II segreto dell'uomo grasso

II segreto dell'uomo grasso II segreto dell'uomo grasso Era un omone grasso, enorme, ancor giovane ; e negoziava in frutta. Cinque anni prima, venendo dal paese, aveva preso in affitto tutto un quartiere di sette od otto stanze, in un vecchio palazzone, in vicinanza dei Mercati Generali, e c'era rimasto. La mattina, prima dell'alba, era in piedi, scendeva, rumorosamente le saie, e, soffiando come un mantice, cominciava a ricevere i carri della, mercanzia. Orgoglioso del 6Uo mestiere, si vantava della sua frutta, affermando di aver sempre la migliore dei Mercati. Quelli che non lo contraddicevano a. questo riguardo, erano suoi amici ; a mezzogiorno in punto, quand'egli entrava, puntuale, alla trattoria dei Tre Cervi, tenuta dalla signora Filomena, potevano andarsi a sedere con lui a tavola, ch'eran certi d'essere serviti delle migliori pietanze e del vino più scelto, senza scomodarsi a metter mano al borsellino. Pagava Nardo Grippa e di buon grado. Amicone di tutti. Nardo Grippa alla trattoria dei Tre Cervi. Già, egli solo pareva che riem¬ pisse il locai», con quel 9110 petto enorme, con quel faccione di luna piena, sempre bonario, sempre sorridente. Di lui, la signora Filomena soleva dire ch'era un porta-fortuna, e che se una volta, o a mezzogiorno o a sera. Nar[do non veniva, le pareva di maaugurio. Ma in cinque anni, tal caso s'era verificato due o tre volte al massimo. Nardo passava la serata alla trattoria dei Tre Cervi: vi riceveva i commercianti per contrattare, il sarto che doveva fargli un vestito nuovo, il calzolaio che gli aveva promesso 1111 paio di scarpe adatte al p|ede spropositato. I compaesani, poi, che scendevano in città per due o tre giorni, sapevano dove, venire a trovar Nardo. — Nardo! Oh. Nardone ! Grandi abbracci, posto pronto a tavola, festa generale. — Nardone ! Ha un cuore grande come il suo petto! Se il compaesano, dopo cena, si dimostrava stanco: — Eccoti qua la chiave di casa. Dì a Lucrezia che ti prepari un letto e fatti una buona dormita. Non per nulla ho otto stanze! Che me ne faccio? Di quelle stanze, alle volte, ce n'erano tre o quattro, occupate da forestieri di passaggio. I quali, non solo, avevano bisogno dell'alloggio ma anche dell'assistenza di Nardone per il disbrigo di una questione o d'un affare. E Nardone, che, a mezzo dei Mercati Generali, aveva steso una re¬ te di relazioni, telefonava a diritta e a manca, raccomandando, pregando, consigliando. nefoI compaesani se ne tornavano) unal paese pieni di riconoscenza e|taraccontavano mirabilia di Nardo! sibGrippa. Specialmente sensibile era questi, per coloro, che, venendo dal paese, gli raccontavano del suo podere, o magari da quel podere gli portavano, secondo la stagione, un cestino di piselli o di rrutta. — Sono proprio del mio? — domandava Nardo, con gli occhi |zo brillanti di commozione. IO parlava del suo pezzo di terra come se avesse parlato d' una cara persona. — Eppure, non torni mai a rivederlo! — esclamava il compaesano. — E' troppo lontano. Difficile muovermi: son troppo grasso! Tutti ridevano. Ridevano anche le donne di cucina venute ad affacciarsi nella sala. Qualcuna di esse arrischiava, :nterloquendo : — Signor Nardo, siete un grand'uomo, laborioso, pieno di denari, tenete in affìtto un bel quartiere, oh perchè non sposate?... — Troppo grasso ! — rispondeva Nardo, e pareva spremesse dagli occhi inteneriti gocce di miele sul suo faccione dolce. Poi, lasciando che gli altri finissero di ridere, aggiungeva: — Non si ama due volte !... zo trla rimd'Poì dse nubelinbaNposacht.gGricprcedidoalamdeneGpacaGFi Ah, dunque, una volta Nardo- ne. una volta!... Magia, non era | forse comparsa, nel primo anno, una tal signora bionda, profuma-1 ta?... Che fosse lei?... Era pos-1 sibile ?... zo zo trai teneva No, lei non poteva essere. Quel-1la sola volta in cinque anni, era rimasta con Nardone un quarto d'ora al massimo, lì, nell'osteria, Poi, non s'era più veduta. | Ed ecco che una sera, nel mez- dell'estate, mentre Nardo in- una. tavolata d'amici! ì di compaesani, si trovò in mez- i alla sala, proprio come se fosse entrata dalla finestra, lei di nuovo, proprio lei, una vera libellula, tutta seta, con la testo lina bionda, ed un musetto di bambola. r<- 1 ,-,t r,■ i> 1 • i- Giuli ! Oh. Giuli ! — grido Nardo con un grido che gli scap- ' po dal cuore. E in un impeto,Lsalzo, senza badare alla tavola Lche traballo e.fece ruzzolare bot-, t.ghe e bicchieri. — Vieni c|«u;j'i[| . 1: IGiuli! Sei proprio brava! Ti sei ricordata!... Siediti qui!... Ti presento i miei amici!... Non hai cenato!... Bene!... Hai pensato di cenare con noi!... — Volgendosi ai commensali, che s'erano alzati sbalorditi : — Vi presento, amici miei, Giuliana Belli, grande artista... proprio come ce ne sono poche... Io la—ehiamo Giuli... Ma bisogna vederla sul palcoscenico, quando danza... e canta anche, se canta!... Qui, Giuli, accanto a me... Signora Filomena, ehi, ragazze I... Giuli - cena qui all'osteria... E' un onoa | re, per voi, sapete.., Bisogna che , vi lasci la firma... Non tutti i -1 locali possono avere la firma di -1 Giuli... Giuli era graziosa davvero. Si -1mostrò gentile con tutti. Mangiò a di buon appetito, rise, parlò dei o suoi successi e disse parole di , «rande affetto e di riconoscenza | per Nardo. Poi, fece chiamare un - lass';.e scomparve tra 1 saluti ge- uerallVT , , i! ~. N*'-J°-. "V" sapevamo che - i av<;8S1 d' 81 belle conoscenze I i i spose Nardo, con tono severo. — o PassKI,0 amli che n0„ ,a vpdo. Ma - ' j basta... E llon VP nP sielp ac. ,Lorti ,„.mmeno, voi. compaesani, a L,,-;. COmpaesana anche lei!... Lì, -, R, pot|(.re Pra ,lna raBazMrcia... ;j^,a capii che avPVa talento... la 'i mandai io in città... le detti i [disse uno della comitiva, per rom| pere il silenzio malinconico successo alla partenza della danza. 1 tri ce. : — Una sola ne ho avuta in I cuore, ed una sola ne ho — ri- i i i o o , e o l e , a i mezzi per studiare... Maestra di piano... di danza... di canto... E poi vestiti quanti ne volle... e poi... — E poi ? — Poi. quando fu in grado di volare, volò... Andai al teatro, la vidi; che grande artista!... Miglior soddisfazione di questa non potevo avere... — E tu? — Io?... Sono troppo grasso !... Rosso di San Secondo

Persone citate: Amicone, Nardo Grippa, Nardone, Signora Filomena