LA MILANO-SANREMO "CORSA SFINGE"

LA MILANO-SANREMO "CORSA SFINGE" Alla vigilia, della jpiflr bolla gara, dell'annata. LA MILANO-SANREMO "CORSA SFINGE" Mai come quest'anno il campo è stato aperto, anche se la minaccia straniera non è grave - La gara dovrà esprimere la saldezza delle gloriose forze del ciclismo italiano rinnovato da giovani di valore la sorpresa non è probabile; i favoriti vanno scelti tra gli arrampicatori più veloci: Bartali, Favalli, Cinedi? vpslvnIrasntlvlcdcrmpacgipQuando, trentadue anni fa, i pionieri de « La Gazzetta dello Sport » e dell' Unione Sportiva Sanremese realizzarono l'idea di una grande, corsa, e come inaugurazione della stagione ciclistica e come avvenimento di richiamo turistico, nessuno certo pensava quel che sarebbe diventata la « Sanremo » nel quadro sportivo europeo. Tanto che la sua seconda edizione fu in pericolo sino al gennaio successivo. Ma le velenose code del Giro di Lombardia (la marachella e la squalifica di Gcrbi) furono dimenticate, gli organizzatori si rimisero al lavoro e la gara riprese lo slancio sui binari dell'internazionalità, della popolarità, dell'entusiasmo. Da allora la « Sanremo », pur attraverso ondulazioni di tono, rinuncia della industria francese che aveva tentato con discese in massa la conquista del nostro mercato, riduzione, talora sin quasi a zero, della partecipazione straniera individuale, sospensione nel 1916, s'è fatta una fama c una tradizione, è diventata espressione di eccellenza ciclistica per la straordinaria somma di elementi — panoramici, stagionali, agonistici, storici — che, maturati nel tempo e assimilati dall'intuito e dalla comprensione popolare, hanno costituito in lei, dirò così, la più completa personalità, la più spiccata figura della scena organizzativa del ciclismo italiano. Titoli d'onore Tanto che fu infiorata e incoronata dei titoli più fantasiosi ed espressivi. Fu detta « la classicissima », « la regina delle corse », « la corsa dì tutti i fascini ». « la corsa sfinge ». «la prova patrizia del ciclismo italiano ». In realtà, è la gara nelle cui vene è quasi sempre corso, attraverso SI generazioni, il sangue blu della più pura nobiltà ciclistica europea: la prova che ad ogni primavera ridesta le sopite passioni di folla, rinnova i temi di rivalità tra i campioni di ieri e quelli di domani, dischiude i segreti della preparazione invernale alla luce di un percorso chestendendosi dal piano, al ?>ionfe, al mare, sfidando le incognite della nebbia e del freddo, del vento e del caldo, della pioggia e perfino (indimenticabile 1910!) della neve, è giudice severo e quasi sempre preciso del valore e delle condizioni degli atleti. Su questi due punti ci deve illuminare la gara. La stagione passata ci ha lasciato in eredità i motivi da svolgere nella prossima. Ce ne sono, anzitutto, d indole generale. Uno, fondamentale, è questo: Continua a migliorare il nostro sistema di correre in linea, cioè ad intonarsi sempre più a spirito di iniziativa e di generosità anche dei maggiori? È un altro è: Le nuore leve riforniscono in quantità e qualità i vecchi quadri? E un terzo, infine: In che grado gli stranieri ci possono minacciare in casa nostrat Nelle risposte a queste domande sta, in sostanza, il giudizio sulla floridezza e sulla sanità del nostro ciclismo ed è logico, quindi, che esse siano circondate da particolare attesa, specie da parte di chi dal buon inizio vorrebbe trarre liete i previsioni sul raggiungimento del-\Sfa mèta suprema vefso la quale''quest'anno puntiamo con tutte le nostre forze, il campionato deV*m/BepslacngcofmtsSlattdRnnmssmRmmfainEsMCzpmprgpdtmondo. Poi sono sul tappeto un'infinità di temi personali: la maglia tricolore ha proprio sbagliato titolare a Treviso? Bartali è o non è l'uomo per la corsa veloce e nervosa e riuscirà finalmente a scrivere il suo nome sul libro che contiene quelli di tutti i maggiori nostri corridori? JE" vero o nò che Valetti CCvsS6mFè solo uomo da corse a tappe? Ci- enelli è solo un veltro o reage anchea corsa dura? E' questa la grande cannata di Favalli ed è egli dispo-IMsto per il suo capo a far sacrifici e regali? Vicini è tornato quello del 1937? Olmo farà ancora srintille su strada prima di cambiare specialità? Che credito meritano specianiar une creano merixanoze promesse di serietà di Bini ? Del ; Concia può salire un gradino di.ciate ? Leoni è ormai un buon\ frutto maturo? Di Paro è davvero un limone spremuto? Che cosa può ancora fare Guerra? Quanto c'è ancora da sperare da Martano? Speicher laverà l'onta di una punizione con una corsa degna di un nizione con una corsa aegna ai unticampione del mondo e di un vin-1 r.iinrp. Ari t»,„? T.n„r*„t ri rfirò!citare del Tour? Laurent ci dirà che la vittoriosa Bordeaux-Parigi 10 ha messo sulle ginocchia solo per una stagione? La Svìzzera ha 11 suo miglior rappresentante in Aniberg? E tra i giovani, reclute del mestiere o ancora soldati semplici, ci sarà il meritevole della promozione, il futuro capitano? A complicare la risposta a tutte queste domande, la cui filza potrebbe essere allungata per parer-, chi altri, si aggiunge l'incognita i della forma, della quale, per i nominati, ci ha parlato chiaro la Milano-Torino solo sul conto di Favalli, Vicini e Leoni. Ma per gli altri chi ne sa niente? La corsa dai cento volti E' proprio vero, come vedete, che la « Sanremo » è la corsasfinge! Eppure son certo che voi pretendereste ch'io vi guidassi nel labirinto di un pronostico e che mi esponessi al rischio di prevede, e come si svolgerà la corsa e chi la vincerà. E, invece, appunto perchè la conosco da trent'anni e che so chi sono i corridori d'oggi, ini guardo bene dal fare un'ipòtesi ojun nome. La gara che fu vinta 111 volte su SI per distacco variabile da 100 a S601 secondi, che vide fughe isolate da 32 a 200 chilometri, che obbligò al ritiro fino il 9S per cento dèi concorrenti, che vide trionfare italiani, francesi e belgi, e uomini essenzialmente veloci, come Lìnari e Olmo, o arrampicatori, come Brunero, o completi, come Petit Breton, Pelissier, Girardengo e Binda, che fu decisa tre volte sul Turchino e due su Capo Berta, altre in pianura e più spesso in volata, che si è pre- \ stara alle sorprese di diesi e Va-1, retto; la gara, insomma, dai dieci |e d'eci volti, dalle infinite risorse, jdalle più varie soluzioni, sfugge i a ogni tentativo di anticipazione., si ribella a ogni logica della carta, ■ fiso, il primo è il meno proba bile, perchè l'esperienza (e quella del7a Milano-Torino è fresca fresca) do-Igioca i più perfidi tiri ai presun tuosi saccenti della vigilia. Come giurare, quindi, se la corsa si risolverà di sorpresa o di forza o in volata? Abbiamo esempi recenti di questi tre tipi di soluzione, che si potrebbero impersonificare negli ultimi vincitori: Varetto, Del Cancia, Olmo. A mio av- vrebbe aver insegnato che bisogna prendere sul serio, e subito, qualsiasi fuga in pianura. Se cosi sarà, la compattezza delle squadre dovrebbe impedire ogni colpo di mano in (/rande stile prima di dada. Il Turchino non invita più gli arrampicatori ad impennarsi che alle ultime rampe, per cui è presumibile che in vetta non si avranno vere e proprie selezioni importanti. Buio pesto, invece, per quello che potrà succedere di qui a Savona, zona dì discesa, di brevi salite, di passaggi a livello spesse chiusi, cioè agitata, sconvolgente, dalla quale uscirà la situazione di corsa che sarà di base al suo ulteriore sviluppo. A questo punto, diminuite le probabilità di una sorpresa, la soluzione dovrebbe essere affidata alla prevalenza . della classe, del fondo e della forma degli atleti non messi in ritardo da incidenti. A questa distanza i superstiti si potranno dividere in tre gruppi: Quelli della sorpresa (più diffi- gd rile. ma non impossibile!, cioè coloro che. sentendosi chiusi sulle ultime salite e in volata, cercheranno di salvarsi con una fuga in pianura da Savona ad Alassio. Potrebbero essere: Bailo. Romanatti, Marabclli. Cazzulani, Martano, Gotti, Generati, Landì, Virinoli. Rimoldì, Benente, Balli, Introszi, Rogora, Bovet, Trogi. Menili, Laurent. Deforge, Aniberg. Quelli della salita:' cioè coloro che hanno interesse e possibilità di scatenare la lotta su Capo Mele e Capo Berta per liberarsi dei pericolosi iti velocità. Si possono indicare: Bartali, Marini, Valetti. Bizzi, Del Cancia, Vicini, Cottur. Canavesi, Simonini. Quelli della volata: cioè coloro che preferiranno difendersi e risparmiarsi per poter piazzare, più freschi possibile, il loro spunto di velocità, unica o migliore loro arma. Come O'mo. Favalli. Cinelli. Bini. Leoni. Servadeì, Cimatti, Di Paco, Guerra. Faccio notare che non ho citato nessun giovane non perchè escluda che alcuni di essi possano dire la loro parola negli ultimi 80 chilometri — tutt'aìtro! — ma perchè... i candidati alla citazione sarebbero troppi e non collaudati per una prova del genere. E dei nomi che no fatto parecchi potrebbero stare in due c forse tre reparti, anziché in uno, perchè non è detto che la sorpresa non la tenti anche un velocista o un arrampicatore, o che tutti quelli che ho segnalato per la lotta in salita siano sul traguardo battuti senz'altro da quelli che preferiscono la volata, specie se la corsa sarà dura, e viceversa. Riuscirà la sorpresa? Se la lezione dì Del Cancia nel '37 non è stata dimenticata e se è veramente cambiata la mentalità dei nostri migliori, lo si deve escludere. Allora deciderà la salita? Capo Mele? Capo Berta? La risposta dipenderà, da tre. clementi: dall'asprezza della lotta che avrà preceduto, dalla decisione dell'attacco degli arrampicatori, dalla distribuzione in profondità e. dalla prevalenza tattica dei fuggitivi o degli inseguitori nella fase degli ultimi SO chilometri. Spiego quest'ultima idea con esempi: supposto che Bartali sia primo su Capo Berta, con Vicini a 30" e Favalli, Bizzi e Cinelli a 1', è probabile che questi tre raggiungano Vicini e insieme prendano Bartali prima di Sanremo. Se, invece, qt<esfi cinque uomini dovessero inseguirsi separatamente a mezzo minuto l'uno dall'altro, Bartali avrebbe maggiori probabilità di vincere staccato. Il che vuol dire che l'esito di una fuga è in gran parte affidato alla situazione d'inseguimento, specie quando i distacchi non possono essere forti e la pianura successiva dà modo al numero di prevalere sulla forza. Come è capitato l'anno scorso, in cui il quartetto Olmo, Favalli. Bovet e Galateau annullò presto i 200 inetri di vantaggio di Mallet su Capo Berta. Soluzione in volata ? Capiterà anche quest'anno? Eccoci al punto cruciale della gara com'io la vedo sin qui. Se la sorpresa, la forma o gli incidenti non avranno già fatto far cilecca alla classe, il comando delle operazioni dovrebbe esser preso da Bartali, Vicini, Bizzi, Valetti, Cottur; allo scopo di liquidare avversari come Favalli. Cinelli, Bini, Olmo, Guerra, Deforge, Servadei, Cimatti, Di Paco. La spunteranno gli arrampicatori contro i velocisti? Riuscirò un uomo a distaccare tutti e ad arrivare solo a Sanremo? Andranno a monte i tentativi di distacco e si finirà con un numeroso arrivo in gruppo? Io credo a una soluzione intermedia: a una decisione in relocifà fra non più di quanfi uomini si possono contare sulle dita di una mano e scelti tra coloro che, dopo esser stati risparmiati dalla sfortuna, si dimostreranno superiori in salita e alla distanza. I nomi li ho già fatti; vi aggiungo Favalli. Ma mi accorgo che mi sono già arrischiato troppo. Che vale questa mia impressione di fronte alle infinite possibilità di una smen tita ? Ne l'esperienza, nè la logica possono sollevare il velo che copre il volto della corsa-sfinge; lasciamo questo compito ai fatti e auguriamoci solo che questo volto ci esprima tutta la vigoria del ciclismo italiano e conquisti la nostra anima di sportivi, tesa alle sensazioni che sanno dare le grandi imprese degli atleti della strada e all'orgoglio di cui Vinebbria unii vittoria nazionale.