e i- e B e ,a yagla iazza o colnf sUpata, svettante teL0ietti, sonora di inni e i. vi e- l'arengo dove la voce del Duce risuona incitatrice e fascinatrice; e appare di fazdi canzoni, sommossa da ondate improvvise di entusiasmo, ribollente co- aCue-\me un mai.e in tempesta. A tratti i- ,a folla è sciabolata dalla lama o, |uminosa di alcuni riflettori podi stati sulle coionne del Circo Mas simo: al)a luoe improvvisa, raden- e-ue< la massa dei vittoriano appare i-j candida e lunare e le linee archio- tettoniche di piazza Venezia pereldono un poCo della loro classica b-^severità. o* La sede de]]a Confederazione a-;fascista àegn industriali posta di ò- fronte a paiazzo Venezia, s'ac/-,cencle d.un traUo di una luce az- i i Izurrognola che si riverbera sulla ifolla, sul Vittoriano e stagna quasi-dslrsda nell'aria indugiando tra le nuvoleIsni ni Dasse che conservano al cielo pri- icui maverile il plumbeo retaggio del-pro l'inverno. Lungo tutta l'imponen- rr- te facciata, lettere gigantesche aroa. neùn ,-ipetono il grido della folla: I •Duce! Duce! Duce! seguito dalla tio data fatidica: <. 23 marzo 1919».lqpe. Sotto il balcone di Palazzo Ve-!si- nezia un gruppo di Squadristi agi-! nra ta un tricolore; e dalla folla aih- te massaia si leva un grido di esal be fazione, un evviva, un alala. Sono A , ormai le sette e mezzo. Da Via dello,l'impero una fanfara bersagliere- e sca s'apre quasi di prepotenza unjta solco nell'ammassamento. E' una i ra, centuria di giovani fascisti prea-1 |vieri che vuol partecipare alla fe- si ;sta, che si fa largo cogli squilli lgo- degli ottoni, col rullo dei tamburi.'tn-Avrk un'eco nel cuore del DuceinLa colonna guidata na quel richiamo improvviso? vino in do mhe iti si he e; , iù la Partenza della Delegazione te o-desca g'unta a Roma per parteei la Pare alla mamfestzione celebrati- rial Spo-i-ofnrm rM P N F ldai segretario dei r.l>.r.|Subito dopo, dalla via Quattro :mNovembre, sfocia un'imponente ! elìPartito attorniato dalle rappresen- jtanze fasciste che si erano recate alla stazione Termini per salutare isa piea, te sia a: di io riva ra p a a- va del Ventennale. Accanto al Se gretario del Partito, che ha sn tato lungo tutta la via Nazionale suscitando ovunque imponenti ac-lclamazioni al Ducs, era anche jl'ambasciatore d'Italia a Eerlino'iLa colonna mescola le sue grida'a quelle de la follai che -ià'stazio-.na nella piazza. Le imposte del ! balcone centrale restanotirate p\t laVttJ, V io. ii fi™.» ii ul\ Ji?Sl 1tZM aPT0n0l'luminate. e la folla sa, il popolo Hsente che il Duce 6 dietro appena quelle tendine sollevate, al Suo ta-|volo di lavoro, e allora riprende ^lena e fiato, coraggio e ardimento,!e l'invocazione collettiva si leva solenne, si ripete ogni volta centu- plicata, ingrossa e dilata Una pausa Da prima lento e .=o'nes1^^^ rale dell'inno a Roma. Nell'auspi- ciò di Orazio ormai fatto realtà [umana e politica, il popolo, tutto ir popolo. sembra quasi placare la sua sete di grandezza, quasi soddisfa- -re la sua volontà di potenza. Le f i- tida cna va nre ez nile nre noè ssi possibile, il popolo n- ES}} ritardi o|tre. a- la taIe gri¬ nestre dei saloni di Palazzo Vene-izia sono tutte illuminate, e nei ret-l tangoli luminosi il popolo ricono-jsce i più diretti collaboratori del.Duce, li saluta con invocazioni aliFondatore dell'Impero. Mussolini ! non tarderà a comparire. E' im-ilo sente, che ; |Ecco, dietro il balcone s'intrav-i vede adesso un'ombra. Allora l'in-1 le vocazione si fa più alta, quasi pe- no rentoria. E le imposte si spalanca- no, il vasto rettangolo s'illumina, II Duce sta per apparire. ;Chi trattiene più questa folla che sembra ormai giunta al limite della sua impazienza? Le grida diientusiasmo si susseguono, s'inse- guono, si mescolano, aumentando ;di tono ogni volta, ogni tandosi e crescendo d'impeto. ;E Mussolini appare. Il Suo volto 1raggia di soddisfazione piena. Si haffaccia sulla folla tenendole «««-vè P0^"'ie ■™"<' balconata, /iff- ge- "end? lo Riardo nella massa qua- ri-is' uo'e«<e conoscerne e riconoscer- ri- ìì,e> un" Per i»>°> « presenti e i par- al tecipanti. Il Suo volto virile si eer- come sciolto, e la mascella qua- ,drata si è come addolcita in «nsorriso pieno e luminoso. ei' L'incontro tra l'Atteso e glie- aspettanti si risolve, come sempre.e-,in un'accentuazione più acuta del- le voci che Lo invocano e Lo esal- «Z^Zte ra, tano in una fantasmagoria pienal dl braccia levate in alto ad agitare z copricapo e fazzoletti, bandierine e,t fez> borsette e baschi, « Così finiscono nemici dell' Italia » re che il grido di passione e di fe jsai IQuanto dura l'invocazione? Pa-| de che si leva da questa marea di popplo non debba finire più. Ma ; gesto che Egli sempre compie con la destra, quando vuol parlare, perchè il grido festoso si plachi da prima in un brusio, si spenga quasi in un soffio, basta un cenno del Duce, basta il Il Duce, brevemente parlati-, do alla moltitudine che Lo ac-: clama, saluta la vittoria di] Franco che segna la sconfitta aei Bolscevismo ed aggiunge Che COSÌ finiscono i nemici del-{ l'Italia e del Fascismo. | l Ogni parola, ogni frase rimbal-1 za sui cuori sospesi, è sottolinea- ,ta da applausi, da grida impetuo-jjse da interiezioni improvvise. La affermazione della l'ine dei nemii ci dell' Italia e del Fascismo, e cioè di quelli che ci odiano in ra- Igione diretta della decisa, sovru-1 |mana grandezza di Mussolini, è se- gnata da uno scroscio intermina- J bile di applausi, da un'ovazione che ! ; pare non debba finire più. Il Duce j si gode lo spettacolo di questa su perba adunata popolare che non distingue più ceti e categorie ma tutti li fonde in un solo respiro, in un'unanime volontà. E appare, perciò, come l'artista che, dopo avere modellato la creta sotto i colpi po derosi del Suo pollice, sta a rimi , : ] rare l'opera d'arte creata dal Suo,sogno, realizzata secondo il Suo j desiderio, fatta plastica sul metro | della Sua insofferenza. i{ Quanto tempo il Duce resta al |balcone fermo sulla folla che Lo| acclama? E quante volte Vi deve tornare richiamato dall'invocazione che si ripete ogni volta più in cronaca che hanno ormai perso di attualità, visto che ogni volta si ripetono in ragione di quella pa pmtimcsistente, quando Egli tenta di sot-| mtrarsi all'abbraccio tumultuoso,! sollecitato dal grido della fede ejcdella passione? Sono elementi di p lese, dichiarata necessità che i popolo avverte di prolungare la felicità dell'incontro, di conservare un attimo di più negli occhi e I nel cuore la visione della Sua fi-j gura inconfondibile. Ma adesso le imposte si chiu-l dono davvero, restano sbarrate malgrado l'insistente richiamo. E; eihtnnlil popolo un poco deluso, un poco insoddisfatto si arrende pensando! ehe Egli è ora tornato al Suo ta-tVOi0 dj iav0ro, tra le carte del Suo niufficio. Allora lentamente la vasta piaz-'z|za si sfolla. Dal gran mare a stpn-la , un riflesso to contenuto nel pur vasto arengo, una colonna, due colonne, più co-, lonne si formano lungo tre, quattro, cinque direzioni, dietro una fanfara, dietro un tricolore, dietroi un gruppo di studenti in divisa:! esse porteranno nei diversi quar-| tieri della città un'eco della mani-i festazione di poc'anzi della grande luce scaturita ancora una vòlta dall'arengo delle fortu-j ne patrie. i Il popolo che ha dato all'eser- cito di Franco le magnifiche in.|vincibiii legioni in calilci^nera, sa che questa è una giornata fa- tidica non soltanto per le fortune della Spagna ma per tutto il mon- do civile. E festeggia l'evento che inciderà profondamente nell/awe- nire prossimo e remoto dell'Europa, salutando ed esaltando nel no-| me del Duce artefice di tante vittorie, l'assertore dell'inviolabile e invincibile potenza del romano e mediterraneo Littorio. Squadristi e falangisti hanno così avuto una nuova occasione mediterraneo Littorio. Squadristi e falangisti hanno così avuto una nuova occasione per manifestare la loro fraternità!, !e la loro solidarietà; e invocando ii nomi del Duce e del Caudillo hanno potuto, ancora una volta, i testimoniare l'indissolubile unità'di intenti che lega e più legherà nel temnn l'Italia di Mussolini e nei tempo Italia di Mussolini e la Spagna di Franco.