Una nuova edizione delle « Laudi » Per l'anniversario della morte

Una nuova edizione delle « Laudi » Per l'anniversario della morte Una nuova edizione delle « Laudi » Per l'anniversario della morte Per lanniversario della morte dei Poeta, Arnoldo Mondadori pubblica, sotto gli auspicii della Fondazione «Il Vittoriale degli Itaiani », una nuova edizione delle Laudi. E' un bellissimo volume di mille pagine, nitido nel caratteri,di molta eleganza: fornito di unindice dei'capoversi, Invita pelformato agevole, per la chiarezzadelle pagine, alle ampie e assapo-rate letture. Come va letto D'An-nunzio, mentre sempre più rara epreziosa, fresca e già antica, os-sia eccelsa nel tempo e nella tra-dizione, ci appare quella sua pia- stlcltà melodiosa, che suscita ritmi e fantasie da ogni immagine della natura, da ogni delicatezza dell'arte. All'edizione è premesso un € avvertimento » di Ugo Ojctti, che consiglia chi non abbia ancor dcstmletto le Laudi, o non le abbia lette | qtutte, a non principiare dalle, prima' pagina e dalla Laus Vitae. « Per assalire un monte come questo, Incoronato dj stello e di vento, ci si può incamminare aggirandolo di pendice in pendice, scoprendo la veduta del mondo grado a grado e alla fine ritrovandosi in alto lo stesso, posato respiro ». sma con ; Ojctti ricorda che qui il poetaUriprende modi e motivi d'ogni sua!età; fedele, dal Canto Novo a que- sto gran libro, alla sua natura ed:al suo genio, fedele nel suo amore 1 per Roma, dalle Elegie del 1891 a;queste Terme, a questo Lacns Jn-turnae, fedele nell'amore di patria ; dall'Ode a Re Umberto del 1879 e dalle Odi Navali del 1893 alla| profetica Ode al Re giovane, alle"Canzoni d'oltremare. « Godersi questi incontri e ritorni — dice Ojetti — è il premio di chi seguirà il nostro consiglio, iniziando la , lettura dal libro terzo intitolato adjAlcyone... ». Del leggere cosi coni accortezza, con intimo gusto di Ipoesia, ricercando le virtù, segre- te e palesi, musicali e fantastiche, del verso, ci dà finissimo saggio ,'egli stesso illustrando L'OleariVersilia, Undulna, Pioggia nel pi- \neto. Leggerlo, capirlo; soltantoi dai suol libri si può, ad esemplo, rcercar di intendere « che cosa sia sstata la donna per questo poeta ! ra. sé stesso e all'a-1 da sé stesso e alld-lcatanto fedele more » ■t La donna scrive Ojettl —, qualunque fosso il suo volto e il rdsuo nome, è stata per Gabriele \ cd'Annunzio la più vicina e ama- j sbile e sua-siva forza della natura,'veterna come la luce, l'erbe, gli al- sberi, l'acque correnti, i fiori, gii | nuccelli che sempre si rinnovaneTe ! 'sono sempre gli stessi e ci conso-i lano col loro aspetto, tatto, prò-;dfumo, canto, variato insieme e im-I ; mutabile da che mondo è mondo. |zLa donna ch'egli si sceglieva e sii Ueneva per giorni o per mesi o !Per anm vicina, era, corno il gi-\ f0%*u?„™S£ ,l,S0nto Sion-':^ stegsa che aveva dllettato con.j 1 solat0j ineDrial0 Catullo e Orazio,\;petrarca e Poliziano. So il sem-!biante di lei o il sentimento di luil ; mutava, ciò giovava ad avvertirlo che la dolcissima vita passava. | « Solo guardando la donna in'"questa maniera naturale e cordia-1le. senza badare alla sua volontà d'essere qualcuno, peggio d'essere la padrona, egli sentiva per quel tramite la diretta e sicura comu, nionc cor, la natura. Come il canjto dell'usignolo quando cessava, la i donna amata quando s'allontana- \ Iva gli faceva sentire l'infinita pa-| ce della solitudine, e gli lasciava, ! poiché era bella. 1 esempio o il de-; ,'sjderio della oerfezione. Non solo ; i^D^t^S'^ ^ ì delle sue prose avevano sem-iipre assunto nelle pagine più ta-l ratterlstlche e alate questo volo 9 stupore di messaggere del miste» ro, di ansiosi volti della natura e dell'infinito; e sanno e non sanno ciò ^ cnludendo ?li occhi o aprendo le braccia, piangendo o ridendo, fuggendo o abbandonandosi, esse rivelano d'eterno. Musi ca anch'esse. La donna e la mu sica: ecco per d'Annunzio le chiavi dell'infinito, cioè di questa poe s'a Pànica per la quale il poeta, non descrive la natura ma si tras 'onde tutto e si trasforma In essa* Ojeiti, con squisita variazione di temi, tocca poi altri momenti deila poesia e della vita dannunziane, e rievoca il D'Annunzio eroico. Nel 1901 il Poeta recitava nei teatri d'Italia La Notte di cn„rcra. «Nessuno allora poteva Pensare che oopo.dieci anni egli avrebbe pubblicate le Canzoni \d'oltremare per cantare la guerra, !gli eroi e la conquista della Libia; le che dopo vent'anni egli, occupa ta per due anni Fiume, ne sareb be USCito a testa alta». Ariel ar'mato. dice Ojetti, preesisteva al 1discorso di Quarto, alle gesta di guerra, alla prodezza in battaglia, alla metlaglia d'oro, alla marcia di Ronchi, alla presa di Fiumi»: campeggia dalle Odi navali al Canto augurale per la nazione \ eletta. Certamente tutta l'opera |SUa e la sua vita vanno oggi ri ! pensate, rimeditate — la fuga ve;loce dei giorni ai direbbe che c.s ; ,e restituisca nena !oro integrila ì luminosa con le gesta e le protoizle' con 'alto suono dei ditirambi led i sospiri dell'elegia.

Luoghi citati: Fiume, Italia, Libia, Roma