Commenti a denti stretti sull'incontro di Varsavia

Commenti a denti stretti sull'incontro di Varsavia Commenti a denti stretti sull'incontro di Varsavia La politica del "jamais,, ribadita in un discorso da Bonnet Parigi, 27 febbraio, [Nelle contingenze attuali la vi-isita del conte Ciano a Varsavia ' non poteva non attirare l'atten- ! zione di questi circoli politici e]diplomatici anche se non destina- ] ta ad avere ripercussioni tali da1 modificare sensibilmente la situa-! zione internazionale; visita che ili « Temps * trova «abbastanza na-'turale » come quella che deve ! permettere al Ministro degli E- i steri italiano di informarsi di quello che potrebbe eventua'.men- !te attendersi dall'amicizia polac-1 ca, mentre il noto De Kerillis profetizza le peggiori eventualità per la Polonia, qualora questa .venisse « trascinata * nel campo delle potenze rivendicatrici. L'organo del Quai d'Orsay tiene a sottolineare la cordialità delle accoglienze riservate nella capitale polacca al conte Ciano ed il tono dei brindisi scambiatisi sabato sera, che, , dice, « sottolineano soprattutto la tradizionale amicizia fra i due paesi ». Con a Varsavia. che bisogna ppquesto l'organo ufficioso sembra vo'.er limitare la portata della visita del Ministro degli Esteri italiano a Varsavia; l'articolista vuole ad ogni costo che l'esisten-1 za dell'asse Roma-Berlino e la totale concordanza della politica ! fascista e l'azione genera'e del I Reich nazionalsocialista rendano ' abbastanza difficile una cooperazione permanente e feconda dell'Italia e della Polonia nell'Europa centrale ed orientale, mentre l'espansione tedesca in quelle zone preoccupa vivamente, a suo giudizio, gli animi, E, pure avvertendo guardarsi dall'esagerare l'importanza delle manifestazioni degli studenti polacchi come reazione agli incidenti di Danzica, il « Temps » la considera come un sintomo caratteristico del nervosismo di una parte dell'opinione pubblica in presenza di quel che essa considera « a torto o a ragione » come una minaccia tedesca. « La Polonia — scrive il Temps — non ha senza dubbio ragioni per sacrificare i suoi interessi vitali nell'Europa centrale e orientale ad una amicizia tedesca, singolarmente esigente. Inoltre a Varsavia, dove non si crede affatto che la partita sia definitivamente giocata nella regione danubiana, si presta certamente l'attenzione alle reazioni che si annunciano in Romania, in Jugoslavia e persino in Ungheria, dove la scomparsa di Stojadinovic a Belgrado e di Imredy a Budapest costituiscono dei segni sui quali, malgrado certe dichiarazioni ufficiali ed ufficiose, non è lecito ingannarsi. Ogni evoluzione in tal senso se dovesse precisarsi, fornirebbe alla Polonia occasione di assolvere un compito di prim'ordine ed è questa una probabilità che il governo di Varsavia si guarderà bene dal compromettere prendendo una posizione che l'impegni per l'avvenire ». Da ciò l'organo ufficioso ne deduce, senza compromettersi, che è lecito ritenere che la visita del Conte Ciano non avrà risultati positivi, che nessun nuovo accordo, per quanto limitato possa essere, verrà concluso fra Italia e Polonia e che questa visita rimarrà semplicemente una cordiale mani-,f estazione di quella tradizionale ! amicizia italo-polacca che è nella!natura delle cose e che si spiega | con l'affinità morale dei due po-1 Stante a Gourdon, ne. Diparti- E^riB^net'elLt^'L^-: re alla creazione di una Federa-J z:one radicale socialista ha prò- nunciato un discorso nel quale ha! reso omaggio a Daladier rilevando le difficoltà da lui incontrate da un anno a questa parte. Ha ricordato la dichiarazione comune francogermanica del 6 dicembre scorso. esprimendo la speranza che essa costituisca la prima tappa verso lo stabilimento di quelle relazioni fiduciose che la Francia si augura di sviluppare con la Germania. Dopo aver rilevato come la solidarietà franco-britannica si sia after- I Ji 1 mata recentemente una volta dipiti nella questione della Spagna Bonnet è passato a parlare del riconoscimento della Spagna nazionale; in proposito egli ha ripetuto i due noti motivi dell'« umanitarismo » francese e del desiderio della Francia di non avere una nuova frontiera da difendere affermando che ?ra .quindi necessario che la Francia fosse rappresentata a Burgos. « La Francia — ha concluso il ministro degli Esteri — non Pi¬ lererà che sT tocchi il suo impero sovranità" S m^ffitatto il suo territorio. Nessuno può dubitarne né meravigliarsene ». _ , ,, , „,„ _ Quasìne lo stesso momento aMarsiglia l'ex-Presidente del Con- siglio Flandin, invitato dai dirigen- ti locaù dell'Alleanza democratica na criticato la mancanza di misu- ra tanto dei dittatori come dei ca- pi delle democrazie nel parlare dei grandi conflitti ideologici che dividono gli Stati, deplorando che «nel mondo oggi in preda alla follia* mentre tutti proclamano che una nuova guerra segnerebbe il declinare decisivo di un'era di civiltà che ha apportato all'umanità tanti progressi, alcuni sembrino studiarsi di rendere questa guerra inevitabile. La corsa agli armamenti eccessivi contiene in se stessa il ger»•»• della rovina materiale e del disordine sociale che non sarà meno distruttore di quella civiltà della guerra stessa. La sola pro babilità che resta all'Europa di non affondare in una decadenza mortale è di trovare un compra messo fra le ideologie rivali che permetta al tempo di compiere la sua opera di pacificazione. L'oratore è stato indotto a riconosce re nel suo discorso che senza la politica delle sanzioni verso l'Ita "a, il «bellicismo» di Mussolini non si sarebbe esasperato, ed ha lodato Neville Chamberlain di aver compreso che oggi la pace non sarà garantita che stabilendo tra i popoli dei rapporti economi- ci che assicurino loro un'esistenza degna del grado di civiltà che hanno raggiunto. Rifiutare ai popoli il beneficio dei vantaggi materiali che debbono alla loro intelligenza, alle loro virtù morali e fisiche, ai loro progressi tecnici, è in certo qual modo spingerli all'impiego della forza distruttrice per acquistare con la violenza tirazzismo e dell'antifascismo, la politica dei Trattati di commercio e dei crediti internazionali». quello che non hanno potuto acqui stare con la libera concorrenza della Pace- « Se volessi rischiare una pre dizione — ha detto Flandin — di valga sulla politica ideologica del mento della pace a patto che pre valga sulla politica ideaologica del razzismo e del fascismo, dell'an Commenti a denti stretti sull'incontro di Varsavia Commenti a denti stretti sull'incontro di Varsavia La politica del "jamais,, ribadita in un discorso da Bonnet Parigi, 27 febbraio, [Nelle contingenze attuali la vi-isita del conte Ciano a Varsavia ' non poteva non attirare l'atten- ! zione di questi circoli politici e]diplomatici anche se non destina- ] ta ad avere ripercussioni tali da1 modificare sensibilmente la situa-! zione internazionale; visita che ili « Temps * trova «abbastanza na-'turale » come quella che deve ! permettere al Ministro degli E- i steri italiano di informarsi di quello che potrebbe eventua'.men- !te attendersi dall'amicizia polac-1 ca, mentre il noto De Kerillis profetizza le peggiori eventualità per la Polonia, qualora questa .venisse « trascinata * nel campo delle potenze rivendicatrici. L'organo del Quai d'Orsay tiene a sottolineare la cordialità delle accoglienze riservate nella capitale polacca al conte Ciano ed il tono dei brindisi scambiatisi sabato sera, che, , dice, « sottolineano soprattutto la tradizionale amicizia fra i due paesi ». Con a Varsavia. che bisogna ppquesto l'organo ufficioso sembra vo'.er limitare la portata della visita del Ministro degli Esteri italiano a Varsavia; l'articolista vuole ad ogni costo che l'esisten-1 za dell'asse Roma-Berlino e la totale concordanza della politica ! fascista e l'azione genera'e del I Reich nazionalsocialista rendano ' abbastanza difficile una cooperazione permanente e feconda dell'Italia e della Polonia nell'Europa centrale ed orientale, mentre l'espansione tedesca in quelle zone preoccupa vivamente, a suo giudizio, gli animi, E, pure avvertendo guardarsi dall'esagerare l'importanza delle manifestazioni degli studenti polacchi come reazione agli incidenti di Danzica, il « Temps » la considera come un sintomo caratteristico del nervosismo di una parte dell'opinione pubblica in presenza di quel che essa considera « a torto o a ragione » come una minaccia tedesca. « La Polonia — scrive il Temps — non ha senza dubbio ragioni per sacrificare i suoi interessi vitali nell'Europa centrale e orientale ad una amicizia tedesca, singolarmente esigente. Inoltre a Varsavia, dove non si crede affatto che la partita sia definitivamente giocata nella regione danubiana, si presta certamente l'attenzione alle reazioni che si annunciano in Romania, in Jugoslavia e persino in Ungheria, dove la scomparsa di Stojadinovic a Belgrado e di Imredy a Budapest costituiscono dei segni sui quali, malgrado certe dichiarazioni ufficiali ed ufficiose, non è lecito ingannarsi. Ogni evoluzione in tal senso se dovesse precisarsi, fornirebbe alla Polonia occasione di assolvere un compito di prim'ordine ed è questa una probabilità che il governo di Varsavia si guarderà bene dal compromettere prendendo una posizione che l'impegni per l'avvenire ». Da ciò l'organo ufficioso ne deduce, senza compromettersi, che è lecito ritenere che la visita del Conte Ciano non avrà risultati positivi, che nessun nuovo accordo, per quanto limitato possa essere, verrà concluso fra Italia e Polonia e che questa visita rimarrà semplicemente una cordiale mani-,f estazione di quella tradizionale ! amicizia italo-polacca che è nella!natura delle cose e che si spiega | con l'affinità morale dei due po-1 Stante a Gourdon, ne. Diparti- E^riB^net'elLt^'L^-: re alla creazione di una Federa-J z:one radicale socialista ha prò- nunciato un discorso nel quale ha! reso omaggio a Daladier rilevando le difficoltà da lui incontrate da un anno a questa parte. Ha ricordato la dichiarazione comune francogermanica del 6 dicembre scorso. esprimendo la speranza che essa costituisca la prima tappa verso lo stabilimento di quelle relazioni fiduciose che la Francia si augura di sviluppare con la Germania. Dopo aver rilevato come la solidarietà franco-britannica si sia after- I Ji 1 mata recentemente una volta dipiti nella questione della Spagna Bonnet è passato a parlare del riconoscimento della Spagna nazionale; in proposito egli ha ripetuto i due noti motivi dell'« umanitarismo » francese e del desiderio della Francia di non avere una nuova frontiera da difendere affermando che ?ra .quindi necessario che la Francia fosse rappresentata a Burgos. « La Francia — ha concluso il ministro degli Esteri — non Pi¬ lererà che sT tocchi il suo impero sovranità" S m^ffitatto il suo territorio. Nessuno può dubitarne né meravigliarsene ». _ , ,, , „,„ _ Quasìne lo stesso momento aMarsiglia l'ex-Presidente del Con- siglio Flandin, invitato dai dirigen- ti locaù dell'Alleanza democratica na criticato la mancanza di misu- ra tanto dei dittatori come dei ca- pi delle democrazie nel parlare dei grandi conflitti ideologici che dividono gli Stati, deplorando che «nel mondo oggi in preda alla follia* mentre tutti proclamano che una nuova guerra segnerebbe il declinare decisivo di un'era di civiltà che ha apportato all'umanità tanti progressi, alcuni sembrino studiarsi di rendere questa guerra inevitabile. La corsa agli armamenti eccessivi contiene in se stessa il ger»•»• della rovina materiale e del disordine sociale che non sarà meno distruttore di quella civiltà della guerra stessa. La sola pro babilità che resta all'Europa di non affondare in una decadenza mortale è di trovare un compra messo fra le ideologie rivali che permetta al tempo di compiere la sua opera di pacificazione. L'oratore è stato indotto a riconosce re nel suo discorso che senza la politica delle sanzioni verso l'Ita "a, il «bellicismo» di Mussolini non si sarebbe esasperato, ed ha lodato Neville Chamberlain di aver compreso che oggi la pace non sarà garantita che stabilendo tra i popoli dei rapporti economi- ci che assicurino loro un'esistenza degna del grado di civiltà che hanno raggiunto. Rifiutare ai popoli il beneficio dei vantaggi materiali che debbono alla loro intelligenza, alle loro virtù morali e fisiche, ai loro progressi tecnici, è in certo qual modo spingerli all'impiego della forza distruttrice per acquistare con la violenza tirazzismo e dell'antifascismo, la politica dei Trattati di commercio e dei crediti internazionali». quello che non hanno potuto acqui stare con la libera concorrenza della Pace- « Se volessi rischiare una pre dizione — ha detto Flandin — di valga sulla politica ideologica del mento della pace a patto che pre valga sulla politica ideaologica del razzismo e del fascismo, dell'an

Persone citate: Bonnet, Ciano, Conte Ciano, Daladier, Mussolini, Neville Chamberlain