Donne che lavorano

Donne che lavorano conclusioni di un'inchiesta Donne che lavorano ■-Questa nostra inchiesta è stata\nlargamente seguita dalle categorìescointeressate. Lo provano le moltelievlettere giunteci da parte di donne' che lavorano, lettere elie mettono cmin piena Iure taluni problemi da «ctioi appena sfiorati, e per la tiran- R'nia dì spazio' e perchè non ro/Prn-lfmo che prendere contatto con una\hquestione che esigerebbe un I npiù ampio e profondo studio specie sotto i sìioì aspetti sindacati ed economici. E' interessante tuttavia prendere atto e dar conoscenza alle cate- gorie^ cui si riferiscono delle voci\tegiunte da ogni parte, scegliendo le «più significative. |f]Ci scrive una sartina a proposito mdei nummi salariali contemplati z dal contratto di lavoro: ! ta« Quante poche sartine sono ali corrente del loro contratto di la- rivoro! E quante poche, connscrn-] pdolo, sono m grado di farlo valere! s«Sulla totalità delle lavoranti ; osarte, circa 800 costituiscono le\m11maestranze dei tre o quattro principali laboratori che osservano scrupolosamente il contratto. Ma per le altre 5000 sparse nelle medie e piccole sartorie quali sono le condizioni di lavoro? Ragazze con pratica di sei o sette anni lavorano otto, nove e più ore al giorno per una paga che oscilla dalle 5 alle S o 9 lire giornaliere. E in molti piccoli laboratori sono lettera morta le disposizioni del contratto: ferie concesse e non pagate, niente SS" settimana, nessuna maggiorazione sulle ore straordinarie ecc. Mi si potrà rispondere rhc le interessate possono far va-\ lere i loro diritti reclamando la protezióne dei Sindacali. Ma quali sarebbero poi le rappresaglie da parte padronale verso la... protestante > ». Il problema delle cameriere è il più scottante, quello che ha provocato più lettere, tanto da parte delle padrone quanto da quella delle fantesche. Una signora di Torre Prllire dissente da noi circa l'opportunità di creare una scuola per le fantesche. Essa afferma che la differenza di metodi da casa a casa sarebbe una difficoltà relativa e che una cameriera esperta potrebbe adattarvisi in brevissimo tempo. « L'essenziale è che la fantesca sappia fare i lavori, essa afferma. E alcuni regolamenti si renderebbero poi necessari quanto alla paga, alle ore di lavoro, al giorno di riposo, ecc. ». E prosegue: « Va da se che la padrona deve essere al corrente dell'economia domestica e saper dare gli ordini nonché apprezzare il lavoro della sua dipendente». Giustamente la nostra lettrice rileva le difficoltà di impianto dì una scuola per cameriere per la quale occorrerebbe il materiale, cioè una casa arredata e persone da servire. « Propongo, essa conclude, di fondare delle case di riposo per persone anziane e con mezzi limitati (con una retta da S00 a 500 lire mensili) dove le ragazze che vogliano imparare il mestiere di fantesche, guidate da istruttrici, potrebbero istruirsi su tutto quanto è necessario i. Ottima proposta. Ma sentiamo l'altra campana quella delle dipendenti: « Io. per mia disgrazia ho fatto la cameriera per tanti anni ma so no sempre stata mal ricompensata e rimpiango di aver lavorato onestamente e scrupolosamente » Questa donna di servizio finisce con l'esclamare: « Bisogna ricono scere che anche le signore non sono più come una volta ». Molte parlano di limitazione esosa nel vitto, della costrizione a dormire in indescrivibili sgabuzzini dentro letti forniti di lenzuola assai dubbie e logore e miserabili «In 10 giorni che. sono rimasta in una certa rasa, dice una fantesca non ho potuto levare nemmeno le mie cose dalla valigia perche nel mìo stambugio non vi era neppure un tavolino con tiretto per rìporvì un fazzoletto ». Anche un gruppo di camerieri di un collegio religioso delle Liguria lamenta le condizioni di sbandamento in cui si trova la categoria non protetta da uno speciale sindacato. Quanto alle cameriere di ristorante un gruppo di addetti all'albergo e. mènsa sostiene che, in molte zone, specie della Venezia Giulia e Tridentina, se si riducesse anche solo del 50 per cento il personale femminile centinaia di camerieri troverebbero lavoro. Questa osservazione esorbita dalla nostra inchiesta. Diventa un problema nazionale. Ne prendiamo atto per dovere di cronisti. E. per finire, la lettera di una commessala negozio che parla del proprio pubblico. E' veramente curiosa: « Vorrei che consigliaste alle signore di essere meno cattive o per lo meno più coscienziose e di non pretendere rhe una stoffa da mo lire al metro venga data per 50. Sanno benissimo che un tale ribasso non e possibile. Di una camicia da notte da ìon lire me ne vennero offerte HO. E' vergognoso. Le signore dovrebbero mettersi bene in testa quanto possono spendere (sic) e non voler l'impossibile, poirliè romprendo benissimo che il mio principale ha molte spese e con le fatture e le trutte non si scherza. Le care signore vorrebbero la merce e i soldi ». E poi ri vengano a parlare di prezzo fisso! a. n. "roordetilcoamsepognchcohmrDrSlaeinnffi?«ttoSSTiIlNdr'RlafernEpmredtuctoin1Spat L

Persone citate: Torre Prllire

Luoghi citati: Liguria, Venezia Giulia