FRANGO RIMANE SORDO alle lusinghe della sirena francese di Giuseppe Piazza

FRANGO RIMANE SORDO alle lusinghe della sirena francese FRANGO RIMANE SORDO alle lusinghe della sirena francese E' stato nominato ambasciatore della Spagna nazionale a Parigi Don Jose Lequerica Parigi, 4 marzo. n Governo di Burgos ha fatto chiedere a Bonnet ì'exequntur per il suo ambasciatore accreditato a Parigi, Don José Lequerica, sindaco di Bilbao. Gli ambienti francesi, che si ritenevano sicuri della nomina di Quinones de Leon, data da vari giorni dai loro giornali come già cosa fatta, sono rimasti piuttosto male. L'ex-ambasciatore della monarchia, le cui biografie riempivano da una settimana Quotidiani e periodici parigini, ha dovuto diramare in fretta e furia per mezzo dell'agenzia Kadio un comunicato, dichiarando che « aveva sempre avuto l'intenzione di considerare il proprio compito esaurito col ristabilimento delle relazioni diplomatiche franco-spagnole ». La volpe e l'uva acerba Le imprudenti confidenze anteriormente fatte da Quinones ai propri amici parigini, e quelle, in particolare, che accompagnarono il suo ingresso nella sede dell'ambasciata nella avenue Georges V, dopo lo sfratto di Pasqua Y Martinez, rendono difficile agli stessi francesi accordare credito al suo comunicato. Quella della volpe e dell'uva non è invano un'antica ed illustre favola nazionale. Ma la decisione di Burgos è troppo opportuna, perchè qualcuno possa seriamente discuterla. Quinones de Leon ha reso alla causa franchista servigi notevoli durante due anni e mezzo di lotte, dirigendo dal suo appartamento all'Hotel Maurice una specie di piccola legazione ufficiosa contro la quale del resto più d'una volta le autorità francesi brandirono i loro fulmini. Ma oggi la situazione è mutata e, come avvertimmo fin dal primo momento, la presenza del czPBsstdtsseal'M•naisnrafrCqsTaDagagCgsmdnqapl'ex-ambasciatore di Alfonso XIIII palla testa della nuova ambasciata i mspagnola di Parigi avrebbe avuto | pun significato e soprattutto si sa- ; crebbe pi estata a manovre che, nell'interesse del regime, è preferibile evitare. Ma la designazione di José Lequerica è interessante anche per un altro verso: perchè essa dimostra, dopo la nomina di Pétain all'ambasciata francese di Burgos, il desiderio della Spagna nazionale di non conferire ai rapporti diplomatici franco-spagnoli un carattere miracolistico, ma di mantenerli al contrarlo nell'ambito di una stretta normalità come quella esistente fra la Spagna e le altre potenze. Il Sindaco di Bilbao è un valoroso esponente della rivoluzione spagnola che ha servitb con zelo ed intelligenza e conta al proprio attivo alcuni anni di mandato parlamentare alle Cortes e un breve passaggio al sottosegretariato degl'interni nel 1922. Ma se ha il merito di poter dirsi, non ostante ì suoi antichi rapporti col partito conservatore di Maura, un uomo nuovo, egli non è certo un personaggio di cartello, della cui designazione sia lecito fare un corrispettivo sia pur lontanamente adeguato alla nomina di Pétain da parte della Francia. Precisazioni di Jordana Scegliendo per l'Ambasciata di Parigi un titolare relativamente modesto e in ogni caso un uomo senza pennacchio, Burgos sottolinea con discrezione signorile la propria volontà di fare della ripresa diplomatica franco-spagnola un avvenimento lieto e profittevole sì, ma in pari tempo un atto d'ordinaria amministrazione, e non già il principio di un'era nuova o il punto di partenza di un capovol gimento dei fini e dei metodi della Rivoluzione nazional-sindacalista, Il conte Jordana, in una intervista accordata al Matin, sl è affrettato a precisare con quella nobiltà di tratto che lo distingue, quanto ia Spagna nazionale sia stata lusingata dall'onore fattole inviandole in qualità di Ambasciatore il più glorioso soldato di Francia. La designazione di Don José Lequerica all'Ambasciata di Parigi completa opportunamente il senso delle dichiarazioni del Ministro degli Esteri di Franco fissando 1 limiti di tale lusinga e scongiurando le illazioni indebite che gli interessati potrebbero credersi autorizzati a trarne. Dopo la scelta di Burgos ogni tentativo di richiamo al precedente di Mentore e di Telemaco cade da sè. Rochat è intanto tornato a Parigi dopo la sua breve missione protocollare presso il Governo nazionale spagnolo, ed ha conferito con Bonnet, il quale è più che mai impaziente di ottenere che Burgos apra le frontiere di Irun e di PortBou all'ondata dei profughi attualmente distribuiti In numero di 250 mila fra i vari campi di concentramento dei Dipartimenti meridionali. Il mantenimento di questa enorme massa di gente è costato finora alla Francia, a quanto pare, 124 milioni di franchi ed il Governo di Parigi si vede già costretto a domandare alla Camera un credito supplementare di 150 milioni. Bonnet ha discusso della cosa anche con Quinones de Leon. La Camera proporrà probabilmente, per far piacere all'opposizione, che le somme spese vengano recuperate sull'oro spag-nuolo depositato alla Banca di Francia. Sarebbe questo in ogni caso per il Governo un mezzo di pressione onde ottenere da Burgos il rimpatrio Immediato dei profughi. Il peso dei profughi Un altro mezzo di pressione potrebbe essere fornito dall'idea lanciata oggi da due deputati di impiegare i disoccupati stranieri di sesso maschile — leggi gli spagnoli — allo scavo del famoso canale del due mari. L'impazienza della Francia è comprensibile. Ma può Burgos rassegnarsi a sopportare nel volgere di pochi giorni una iniezione di sovversivismo ad alta dose come quella che le si propone? D'altra parte l'afflusso in Francia di tanti iudtdpicbgiagqqnppd catalani non è esso una conseguenza logica della politica fatta da Parigi dal 1936 fino alia caduta di Barcellona, e si può realmente sostenere che il Governo di Burgos sia obbligato a sopportarne il contraccolpo senza i temperamenti del caso ? In quanto all'incidente di frontiera di Ciung-King fra le truppe sovietiche e le truppe mancesi, non si esclude in questi ambienti che esso possa essere il risultato degli approcci fatti in questi giorni dall'Inghilterra pi'csso il Governo di Mosca c che si ricolleghi ad un •nuovo sforzo delle democrazie per arrestare l'azione nipponica nelle isole del Pacifico provocando un nuovo intervento russo nel nord. Il gruppo socialista della Camera ha chiesto intanto al Governo francese di farsi iniziatore di una Conferenza internazionale per liquidare pacificamente i problemi sospesi sull'avvenire d'Europa. Trattandosi di un'idea che venne a suo tempo ventilata anche da Daladier, non è possibile escludere a priori che questi la giudichi degna d'attenzione. Affrettiamoci ad aggiungere che vari giornali suggeriscono di far presiedere tale Conferenza dal Papa. Concetto Pettinato La rinascita della Spagna e la cecità delle democrazie Berlino, 4 marzo. Ambasciatori di grosso, anzi grossissimo calibro, quali sono destinati a Burgos, dovrebbero dimostrare il grande conto in' cui le democrazie occidentali tengono la nuova Spagna nazionale, con ia quale avranno ormai per sempre jta che fare; ovvero queste sesquipedali scelte stanno a dimostrare I proprio il contrario ? Stanno a dia i mostrare, vogliamo dire, una ben o | piccola mentalità, tanto più pic- ; cola forse quanto più grossi sono mZl'qcemceta—rsgsfambsnlisarcdlansme ladbrmcsOmSIlsttdge e è i i a i i e e e o o e l e o o e a i e o a n ì, ià il l a a, rfoe, a e adi n di il is e e ea di re ane ao ai os tl50 aota to e, rto eni. naer le te la to un re to onmdi ole è sre di me ra nti i calibri delle persone inviate, una mentalità la quale crede cioè, dopo di avere in tutti i modi tentato di soffocare e ricacciare indietro la rinascita spagnola, di poter semplicemente cavarsi di imbarazzo con quattro inchini e con un omaggio incarnato e simbolizzato nell'invio di un pezzo grosso: omaggio a doppio taglio in ogni modo il quale tra l'altro assai diffìcilmente riuscirà a togliere a una gioventù gelosa, quale non può a meno di essere quella che rinasce dalle sanguinanti trincee e dal tormento delle prigioni di Spagna, la lieve impressione di un borioso tentativo di tutela. Le spalle voltate alla realtà Meglio infinitamente varrebbe, a mostrare la sincerità di questi vantati « salti nella realtà » un modesto, vogliamo dire un normale ambasciatore, ma con istru mpcsziom sicure le quali comprovinolessersi davvero mutato registro ! ed essersi ormai decisi a fare d'ora in poi i conti con una gran- ai Spagna nazionale la quale penserà con la propria testa, e che è destinata a rappresentare una parte di primo piano nel dramma politico dell'Europa occidentale; la grossezza reboante di questi invii diplomatici vale invece tanto più a sottolineare l'immutato formalismo con cui, più che saltare nella realtà, si vuole saltare la realtà a pie' pari, lasciando poi, per quanto riguarda la sostanza, le cose immutate co-1 me prima. Cosi riassumeremmo, per conto nostro, le fondamentali impressioni che destano a Berlino i convulsionari contorcimenti da parte occidentale e francesi .sopratutto, con cui si procede alla sistemazione dei rapporti diplomatici con la Spagna di Franco or ora riconosciuta: contorcimenti del resto cui dà sufficiente quanto garbato rilievo l'intervista del ministro degli Esteri spagnolo Jordana a un giornale francese, che la stampa tedesca ampiamente riproduce, nella quale, mentre egli rende omaggio al grandissimo ambasciatore Pétain che la grande, repubblica democratica manda alla piccola nuova Spagna nazionale, che ne è improvvisamente troppo cresciuta sotto l'ascella dei Pirenei, osserva che però, per quanto riguarda le sanguinanti ferite dalla democraticissima grande nation inferte alla giovane Spagna, queste sanguineranno per un pezzo, e per questo riguardo « il più grande ambasciatore tra la Spagna e la Francia potrà essere, se mai, il tempo ». Anche un articolo del ministro della propaganda Goebbels sul Voe/fcisc/ier Beobachter di questa mattina rileva la « ipocrisia e la assoluta assenza di scrupolo » con cui il riconoscimento e la sistemazione diplomatica delle potenze occidentali procedono, dopo che hanno accumulato colpe su colpe e delitti su delitti, dei quali hanno assunto l'alto patronato e di cui pretendono di lavarsi le mani, innocenti Pllati, non senza tuttavia avere all'ultimo istante, e cioè precisamente nel momento del riconoscimento, che avrebbe dovuto segnare il punto, critico del sincero ravvedimento, tentato di avviare sempre sui vecchi binari un paio di affari ricattatorii. Ora si vuol far credere che il bianco sia diventato nero e il nero bianco e si pretende di dare a Franco il crisma di quella sua legittimità che poche settimane or sono appena si elargiva, con lo stesso cinismo, ai distruttori di chiese, al profanatori di monache, ai crocifissori di preti e ai fucilatori del Cristo. e minacele La mentalità del resto con cui la vecchia Francia democratica, calzata tutta dentro gli stivali speronati del maresciallo Pétain si dispone a recarsi a Burgos, la te redimerà mette in rilievo la Frankfurter Zettung rievocando per l'occasione articolo della Frinire Militane di ualche settimana fa in cui per il aso di complicazioni nell'oriente uropeo si prospettavano niente meno che marce di divisioni franesi su Francoforte eccitando inanto alla rivolta le popolazioni. « Ahimè — esclama il giornale — che vecchi sapori e che veneanda polvere su queste fantamagorie! Il guaio è che nò il signor Leone Blum ne i suoi amici ono dei Richelicu e che queste arneticazioni, in cui la minaccia militare si allea a quella della soillazione, potevano avere un senc Anche la Spagna e la Germania erano deboli (e noi interpoiamo, per conto nostro: anche inché dall'altra parte di un certo asse non vi era la grande Italia ifatta da Mussolini); ma ora le ose sono mutato. La Germania è iventata un'altra volta grande e a Spagna è sulla via di esserlo ». L'importante articolo dell'organo di Francoforte, che comparirà oltanto nella sua edizione di domattina, dice interamente chiaro forte il fatto suo alla'Francia, a cui norma politica costante fu a Richelieu in qua lo stato di debolezza della Spagna di là dai Pienei, nonché quello della Germania di là dal Reno (come anche di là dalle Alpi la non esistenza o l'impotenza dell'Italia). Ora tutto ciò è definitivamente mutato; e oggi è la volta della Spagna. La Francia non si illuda. I suoi sogni di necessarie deboezze circostanti a corona della sua potenza hanno definitivamente finito di essere sognati. La vittoria di Franco ha già fatto passi decisivi della rinascita della Spagna che ormai anche internamensocialmente, econo- il^ddgvsveanmdpmccdndascm"èmicamente, politicamente il suoUpopolo lavandolo dalle ragioni se-icolari della sua decadenza. | X^^^^^^^ìuSKCuviM'Eu.iia ^pafena., uu, Lui.ta. iovi».ujau^|ropa. Sulle coste occidentali dell mare Mediterraneo vi è da ora ini poi di nuovo una potenza. La di- pendenza dei secoli è crollata, e pendenza dalle rovine della guerra civile spagnola sorge una nuova Europa! ». Gii iperarmamenti Un altro dispiacere grave alle potenze democratiche il medesimo giornale lo dà con un altro articolo nel quale trae le fila delle discussioni di questi giorni sugli armamenti, culminate come sono nelle dichiarazioni di Goering nella « giornata dell'aviazione », dichiarazioni che sempre più appaiono una intenzionale risposta ai minacciosi più o meno provocatori programmi di armamenti strombazzati nelle ultime settimane dalle varie capitali occidentali. Il dispiacere consiste in questo: nell'opporre a tutti questi «conti» di armamenti di tanta gente il fatto reale e concreto dell'esisten- le vantaggio degli armamenti te- deschi, vantaggio che la Germa- nia è decisa ad ogni costo a non farsi prendere e anzi a sviluppare sempre di più. Le democrazie ^Mei di programmi di armamenti non si illudano: questo vantaggio.!a cui esse stesse del resto, col loro rifiuto di limitaz'oni, negandosi continuamente alle proposte fatte dal Fuhrer, hanno costretto la Germania, sarà sempre più ac centuato. Più le democrazie arme ranno, più la Germania svilupperà questo vantaggio. La Germania è oggi un popolo di 80 milioni di *ì■ uomini, tutti uniti, industri, lavoratori e concordi in un solo fine C°me„ ?.mA?Stl:al10!La Germania, cento sue proposte di limitazione e di intesa, è pronta sempre a intendersi e a limitare, sempre che a ciò si addivenga attraverso il riconoscimento sincero dei diritti di vita a ciascuno, riconoscimento che solo potreCoe motivare e creare il ritorno alla fiducia internazionale; ma se gli altri non vorranno saperne, essi vedranno di che cosa sarà capace la Nazione tedesca. Giuseppe Piazza