Campioni che s impongono e "promesse" in viva luce

Campioni che s impongono e "promesse" in viva luce DOPO L'ADUNATA DI FERRARA Campioni che s impongono e "promesse" in viva luce Il Campionato dell'anno XVII ha risposto pienamente all'aspettativa e le previsioni da noi fatte si sono avverate. Dicevamo alla vigilia che la massima competizione dilettantistica degli atleti del pugno sarebbe stata durissima per il forte numero dei concorrenti di valore, e mai, forse, campionato è stato più combattuto sino dalla prima giornata; dicevamo che si sarebbero certo avute delle rivelazioni e delle sorprese e vi sono state le une e le altre; dicevamo, infine, che, nel complesso, si poteva contare su un risultato tecnico d'insieme che avrebbe lasciato adito a ben sperare per l'avvenire e anche sotto questo punto di vista si può affermare che il nucleo dei preolimpionici si è arricchito di alcuni elementi giovanissimi di ottima classe. Nella categoria sorprese, se così si possono chiamare le magnifiche affermazioni dei pugili torinesi Garbarino, Bonadio e Zucca, sono stati gli allievi di Garzena che hanno sconvolto il pronostico della carta. Abbiamo detto sorprese per modo di dire e, infatti, coloro che l'hanno procurate sono atleti di ben noto valore, che avevano solo bisogno di una seria preparazione per imporre la loro classe. Tra le rivelazioni vanno, invece, menzionati i due pugili del Dopolavoro di Algeri e sopratutto il mosca Licatcsf! che in semifinale ha reso molto dura la vittoria a Nardecchia; il leggero Poggipollini, che è riuscito a eliminare, sia pure di strettissima misura, il romano Proletti più volte « nazionale » e creduto il più pericoloso avversario di Peire; il medio Pellegrinelli, che ha impegnato a fondo Ferrano, tanto che c'è chi vuol vedere in questo durissimo combattimento la causa della sconfitta del varesotto di fronte a Bonadio; i medio-massimi Pancani e Malvone, dimostratisi rudi e coraggiosi combattenti e, infine, il peso massimo Chiesa, che ha dimostrato di fronte a Schcrl e, soprattutto, contro il campione d'Italia Lazzari di poter presto diventare un pugnatore di alto valore. Le prime quattro categorie Nardecchia si è presa una bella rivincita su Paesani, che l'anno lsmtdrlFpmstgzn2iDLllmpElssondlrmmanpqgtgaOgfd—scorso gli sorfiò il titolo. C'era,\vcerò, _da prevederlo, poiché Nar-|ddecchia, più mobile e più vario nel giuoco, è oggi migliore di Paesani, che ha il difetto di lasciare troppo l'iniziativa all'avversario attendendo di colpire d'incontro. La tattica che può servire contro pugilatori non molto veloci e dall'attacco lineare, non è buona quando si combatte con avversari come Nardecchia, che attaccano di sorpresa e rompono continuamente la distanza. Morabito, che doveva partecipare nella categoria dei « gallo >, è riuscito a presentarsi co.ne « mosca » — egli è stato campione di tale categoria due anni fa — ma non l'ha spuntata di fronte a Paesani poiché il suo sistema di combattimento è completamente l'opposto di quello praticato da Nardecchia. Assente Sergo, infortunatosi in allenamento, il duello pareva dovesse circoscriversi tra Paoletti e il torinese Zucca. La sorte li ha messi di fronte in semifinale e si è avuta la prima sorpresa in questa categoria. La battaglia durissima tra i due mancini si è chiusa mlcucevpcngcfitunncatbludeppin favore di Zucca. Eliminato il scampione d'Italia dello scorso an- \sno, il torinese si presentava pres- [ssochè sicuro vincitore della fina- : mle; invece, ecco la seconda e più grossa sorpresa. Il romano Poggi, che era riuscito ad eliminare in semifinale il veneto Zorzenone, un « gallo » di grande avvenire, riesce a battere anche Zucca ed a conquistare il titolo. Poggi non è uno sconosciuto, perchè a Roma tutti sanno il suo valore, ma è un pugilatore che da tempo svolgeva scarsa attività ed era discontinuo nel rendimento. Con la vittoria di Ferrara, Poggi viene a porre la sua candidatura alla maglia azzurra olimpica ed a schierarsi con Paoletti, Zucca e Zorzenone tra i più diretti rivali del campione olimpionico Sergo. Una categoria di ferro, come si vede. Cortonesi, il robusto pugile to-, scano, ha confermato il pronostico vincendo tra i «• piuma ». Monta- nari e il campione dello scorso anno, Bonetti, hanno dovuto cedergli il passo. Un « piuma » supercombattivo' si è dimostrato il perugino Ciombolini, inferiore, però, ai tre sunnominati in tecnica. Peire, il trevigiano che deve ad un attimo di disattenzione se il l.o dello scorso febbraio non è riuscito a battere il campione di Europa Nuernberg, ha vinto da gran signore la categoria dei leggeri, conauistando per il secondo anno il titolo. Peire è un pugile completo. Calmo, pronto, preciso e potente, in possesso di una tecnica senza fronzoli, ma che mira diritto alla vittoria, può ben essere classificato tra i « fuori classe *> del pugilato europeo. Poggipollini, la rivelazione de! Campionato, che, dopo la vittoria su Proietti, sperava, se non proprio di battere il trevigiano, di rendergli almeno dura la vittoria, non ha resistito una ripresa. Ci diceva l'allenatore federale Steve Klaus: « Peire ha vinto il campionato con quattro pugni: tre per Paterni e uno per Poggipollini ». Vittorie di Garbarino e Bonadio Garbarino è balzato fuori tra i medio - leggeri con prepotenza. Battuto Vancini in semifinale, è riuscito a scardinare la quadrata tecnica di Bignamini in finale. L'incerto, se pur tecnico. Garbarino del 1936 ha messo fuori interamente le unghie. Non c'è che da rallegrarsi, poiché la categoria dei medio-leggeri ha bisogno di essere rinforzata specialmente dopo la magra figura fatta a Ferrara da Binazzi che, per non usare la dovuta prudenza, si è fatto « pescare » dal pugno del ternano Amanzi e per poco non ha finito l'incontro in posizione orizzontale. Ferrarlo, il campione d'Italia dei medio-massimi dello scorso anno, non ha avuto fortuna passando nella categoria inferiore che, del resto, è la sua naturale categoria. Incontrato in quarti di finale un osso durissimo nella «rivelazione» Pellegrinelli — un pugile che possiede un destro pericolosissimo — e in semifinale l'irriducibile Cumar, che gli hanno fatto sudare le proverbiali sette camicie e che gli hanno am- enaascm"ccata la faccia e indo'enzito il muscoli, non ha potuto superare j la tecnica di Bonadio presentatosi in gran forma e dopo una semifinale non troppo difficile. Il ritorno nelle primissime posizioni del medio torinese è da considerarsi un lieto evento per il pugilato italiano, poiché con Bonadio, Ferrano e Zorzenone (assente perchè infortunatosi in allenamento) la categoria dei medi risulta poderosamente guarnita. Intanto l'allievo di Garzena si è guadagnato il posto nella « nazionale *• che combatterà a Poznan contro la squadra polacca il 29 marzo. Assente il campione d'Europa p.spfIsmfugcArir del medio-massimi Musina, i giovani elementi hanno avuto campo di farsi luce in questa categoria. Pancani, il ferrarese che è succeduto a Ferrano nel titolo, è presso a poco sulla stessa linea del secondo e del terzo classificato, Malvone e Faraone, ma ha, in compenso, mezzi fisici eccezionali e un coraggio indomito. Non hanno nulla a che fare i tre sunnominati con Musina che, su tre riprese, deve considerarsi, se è preparato, pressoché imbattibile, -.:? sono sempre delle buone riserve. Nella massima categoria, come prevedevasi, si sono trovati di fronte in finale Lazzari e Chiesa. Il campione d'Italia ha conquistato anche quest'anno il titolo, ma Chiesa ha dimostrato di aver fatto un altro passo avanti. Fra un anno, dice Klaus, lo statuari' gigante toscano sarà un massimo che incuterà rispetto a chiunque. Anche in questa difficile categoria abbiamo, dunque, una buona riserva. Carlo Volpi AscMisllpndpisp