" Udienza privata "

" Udienza privata " " Udienza privata " Son pìunto all'ultima sala. Più giocola, delle precedenti, più semplice, più spoglia, pare che inviti al riposo. C'è un riposo da dare anche all'emozione, perchè il cuore si rinfranchi. Forse per questo anche il prelato che se ne sta seduto su una seggiolina, là nell'angolo, legge un suo breviario ; un libriccnio che stride rosso a contrasto delle mani inguanta te di viola. Io so già che il Papa'snon è magro, non è alto: tanto •più mi dà soggezione la schiena curva e colma di questo cardinale che deve avere statura imponente, fi viso pallido, striato di sottili fili che lo venano, pare protenda tutta la persona nel naso grande e affilato come un rostro. Non muove ciglio Quando entriamo mia moglie ed io, e rispettosamente umili, sorridiamo al gentiluomo che ci ha accompagnati e che ci sorride. L'attesa non è breve. Non oso muovermi, uè guardare dalla finestra. Qualche gentiluomo, incaricato forse di avviare con noi conversazione, ci si avvicina, s'informa chi siamo, curiosa nelle nostre relazioni con Sua Santità. Sua. Santità ci riceverà tra breve. Sua. Santità è molto affaticato in questi giorni, e più lo sarà nei prossimi. TI gentiluomo se ne va, ritorna, se ne va di nuovo, ogni volta con un sorriso, raggiunge i suoi colleghi che sono di servizio nella stanza precedente. Sor ridono, ridono, e parlano anche di noi. Forse non era di compiacenza quel suo sorriso quando gli abbiamo detto che siamo milane si. Ma quando il cameriere segreto echiude la porta della camera del Papa e ci sorride senza guardare il gentiluomo, anche questi ti fa serio, accentua la sua com«unzione allineando alla gamba 10 spadino. Dalla porta alla poltrona di Bua Santità, nella biblioteca privata, sono pochi passi. Rispetto e curiosità sono altrettanto imperiosi. Non so non guardare, eppure, abbasso gli occhi, chino il capo, piegando le ginocchia. Jlia moglie ha fallo altrettanto e più vedo accanto a me la sua massa scura, il suo vestito nero e la mantiglia di pizzo che le scende, dal capo. Vedo anche i suoi occhi luccicare interrogativi, spiare da eotto le palpebre, fin quando si rinfrancano, fin quando una mano bianca le tocca il gomito, fin quando un'altra mano s'appoggia ella mia spalla. La voce del Papa ha alitato nell'aria, incerta, certo poche parole sole, più vocalizzate che pronunciate, ila noi rimaniamo in ginocchio, e guardiamo ora il volto bianco, l'abito bianco, il lucido nitore dei polsini inamidati. Il Papa ricorda. Par che legga con gli occhi fìssi nel cristallo delle lenti. Le lenti scintillano, e le pupille scure vi lampeggiano dietro come se fossero il loro fuoco. Quando gli occhi ci guardano si fan più dolci, sono buoni. Non sorride la bocca. E' un poco amara come se non debba concedere troppo alla nostalgia. Ci parla infatti di suoi ricordi lontani, di trent'anni prima quando andava a Monza e gli sorrideva il giardino della casa ospitale. Degli amici di allora quanti vivono ancora? Egli non 11 ha perduti, dice, anche se è stato lontano. Ha voluto loro sempre bene, e io mi ricordo le parole di una sua lettera che ho letto di recente, prima di partire per Roma, per essergli presentato; mi pare che ripeta per tutti le parole che aveva scritte a una madre per la morte di un suo figliolo, u Ella sa, Signora Concessa, quanto bene anch'io volevo al suo compianto figliolo, an- • . " - -"ohe perche ne volevo e me ne vo- leva il ladre suo e tanto mi ave- va raccomandato di volergliene ; raccomandazione che non ho mai dimenticata., sebbene le circosta 11- ze e particolarmente la lontanali " ... ' za ininterrotta nvabbia impedito di altrimenti praticarla che pre gando per lui ». Oggi ancora vuol bene, e si «ente. Oggi ancora, c'è nella sua voce la stessa uiriiltà di quel «signora contessali che vuol essere una modesta esortazione. E par che dica che a tutti ha voluto bene per primo, e che ne vuole ancora, amiche ora che li unisce tutti in un solo ricordo. Ma non vuole rattristarci. Noi torniamo da un viaggio di nozze, da Vienna. E anche di Vienna il suo ricordo è lucido e fermo. C'era nelle sue parole un'umiltà che. pareva essergli suggerita dalla stessa devozione che sentivamo per Lui, quasi che ogni sua giornata non cominciasse ogni giorno che come una preghiera e un sacrificio. » Domine, non sum dignus». Del sacrificio della Messa pareva aver fatto regola alla suaesistenza. e pareva anche in oguiparola più austera e dignitosa volere immettere la carità della sua missione. Con gesti lenti, con quelle sue mani candide pareva proiettare per primo se stesso in quel mondo ideale per il quale aveva vissuto e domandava di vivere. Ora che era Vicario di Dio sembrava voler ripetere ancora le parole che aveva scritto in un'altra lettera alla stessa persona sette mesi prima l'elevazione al Pontificato. «Dio e il Vicario suo hanno disposto di me senza di me, senza interpellarmi prima di disporre. Senza ascoltarmi dopo aver disposto ». Della nostra devozione, anche della nostra che gli eravamo soltanto umili, Egli si consolava. Ne attingeva «profonda e salda fiducia nel divino aiuto». Si confortava di «codesta unanimità di benevolenza con la quale sentivo chi- gli *i veniva incontro e che (//'• prometteva l'aiuto di tutte le buone volontà». Persino dei suoi ricordi e delle sue nostalgie pareva avere il pudore di parlare, _ quasi che esulassero dalla sua vita. Eppure nel suo vivido rievocare affioravano ricordi e immagini sorridenti, fraternità di amicizie alfe quali come uomo non voleva rinunciare ad essere devoto quasi anzi che di tutte le soddisfali;,ni che il suo magistero gli ave-a attribuito volesse riconoscere h parte che nella sua preparazione morale e intellettuale gli ave- zione non aveva dimenticato 7ano prestato i suoi compagni. Dalla folla degli anni e degli uomini traeva la sorgente della fiducia in se stesso. Tramite tra la terra e il cielo sentiva una cordialità umana, un'affettività solidale, quasi che soltanto riuscendo ad intuire i dolori e le gioie potesse alleviarli e moltiplicarle. Ogni sua parola si adeguava alla semplice verità delle nostre emozioni: sue erano le nostre sconfitte, sue le nostre umane speranze. Di questa bus semplice umanità soprattutto fui sorpreso. Quando ci congedò, con un tono di bonarietà manzoniana, ci disse: «Vi auguro che T)io vi conceda quanto desiderate, e come lo desiderate». Nella sottile distin- di comprendeie e di indulgere alla nostra meschina umanità. Per un padre spirituale egli compiva così il miracolo più grande: quello di capire il cuore degli uomini. Si alzò in piedi e ci benedisse. Poi sorrise. Non si sentiva certo vecchio nò stanco. E ancor oggi non so rivederlo che così, la croce d'oro sul petto candido e quela mano alzata in un saluto, più che affabile, paterno. Franco Bondioli Come è composto il Sacro Collegio II Sacro Collegio è attualmente composto dei seguenti Cardinali italiani, in ordine di nominai Granito Pignaielli di Belmonte - Sbarretti - Boggiani - Gasparri Enrico - March.etti-Selvugyiuni - Dolci - Ascalesi - Nasalli-Rocca Verde - Lauri - Schuster - Pacelli - Luvitrano - Bòssi - Fumusoni Biondi - Tedeschini - Fossati - Salotti - Dalla Costa - Sibilia - Marmaggi - Maglione - Cremonesi Piazza - Pellegrinetti - Pizzardo Caccia-Dominioni - Canali - Jorio - La Pinna - Cattani-Amadori Massimi - Mariani - Boetto - Mercati. I Cardinali stranieri sono: SkrAcnsky - O'Connel - Bertram - De Faulhaber - Dougherty - Vidal y Barraquer - Beh ulte Mundelcin - Segnra y Saenz - Van Roey - Hlond - Serèdi - Concalves Cerejeira - Mac Rory - Verdier Lame da SilvrAra - Linnart - Villeneuve - Innitzer - Tappouni Bundrillart - Snhard - Raspar Capello - Gomas y Tomas - Tisserant - Ilinsley - Gerlicr. ? . ,\Vi-, •i m I jp? . S. E Serafini, il Governatore della Città del Vaticano

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Monza, Roma, Vienna