L'organizzazione dell'assedio armato ai popoli giovani di Giuseppe Piazza

Berlino, 27 febbraio. I corrispondenti da Varsavia dei giornali berlinesi affermano che quei circoli politici competenti si dichiarano pienamente soddisfatti dello scambio di vedute fra il Conte Galeazzo Ciano ed il Colonnello Beck. E' certo, si osserva, che l'incontro è servito a far conoscere i rispettivi punti di vista in merito ai principali problemi interessanti i due paesi ed è altrettanto certo che l'amicizia tradizionale Roma-Varsavia sarà più che mai suscettibile di positivi sviluppi, in senso schiettamente europeo. Revisioni fatali La posizione della Polonia è complessa e complicata, lo dimostrano i suoi impegni che possono apparite contradittori ma che corrispondono a imperiose necessità contingenti. Un preciso orientamento in una determinata direzione non è pertanto ammissibile. Questa è la convinzione dei suoi dirigenti, i quali debbono o credono di dover barcamenare fra Oriente e Occidente, fra l'Europa e l'anti-Europa pur parteggiando personalmente per i nuovi ideali politici e sociali dei giovani, forti popoli dell'Asse. Ciò non significa per altro che un deciso orientamento nella direzione preferita non sia possibile. Lo sarà quando il processo di revisione e di assestamento determinato dal dinamismo costruttivo di Roma-Berlino avrà raggiunto altre tappe. E' da escludersi invece che la Polonia possa lasciarsi rimorchiare un'altra volta dalle forze dell'anti-Europa, per quanto allettanti siano gli adescamenti della diplomazia cosiddetta democratica, adescamenti che proprio negli ultimi giorni hanno raggiunto proporzioni quasi grottesche; si allude, in particolar modo, ad un'azione svolta simultaneamente dall'Inghilterra e dalla Francia, le quali, secondo riferisce il « Danziger Vorposten » avrebbero promesso alla Polonia mari e monti in cambio di determinate garanzie, prima fra queste quella di non aderire al Patto anticomintern. L'azione delle Cancellerie occidentali fa parte, evidentemente, dell'offensiva con cui ci si propone di arrestare 11 processo di revisione e di assestamento, di Impedire in altre parole una seconda o terza Monaco. Proposito assurdo, che rivela fra l'altro la più completa ignoranza di talune fondamentali leggi della storia. Quanto è avvenuto negli ultimi anni avrebbe pur dovuto insegnare qualche cosa. Infatti, dal '19 in poi, è stato un susseguirsi di istruttiva esperienza. Il Trattato di Versailles che doveva sanzionare eternamente la suddivisione fra vinti e vincitori, e quindi fra nullatenenti e abbienti, è ormai uri ricordo lontano. La Società delle Nazioni e relativo collettivismo sono definitivamente liquidati. La Germania non solo si è liberata di tutti 1 ceppi, ma ha rea lizzato il suo grande sogno, e, cioè la unificazione di tutti i tedeschi. L'Italia a sua volta è di ventata un Impero, forte, potente dinamico. Tutto questo in barba appunto a quel tal proposito di arrestare un naturale processo di revisione basato sul diritto e sulla giustizia. Nè ferree clausole di Trattati, ne | istituto ginevrino, nè sanzioni, nè [ricatti hanno potuto arginarlu. Esso ha seguito il suo corso fatale. Ora ci si illude di spuntarle ricorrendo alla forza bruta — ai colossali armamenti — ed a quella non meno bruta del denaro. II risultato sarà identico. iilhdbrttr«s. . . .. \ L imperativo demografico 6 . ìscrive laUpuò ri-lNessun popolo — «Frankfurter Zeitung» nunciare e rinuncia ai propri dl-]ritti vitali. Nella migliore delle ] ipotesi può rinviare il momento in Ucui formulerà le sue legittime ri- vendicazioni, la sorte delle quali | non dipende certo da una deter-1minata intransigenza armate, ben-'si dalla volontà inflessibile cheIscaturisce in 'definitiva dall'impe-jrativo demografico. Una nazione Igiovane, grande, forte non può\ essere soffocata in uno spazio as-| solutamente insufficiente. Esiste una legge sociale, internazionale ed è appunto ad essa che i popoli giovani fanno appello. Nè l'Italia, nè la Germania avanzeranno delle pretese praticamente inaccettabili se nel loro riguardo ci si mostrerà animati di sincera buo- na volontà. Naturalmente diviene! .,<• ti».*.*.*...»....... u...«uw, superflua ogni qualsiasi discussio- i ne se ci si ostina per miopìa, op-Ipure perchè si fa assegnamento sui icannoni a opporre un aprioristico categorico « no ». Analoghe considerazioni si leg gono nella t National Zeitung » la quale osserva che il gioco delle cosiddette democrazie può avere dei pericolosi sviluppi. I giovani popoli, costretti a vivere in uno I spazio soffocante, non possono 0| zione ai beni della terra e quindi seguono con la massima vigilanza il tentativo delle cosiddette grandi democrazie di organizzare una specie di assedio militare ed economico destinato appunto ad impe dire ad ogni costo che le aspira non vogliono e non debbono ri-1 nunciare ad una equa partecipa-\beni della terra e quindi! zioni naturali degli Stati autori- tari possano trionfare. Ecco perchè gli armamenti colossali e cerj te offensive economico-finanziarie i destinate a sbarrare la strada alla naturale espansione economica tedesca e italiana non solo costituiscono una grave provocazione, ma rivelano un deliberato proposito aggressivo. Il pericolo è quindi evidente. La « Koelnische Zeitung » si occupa degli ormai innumerevoli « jamais » per osservare che uno. e grossissimo, e che riguardava anche l'Italia, è stato abbandona- j to dall'oggi al domani: e cioè, ilj « giammai » che ancora fino a po-jche settimane fa costituiva il deit- : motiv» della politica spagnola del Quai d'Orsay, è stato abbandonatolnon spontaneamente, bensì, comeI il solito, a seguito della pressione insostenibile dei fatti, vale a dire la vittoria delle armi. Il * Wesdeutscher Beobachter » ha iniziato oggi la pubblicazione di una serie di articoli sul problema tunisino; ne è autore il direttore del medesimo grande quotidiano di Colonia, che ha compiuto un'inchiesta sui luoghi per arrivare alla conclusione seguente: « le rivendicazioni italiane sono assolutamente indiscutibili ». Giuseppe Piazza i fiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii L'organizzazione dell'assedio armato ai popoli giovani L'organizzazione dell'assedio armato ai popoli giovani Berlino, 27 febbraio. I corrispondenti da Varsavia dei giornali berlinesi affermano che quei circoli politici competenti si dichiarano pienamente soddisfatti dello scambio di vedute fra il Conte Galeazzo Ciano ed il Colonnello Beck. E' certo, si osserva, che l'incontro è servito a far conoscere i rispettivi punti di vista in merito ai principali problemi interessanti i due paesi ed è altrettanto certo che l'amicizia tradizionale Roma-Varsavia sarà più che mai suscettibile di positivi sviluppi, in senso schiettamente europeo. Revisioni fatali La posizione della Polonia è complessa e complicata, lo dimostrano i suoi impegni che possono apparite contradittori ma che corrispondono a imperiose necessità contingenti. Un preciso orientamento in una determinata direzione non è pertanto ammissibile. Questa è la convinzione dei suoi dirigenti, i quali debbono o credono di dover barcamenare fra Oriente e Occidente, fra l'Europa e l'anti-Europa pur parteggiando personalmente per i nuovi ideali politici e sociali dei giovani, forti popoli dell'Asse. Ciò non significa per altro che un deciso orientamento nella direzione preferita non sia possibile. Lo sarà quando il processo di revisione e di assestamento determinato dal dinamismo costruttivo di Roma-Berlino avrà raggiunto altre tappe. E' da escludersi invece che la Polonia possa lasciarsi rimorchiare un'altra volta dalle forze dell'anti-Europa, per quanto allettanti siano gli adescamenti della diplomazia cosiddetta democratica, adescamenti che proprio negli ultimi giorni hanno raggiunto proporzioni quasi grottesche; si allude, in particolar modo, ad un'azione svolta simultaneamente dall'Inghilterra e dalla Francia, le quali, secondo riferisce il « Danziger Vorposten » avrebbero promesso alla Polonia mari e monti in cambio di determinate garanzie, prima fra queste quella di non aderire al Patto anticomintern. L'azione delle Cancellerie occidentali fa parte, evidentemente, dell'offensiva con cui ci si propone di arrestare 11 processo di revisione e di assestamento, di Impedire in altre parole una seconda o terza Monaco. Proposito assurdo, che rivela fra l'altro la più completa ignoranza di talune fondamentali leggi della storia. Quanto è avvenuto negli ultimi anni avrebbe pur dovuto insegnare qualche cosa. Infatti, dal '19 in poi, è stato un susseguirsi di istruttiva esperienza. Il Trattato di Versailles che doveva sanzionare eternamente la suddivisione fra vinti e vincitori, e quindi fra nullatenenti e abbienti, è ormai uri ricordo lontano. La Società delle Nazioni e relativo collettivismo sono definitivamente liquidati. La Germania non solo si è liberata di tutti 1 ceppi, ma ha rea lizzato il suo grande sogno, e, cioè la unificazione di tutti i tedeschi. L'Italia a sua volta è di ventata un Impero, forte, potente dinamico. Tutto questo in barba appunto a quel tal proposito di arrestare un naturale processo di revisione basato sul diritto e sulla giustizia. Nè ferree clausole di Trattati, ne | istituto ginevrino, nè sanzioni, nè [ricatti hanno potuto arginarlu. Esso ha seguito il suo corso fatale. Ora ci si illude di spuntarle ricorrendo alla forza bruta — ai colossali armamenti — ed a quella non meno bruta del denaro. II risultato sarà identico. iilhdbrttr«s. . . .. \ L imperativo demografico 6 . ìscrive laUpuò ri-lNessun popolo — «Frankfurter Zeitung» nunciare e rinuncia ai propri dl-]ritti vitali. Nella migliore delle ] ipotesi può rinviare il momento in Ucui formulerà le sue legittime ri- vendicazioni, la sorte delle quali | non dipende certo da una deter-1minata intransigenza armate, ben-'si dalla volontà inflessibile cheIscaturisce in 'definitiva dall'impe-jrativo demografico. Una nazione Igiovane, grande, forte non può\ essere soffocata in uno spazio as-| solutamente insufficiente. Esiste una legge sociale, internazionale ed è appunto ad essa che i popoli giovani fanno appello. Nè l'Italia, nè la Germania avanzeranno delle pretese praticamente inaccettabili se nel loro riguardo ci si mostrerà animati di sincera buo- na volontà. Naturalmente diviene! .,<• ti».*.*.*...»....... u...«uw, superflua ogni qualsiasi discussio- i ne se ci si ostina per miopìa, op-Ipure perchè si fa assegnamento sui icannoni a opporre un aprioristico categorico « no ». Analoghe considerazioni si leg gono nella t National Zeitung » la quale osserva che il gioco delle cosiddette democrazie può avere dei pericolosi sviluppi. I giovani popoli, costretti a vivere in uno I spazio soffocante, non possono 0| zione ai beni della terra e quindi seguono con la massima vigilanza il tentativo delle cosiddette grandi democrazie di organizzare una specie di assedio militare ed economico destinato appunto ad impe dire ad ogni costo che le aspira non vogliono e non debbono ri-1 nunciare ad una equa partecipa-\beni della terra e quindi! zioni naturali degli Stati autori- tari possano trionfare. Ecco perchè gli armamenti colossali e cerj te offensive economico-finanziarie i destinate a sbarrare la strada alla naturale espansione economica tedesca e italiana non solo costituiscono una grave provocazione, ma rivelano un deliberato proposito aggressivo. Il pericolo è quindi evidente. La « Koelnische Zeitung » si occupa degli ormai innumerevoli « jamais » per osservare che uno. e grossissimo, e che riguardava anche l'Italia, è stato abbandona- j to dall'oggi al domani: e cioè, ilj « giammai » che ancora fino a po-jche settimane fa costituiva il deit- : motiv» della politica spagnola del Quai d'Orsay, è stato abbandonatolnon spontaneamente, bensì, comeI il solito, a seguito della pressione insostenibile dei fatti, vale a dire la vittoria delle armi. Il * Wesdeutscher Beobachter » ha iniziato oggi la pubblicazione di una serie di articoli sul problema tunisino; ne è autore il direttore del medesimo grande quotidiano di Colonia, che ha compiuto un'inchiesta sui luoghi per arrivare alla conclusione seguente: « le rivendicazioni italiane sono assolutamente indiscutibili ». Giuseppe Piazza i fiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii L'organizzazione dell'assedio armato ai popoli giovani

Persone citate: Danziger, Galeazzo Ciano