ORO AUTENTICO

ORO AUTENTICO ORO AUTENTICO lacDai signori Dallegra, Lorenziila ci sta volentieri soprattutto p°r una ragione, perchè ha in soffitta una cameretta tutta per sè. E' ossuta, Lorenzina, un pochino anche legnosa, spianata come con l'ascia: i capelli biondicci, stirati sulle tempie, sono intrecciati sulla mica, con l'estremità che quasi sempre scappa fuori come un codino. Dalla parte opposta, cioè dal viso, pare che, in senso inverso, scappi fuori il naso: un nasetto bizzarro, che poco sta nel quadro. Tutt'insieme, Lorenzina non è brutta, ma, alle volte, fa ridere ; è comica, senza volerlo; anzi, certi atteggiamenti di severità che suol prendere sono proprio quelli che suscitano il buonumore e la rendono simpatica. La questione è ch'essa non ajna affatto d'essere simpatica a questo modo, e recalcitra anche con violenza. La si crederebbe, talvolta, una collegiale tra timida e selvaggia, anziché una ragazza a servizio di vent'anni compiuti. Pulita e massaia in casa, dnlt'alba al tramonto, spolvera, strofina, ■lava; ma bisogna lasciarla fare, e guai a disturbarle il programma di lavoro. Una cosa sola può interromperla con gradimento e cioè che la signora marchesa Dallegra le dica: — Lorenzina, smetti di pulire i vetri e va dal parrucchiere ad avvertirlo che alle sedici sono da Jui. Andare dal parrucchiere della «ignora marchesa è sempre, per Lorenzina, qualcosa di eccezional mente piacevole. Perchè, non bi sogna nemmeno scordarselo, la seconda ragione per cui essa sta ■volentieri dai Dallegra, riguarda ■la splendida capigliatura della sua padrona. E' certamente a causa del contrasto con i suoi pochi capelli, che Lorenzina ammira incondizionatamente la fluente chioma della marchesa; ed è una conseguenza di questa ammirazione la sua simpatia per il parrucchiere, che, con agili dita, quella chioma lavora e rilavora in tutti i versi, dandole le fogge e gli aspetti più diversi, trattandone il color biondo con le sfumature più varie, conferendole riflessi cangianti di splendido effetto. Specie quando la marchesa deve recarsi ad una festa o all'Opera, l'ingegno del parrucchiere si sbizzarrisce nelle più impensate creazioni. Lorenzina, che si rivolta malamente contro padroni e garzoni di negozio delle vicinanze, quando tra il serio ed il faceto le sussurrano qualche parolina, è sensibile ai sorrisi affabili che la accolgono quando entra dal parrucchiere. Il principale, in particolare, le incute persino rispetto, per quel suo camice inappuntabile, per quelle sue mosse morbide, per il suo parlare discreto. — Signorina, credetemi — egli le ha mormorato all'orecchio, vedendola rimanere estatica davanti a certe belle parrucche dalle chiome d'oro di cui si adorna la bottega — non occorre, oggigiorno, avere capelli propri; anzi, le più belle pettinature sono quelle che noi forniamo alle signore clienti bell'e fatte. Credetemi, cara signorina, per voi ci vorrebbe una di queste meravigliose chiome, che voi potreste acconciarvi come meglio vi piacerebbe, trattandola nè più nè meno che come capelli vostri... Capisco, un po' caro... me ne rendo conto... Ma per voi, che siete una personcina a modo, vi useremmo tutte le facilitazioni... Perciò, da un pezzo, Lorenzina, mentre risparmia sul mensile, va domandandosi: » Devo o non devo comperarmela? ». Dalla nostalgia dei bei capelli biondi è presa, specialmente, la sera, quando finito il lavoro, se ne sale nella sua cameretta. Qui scordandosi del mondo intero, rivede la sua biancheria, appende un quadretto al muro, assesta sul sofà una bambola cui ha rifatto il vestito... Sicuro!... Lorenzina ha anche un sofà e tre bambole che la marchesa aveva relegato in soffitto per vecchiaia. Per virtù sua, è, qui, tutto ridiventato nuovo: tutto chiaro, lustro, pulito... Anche la vista, sebbene la finestra sia piccola e sotto le tegole, è incantevole. Un bell'eucaliptus giunge con i rami sino al davanzale; guardando in basso si vedono le aiuole e i viali del giardino come da un aeroplano. Lorenzina provvede anche per gli uccelli che riempiono di allegro clamore la cima dell'eucaliptus e la svegliano ogni mattina. Non ha bisogno di orologio con la soneria Lorenzina 1 Quei piccoli diavoli all'alba, vengono persino a picchiare con il becco contro le persiane, specie se non trovano in abbondanza, sul davanzale, mollica di pane !... — Con il maggio, siete ancora più indiavolati ! — dice una notte Lorenzina agli uccelli, i quali, avendo i nidi, gridano anche nei buio. Notti meravigliose davvero ! Dal giardino sale su il profumo di cento fiori ! Che soddisfazione, possedere una bella chioma bionda! Non mica per gli altri, ma per se stesse ! Anzi, gli altri non dovrebbero nemmeno saperlo ! Solo il piacere di abbandonarsi e dormire su una bella chioma ! Ecco il segreto della signora mar diesa che, a quarant'anni, è sempre fresca e allegra! Bisogna proprio comperarsi una chioma, non avendone una da natura! E Lorenzina, in gran segreto, si compera la chioma, bionda biondissima, che pare fatta di fili ptrmmltdlDgfiaafsmscmlnqzfbbstt—epuIgd Tutto il giorno, strofinando, lavando, pulendo, sbracciata ed attiva, Lorenzina pensa ai suoi capelli nuovi, che custodisce so- o a e , o è a . i e a e e e , pra, nel suo appartamento privato. La sera, compiuti i suoi doveri, su di corsa. Si chiude cautamente a chiave, illumina la cameretta, si sveste degli abiti di lavoro, indossa una vestaglia, trae dall'armadio la chioma bionda, e, davanti allo specchio, se l'accomoda per benino sul capo. Dopo essersi contemplata a lungo, con dolcezza e serietà, apre la finestra, dice qualche parolina agli uccelletti, guarda le stelle, aspira il profumo dei fiori e, infine, ritraendosi, va a sedersi sul sofà. Accende una sigaretta, e si mette a leggere un"foglio illustrato. Un'oretta, prima di coricarsi, ecco tutto! Poi, s'addormenta serenamente sui capelli color spiga di grano. Ma ecco che cosa capita una notte di mezzo giugno. Proprio quand'è bell'e acconciata, Lorenzina, sente ad un tratto un gran frullìo al soffitto. Guarda, rabbrividendo, ma si rasserena subito, scorgendo un passerotto, che svolazza inselvaggito, perchè non trova più la finestra da cui è entrato. — Ah, — esclama Lorenzina — appena hai messo le penne, sei entrato in camera mia... Ora hai paura e te ne vuoi scappare... Ma non ha finito, che riceve una doccia sui bei capelli biondi. Il passerotto ha fatto rovesciare un vaso da fiori dalla mensola su cui Lorenzina fa passare rose e garofani, dall'appartamento dei padroni. L'uccelletto trova la via d'uscita e torna al suo eucaliptus ; ma la chioma bionda rimane zuppa proprio come una spugna. Che peccato! Stanotte, Lorenzina dovrà dormire senza capelli. Poco male, se si tratta di questo soltanto. Domani, del resto, bisogna levarsi di buon'ora, perchè la signora marchesa parte, va in viaggio per una settimana. Ah, ecco una buona idea! Lorenzina appende i suoi capelli biondi ad una cordicella fuori della finestra, in modo che il primo sole li asciughi : fa così presto giorno di giugno ! — Proprio me l'hai fatta grossa, passerotto indiavolato! — esclama ella. Poi chiude le persiane, e va a dormire. La mattina, non ha il tempo di pensare alla sua chioma, perchè vengono insolitamente a bussare alla sua porta. Il marchese è già in piedi. Bisogna preparare la colazione, in fretta. Discende Lorenzina, senza nemmeno avere avuto il tempo di aprire le sue persiane. Tazze, bicchieri, posate, marmellate, latte e caffè, in pochi minuti la tavola è apparecchiata. Lorenzina sa fare alla svelta. Ma ecco che, di un tratto, ode un grido e poi una formidabile risata. Chi è mai? Il marchese? Possibile? E' forse impazzito ? Lorenzina si precipita nello studio, e trova il marchese, proprio lui, che davanti alla finestra, si sbellica dalie risa : — La gazza !... ah ! ah ! ah !... lì, sull'eucaliptus... tra un nugo¬ stchpcsadnvT lo di passeri... i capelli di mia moglie!... Si è portati lassù i capelli di mia moglie!,., ah! ah! ah I... l'ha preso per oro... per oro, autentico. Lorenzina si è sentito salire il sangue alla testa. Trema, balbetta, non sa se deve ridere. Quando compare la marchesa, con In testa quasi pelata. — Eligio, — dice al marito — hai perduto il senno?... I miei capelli sono di là, in camera mia! — Di là? — domanda il marchese trasecolato. — E quclln splendida parrucca d'oro tra gli artigli della gazzasull'eucaliptus di... chi è allora? — Forse — arrischia Lorenzina — la gazza l'ha rubata alla I vetrina del parrucchiere! Rosso di San Secondo