Una vita economica creata dal nulla

Una vita economica creata dal nulla Im'eredità eli Ataturk Una vita economica creata dal nulla Un piano quinquennale industriale - Come è adoperato un • | fl/t' • 1±m t ' • •• »preStltO inglese - Miniere, aiti tomi. Campi e COmUniCaZWni (Dai, nostro inviato) ISTAMBUL, marzo. // testamento politico di Atatiirk fa obbligo ai successori di realizzare l'indipendenza economica della Turchia, che deve quindi cercare d'intensificare al massimo grado la sua produzione agricola (tuttora ottenuta con melodi primitivi) e diventare, creando dal nulla, paese industriale. Siccome in dicci anni di regime kcmalistu, cioè a dire sino a tutto il 1032, l'industrializzazione aveva progredito in misura affatto insufficiente, nel '33 fu elaborato un primo piano quinquennaie, da attuare fra il 'Sii ed il '38. grazie al quale sono sorli numerosi stabilinienti d'ogni genere: la fabbrica di semicoke e di antracite di Zongnldak, entrata in attività nel dicembre del 'SS, produce annualmente 60.000 ioiwèllàte di antracite e Vi.000 ài mufloni di carbon fossile; la fabbrica di zolfo di Kcclburlu ha una produzione di 1)000 tonnellate; la tessitura di Maialila produce 1.050.000 chili di fili di cotone, quella di Bnrsa 1.200.000 chili di fili di lana; Geinlik dà una produzione di 300.000 chili di selaì artificiale, che coprono il /abbi-1 sogno nazionale, Nazilli una dì 20.000.000 di metri di tela batista e indiana, Ercgli può produrre 600 mila chili di filo e altrettanti di tela all'anno, Kayscri ha prodotto nel '37 3.210.000 chilogrammi di filo e 20.221t.000 metri di tela di tipi diversi, Bakirkòg 1.157.000 kg. di fili e e.338.000 moiri di tela. La cartiera di Izmìt (una seconda è in costruzione) già rifornisce il mercato interno nella misura del cinquanta per cento; pure a Izmit si producono annualmente 1S.000.000 di chili di cellulosa ed è quasi terminata una fabbrica che produrrà cloro, acido solforico e clorìdrico, soda caustica e acqua dì calcio. A Isparta si distillano anno per anno 100.000 chili di essenza di rose, Sivas potrà dare all'industria edilizia 70.000 tonnellate di cemento all'anno, e a Pasabagcè una vetreria produce vetro e bottiglie per cinque milioni di chilogrammi. Industria pesante e flotta Poiché tutto questo è stalo creato, dicevamo, dal nulla, in un pae se di risorse finanziarie modeste, che nel frattempo costruiva una capitale e riorganizzava un eser cito logoratosi in lunghe e fati cose campagne, lo sforzo appare mirabile, gigantesco. Eppure la mèta è ancora lontana, e bisogna far sorgere altre filature e fab liriche di azoto, porcellana e che so io, e sviluppare l'industria pe sante nel senso più vasto della parola, dalle miniere agli altiforni ed alle acciaierie. Le immense riecliezze minerarie della Turchia giacciono indisturbate nel sottosuolo. Siccome l'Inghilterra ha concesso un credito di 16 milioni di sterline, rimborsabile in merci e precisamente in prodotti minerari, lo Stato adesso si accìnge a sfruttare con moderni criterii i giaci menti di rame, cromo, argento, piombo di Ergani, mentre a Rara bitk (località vicina a giacimenti di ferro e di carbone) una ditta inglese ha appena terminata la costruzione di due altiforni — che daranno giornalmente 300 tonnellate di ferro ciascuno — e di acciaierie dotate di quattro forni Siemens-Martin di 50 tonnellate. A Karabuk, dove troveranno lavoro duemila operai, si fabbricheranno travi di ferro, rotaie, traverse, lastre, filo di ferro, tubi (più tardi anche macchine industriali), e gli altiforni sarunno alimentati dalla fabbrica di coke, che al temilo stesso darà ingenti quantitativi di gas illuminante, benzolo, olii diversi, asfalto, ammoniaca, creosoto, naftalina e solfato di ammonio. Gli Osmani, risuscitando, stupirebbero. Le forniture inglesi per Karabuk quest'anno hanno determinato un farle deficit nella bilancia commerciale, ma fino a quando l'industrializzazione non sarà compiuta, il fenomeno (di purocarattere transitorio) resterà inevitabile; si aggiunga clic la Turchia dispone di una flotta mercantile assai modesta, clic sì e no arriva affé 250.000 tonnellate, e non modernissima, e questo la obbliga a pagare alla navigazione straniera forti noli; una parte del prestito concesso dall'Inghilterra è anzi destinato alla costruzione, in cantieri inglesi, di quattro piroscafi da carico adatti al trasporto dei minerali turchi e di sette da mettendosi a disposizione di Ankara, con capitali e con mezzi tecnici, per aiutarla a realizzare i programmi descritti e rendere altresì possibile la costruzione di nuovi porti e l'ampliamento di antichi, l'Inghilterra ha soprattutto voluto mostrarsi decisa a difendere le proprie posizioni economiche; però è anche vero che dalla non disinteressata benevolenza inglese Ankara ha ricevuto efficaci incoraggiamenti a proseguire sulla strada dell'industrializzazione. L agricoltura Vi pari passo vanno risolti, tui tavia, il problema agrario e quello dei trasporti. Una volta, nel mar- 20 del '32, Atatiirk ha detto, allaGrande Assemblea Nazionale, chegiti padrone e proprietario è il contadino: basterebbe questa frase per indicare ciò che l'agricoltura significa nell'economia turca. Trasformare l'agricoltura turca significa, di rimando, insegnare a milioni di contadini i metodi grafie ai quali i popoli più progrediti ottengono dalla terra un maggior prodotto c migliorano le razze del bestiame; ugualmente l'impiego dei -mezzi meccanici per la lavorazione della terra è subordinato sia alla capacità di servirsene che alla possibilità di ripararli, essendo notevole il numero degli aratri a motore, acquistati negli scorsi anni, che sono andati a finire, do-po un guasto, sotto tettoie dove arrugginiscono, perchè mancanole officine di riparazione e le stia-de per raggiungerle. Le comunicazioni costituiscono un altro aspetto del problema: gli autoveicoli, se ci fossero state delle strade, avrebbero potuto in molte zone sostituire le inesistenti ferrovie; e dove le ferrovie esistono, spesso è imiiossibile valersene per il trasporto della produzione dall'inler no e reso i 7)orti o i grandi cen-tri, mancandostradefdi accesso. °n miglioramento della rete fer- roviariu è senza dubbio avvenuto:quando fu proclamata la i2ep,ib-blica, la rete aveva uno sviluppo di 1,083 km., tutti nelle mani d*compagnie straniere; oggi esse si estcndono pcr 7000 km., dei quali gli stranieri ne controllano solo1,31,. Costruite senza ricorrere aprovvedimenti finanziari di curar-fere eccezionale, le nuove lince vanno quasi tutte verso l'Est ed iporli del Mar Nero, il che è do- ato u ragioni strategiche e al de- sirfecio tfi attirare nuovamente i trafjici da e per la Persia. Mentre nella magnifica scuola di agricoltura di Ankara si educa- no nuove generazioni di tecnici, la vranno essere riorganizzate dopo l'altra da squadre fisse e uo-za' Turchia è stata divisa in dieci zonedi miglioramento agricolo, che do-icol»l>ostc di varie cenV.naia di agenti, gli uni assegnati «Hes™°:*J0Cah' !>h "Hri alle stazioni rfi allevamento e a quelle per fusclezionc delle sementi; le squadrevolanti lavorano coi contadini nei fìflììtììl. ÌÌPV fflf lwn campi, per far loro conoscere pia- ticamente i più, utili sistemi di ciil-tura. La banca agraria fianchcg- già l'azione accordando crediti. La politica sociale Jf regime kemalista ha dedicato alla classe lavoratrice attenzioni cidenlale europeo; ma Atatiirk fe ce la rivoluzione appunto per tra sformare il paese da cairn a fondo e in Turchia una vera e propria classe di operai industriali si sta formando appena adesso. Che si sia proibito ai facchini di Istambuì di lasciarsi deformare la spina dorsale da carichi inverosimili, si sia fissata la giornata lavorativa alle più di cinquanta operai a rispetta- re determinate norme di carattere 8 ore, si sìa pubblicata una leggeche obbliga alt, ^«^wigienico e sociale ? concernenti trefettorii, i dormitori'!, i dispensa- Hi l'assistenza alla ma tornita ec- in, lussisiensu una munì mia ec ceteruj e si sia introdotta la assi-curazione contro gl'infortuni (l'i- stituto relativo non è ancora crea-ìto) è già molto; nè ci risulta che ] un Sultano si sia mai recato in una miniera governativa, come recentemente ha fatto Ismet Inònii, per assaggiare il vitto dei minatori e ordinarne quindi il miglioramento. Questi indizii vanno tenuti nel giusto conto, anche se la Turchia kemalista non ha fino ad oggi esteso la legislazione sociale alla marina mercantile, al vastissimo artigianato ed alla classe rurale, che rap¬ presenta la stragrande maggio-,ranza. Pure contro i! costo elevato a"eJ-!la vita il rei/ime dovrà prenderedelle misure, questo è imieanbi<e:ma se incominciasse col decidereaumenti dei salarli e delle paghe,assui inferiori alle medie europea fra l'altro perchè il potere d'acqui-sto della lira turca non è quello in- dicalo dal bollettino del cambio, forse ostacolerebbe il consolidarsi ......... .. ,-. ;■Ila struttura economica del pae-', che è tuttora in formazione, >brio, solidale, il popolo non tra- della e Sob disce fretta: di strada ne ha già fatta parecchia. . . _. ... .Italo Zsngarelli ì 1 e a e d a i à 0 a e a e, a M fm IS-ilKsl La stazione di Ankara

Persone citate: Italo Zsngarelli, Osmani, Siemens-martin