L'ARMA DELLA MENZOGNA nelle tragiche giornale di settembre

L'ARMA DELLA MENZOGNA nelle tragiche giornale di settembre Gli ebrei L'ARMA DELLA MENZOGNA nelle tragiche giornale di settembre (DAL NOSTRO INVIATO) PARIGI, gennaio. Dopo il rifiuto cekoslovacco di accettare il memorandum di Godesberg e dopo quanto i giornali francesi definiscono il demi-làchage di Daladicr, ossia il rinvio della partenza per Londra di Daladicr c Bonnet, rinvio che avrebbe colpito profondamente Chumbcrlain, il meccanismo della guerra, manovrato dal fronte giudaico, è in piena azione e tende a funzionare fino alla fine. Hitler si è irrigidito sulle sue posizioni e, pur senza prendere misure militari estreme, autorizzate d'altronde dalla mobilitazione generale cekaslovacca, dichiara essere il memorandum di Godesberg la sua ultima parola e pone a Praga il primo ottobre come data per la consegna dei territori sudetici. Come risposta, Praga raddoppia le rappresaglie contro le m'moranze nazionali e perfeziona i proprii preparativi bellici. Anche Parigi e Londra, invece di andare al fondo delle cose e vedere che, tira tira, si trutta soltanto di divergenze dì procedura fra quanto venne deciso ed accettato a Berchtesgadcn e quanto rome fissato a Godesberg, sembrano assorbite soltanto da preoccupazioni di carattere militare. Il punto morto Gli è che la campagna sciavini sia, la campagna che indica come un'offesa al prestigio nazionale lanncome un'umiliazione l'accettare quanto si è già accettato, che predica la resistenza delle democrazie alle cnsidette pretese degli Stati autoritari, campagna condotta con violenza sempre più inaudita dal fronte giudaico, intacca come un acido gli stessi uomini che, a Parigi e a Londra, tengono in mano le leve del comando. Da numerosi indizi e da fonti diverse, si ha, difatti, l'impressione che i ministri del fronte giudaico abbiano preso il sopravvento in seno al gabinetto francese c che l'indeciso Daladicr stia per cedere di fronte alla decisione di Geroboama Rothschild, detto Georges Mandcl. Chamberlain stesso pare rassegnato. Non dichiara, forse, che i suoi sforzi sono « vittima di una vasta manovra slava, sovietica a Praga, comunista e internazionalista altrove»? Certo è che fra Parigi e Berlino non esistono più contatti diretti e un messo inviato da Chamberlain, air Orazio Wilson, tarda ad essere ricevuto da Hitler. Cosi il SS settembre, si è giunti ad un punto morto. Ogni via d'uscita sembra preclusa alla pace. E, mentre il termine fissato dal Fuhrer incomincia a- passare, la valanga delle false notizie, come una diga che salta, aumenta di furore, dilaga ovunque attraendo le genti di Francia nel cerchio del fatalismo della guerra inevitabile e comunicando a tutti la propria febbre. Successivamente, si viene a sapere che la flotta americana si è già ancorata nelle acque inglesi; che duecento aeroplani britannici sono giunti al campo di Avere con tutto il personale ed il materiale da, bombardamento necessario ; che Goering è moribondo ed Hitler in netto contrasto con il capo di stato maggiore tedesco. Chamberlain, si dice, non ha più autorità per governare: è superato dall'opposizione in seno al partito conservatore e nel proprio gabinetto. E, mentre si conferma un rifacimento quasi completo del Ministero Daladier, si assicura che Chamberlain se ne andrà e in un nuovo ministero entreranno Baifour, Churchill, Eden, Attlee con tre colleghi laburisti. Senza dilungarmi ad elencare le innumerevoli, piccole, false notizie, che contribuiscono a creare la psicosi di guerra, a suscitare il panico nelle popolazioni, l'angoscia nel cuore delle madri, delle mogli e dei figli, mi limito ad elencarvi le più importanti. Basteranno ampiamente ad edificarvi! Premetto subito, però, che un po' tutti cooperano a diffonderle e non solo 1 giornali, le agenzie, la radio, le leghe, i partiti e gli uomini di sinistra, ma anche l'uomo della strada e quegli innumerevoli personaggi, che la polizia politica tiene sempre sottomano per ogni eisogna. Che non solo da parte del governo non viene mai alcuna smentita o alcuna rettifica, ma certi uffici slajnpa di certi ministeri Di danno di nascosto una mano. E, fenomeno interessante, anche i Giornali, gli uomini e i partiti cosidetli nazionali, presi dal turbine, si prestano involontariamente al gioco giudaico. E, non so se volontariamente o involontariamente, si prestano i giornali di grande informazione, facendo dell'allarmismo nei titoli, snaturando il senso di una notizia nel testo, dando ad un'altra con la presentazione tipografica un valore che non ha e togliendolo ad una terza, che realmente l'ha, con il relegarla in fondo ad una colonna e in caratteri illeggibili. In questo, si distinguo no particolarmente Paris Soir e Paris Midi, dove, manco a farlo apposta, il giudeo Pierre Lazareff presiede all'impaginazione nella sua qualità di redattore cupo. Menzogne criminali Ma, nei giórni critici di settem ore, sono il Radio-Journal de France e l'Agenzia Havas ad eccellere nel lancio delle false no tizie, quelle più gravi, più perito rose e più criminali; sono questi organi ufficiali, dove il giudeo è re a diffonderle attraverso le onde ed i giornali per impressionare il pubblico ed influenzare gli stessi governanti. Fin dal 25, difatti, le varie stazioni radio e numerosi giornali, che già hanno truccato e troncato i discorsi del Duce nelle Venezie, noti cercano difatti di rassicurare l'opinione francese circa l'atteggiamento del nostro paese? Cosa insolita e che ricorda stranamente il '11, e il 'IH, non hanno Jorse parole gentili per RmvpgrlcEnAdinPmfvmlsvBsn l'Italia e per la sua gente? Non /'annunziano che « irresistibili y> ma- esnifestazioni filo-francesi avvengo- zno nelle principali città d'Italia, a' a ti . l a e e e a è ; i n e e n , r , o n n e , l e e 1 e i , i , l i o d i e o f a e i e e l i e i e e i e o a n r Roma, Milano e Torino specialmente? Il popolo, si dice e si scrive, percorre le vie, si riversa nelle piazze al canto della... « Marsigliese ». Sua Maestà il Re e Imperatore minaccia di abdicare, qualora si dovessero portare le armi contro <t la cara sorella latina ». E il Papa, di fronte a simile evenienza, fa domandare al Nunzio Apostolico se Avignone è in grado di ospitarlo. Il Nunzio risponde che il Palazzo dei Papi di Avignone non lo è; ma Fontaìncbleuu, dove Pio VII passò un lungo e più o meno volontario soggiorno, è perfettamente equipaggiato per ricevere la corte pontificia. Naturalmente, non manca l'annunzio dell'inevitabile attentato al Duce. Il 25 sera, l'agenzia Havas, sforzandosi di negare al ritardalo' viaggio a Londra di Daladier e Bonnet ogni scopo pacifico, lo presenta solo come un viaggio resosi necessario per prendere con Chamberlain e con i capi dell'esercito e della marina britanniche gli ultimi accordi nel campo militare dopo « l'ultimatum » di Godesberg. In tale senso, l'agenzia ufficiale, speculando sulla presenza a Londra del generalissimo Gamelin, in un commento sui colloqui londinesi, non esita ad insinuare: «La presenza del gen. Gamelin, capo del nostro stato maggiore, alla conferenza che riunisce di nuovo domani i ministri inglesi e trancesi, basta a dare tutto il loro significato ai colloqui di oggi». E, il giorno successivo, affinchè il significato di detti colloqui sia ancora più chiaro, essa lancia a grande orchestra un comunicato del Foreign Office, in base al quale il popolo di Francia può ferinamente crede-re che « in caso di aggressione armata contro la Cecoslovacchia, se la Francia mantiene i proprii impegni, l'Inghilterra e la Russia saranno al suo fianco ». In commenti successivi, l'Havas e il Radio-Journal de France lasciano volentieri capire che il comunicato è fattura di Nevìlle Chamberlain e di lord Halifax. Invece, sanno perfettamente che è opera di un semplice funzionario del Foreign Office e non impegna che costui. Di più, pur conoscendolo fin dal tardo pomeriggio del 26, i due organi ufficiali, dove il giudeo è re, preferiscono passarlo ai giornali e leggerlo alla radio soltanto verso mezzanotte, affinchè possa apparire e, in realtà, appare come una risposta definitiva al discorso pronunziato poco prima da Hitler. rfaimtopzdnimszunim| drj S; psinasi fpgzlgrnsaaaRpssUn discorso di Hitler falsificato Ora, a proposito del discorso di Hitler del 26 settembre, sarete, senza dubbio, curiosi di sapere se si è ripetuto la storia del discorso di Norimberga. Poco su poco giù sì, benché Bonnet abbia, in buona fede, cercato di evitarla. Le cose sono andate così. Verso le sette di sera, un ordine telefonico del ministero degli interni impone a tutte le stazioni radio francesi di non trasmettere per conto proprio alcuna traduzione del discorso in parola, ma di attendere quella che verrà inviata a cura del ministero degli esteri. Malgrado l'ordine, una grande stazione parigina, l'unica; forse, dove gli ebrei non figurano da padroni, dal momento che ha tutto pronto — attacchi, dischi, traduttori — decide di registrare ugualmente il discorso man mano che viene pronunziato e di farlo subito tradurre. Alle 22,30, arriva la traduzione ufficiale del Quai d'Orsay. Un confronto superficiale basta per rilevare fra i due testi differenze essenziali: parecchi passaggi, quelli soprattutto che lasciano la speranza d'una composizione pacifica del conflitto, sono puramente e semplicemente soppressi. Indignato, il direttore della stazione radio comunica a Bonnet la propria sorpresa. E, siccome il ministro degli esteri sembra mettere in dubbio la veridicità del suo interlocutore, questi si reca al Quai d'Orsay, dischi e traduzione nelle mani. Non è difficile a Bonnet constatare de visu et de facto i tagli segnalati, opera dell'ufficio da lui appositamente incaricato di tradurre e diffondere il testo integrale. Perchè l'ordine non è stato eseguito? Chi non ha osato elevarsi contro il ministro ? Non si sa. Si sa, soltanto, che i traduttori dal tedesco, accreditati al ministero degli esteri, sono quattro giudei scappati dalla Germania: Jacob Hans, Braun, Mustenberg e Bernst. Come se la radio non bastasse, i giornali si mettono di buzzo buono per svisare il senso del discorso del cancelliere. Paris Soir, pubblicandone un riassunto, fa parlare Hitler al presente. Nelle sue tre edizioni, esso stampa: «... Hitler parla dei 10 milioni di tedechi, che sono fuori delle frontiere del Reich ». Riferite col presente, le parole del cancelliere non sembrano alludere agli alsaziani, ai lorenesi, alle genti dello Schlewig, di Danzica, della Slesia, ecc.? In realtà, il FUhrer ha detto: « Due problemi sussistevano. E, 11, io ero obbligato a fare una riserva. Dieci milioni di tedeschi si trovavano fuori delle frontiere del Reich, in due 'grandi territori costituenti degli abitati chiusi. Erano dei tedeschi che volevano ritornare al Reich, loro patria ». L'allusione ai sette milioni di austriaci e ai tre milioni di sudetici — dieci milioni in tutto — è fin troppo evidente. Insipienza del giornale perciò a mala fede? Non si sa. Anche qui si sa soltanto che il redattore-capo del Paris Soir e, quindi, grande manipolatore delle notizie, è il giudeo Pierre Lazareff. Chamberlain ben conciato 2Von crediate, però, che il successivo discorso di Chamberlain del 27 sera, sia stato risparmiato. Qui, le soppressoli ed i tagli sono ancor più gravi. E a farli cooperano in misura uguale la Radio c /'Havas. Chamberlain dice per esempio: «Le misure di preeau zione non vogliono dire necessa' o a o è a a o i o i, e e e i, o n a o riamente che noi siamo decisi di fare la guerra o che la guerra sia imminente! » I francesi non sentono alla rudio questo passo importante nò lo leggono sulle edizioni straordinarie ed ordinàrie dei giornali. Come non sentono e non leggono quest'altro, ancor più importante: «Quale che sia la nostra simpatia per una piccola nazione, che si trova di fronte ad un grande e potente vicino, noi non sapremo in ogni circostanza impegnarci a trascinare la totalità | dell'impero britannico in una guerra per questa sola piccola nazione, j Se noi dovessimo batterci, sarebbe ; per problemi più vasti di questo ». Taluno potrebbe osservare che simili soppressioni possono essere involontarie, dovute alla fretta o alla necessità di sunteggiare. Giusto! Ma possono essere involontari i tagli fatti nel bel mezzo di una frase, quelli che chiariscono un pensiero, che spiegano un atteg giumento o illustrano nn'affermu zione, e per fare i quali occorre lavorare di bulino? Ora, i tagli del genere abbondano. Al settimo paragrafo, per esempio, il primo mi nistro britannico dichiara che gli sembra « Impossibile di arrivare ad un accordo, a meno che non sia assicurato un trattamento giusto alle popolazioni interessate ». La Radio e /'Havas saltano questo capitale presupposto. Trascurano semplicemente che a Chamberlain sembra « impossibile a?TÌuare ad un accordo ». Più sotto; Chamberlain insiste nelle sue argomentazioni, considerando come «non ragionevole » un'occupazione immediata dei territori sudetici c senza un accordo pl-eventivo per salvaguardare la parte della popolazione che non è tedesca e non vuole unirsi al Reich La Radio e Z'Havas trasmettono semplicemente che il Premier giudica le do-mande tedesche « sragionevoli ». Ilpassaggio successivo, che ne chia-risee il pensiero, finisco nel cesti-no come il precedente. Il discorso di Chamberlain rosconciato, poi, l Havas ha l'abilitàsatanica di farlo precedere dalVannunzio dell'ultimatum tedescoa Praga Questo ultimatum, sccondo l'Havas, dà tempo a Benesfino alle quattordici del 28 settembre per accettare il memorandumdi Praga. In caso negativo, niobilitazione generale tedesca. Unaìiotizia cosi importante, l'agenziaufficiale ' tardi di o di e, e o ù a e di n n e o e e, o e a o i t a e efrancese ammetterà più averla ricevuta dal suo corrispondente a Berlino, il qualsarebbe stato tratto in inganno da parole senza fondamento e chavrebbe tradotto in « mobilitazione generale » un rafforzamentdelle misure militari, prese dagoverno tedesco, come tutti i governi più o meno interessati nellquestione cekoslovacca, Ifa simile notizia, l'Havas l'hrealmente ricevuta o, piuttostonon se l'è fatta mandare? E perchè non potrebbe darsi che, sull'esempio della uicina consorellFournier, essa l'abbia fabbricatnella stessa piazza della BorsaCom'è possibile lanciare, senza controllarla, una notizia del genere? Il pensiero vola subito al 2 agosto lSlh, quando appunto Poincaré mobilitò senz'attendere la conferma ufficiale della mobilitazione generale tedesca. Di qui, apensare che il fronte giudaico, P'Hdrone rfelIUavaa tramite la Banque de Paris et des Pays Bas, abbia voluto ripetere lo stesso colponon c'è che un passo. Comunque, !'a»munzio della toobilitazione tedesca e quello della flotta inglese, gli intrighi multiple la valanga delle piccole false notizie, i tagli e le omissioni che svisano e deformano il pensiero deprimo ministro britannico, agiscono e reagiscono, si sovrappongono e si alimentano a vicenda, tanto così bene che, quando le ultimparole di Chamberlain cadono tristamente alla radio, la guerra appare alle porte. Chamberlain stesso, l'ungelo della pace della settimana precedente, per il popolo dFrancia é oramai un rassegnatopreso anche lui nel cerchio del fatalismo della guerra inevitabile. E la notte tragica incominciaPaolo Zappa