Le sorelle rivali di Italo Zingarelli

Le sorelle rivali Im'EREDITA' ni ATATURK Le sorelle rivali Come è sorta ftnhroa e come la guarda dall'alto la uecchia Capitale - Tutte e due hanno il loro auuenire fanno nulla per attenuare le differenze e venirsi incontro, tuttavia sono ambedue profondamente turche, anche se la nuova rappresenta la mentalità contemporanea e le aspirazioni di domani, la recdila un passato che non torna. E Ankara rassomiglia a un grande H/jfcio fuori del quale una vita pri (Dal nostro inviato) ISTAMBUL. Istambul non è più la Turchia dicono i kemalisti; eppure non è\possibile lasciare la Turchia scn-jza aver visitato, dopo Ankara, Istambul. Profondamente diverse, \a nuova e la vecchia capitale, non] vota e sociale degl'impiegati non\ha ancora potuto formarsi, tale è il lavoro nell'azienda, mentre a Istambul, ormai rassomigliante a tante altre città del mondo, si deplora che la vita sociale abbia perso il fascino di venti o trent'anni addietro. Fino a che punto Istambul possa riaversi, e fino a quale altro decadere, mostrerà il tempo. Da 20 mila a 130 mila abitanti Da un gruppo di ventimila individui che vivevano in modo quasi primitivo e certamente antigienico, la popolazione di Ankara è salita ad una 7nassa di 13.1.000 abitanti, alloggiati quasi tutti in case moderne, che godono dei benefici dell'acquedotto (sebbene l'acqua sia adoperata solo per usi domestici, continuando la potabile a venire da Istambul), dell'energia elettrica, delle strade asfaltate, dei servizi di autobus e via di seguito. Se una capitale popolosa quanto una modesta cittadina italiana di provincia non può impressionare l'Europa che vanta metropoli con numero di abitanti quaranta e cinquanta volte maggiore, qui impressiona il modo in 'cui questa capitale è sorta. Però che Ankara riesca, col tempo, a gareggiare con le consorelle europee è assai difficile, a motivo della sua posizione geografica, del suo clima, della sua lontananza dai centri di rifornimenti e probabilmente perchè lo stesso Governo non tiene a farne una città gigantesca. Se la campagna soffrisse di eccesso di mano d'opera, per popolare Ankara basterebbe favorire l'urbanesimo: ina la campagna turca invoca anch'essa uomini e braccia, e in un puese nel quale ai venti abitanti per chilometro quadrato, un sollecito rimedio noti potrebbero darlo che delle correnti immigratorie, alle quali la Turchia oppone, viceversa, forti barriere. Lungi dallo schiudere le sue porte alle diecine di migliaia di ebrei che attualmente abbandonano gli Stati dell'Europa occidentale e centrale, la Turchia s'è, ad esempio, limitata ad accogliere pochi professori e specialisti, osservando che le sue particolari condizioni sociali ed economiche sa rebbero di grave ostacolo allo stabilirsi di grandi masse ebraiche. La Repubblica nega d'essere antisemita, però con sollecitudine ancora maggiore di quella con la quale è stato confiscato un opuscolo su «La calamità del secolo: l'ebreo » (pubblicato l'anno scorso la densità demografica non arrivu™ Istambul da un tale C. Ozelli, dell'avviso che se bisogna ricono- iimmmm „„, imimmn scere l'esistenza del diavolo biso- ! afgna ritenerlo nato nell'elemento, nebraico), è stato destituito un a-\ sbarcare una persona ricono-\e gente di polizia, addetto al con-\v'''°"" dei passaporti, per aver fat-\c '°. sbarcare una persona ricono-, e. sciitla, in seguito, di razza ebraica. ! te ii«m"«" a >"UOITlini, UOnne e aCqiia [sAnkara non si popola anche] gperchè la vita è carissima, soprat- j stutto a causa degli alloggi, e per. incostruire case a sufficienza occor-|'«lerebbe, dato il costo del trasportaldel materiale, l'Intervento diretto\qdello Stato. Carovita e scarsezza-Gdi alloggi fanno si che essendo gii]laabÌtdntÌ quasi esclusivamente dei\tofunzionari governativi, i più. nonlgsono in grado di mantenere una' Ifamiglia, mentre sono moltissime cle donne riluttanti a stabilirsi nel-, f capitale, che non offre svaglnessun genere: i rapporti so- d \cin,i s' svolgono, infatti, dentro l'angusta cerchia del mondo diplomatico, accessibile appena per qualche alto funzionario, senza contare che le stesse ambasciate continuano a trascorrere a Istambul buona parte dell'anno. D'estate, il corpo diplomatico quasi sparisce. Perfino i giornalisti stranieri, caso forse unico più che raro, anziché mettere le tende presso le fonti delle notizie, sonorimasti Compatti a IStamblll e daquesto centro di provincia mantengono con Ankara contatti tele fonici, salvo a fare delle scappate]nelle grandi o grandissime occa sioni. Per le vie di Ankara, città con forte prevalenza mascolina, le donne che incontrate sono così poche, che finite col porvi il quesito del come vii-ano i negozi di\mode, cappelli e biancheria instai--lutisi sulla strada principale e gli] istituti di bellezza fornitisi dei co-\ ìafosissimi impianti per la pernia-i nenie. ì Quando vidi Ankara la prima] e a manca era un formicolo dilvqUa, nel '28, mi parve d'esseri capitato in un cantiere: a dritta e. a manca era un formicolo du terrazzieri, muratori e enrpenf ie-| >"'• Lc c"-,e decenti si contavano, sulla punta delle dita e di edifici\ governativi erano pronti il Mini- i s'ero degli Esteri (nel frattempo] invecchialoI, la Camera dei depu-ì'«'i 'c',e fra quattro anni passe- .la in un grandioso Parlamento) e.qualche altro. L'ambasciata di -,Germania, ricordo, era di legno,] la stazione un orribile caseggia-[to nel quale, in difetto dì alber-' ghi. io fui cortesemente acquar Iterato in una stanza sopra la cit cina, nè c'erano ristoranti meri¬ fero/i dell'abusato nome. In do-^ dici anni il solo Municipio non è|cariuscito a sloggiare dalla vecc/iiu| aumile sede dell'epoca, suppongo,, dsultaniale, ma sono sorti palazzi,] qs'è affrontata la costruzione d'imi liquarttere tutto di ministeri, s'è', ddnvercfatta una stazione ferroviaria bella e comoda senza essere immensa, s'è inaugurato un ottimo stadio, opera di un ingegnere italiano, attrezzata una modernissima scuola di agronomia, e le banche lavorano in edifici quali degni ìe quali imponenti addirittura. Gli' ci nìbernhi nnnn (ninni ; rìxinriinti] , alberghi sono buoni, i ristoranti] danche, le autovetture pubbliche', aeleganti. Le larghe strade asfal-ld]tate hanno bandito U fango e il\si b\della stazione, i quali spier/ano perchè mai attorno ad Ankara tutto è brullo e non si riesce a rimboschire: non c'è acqua. Tale polverone. Rinascita di Istambul Piccoli, rachitici sono rimasti] gli alberi piantati lungo il viale\rdfdngin è il fascino esercitato dal liquido]elemento, che la passeggiata ai; v barrage-», la diga costruita al-]lo sbocco del bacino ricavato dal-]la riunione di laghetti, è uno de-.gli svaghi degli abitanti della ca-\pitale, che se la godono potendo iprendere un caffè sull'orlo di quel]grosso serbatoio. Nella sua tenti-,ta di Ciflik, donata allo Stato an-icora prima di morire, Ataturk ha lasciato la dimostrazione di ciò\che la terra d'Ankara può prò-durre se lavorata e sfruttata ra-\zonalmente: ma i mezzi dei qualii/ grande Patriota disponeva per.cercar l'acqua e fare impianti non]sono, purtroppo, alla portata di'tutti. \ Ancora oggi, da Ankara aatice.- d'estate, automobilisti au- Istambul non si va che con i< rovia, la quale è a binario plice: d'estate, automobilisti r/nci s'arrischiano sopra una pista piena d'insidie per le maccl>inedal telaio troppo basso. Sebbenela rete stradale si trovi tuttora in queste condizioni, sento parlare dl tentativi per favorire il turi-smo. Il posto nel vagone-letto frala nuova e la vecchia capitale hi- sogna' prenotarlo a tempo: i viag- giatori sono molti. I treni aonodiventati più rapidi e il movimeli to ferroviario si svolge in maniera perfetta. Una linea aerea fra le dite città viene esercita, nella sola stagione estiva, da una so¬ cietà turca: da Istambul è in ogni caso impossibile proseguire in aeroplano pei- un'altra qualsiasi direzione, giacché la Turchia da. ] qualche anno ha sospeso tutte (e i linee infernriaiona/i, per ragioni ', di carattere militare. L'idea che degli apparecchi stranieri debba- no sorvolare i Dardanelli non leva: e Ankara è l'unica capitale europea non collegata per via aerea col resto del mondo. Istambul guarda verso Ankara come la vecchia signora di gran ' casato guarda la giovane favorita i] , ] dalla fortuna che cerca di farsie', avanti rapidamente. La fortunaldi Ankara ha consistilo nel veder-\si assegnare dal kcmalismo tutti i fondi disponibili, mentre Istain-bui è stata abbandonata alle sue] \re nuovi palazzi, il Municipio ha dovuto avvertirli che per dieci an- forze ed alle sue risorse. Quandodei privati si sono messi a castrili- ni almeno non sarebbe stato in grado di far le strade, cosicché gli inquilini delle case novecentesche, ]per rat/giungere le arterie princl* i; pali, debbono stare accorti a non ]cadere nei fossi e a non inciampa] re in sassi e sporgenze del terre.no. Non importa: l'erede di Bisan\zio non vuol morire. La guerra j>ri ima, l'emigrazione dei greci e de] gli armeni poi, infine il trasferì, mento 'ad Ankara del Governo e idei funzionari e la partenza per /'inferno di un buon numero di \tecnici hanno dimezzato la sua poipolazione, che un tempo era di \ l.1,00.000 abitanti, ma la fase di] scendente oramai la si considera .chiusa e le posizioni sulle quali ] Istambul s'è fermata sono buone 'per osare una ripresa. Anche se \ non risorgeranno le migliaia di i vecchie case di legno distrutte nel frattempo da incenda, tutti sentono che [stambul non sarà più, la - Cenerentola. Assurto alla suprema carica, e\Ismet Inonii, oltre a mandare re e] casa varii ministri, ha destituito e n [sottoposto ad. Inchiesta, su due piee idi, il vali Mnhittin, che da tredici -\annl era alla testa dell'ammalia\strazlone dell'ex-capltale, dondo- .7'i per successore Lufti Kirdar, -] funzionarlo ancora giovane che s è oi/""» ammlrare_per aver reso Maa a ¬ i nissa, città dell'Anatolia, bella e pulita. All'indomani della nomina, Lufti Kirdar s'è messo a indagare, licenziare, punire, a stornare concessioni e indire appalti, avvertendo che c'è da svolgere un lavoro immenso. A Istambul Ini vuole avere un bel teatro (che è indispensabile!, ed un conserva* torio (perchè il popolo ha bisogno di sentire la musica), alberghi e circoli, caffè e ritrovi, nonché belle sale per la stampa, e un grande stadio; l'importanza degli stordii è conosciuta nel mondo intero, eppure Istambul — ha dichiarato Lufti Kirdar — confinim a mancarne: bisogna dunque costruirne uno entro l'anno, ad ogni costo. Questo vali annunzia — direi — che il bando contro Istambul è stato tolto. Italo Zingarelli ! grande serbatoio artificiale dell'acquedotto di Ankara

Persone citate: Kirdar, Lufti Kirdar