TEATRI E CINEMA

TEATRI E CINEMA TEATRI E CINEMA o, « D Falco d'Argento » ili Stefano Lardi al Carignano Filippo Rigagnl, professore, sta allevandosi la famiglia a stento; si sa com'è: economia stretta, oculate?::*, lavorarli silenziosamente, modestamente, te¬ o nacemente, e intanto . ragazzi a crescono, tutto quello eh. hanno e Ilo hanno dal padre; sono dolori, l! ma è anche un orgoglio, e la coa1 scienza_tranquilla, e la pace del i i e i .] i e .cuore. Emma, la moglie, è figlia >di un uomo d'affari passato a pre- : cipizio dalla ricchezza al f allimen- yto; e i primi tempi con quel ma- rrito povero diavolo ci soffriva,, nera anzi, subito dopo il matnmo-, rnio, scappata di casa. Ma ora no,jgfi contenta; ha capito, e il suo sen-|stimento per Filippo è di gratitu-1 idine e di tenerezza. A un tratto] gcavtenerezza. A un tratto questa situazione meschina, e forse felice, è sconvolta. Arriva dall'India Aldo, il fratello di Emma, che da anni non s'era più fatto vivo; arriva carico di regali, di entusiasmo, di inquietudine: eccitatissimo. Che vuole? Vuole, egli dice, fare una posizione a Filippo. E' ricco Aldo, è a capo di una grande azienda, ma ha bisogno di una persona, accanto a sè, di fiducia, di un consigliere; Filippo, professore di matematica, Sduomo prècisoTesattò, è quéi lo"enei*ci vuole. E poi Aldo vuol ritrova- lre una famiglia, una cara intimità, vuol sentire intorno a sè la vita lieta, ridente, benefica, degli affetti; è cosi solo, Aldo. E il suo fare è cosi variato d'ombre, di relicenze, di cose non dette, e cosi strano e acceso, che Emma dopo un naturale prorompimento di gioia, si ritrae, -I incomincia a diffidare, a temere, n E' Filippo a incoraggiarla; per-1 che? egli si domanda, che c'è di -|male? viene un po' di fortuna, a e che rifiutarla? Ma Emma, oscu- ramente presaga di mali futuri,, .: ribatte secca: sarai poi tu ad la-: averlo voluto. Al secondo atto an Emma è infatti tutta presa, qua- QLcbupdgvsrRlunri mimila c iiucilli lullel piena, ^ua-ni si travolta dalla vita di lusso, di s» . i e a piaceri, che. il fratello le procura. Questo fratello, con i suoi quattrini, è divenuto il centro della famiglia, vorremmo dire il capo: suo H prestigio, sua l'autorità, a lui l'interessamento di ognuno. Anche i parenti di Filippo sono tutti dalla sua; Filippo in breve si è trovato in un canto, non con- tislcmsrtta più, non pesa più; che valgonoifle sue modeste conteggiate risor- "se, di fronte al potere, alla gene- trositi di Aldo? Ora egli coni- fprende le parole minacciose e:d i oscure di Emma, ora si rende con- t to del s,.osso errore commesso. E'gi via via"si esaspcl.a si esaita; è iljm • Q un tornlento acuto, una ri- g bemone impotente; tutto, il co-'d, „ * y. digmta af. l *■ tu ,| >^ioncrdj[ picscolo 're di' ,un picco^!saimo regn£ la felicita u £ , & , prlvilegi0 ;di sacrifica4rsi p^r tùtti/E. umiliato, ecco, è avvilito il povero : professore, mentre sua moglie, i figli, se ne vanno con il fratello, j , -„ lo zj d, di ,& a diverti. menti, in gite E intanto si avvi- cina l'ora decisiva: lasciare quelrlla vita oscura, ma tranquilla, ! stentata, ma solida, per andare - verso l'avventura, per divenire - laggiù un uomo inutile, che gode - j dei vantaggi, del benessere che la -, sorte, ossia che il cognato gli lar- ! gisce, in cambio della carpita tea • nerezza familiare, delle ferite in- j ferie alla sua mite sensibilità, al o suo cuore di uomo. Naturalmente' a questo suo contrastare, e ribellari | si, lo isola sempre più; si deve tuttavia dire, che pur in questa netta opposizione di vedute, avvengono nel sentimento della moglie piccole oscillazioni, accenni di resipiscenza; il carattere di Aldo è cosi bizzarraa mente violento, è cosi pronto all'aggressione, all'insolenza, che qualche volta avviene a Emma di interporsi tra il fratello e il marito, di volgersi a costui con un certo piglio consolatore, affettuoso. Ed è per questa via che si risolve il dramma: poiché all'ultimo atto sopraggiunge la moglie di Aldo, Cinzia, una poveretta che non ha mai potuto dare un figlio al marito, e perciò maltrattata, offesa da lui; e con affanno, cor, dolore vero dice ciò che l'ha spinta fin 11, non in odio ad Aldo, no. ma per pietà di Filippo, e grida che si guardino, che Aldo a una cosa sola mira con tutte quelle sue manovre e combinazioni, a impossessarsi dei figli della sorella, a farli suoi; che questo è il suo dolore insopportabile; la casa vuota, la casa che non promette nulla... Viene da sè che a questo ; a e r o i a a, r i è d iMpTGgnktglsamtdlcsttl punt0"Brama ritrovi il suo istinl f„ ,e sue ragioni di madre, e di o mogTier"e sciolga il nodo: no, la del professor Rigagni -1 fam"igiia -, non |ndrà in lhdia Hprende-ra-la o sua via stretta, aspra, di acri pri- e • ,j di picCoie conquiste./ n Diciamo subito che questa com-1 asgai £^ effetti d moto «.por,;™ nreeiso in- -, variato Sur nella semnH- i ^«"ti psicologici, delle azioni e reazioni sentimentali e morali, Mft naturalmente v.è molto di [più; nella bravura Stefano Lan- di, scrittore originale, acuto, ha o I £att0 passare quella sua sensibio hta tì^icSLt accesai ombrosa, sot- | tile, quella trepidazione di affetti, j quell'ingegnosità espressiva, che i sono della sua natura poetica baoIgliore e patimento. Pare che nelr le sue parole sì addensino, lucida3. j mente, fantasticati pensieri, afi i fannose idee, una specie di spirio1 tuale favoleggiamento, e che, co- e i a ^.?^asla« *pp*5eP5«,^?Ji? ™: ci ui 5;j n-, u; 1.. TOOrc'Aczmico o tragico, questo favoleggiamento si stacchi poi a poco a poco, si innalzi in una sua remota necessità lirica, e continui a vivere, a crescere, a propagarsi di l i per sè. avulso dalle ragioni che 1 gli hanno dato nascita e avvio. Il suo mondo poetico è allora come una fantasia, appa ziocinante, e magari realistica, ma in verità tutta tesa e librata nel lo sforzo di esprimersi, e di pren dere quota. In tal modo forse si spiega quello che ci è parso cosi curiosamente e bizzarramente caratteristico nella commedia: il tenuissinio, ingiustificato rapporto tra le motivazioni psicologiche del dramma e la sua espressione. I personaggi sono tutti e sempre concitatissimi, eccessivi, gridano. a- danno in escandescenze, e guar-ì to- danci0 ie cose obbiettivamente non' l-1 intomlp il nprnhè Oliai p il e, fe ne. inienue il peicne. uuai e il a- loro tormento? Per quello che ne i-1 sappiamo, che il commediografo e, ci fa sapere, il loro problema po-1 i-j trebbe essere risolto benissimo1 - ra^MWn seC1 it u- un retto giudizio. No, essi si crea | no delle situazioni rischiosissime, a ideile posizioni definitive; si meto- Uono <ja sè COn le spalle al muo- jo, alzano il tono fin quasi alla i) ; follia, o alla mania. A osservare i- bene, l'eccesso è nella loro natura i espressiva, nel loro modo di pre- di, sentarsi, di essere, di sentire; non ffi feriva in loro dalla commedia che o., stanno rappresentando, lo ìmpre jstano alla commedia. E" uno stato lirico, che quando non trova nel dramma da obbiettivarsi, si esaurisce in sè, nella parola aguzza nel discorso tempestoso, nel dialogo sferzante. Il che ci lascia tuttavia sconcertati: quelli erano : dati della commedia, e ci pare allora difficile accettarne poi quello spicco, e quel volo. Spicco, rilievo, e diciamo anche psicologico arbitrio, che ieri sera fu tutto sulla linea comica. Il pubblico si è interessato vivamente, ha battuto le mani. La « Compagnia della Commedia », diretta da Gian Maria Commetti, ha messo in scena j tre atti con grande impegno, accentuando vigorosamente tut y j tratti decisi, parossistici e pa rodistici. Luigi Almirante, con nett0 e a trat'ti amaro senso ca rjCaturale, Salvo Randone, con fog-a burrascosissima, Rossana Masi con accorte mezze tinte, il Gal iina la Graziosi, e i loro compa g.ni hanno ricavato la linea della commedia, briosamente. Ad ogni atto e anche a scena aperta vivaci battimani, più e più volte. f. b.

Persone citate: Carignano Filippo, Gian Maria Commetti, India Aldo, Luigi Almirante, Rossana Masi, Salvo Randone, Stefano Lardi