Tipi e caratteri delle regioni settentrionali

Tipi e caratteri delle regioni settentrionali La razza ià&li&km.gk. Tipi e caratteri delle regioni settentrionali Le popolazioni dell'Italia settentrionale sono prevalentemente di razza alpina ad ovest, prevalentemente di razza dinarica ad est, mentre la Lombardia è uno dei centri principali dell'Irraggiamento nordico. Zone alpine. — Presentano, come carattere comune dall'ovest all'est della cerchia delle Alpi la pift elevata brachicefalia, ma ad occidente hanno statura bassa, notevolmente inferiore a quella degli abitanti della pianura mentre ad oriente tale differenza, che pur esiste, è assai meno sensibile. In sostanza, le popolazioni alpine occitaniche avrebbero 1 caratteri della tipica razza Alpina, mentre quelle orientali hanno i caratteri della razza Dinarica. La linea di separazione dei due tipi è circa al 10" grado di long. Gr. fra le Alpi Camoniche e le Bergamasche. Esaminando in particolare le prime, esse si presentano in due centri principali, i Valdostani, con indice cefalico massimo 88,7, e 1 Valdesi con indice minore, fra 85,7 e 84.7: il Puné attribuisce questa diminuzione ad un miscuglio antichissimo celto-ligure (poiché egli chiama «celti» gli Alpini). Perà è da spiegare perchè fra queste popolazioni occitaniche si riscontri oggi una altissima percentuale di biondi puri — con occhi celesti — e cioè superiore al 17%; una delle più alte della penisola. Ora, la razza alpina o cevennola, è tipicamente bruna brachicefala ed anche gli antichi Liguri, per testimonianza concorde di tutti gli autori classici, per quanto dolicocefali, erano bassi tozzi e bruni, con capigliatura nera. Ciò dimostra le contraddizioni a cui dà luogo il sistema di voler studiare le razze riferendosi non ai soli elementi antropologici ma ad elementi etnici o politici di trenta o quaranta secoli or sono, cancellati o alterati tante volte dalla storia. In complesso, e in attesa di ulteriori studi chiarificatori, gli abitanti delle Alpi occidentali si possono ritenere in maggioranza di razza alpina (brachi bruni) ma fortemente mescolati con i tanti altri elementi razziali che nelle valli alpine passarono o trovarono rifugio. Piemontesi e lombardi Piemonte. — Gli indici cefalici delle provincie del Piemonte si presentano con una certa uniformità, variando le medie fra 86,7 e 84,7. Siamo dunque sempre in una regione fortemente brachice fala. Fa eccezione la provincia di Alessandria, ove la brachicefalia è minore, specie sui confini della Liguria. Il Pullò attribuisce questa diminuzione cefalica all'influenza della vicina Liguria, che tende alla dolicocefalia, il che è certo. Però egli, col solito volo di millenni, tende a far rimontare questa in fluenza alle antiche genti liguri (anteriori alla venuta dei famosi Celti) il che sembra non provato. La statura del Piemontesi è in media elevata: dalle statistiche d'elle leve di quattro anni (nati delle classi '93 a '96) risulta che il 58 % circa è di statura fra 1,61 e 1,7CJ e il 18 % circa, superiore a 1,70; stature dunque che concordano poco con quelle della attuale razza alpina o cevennola, la cui altezza media è di 1,63, e tanto meno con quelle degli antichissimi Liguri. Circa il colorito, il Piemonte dà una delle più alte percentuali del tipo biondo puro (e cioè con occhi celesti): superiore al 13%, e la più bassa media nella Penisola del tipo bruno puro. Lombardia. — Minore uniformità presenta invece l'antropologia delle Provincie lombarde, il che è ben spiegabile quando si pensi che la Lombardia ha avuto una storia asSai più movimentata del Piemonte ed è stata sottoposta a più diversi afflussi etnici. Il 75 % della popolazione lombarda è brachicefala, mentre il 25 % tende alla dolicocefalia, la zona prealpina, dal territorio verbanese ai circondari di Sondrio, elusone, Tirano, Grosotto si collega ai brachicefali alpini con una media di indice fra 86,7 e 84,7, ma i circondari della pianura presentano una uniformità quasi costante attorno alle cifre medie di 84,7 a 83,7, meno Lodi e Cremona i quali si risollevano agli indici medi di 84,7 a 85,7 collegandosi rispettivamente al gruppo valligiano Emiliano e al Mantovano. La regione lombarda orientale (provincia di Brescia e zona di Salò — si accosta alla dolicocefaJia, con medie fra 82,7 e 81,7. Gli Alpini di questo settore — 1 quali, come già si è detto — possono considerarsi in maggioranza di razza dinarica — hanno indici fra 85,7 e G3,7 e cioè inferiori a quelli degli Alpini piemontesi. La Lombardia orientale e settentrionale (Como e Bergamo) presenta una media elevata di alte stature (superiori al 20%); percentuali inferiori hanno Brescia e Cremona, e ancora relativamente inferiori, Salò, Chiari e Treviglio. Nonostante ciò, la statura media dei Lombardi è una delle maggiori d'Italia; ad esempio, ia classe di leva del 1896 nell'intera Lombardia ha avuto il 60 % circa di coscritti con statura fra 1,60 e 1,70 e il 19'/0 di stature superiori a 1,71. Influenze longobarde Per il colorito, la Lombardia segue il Piemonte con l'il % di tipo biondo e 44,5 % di tipo bruno. Si è visto che in Piemonte le popolazioni più brachicefale sono più bionde: in Lombardia, all'inverso, le più bionde si avvicinano al tipo dolicocefalo. Il Pullé vede in ciò la influenza innegabile del sangue dei Longobardi, che erano alti, biondi e dolicocefali. Invece il colorito bruno e la minore statura dei, circondari di Voghera e Bobbio deriverebbero dall'influenza ligure, coincidendo appunto la dolicocefalia ligure con il colorito bruno e la bassa statura proprie di quella razza. Analoghe considerazioni potrebbero valere per i dolicocefali di Brescia e Salò, anch'essi meno alti dei Lombardi del centro. Nel suo accurato atlante il Pullé ha cercato di rappresentare le linee generali somatiche di alcune popolazioni ricorrendo al sistema ingegnoso di sovrapporre parecchie fotografie tipiche in modo che la ripetizione rafforzasse i tratti comuni a molti di essi. Il « composito piemontese-lombardo » che egli presenta, ottenuto in tal guisa, dà una impressione ben viva dell'aspetto somatico di dette popolazioni. Si nota il viso lungo, la fronte alta, il naso dritto con base alta al livello della fronte, l'occhio incavato, il colorito chiaro; tutti elementi che confermano la prevalenza del sangue nordico. I cui tratti sono rafforzati dagli elementi mediterranei (liguri), i quali, come sappiamo, sono identici — all'infuori della statura e del co lorito — di quelli nordici. In rias sunto, le popolazioni piemontesi lombarde dovrebbero considerarsi composte unicamente di elementi nordici fusi con mediterranei ed alpini, con influssi dinarici Gli emiliani Emilia. — Nonostante le condizioni di suolo e di clima quasi uniformi di questa bella regione, essa si presenta, nei riguardi dei dati somatici, una notcvo'e eterogenei tà: giustamente il Pullé osserva che le divisioni politiche, cominciando da quelle antichissime delle stirpi galliche, hanno trovata la loro ragione nelle differenze etniche. Bisogna anzitutto distinguere la regione romagnola, la quale tocca alte percentuali di brachicefalia: fra 84,7 e 87,7. Per il resto, si può dividere il territorio in tre distinte zone segnate rispettivamente dal corso del Po, dalla catena degli Appennini e dalla fascia intermedia percorsa dalla Via Emilia. La prima è la più brachicefala, con medie fra 84,7 e 85,7 (Ferrara, Mirandola, Mantova) con qualche isola superiore. La zona elevata, montana, presenta un caratteristico saliscendi di cifre e tende alla mesaticefalia specie sull'Appennino bolognese (82,7-83,7, Porretta; 81,7-82,7 Castiglione dei Pepoli), tendenza che si mantiene anche nei mandamenti montani della Romagna. La zona intermedia, addossata ai due lati della Via Emilia, presenta analoghe oscillazioni che segnano la media fra la valle e il monte: gli indici variano fra 83,7-85,7 Anche nei riguardi della statura si può constatare la mancanza di uniformità. La sezione centrale (Reggio, Mantova, Modena e Bologna, parte di Parma) presenta elevate stature, mentre le due sezioni estreme, quella del nordovest e specialmente quella del sud-est tendono ad abbassarsi. Quanto al colorito, nell'Emilia predomina nettamente il bruno con diversi gradi di intensità: il biondo si ripartisce invece in modo omogeneo ma inferiore alla media italiana. Tutte queste caratteristiche possono far concludere che nell'insieme le popolazioni emiliane siano prevalentemente il risultato di mescolanze mediterranee e alpine con radi elementi nordici. / veneti Veneto. — La regione veneta si presenta somaticamente in modo uniforme, e questa uniformità si riscontra anche nei dialetti. L'indice cefalico oscilla appena fra 84,7 e 85,7: sole fanno eccezione le provincie di Verona e di Rovigo con indice inferiore, fra 83,7 e 84,7, mentre la città di Verona segna il minimo con 81.7-82,7. Se si spinge l'indagine dalle provincie ai mandamenti, si può trovare un dcJipFdcBqngbndpreoGGmsqmhcgnmnlbqUttvnindice inferiore di un grado — nei riguardi della merita <r<»™,.tiio un.'riguardi della media generale an zidetta — in alcuni mandamenti del Friuli, ed uno superiore, puro di un grado, nel circondario di Venezia. La statura è pure uniformemente alta: ad eccezione della provincia di Rovigo, che pur ha il 20 % circa di stature alte (superiori a 1,70), in tutte le altre dette stature rappresentano una aliquota che supera il 30 %. Eccelle il tipo biondo, dovunque sopra la media del Regno; i massimi sl hanno a Verona e Belluno, dal 13,5 al 15,5 %, a Vicenza, Udine e Zara dal 15,5 al 17,7 % ; nell'Istria, sopra quest'ultima cifra, In armonia, il Veneto presenta il massimo di occhi azzurri e cioè il 15 %, superiore alla Lombardia e Piemonte che ne hanno l'il e il 13,5 %. Inoltre, nel Veneto si riscontra il massimo di capelli rosso rame, fino al 9 %. E' da notare, per quanto riguarda la Venezia Tridentina e la Venezia Giulia, che nessuna discontinuità esiste fra le loro popolazioni e quella della Venezia propria. Anzi, i caratteri delle popolazioni venete sono, per cosi dire, accentuati sia nella Tridentina che nella Giulia. Identica ed anche più accentuata prevalenza della brachicefalia (70% brachi, 30% dolicomesi), fino ai casi di iperbrachicefalia. Analoghe alte stature fino a casi di gigantismo, identica prevalenza del colorito biondo, eccettuato nell'Istria e nel Carso. Tutta la popolazione delle Tre Venezie, infatti, è uniforme in quanto costituita da un'unica razza antropologica omogenea, quella dinoricn con alcuni elementi nordici in essa confusi e ancor più rari elementi alpini, Victor Mi j | Le nuove vetture popolari hanno cominciato a circolare sulle autostrade tedesche. Ecco le prime macchine che portano i giornalisti stranieri in un viaggio di prova

Persone citate: Bobbio, Mantovano