Come nasce un "numero,,

Come nasce un "numero,, Come nasce un "numero,, La vicenda dei fratelli Hack che scoprendo Pinocchio hanno trovato una scrittura di sei mesi e due mogli «7 mici "'i diate il direttore del circo con '0"0 piuttosto seccato. « Contrai- VP /'"''<>•' »• « No. Crisi interna che /o scomporre il numero». «Poli-,(Dal nostro inviato) \[ COBLENZA, marzo. cinesi se ne vanno! » "* " «i « *-i sPetti. Sarrasani aveva gli Sciolta-, %ìeirh' "» »<tero villaggio somalo;,twa o donne? ». « L'ima e le altre, E le cose si sono fatte talmente] serie, die potrebbero venire alle\ mani in pista. Così, li mando a spasso. Ma mi rincresce. Non che' il loro numero valga molto, ma '. «ti numero di gente esotica portalnempre una nota di colore indi-.sPensabiJe per un circo che si ri-, Krone' "na cavalleria berbera; ed '°' dei cinesi'un numero dì ; ^uilibristi nipponici». { li i» li» \ ]| ^ pedigree » del CirCO , / m cinesi, che se ne vanno, sono dei funamboli e dei prestidigita-i tori. Lavorano a catena e lavorano'lutti. La loro messinscena è cari-', na, gli apparecchi semplici, i trite-, ''1' '".''eW""s'- Ma, per quanto ben eseguiti, il pubblico può uncoru1credere che un cllppeUQt anche j, cappello di un mandarino, possa produrre per generazione sponta- nea delle piccole cicogne* O chc un ferocissimo boia del Celeste Ini- pero, trasmigrato in Europa, con- Uinui anche da noi a far saltare co" lo spadone teste di briganti o di /"»ci»»'ne d«> cnpe»i alla ma-\schietta? Per conto mio, più che'U trucchi, ammiro i ioro costumi stracarichi di minuscole pagode.rosse ricamate, di torri sottili er-igentisi tra fiori scurlatti, di dia- </oni verdi dagli occhi di fuoco, di j.giunche alla deriva e di ponticelli ^on l'immancabile mandarino sotto'i'' parasole. E ammiro, altresì, il\\loro sorriso. Non l'ambiguo, enig-U mat'co che « e"."e"f/' ^ 1 f<hm ottono su tutti i volti ci-ì nesì> m(l 80rriso l:l,ia,0, un vero \aorriso di gioia> collie se eìisi siano\[contenti di trovarsi lontani dal loro':puese in preda alla guerra. «Doveiranno?» domando al direttore, « Non certo in Cina. Restano in Europa e magari si metteranno a rendere collane di perle giupponeA\f- Comunque, per sostituirli, ho fatt° ventre »"" r"pp"> dl eontor- \t^t*U ,raUUi ""' *d*H eccellente », | /; pedigree„ sì „,„7,e /„ gente , lel oir0Q possiede „„ re„istro qe nealogìco, un libro della nobiltà.perchè, nel circo, esiste un'ariato-crazia potente e chiusa, tradizio-nalista e severa. Rari sono coloroche vi entrano senz'essere del sun-gue. I migliori numeri, gli artistidi maggior fama sono tutti impa-ventati fra di loro. Così, fra i gio-colieri, i contorsionisti, gli equi-y{toriati, t trapezisti, gii acrobatied i danzatori acrobati si troianocentinaia di nipoti, pronipoti, cu-gini di primo, secondo, terzo flra- esse risole persino all'epoca, in cui "!/'" persona onesta si sentiva in d dovere di portare un ceppo di le-\r,!»™ «' rogo, sul quale verììvanoU\do delle famìglie Rastelli, Man[ nelii, Loyal, Bancin, Houcke, il cui albero genealogico ha radici profonde nei secoli. Qualcuna di pqlsg-i c? i ycnuuit, tu stesso, it paure crii ,un disarticolato in avanti; la ma-j ;,dre, in dietro. Un momento! Vii lina al rogo, sul <i«utc i/enn/unviM bruciati i giocolieri e i funamboli. ■ d] » »• -l »• r\ 1 alSartlCOlatl p Nel raso specifico dei due con- pe' torsionisti, i fratelli Huck, il di- — '.rettore del circo mi specifica che li loro trisavoli erano saltimbanchi- -.contorsionisti. I bisavoli, i nonni -,e ì genitori, lo stesso. Il padre era'z! dspiego. Esistono tre tipi di uomini iì ; disarticolati o uomini caucciù: i . {disarticolati delle braccia e delle \gambe, quelli in avanti o uomini ,e Velli indietro o uomini serpenti. Il disarticolato è un pro- o dotto più dell'urte che della na-i tura ed è la consetjuenza di un o'allenamento precoce. -', Per riuscire, è necessario farsi -, rompere fin dalla più tenera età. n braccia e gambe. Non inorridite! u11 bambini che vengono disurtico- , ,o(i fra urla e piantit appartengoa no al dominio della leggenda. - Quelli che nascono nel circo, non csolo accettano la sorte, che. ai lo- - ro tempi, subirono i genitori, ma - vogliono subirla. Vogliono avere e anch'essi la possibilità di compie- o re le prodezze materne o paterne -\che veggono ogni giorno, e, so-'! ! e'prattutto. vogliono avere un mez- i zo onesto di guadagnare la vita, e.« Uno dei fratelli Huck — ini i»i- -iforma il direttore — lieve avere - incominciato molto presto, perchè i j riunisce i tre curatteri degli nomi-i ni-cuucciù. Anche i suoi piedi so- o'ino disarticolati ». * Così. — osser- l\vo io — potrà fare indifferente- -Unente l'uomo-rana e l'uomo-ser- ^ pente »? « Naturale! Ma 1 uomo- -ìrana con. la matjlia a pagliuzze o verdi e nere, l'uomo serpente a aca-.o\glie verdi e giMe non vanno m.\o'.Sono esibizioni superate, perchè e'anche in questo campo si cammi-Ìe, na. Anche qui, occorre del nuoto, n\E i fratelli Huck mi hanno scrit-ia./o che tengono pronto un numero uA eccezionale: t Pinocchio e lo scul-'otore! ». \- più lardi, saprò come è nato H«""'^ """'er0- ^ °rW" T""l- ,;„j„ del direttore, assisto alla est-e bizione di prova. Arrivati alle do-e dici, ii//e dodici e penti i fratelli à.'Huck sono già in pista. Hanno ap-o-ìpena avuto il tempo di fare por- o-\ tare i loro bagagli nel camerino eo'di cambiarsi. Per quanto lo desi- n-'dorassero, non hanno manco po-ti'luto fare una capatina dai Man-a-.nellì. loro vecchi amici. Ma i Man- o-\nelli li scuseranno; il dovere pio-i-yessionale deve precedere ogni co- ti,sa; poi, occorre fare, buona iiu-o' pressione sul direttore. Dalla pri-u-, ma impressione, difatti, dipende a-lquasi sempre la durata del con- i pendole attravèrso tutte le città n d'Europa, finirono per ragginnge-\re j cuori dclle fanciulle. Mamma oUjannetti, naturalmente, non tar- l i i promessa. E le loro lettere, inse- tratto. E gli Huck vorrebbero che questa fosse lunga, molto lunga, onde stare il più a lungo possibilei insieme ai Mannelli. Veramente, è insieme alle sii/norine Mannelli che essi vogliono re-I stare. Le hanno conosciute l'anno1 scorso al Tivoli di Stoccolma. In\ quel tempo essi facevano ancora la rana e il serpente. Nel separar-1 si, i giovanotti promisero alle ra-\ gazze di scrivere. Mantennero la i -j ii viMannelli, naturalmente, non . ■ dò ad accorgersene. « E' contra rio?» — domandarono preoccu- patj j due Hack. « Contraria pro¬ - pria, no! — risposero le Mannelli, - — Nicchia. Dice che la rana ed il' e serpente non sono più, di moda. - Trovate qualcosa d'altro!». I due i si misero di buzzo buono, ma sena'za riuscirvi. Un giorno, la più pic- ! colei delle Mannelli mandò all'in-, immolato un libro italiano regala- i itole dallo zio Alberto, hegqerlo e i .trovare il nuovo numero fu per qli, e Hack una cosa sola. Quel libro, t i appunto, s'intitolava: Pinocchio. ! i - n i . ! - a. n derli entrare in pista, gii Huck mi o- sorprendono. Secco e piatto, filato a di volto e dal naso interminabile, e Inno, l'altro tozzo e spesso come. e- squadrato aliti scure, i due forma-, e no un contrasto saporito ed iimf-j o-'le^o. Da simile contrasto, senza, ! «Pinocchio e lo scultore», Ora, i due Huck ci presentanoti Pinocchio e lo scultore* e, fin. dal loro apparire, provocano l'ilarità in me e nel direttore, che pn-\ ! re vorrebbe conservare un contegno severo. Se ne incontrano dei tipi buffi nel circo ed io ne ho incontrati parecchi. Eppure, al ve-\ z- dubbio, è saltata fuori l'idea del a, nuovo numero, - Il magrolino è per natura un e «pinocchio* al cento per cento. è L'effetto visivo, d'altra parte, è. i-aumentato da una specie di armao- tura in tela e finissimo legno conir- pensato, con le grosse capocchie e- dei chiodi alle congiunture degli r- arti che, disarticolati e pendenti. o- provocano ad ogni momento dea- ze ratt crisi wo tic-tac del legno. Lai- a-.tro ha la giubba di velluto, la cra-\m.\Vatta nera e il cappellaccio aliaiè vecchia moda di Montpa,-nasse.,i-ÌEgli arriva in pista tenendo sotto o, ii braccio il burattino, i cui arti di-,t-inoccolati pendono al suolo, c Un o uimencano — esclama — mi ha or- l-'dinato una statua cubista. Nessun. \vwdeJ^^*gUo di questo buiattmo. Mettiamolo tn l-PT 4 , it-, La ricerca della posa è hinga.o-.Alla fine, quando la posa giusta\li sembra trovata e lo scultore si chi-p-\na per cercare lo scalpello, il bu-r- lattino perde l'equilibrio e cade. Il e.peso del busto gli trascina in a-si- vanti la testa, mentre le gambe, o-'che si disurticoluno sotto il bacino n-\e alle ginocchia, finiscono per farn- to' ripiegare in tre. Seccato, lo o-.scultore lo rimette in piedi, ricero- ca la posa precedente e, trovatala, u-ìdà per ogni ereniensa un .giro di ri-!rite ni bulloni delle articolazioni de [fatica inutile! Con il rigore ini n-lpincabiie di un fenomeno /isico, iL burattino, braccia rigide e penso-, fanti, china dolcemente la testa, sii pieau ,„ bllcino e nUe ,linoccniil ej cade ron „„ „10,,WP)„„ accelerato fillu „ d stendersi al suolo, in ima \poaìsìone ,ra ìe pi(l mfurali per\ i*» burattino di legno, ma 'vmt&t-x^,s(,,e pe). „„ corpo umano dotato di ! r-ìtu. \ , La ìofta i,le,/M„je .„• prolunga /ra ruomo robusto e il burattino dìSarticolato. fra la volontà e la\. Jor!.a d'ìnersia. Lo scultore per ; U?«t«i«« il burattino, per tirarlo j stt emetterlo nelle pose più, atram-\ibP de,e ™"'P'e'e "n laV°r° dÌ *"- ,~a incredibile, ma lo compie con \tunta naturalezza che Pinocchio -]sembra fatto davvero d'un legno -\\e;l,,ero o di qualche altra leguera\l materia inerte, attratta verso il\-^suolo dalla legge della gravità. Lai, MUsione dello spettatore è per/et-\o o , i Lfuo in un'ingm'etudine angosciosa tino, una-caduta che si ?ro,infl«impercettibilmente al di la <./.punto indicato dalla sola gravita. un brillio singolare nella pupilla immobile, mille particolari tnaPcr- rnbili turbano lo spirito, chc flui¬ ta. Tuttavia, qualcosa di troppo]calcolato nei movimenti del barat¬ fra le nozioni irriconciliabili della la vita e della mori E , , inquietudine, forse, è c„„sa prÌMa' dcl successo del nu- „,„..„ f. „,„„,i„ Spi 1)lfi.j di »'«»°; r J "'Xf«i ^jXI^^'e^i^^a^^. ,. „,„f! ',,p Mnnnrìn Tsirc scritturati ver sei mesif Va bene' _ esclama mamma Mannelli — Ma vn{ 'tt ' vi svaserete mim„ Km un mete nlmnsaìmn fra. duè' » E rivelandosi a mi- «Per. chè dovrebbero perdere nei tuba- te vre~i0si momenti d'aìlenamen- »? idei rirron^nnTaTZmo nè l'abitudine nè il tempo. Però, ci vogliamo bene ugualmente, i nostri matrimoni durano tutta la. "v\ta e lc dila dum, ,„„„„ ,lo„ ba. sta)w a contare i fiali!. Non co mp rcrl\ tir! sii del cinema, dcl l'a\rietà e d'i teatro!. Il circo rida e d'i teatro:... Il circo è una ia, caro signore! ». Lo so, mia buona mamma Man B, „„„ ,.„,„ senn cnmc ,„„0 .,.. cftfl . formato nl,„ scuola del jc ,0 OMoHdjaMO> drUo sforSo ,„rr,.,a„,r, dcUa rotontà e dcl CQ. c0~sa ro ggio. Paolo Zappa Come si creano i i< disarticolati »

Luoghi citati: Cina, Europa, Stoccolma, Tivoli