La fermezza di Franco di fronte alle manovre franco-inglesi di Concetto Pettinato

La fermezza di Franco di fronte alle manovre franco-inglesi La fermezza di Franco di fronte alle manovre franco-inglesi Parigi e Londra riducono le "condizioni,, ma vorrebbero introdurre nella Spagna nazionale il cavallo di Troia del perdono ai caporioni della Spagna rossa . sLondra, 18 febbraio. Il bilancio della settimana si chiude con un netto passivo per le Cancellerie di Londra e di Parigi {Time is money anche in diplomazia, e forse più in essa che negli affari), le quali sette giorni or sono erano partite a tutto vapore verso il riconoscimento del Governo di Burgos come legittimo Geverno di Spagna; ma sul più bello è risultato evidente che, mentre le bielle spingevano a tutta forza, le ruote giravano a vuoto. La politica dell'indecisione Londra dà segni evidenti di essere seccata dell'andamento di questo affare le cui indecisioni, le pazze pretese del vinti e le tergiversazioni coi vincitori, aggiungono al danno una buona dose di ridicolo. Non rifacciamo la storia di questa settimana, nel corso della quale si è visto una volta ancora come al carro diplomatico àell'entente sia attaccata una pariglia di cavalli che alternativamente tirano e s'impuntano. Quan- to durerà questo tira-molla ? A noi!interessa fino ad un certo punto: seguire le alchimie dei giPrnaUllocali, che mettono nei loro alam- dei circoli finanziari londinesi. pesce, va in cenere e fumo appena nella miscela si immette un reagente classificabile fra i diplomaticamente realistici. La nota dell'Informazione Diplomatica di giovedì, la protesta di Franco per le attività di Del Vayo e Azafla a Parigi, sono esempi troppo recenti perchè occorra sta- notte ricordarne gli effetti.Vale! soltanto la pena di segnalare come,qualche giornale batta in prudenteiritirata: si ricorderà che fino a pochi giorni addietro a Londra si è parlato di « condizioni » da porre al generale Franco per il riconoscimento, condizioni che collimavano con quelle poste da Negrin per la resa: cioè sgombero immediato dei volontari stranieri, plebiscito e amnistia generale: ebbene, delle due prime condizioni sui giornali inglesi non si parla più; la terza, seconde il collaboratore diplomatico del Times, è ridotta alla richiesta di assicurazioni che non vi saranno « rappresaglie in massa ». Lo scrittore dell'organo ufficioso prosegue dicendo: « Se queste assicurazioni saranno date, le possibilità di una tregua sarebbero molto più vicine od è ad ottenere simili assicurazioni che si rivolge ora l'attenzione britannica ». Sarebbe interessante chiedere a quali intenzioni l'attenzione britannica sia stata rivolta prima d'ora e sapere se, a tali intenzioni si sia definitivamente rinunciato o uidgdlsct siano state semplicemente rinviate ad occasione migliore. Ma sono domande cui il giornale non vorrebbe, anche se potesse, rispondere. Giova rilevare che questa riduzione ad un minimo che, in confronto alle <t condizioni » di dieci giorni addietro, sembra persino ragionevole, è il risultato di due fatti: la pressione della City e la concentrazione dei corpi armati di Fianco intorno alla sacca Madrid- BdVqvalenza. I gIl Sunday Times di domattina, ■in una nota del suo collaboratore Ldiplomatico, insiste sulla necessita, Lo e i e i a o - i!;—; iTi^rnazIonaTe^'nonl o: imnorrà ^ntpnL drastiche controlvUl:^^^^8^"*8™1^-6 contro!o- s" *Z™ 1 g„„£"; T,,,,., ,, r„ c ^^i^^^f^^JL^ f^re, uomo che il giornalista dice Lessere di grande riputazione e ^ vnotevole esperienza economica: la ,-persona scelta sarebbe lord B^rton, già Ministro dell'Aeronautica.,stFra 1 giornali della sera, lo SStandard ha il coraggio di chia- Smare «indecoroso» quel gioco che ' pdi fare presto con questo riconoscimento, giacchè un ulteriore ritardo potrebbe trovare l'offensiva di Franco ormai lanciata e le possibilità di negoziazioni diverrebbero sempre più difficili. Anche questo giornalista ammette che il Governo inglese non insiste più su condizioni, ma si accontenterebbe di una dichiarazione unilaterale del generale Franco e perfino di una autorizzazione data da lui per una dichiarazione assicurante che dopo la vittoria la Spagna nazionale non dssizlcnd! rrSoverno^PariglVdìcè, manda I cabbiamo definito di scarica-barile: | so,Bérard Bllrgos in una missione'Qi-^ li- ™ =_ |1che non compromette la Francia, I glasciando così all'Inghilterra l'one-']are di fare la prima mossa per il j nrlconoscimento. c« Queste indecorose manovre — ! l'prosegue — sono dovute al fatto Fche il riconosciménto del Governo' di Spagna è divenuto argomento! verirlPp^ EE^£oS^M mgds, dun colpo con lo stesso pistolotto suimpiegato stamane daXVHerald, che; ^ cioè è il Governo di Roma che isti-i cga quello di Burgos a insistere nel' rifiuto di accettare una resa a con-ltcdizioni, condizioni alle quali, si *»- Bdi bene, Inghilterra e Francia ten-Lagono tantissimo per averne U ere-Ldito e indorare con questa la pi 1- ; lolada far deglutire ai parlamenti. | secondo gli interessi nazionali ». Un precedente americano Il giornale conclude sparando nQuanto alla resa a condizioni, ri cordiamo agli umanitari democra^. tlcl di qui un precedente che è sen-1 scza dubbio democratico: alla fine,..della guerra civile americana,; 11quando i federali avevano la vitto- ' Pria in pugno, il generale Grant ri-1 aI ca_ | ddfiutò qualsiasi condizione e il suo avversario, il generale Lee, se voi le la pace, dovette andare a por targli la spada. Si potrebbe aggiungere che, conosciuta l'intransigenza di Grant, alcuni piagnucolanti del nord andarono da Lincoln (giù 11 cappello, signori umanitari) e, per convincere il presidente a ordinare a Grant di accettare le condizioni chieste da Lee, gli dissero fra l'altro che Grant era un ubriacone. Lincoln sapeva che ! Grant non era astemio, ma rinviò ji postulanti con queste parole: < Ditemi che qualità di wisky Grant beve e ne manderò una cassetta a tutti i nosrti generali ». Leo Rea sstabrn"EnsitefrSe La Polonia riconosce Franco Varsavia, 18 febbraio. La Polonia ha oggi riconosciuto formalmente il Governo del generale Franco in Spagna. Il Mi¬ dtfsalaSmchlorivnistro polacco presso il Governo , scrosso è stato richiamato, ed è im- inminente la nomina di un rappre-1 insentante diplomatico polacco re- [zijolarmente accreditato a Burgos, la Bérard si prepara a una nuova delusione Parigi, 18 febbraio. Il senatore Bérard ha avuto a Burgos un colloquio col conte Jordana, alla fine del pomeriggio. Del Vayo è di ritorno a Madrid. Sono questi i due soli avvenimenti della I giornata. Si attende ora l'esito dei j ■ „ , dj B s, I L£ nQn soltantB0 p , ; ed , Lond ma a MaJrid. ° II L'ultima insidia « Temps », commentando le Il « Un° stat? taftnÌnE1*s< lvran0 _ sentenzia il giornale !o lo si riconosce o non lo si ri-i conosce». I f^"' se lo Stato. nazionaf. sPa-! Le' Domanderà per l'ennesima l volta.Tconte JoS ,-anzie e deli indegni circa Quel r^raMstranieri Ma secondo il *Temns» - SSuMumè ^ndLnr^| SmoTu tXi^SSttdte dà p° .'t*™ S"n organo serio fanno; direttive generali che il Qua! d'Or- say avrebbe impartito al suo emis- sario, somministra alla stampa italiana una delle sue solite lezioncine col dire che è un grossolano errore il nostro di pretendere che la Francia subordini il riconoscimento di Franco a delle condizioni. che'secondo" le voci che sorridere; aggiungiamo soltanto corrono, QUella dei volontari stranieri e in 1uella ael volontari stranieri e ui generale del futuri rapporti fra ]a Spagna e l'asse Roma-Berlino, I non sembra essere in realtà l'uni-1 cd condizione che Bérard avrebbe ! l'incarico di fare accettare da I Franco: un'altra ve ne sarebbe, ei meno importante: l'amnistia , s volessimo aver p?ctenn0der;°diSfar: d'io su una questione terribil- mente seria, diremmo che il Un- guaggio di farmacista, il senso del discorso che l'accademico france-1 se si ripromette di tenere a Jor- dana ed a Franco, potrebbe rias- sumersi come segue: «Butta via ^ disinfettanti e ripigliati i mi-' crob[ Quale senso ha Infatti da' arte de|,a Francia e c|eiringhil-! tcrra qllesto jnVit0 al governo di Bureós di tirare un frego sul pas-! Lato% riaprire le braccia ai suoi1 Lemicl? H\ a senso dl una pura, s „ce manovra per introdur- ,f Spagna 1 fermenti necessaria a riaccendervi a breve |Chi vorrebbe mal supporre che scade .. 11 caP° della faPaSna nazionale! P°fa aver pensato un solo is ante a far s£ontare ai ml''.om dl inn°- centi che hanno subito per due anni e senza loro colpa le delizie del giogo rosso la responsabilità della grande tragedia che ha in sanguinato il Paese? Il primo ge-i ste del Caudillo arrivando in Ca-|talogna non fu forse quello di pub-I blicare un proclama per rassicu-i rare la popolazione? Gli aviatori nazionali non procedettero forse' "n™^ E ogni qual volta le truppe nazio-! nali occuparono una località, non, si assistette forse immediàtamen- te a fratcrnizzazioni commoventi; fra esse e la folla? Quale Capo di Stato portato dal favore popolare j Je responsabile davanti alla patria jgdolla pace interna di domani po tfebbe essere non diciamo cosi sanguinario, ma così sciocco da lanciarsi in una serie di notti di San Bartolomeo per prolungare il martirio degli innocenti e macchiare la propria gloria? L'appello dei franco-inglesi per quanto riguarda la popolazione delle Provincie del Levante è dunque senza scopo Franco non ha bisogno di inviti alla clemenza. Ma i franeo inglesi non pensano alla popolazione; pensano ai protagonisti del la resistenza e degli orrori che fJd j della ventiseiesima brigata che I hanno dovuto lnternare ieri nel f0fte di Mont Louis perchè non seminassero il panico fra la popo- hanno macchiato due anni e mezzo di regime anarcoide. Pensano agli Azafla, ai Negrin, ai Del Vayo, agli Urruti, ai Modesto, ai Companys e a mille altri peggiori di loro; pensano ai fanatici dei consigli rivoluzionari, ai bruciatori e ai massacratori di preti e di monache; pensano ai pistoleros: pensano al personale dirigente dei sindacati. Pensano ai • tremila anarchici I lazione di Bourg Madame. E' in nome di costoro che reclamano la indulgenza di Franco per essere ben sicuri prima di tutto di poter i Che sarebbe della pace Interna I del]a penisola cosi duramente pa- ! dovessero disseminarsi di nuovo gla ml£Uaia dl delinquenti volga 1 mpunlta7 ? le vlttlme del reMn1?? SJSSS'S TT* ?a 3è'. 0 lo sPettacol° dl demorah™10MirUtulto dalla fMMn f* dl <*ue la ^ente si risolverebbe ln Un 'Rimediabile discredito del i sbarazzarsi degli ospiti che hanno j cercato scampo al di là del Pire nei e la cui presenza diventa di giorno In giorno più importuna ai francesi; e in secondo luogo di de porre di nuovo in seno alla Spagna liberata il prezioso germe del disordine. a II metodo migliore regime. Nè all'uno nè all'altro di tali pericoli Franco può esporsi. Il decreto emanato a Burgos giorni or sono per la punizione dei I colpevoli e contro il quale l'opinio1ne degli Stati democratici fa il vi!so delle armi' è dunque irrevoca- b!le> e se fj senatore Bérard è £lunto al Palazzo del Cordon col Proposito di farlo cassare per po ter più facilmente indurre Negrin ad abbandonare la partita, eresia moc^ egli vada Incontro ad una| "«»"»«""»• Più abili d sembrano quegli In g'esi che a Londra consigliano di riconoscere Franco senza porgli condizioni di sorta. Ma non è im possibile che anche Parigi finisca Per abbandonare presto le proprie Pretese, sebbene, a dire il vero, Paul-Boncour su Paris Soir ne «ietta avanti oggi una terza non meno assurda delle due prime: °."ella che Franco lasci 11 campo libero all'autonomismo regionale, quell'autonomismo che, come tut ti gli scrittori nazionalisti sanno, e una creazione della massoneria francese nella seconda metà del secolo XIX. Dell'esito delle conversazioni di Burgos non tarderemo ad essere informati. Intanto Franco procede senza distrarsi alla preparazione dell'offensiva contro il Levante: ed è forse questa preparazione il miglior mezzo di cui egli! disponga per indurre gli avversarl a calare le armi, Concetto Pettinato .