Le espressioni dello sdegno del popola per le calunnie dei pennivendoli francesi

Le espressioni dello sdegno del popola per le calunnie dei pennivendoli francesi I MORTI UI BLICf/VT Le espressioni dello sdegno del popola per le calunnie dei pennivendoli francesi I francesi non dovrebbero igno- Grare la storia della cicala e della formica, ina non hanno mai saputo applicarne alla pratica della vita la inorale. Che i francesi sitino dei cicaloni, adusati a dar noia con il monotono e sempre uguale canto delle loro boriose vanterie, è risaputo; devono però far l'animo alla certezza che nei tempi duri non più troveranno la mano caritatevole che porge loro il soccorso. Le dichiarazioni del signor Daladier alla Camera hanno il tono della querula invocazione della cicala; ma è troppo tardi; la stampa francese ha insultato l'Esercito italiano e l'insulto sarà vendicato. Questo è il sentimento del popolo italiano, sentimento che continua a rivelarsi chiaramente attraverso le molte lettere che ogni giorno riceviamo. Eccone una che è particolarmente significativa ; chi l'ha scritta è il Console della Milizia Pietro Bonino, maggiore di Fanteria: < Mi faccio dovere di restituire, a mezzo vostro, alla nostra amica sorella latina, il brevetto e la medaglia commemorativa della campagna francese. Come ex-combattente in terra di Francia, su cui ho versato anche parte del mio sangue, ho sempre avuto ed ho tanto più ora, tali motivi di risentimento per il poco cameratesco trattamento degli amici francesi, in guerra ed In pace, da non aver mai sentito 11 benché minimo desiderio di fregiarmi di questa medaglia, frammischiandola al gloriosi segni della guerra, guadagnati sul campi di battaglia italiani». Ed ecco un elenco, di nomi di persone che ci hanno scritto e che hanno inviato le loro offerte perchè le salme dei Caduti di Bligny ritornino in Patria. In ognuna di queste lettere si leggono fiere «spressioni di sdegnò "e di ribellione che rivelano l'animo pronto ad ogni prova di chi le ha scritte: Pino De Gaudenzl, Carlo Cristina, Maiolo Bogianchini, Beatrice Colognesi, Pier Luigi Albini, A. Loffredo ed altri che firmano a nome collettivo, come un gruppo di studenti e studentesse di Verona che hanno dato incarico alla loro compagna Giovane Italiana Bruna De Bonis di farci pervenire i fondi raccolti per costituire una associazione studentesca allo scopo di eliminare dalla nostra lìngua ì vocaboli stranieri. Ora la somma è destinata, come è detto nella lettera. « a vendicare i volgarissimi oltraggi degli ingrati francesi, indegni non solo di ospitare nella loro terra i nostri gloriosi Caduti, ma di pronunciarne 1 nomi ». In evidente contrasto con le ignobili espressioni dei pennivendoli francesi stanno le parole con cui i giornali inglesi esaltano il valore degli Italiani, parole che il popolo apprezza anche perchè altro non sono che affermazioni di una verità che ha avuto le mille volte le pili fulgide riaffermazxoni. Da Roma frattanto ci comunicano che un vecchio combattente, a bamalstgnteAteil notufrnivistdecuropetovoseteCariaptiSdaladeletetudidestmafgavuFndloriè tee CrirochintopMpI ctRsel-otenA G. Signorini, si è fatto interprete a nome di altri numerosi ex combattenti, della convinzione che ormai non è più tollerabile lasciare all'ingrata terra di Francia i nostri morti. « Da lunghi anni — scrive il Signorini — gli ex combattenti attendono il loro ritorno in Patria. A questa aspirazione dei combattenti si unisce oggi quella di tutto il Popolo italiano. Propongo che ai nostri morti sia data degna sepoltura sul colle di Superga a Torino, fronte alla Francia, tremendo monito ed eterna vergogna per quel vilissimo Paese ». Anche alla Federazione Fascista sono giunte molte offerte in denaro e polizze dì combattenti di cui ecco l'elenco: Somme in denaro: Guglielmo Fernex; Direttore e personale addetto alla Colonia Vittorio Emanuele III e Elena di Savoia in Loano; un anonimo; Giuseppe Rou. Polizze di ex combattenti: Antonio Fassione (Rivarolo Canavese) ; Guglielmo Fernex ( Torino). Il camerata Giovanni Grignola, appartenente al Fascio di Combattimento di Chivusso, ha rimesso al Segretario del suo Fascio la medaglia e il brevetto concessigli per la partecipazione alla campagna delle Argonne, accompagnando tale suo gesto con la seguente lettera: € Partecipando allo sdegno di tutta la Nazione per le ingiuriose dichiarazioni francesi sul valore del soldato Italiano, metto a vostra disposizione la medaglia commemorativa con relativo brevetto, affinchè venga restituita oppure gettata via, col solo rammarico di aver combattuto per la difesa di una Francia così vile ed ingrata ».

Luoghi citati: Francia, Loano, Rivarolo Canavese, Roma, Torino, Verona