GLI ULTIMI ORRORI della dominazione rossa di Riccardo Forte

GLI ULTIMI ORRORI della dominazione rossa NELLA CATALOGNA LIBERATA GLI ULTIMI ORRORI della dominazione rossa Visita a levi dalle Iwupgtto 1 ! 1 [(DA UNO DEI .NOSTRI INVIATI) Puigcerda, 11 febbraio. Le forze di Franco hanno occupato Puigcerda a 200 metri dalla frontiera francese poco prima, del tramonto di ieri, ciò che ha\permesso al Quartier generale di\anniinziare a mezzanotte la fine della guerra in Catalogna. Puigcerda. l'antico 'poggio &i\Cerdnryna, è stata dunque l'ultima *città di Catalogna liberata dal- !l'Esercito nazionale, l'ultimo palmo di territorio difeso dai rossi, l'ultimo doi:e la ferocia di quegli uomini primitivi, sui quali si è appoggiata in gran parie della Spagna la rivoluzione rossa, ha manifestato la sua forza cieca, quando già la Catalogna era conquistata da Franco. Esplosioni a ripetizione Stamane alle 11, a Puigcerda una delle più belle case della città è saltata bomba a ritardamento collocata dai rossi poco prima della fuga. Il pericolo di nuove esplosizioni non è scongiurato. Non si tocca in aria per effetto di uno|tPduti filo di ferro, non si accende ]un apparecchio radio, non si aprc.jun rubinetto poiché l'accensione di,suna radio, lo spostamento di un\stilo o di un cordane di acciaio può\zprovocare un contatto deliberata-ìfmente preparato dai militi rossi c*tt>i aria un edificio far saltare intero. Fino ad oggi, dal momento dell'occupazione — che è avvenuta poco più di Slt ore fa — si contano cinque esplosioni che hanno fatto crollare numerose case e hanno provocato anche la 7)ior(e| di due soldati della 6,1.a Divisione' e il ferimento di altri sedici. Puigcerda è stata liberata; ma j vive ancora sotto l'incubo della | dom/nnsiotie rossa che si prolnn-\ ga nei suoi effetti anche dopo la uezpentrata dei nazionali. La cittàìnon può essere raggiunta diret-\tamente dalla Spagna poiché le strade sono interrotte in più pun-> ti da sabotaggi di tale gravità da'. non aver potuto essere riparati con la celerità consueta. \I soldati della 63.a Divisioneìche hanno raggiunto Ptngcerdà\sono pressocchè isolati dal grosso delle forze franchiste, non hanno altro contatto col mondo che la frontiera francese, la quale è preclusa loro. I rifornimenti arrivano ancora a dorso di mulo. Gli ultimi feriti, quelli provocati dalle esplosioni delle case della città, hanno dovuto essere trasportati alla Seo de Urgell, a 53 chilometri di distanza, in lettighe portate a spalla. La strada oltreché interrotta, è minata per una gran parte. L'avanzata fino alla frontiera è avvenuta attraverso i monti per sentieri lunghi e difficili. Per questa ragione, il Corpo d'esercito di Urgell che avrebbe dovuto occupare Puigcerda alcuni giorni prima, ha raggiunto la mèta con notevole ritardo. Passano gli sciatori Per entrare a Puigcerda ho dovuto attraversare la Francia dalla frontiera del Perthus fino a quella di Bourg Madame, dopo avere costeggiato i confini dei Pirenei per 120 chilometri. La zona è occupata militarmente dalle forze francesi di polizia. Al Perthus, il contatto fra i rappresentanti politici dei due eserciti è avvenuto nel pomeriggio di oggi, quando il Prefetto dei Pirenei Orientali signor Didkou-skt si è presentato con alcuni suoi funzionari al Comandante spagnuolo della frontiera seguito poco dopo da alcuni alti ufficiali francesi. La frontiera é confusa, intricata, ingombra di gente di ogni specie, complicala di opposte precauzioni, ma nessun incidente ha turbato i primi rapporti tra francesi Ie franchisti che sono correttissi-j mi. L'ordine è mantenuto dalle\ due parti. I navarresi, stanchi dopo polverosi dopo un mese, e mezzo di marcia e di combattimenti inin ter rotti, sono seduti sul marcia piede spagnolo della strada inter nazionale del Perthus: dal marcia- : piede francese le guardie mobili parlano loro e domandano parti-, mlari ed impressioni personali dell'ultima avanzata. Poco prima di giungere, a Puig- cerdd dopo avere percorso la bel- j tissima strada francese affollata | di automobili di sciatori che indi/- teresti alle calamità fra cui pas- isano salgono a Mont Louis ed «Font-Romeu, una grande fumata' co/ire l'ampia valle e mille fuochi1 appaiono nella notte. A tre chilo- mctri dal confine spagnolo un ini- i.icnso campo di concentramento, dove sono ammucchiati militi ros- si, popolazione civile fuggiasca,].pongono tino strano paesaggio dilIguerra e di desolazione, qualcosa \che non è del nostro mondOj che donne, bambini, vacche, capre, mi', si è rivelato d'un tratto come 86 uscisse da una pagina di Sicncke-ì wicz. Un campo di concentramento Nella spianata che precede la frontiera, quello sterminato accampamento, quell'infinito accendersi di fuocherelli magri fra le erbe gelate dall'inverno, quelle voci di donne nella notte e quel tintinnio di campanelle del bestiame sparpagliato dappertutto, e.om- 1 ri riporta col pensiero alle lito! grafie delle campagne di Russia e 1 di Polonia. 71 campo si'estende per due chi[lometri ai due lati della strada, , \poi d improvviso appare il paesello \d> Bo'"'H Madame dove e la fron *<ero spagnola, Ho raggiunto \te™°rf *»«'orlo dl una strada !«'eme n un soldato che mi ha gin dato fino al Comando. Il colon-nello mi ha accolto in un gran pa-lazzo buio e abbandonato, dove sidistinguono appena il volto suo Puigcerda nelle notte camminando minata in- quello di un ufficiale ferito che è steso su una branda accanto a un fuoco di legna. Egli mi ha narrato gli ultimi momenti della lunga marcia di cui avevo seguito lo svolgimento, e mi ha detto di aver contato ieri, dopo l'arrivo a Puigcerda, trentacinque cadaveri di abitanti, sparsi nelle strade. Questa strage è l'ultima delle |tappe che si sono susseguite a Puigcerda, dove anarchici e comunisti avevano compiuto nell'estate del 1936 le terribili fucilazioni in massa che appartengono ormai ai¬ ]„ storta. E' impressionante il fai .jo che la guerra di ,sin ,-hiusa proprio con la conqui\sta rfj Puigcerda dove la rivolu\zmne marxista ha avuto l'ultimo ìfre)ìlito di vita La „uerra era fini*ta in tuìto l7 resto della regione: Catalonna si un solo paese era rimasto ai rossi e quivi si massacrava ancora senza ormai un pretesto difensivo: per odio e crudeltà. Riccardo Forte

Persone citate: Mont Louis, Puig

Luoghi citati: Catalogna, Francia, Polonia, Puigcerda, Russia, Spagna