La Casbah di Algeri di Angelo Appiotti

La Casbah di Algeri La Casbah di Algeri Un quartiere in cui è bene non essere eleganti, una specie di corte dei miracoli che richiede una guida fidata ed un abito di circostanza (DAI- NOSTRO INVIATO) ALGERI, gennaio. « Volate vedere la casbah ? Priviti di tutto andate in albereta e toglietevi di dosso questi abiti tmppn eleganti; ma possale prima in un magazzino e compratevi un «font de malie» di nolane azzurro o etiki. Spenderete cento franchi in una delle tante botteghe ebree della rue rie Charlrcs. Mettetevi in testa un berretto e La casbah non ammette nella sua] vita la gente timida e corretta dot boulevard!!, odia colletti e cravut-\ te, è rimasta al foulard delle, operette di vent'anni fa. a te il vuoto, quasi il deserto. « Bisognerà che vi affidi a un mio uomo che sa destreggiarsi fra ìlpigliate un tono ria povero diavo- lo che ha in tasca dicci franchi e un buon coltello a serramanico \ I \I Certe vie, in certe ore... i«Così ci potete anche andare. nessuno vi dirà nulla, ma rial pri-1 rnò passo che farete nella città proibita, dalla prima rampa di scale che salirete, verso la triste collina, sarete di porta in porta\segnalato come un estraneo, htilUgli usci vi si chiuderanno in fac- Lda, una atmosfera di diffidenza ^vi accompagnerà nel vostro cani- mino. Non vedrete nulla della casbah, se non dei fantasmi Man- chi subilo svaniti dietro un ango-\lo di via o nell'ombra d'un porto- re e degli uomini sdraiali duranti ai caffé, indigeni intenti a giocareLa domino. E' nulla questo in quel fantastico mondo di perversione edi miseria, è il lato decente, c/iegli abitanti di questa cittadella in- vincibile, che s'eleva come una fortezza nel cuore d'una delle più belle città mediterranee, preseti- tono al visitatore che si reca las-\sii per mezza giornata alla ricer-j ca. di sensazioni forti; ma poiché'Vnomo della casbah intuisce in\ogni estraneo un nemico, un per-,sonaggio di un altro mondo, ma-]gavi un agente di polizia a cui e\bene nascondere anche le cose più jinnocenti, si ritirerà nel suo antro al tuo passaggio, la notizia del\tilo arrivo ti precederà di cento in\cento metri e tu troverai davanti i dialetti arabo-franco-semitici drquella città unica al mondo, chcconosce le vie, che non bisogna, in certe ore, assolutamente percor-rere, che vi eviterà di entrare incerti caffé da cui tanlo spesso nonsi esce con Is proprie gambe. Il mio uomo vi presenterà anche a madame Zonbida, presso la qualetroverete alloggio per una notte. t/n letto molto approssimativo su cui distenderli un paio d'ore. Vi potrete fidare di quella donna che è legata a noi da tante lontane faccende, che ci serve quasi fedelmente per farsi perdonare un commercio di polverine che la legge non ammette. Ma, tutto sommato, a noi conviene tollerare lo spaccio al minuto di madame Zoubida e venire a conoscere, per mezzo suo, i retroscena della casbah che ci sarebbero altrimenti preclusi; e, ogni tanto, diamo addosso alle fonti di rifornimento del brigantesco commercio che non sono nella casbah, ma sulle rampe, della stazione marittima, spesse volte protette da lucenti insegne di probe società di affari e ospitate in moderni uffici col telefono e la dattilografa parigina. «Perchè sarà opportuno, se vorrete conoscere veramente la casbah e non trascorrere fra le site miserie come un selvaggio in una esposizione d'arte, senza comprendere nulla, cioè senza sentirne la vera anima, che vi fermiate lassù almeno un paio di giorni; o se proprio non reggerete alla pio» va, un giorno e una notte potranno anche essere sufficienti. Il mio uomo (gii darete cento franchi al vostro ritorno in città, gli pagherete da mangiare e da dormire via attento ai liquori! Quando beve va fuori di sè e potrebbe coni' binarvi dei guai) è fidatissimo, ci serve da più anni senza farsi inai pescare da quell'altra gente... Era riuscito persino a entrare nelle buone grazie di Messali; e fu lui a dirci tante belle cose. E' reputato nel mondo arabo e della malavita uno dei loro ed è assai rispettato. Potreste recarvi lassil domattina e tornarne posdomani' all'alba. La vostra guida verrà in albergo a prendervi con un mio biglietto. Divertitevi e... bv<^\!fortuna. ». 1/ •! • . Verso ti recinto proibito ìCosi ci parlava il vice commis- \sario d'un posto di polista di Al-\ geri, un corso buon amico de'-'ì'Italia a. cui ci aveva indirizzatiìun connazionale che da molt'anniì è qui e che conosce vita e mira-I co/i di questa città, lo slesso che\ era stato il trait d'union fra noi ii notabile arabo di cui si è par- lato in un precedente articolo. Lairaccomandazione, era slata, come, si vede, assai efficace. Il mondo della casbah s'ava per aprirsi al\ nostro sguardo senza veli, avrem- . >»° conosciuto da vicino questo fé- inameno sociale di cui tutto il mon-\ gn parla e che sprigiona dai suoi 1 misteri e dalle sue ombre cupe „,,„ strano fascino a cui lo stra-. nie,ro qNj giunto non si sottrae, Vedremo che cosa è la casbah, re-\cinto proibito oi-e vivono i profu-U| di tutte le patrie, i trans fughi]Lji tulle le fedi, i naufraghi d'ogni ^cwiita. ;„offo di infamia in cni\ molta gente ha scorto nell'orrida' u pittoresco, in cui una lettera-' lum malata s'è affondata pal\trarne effetti di luce e di colori' cjIP j|an creaf0 „/ quartieri proÌ-\ hjn rfj Aiocn- „„„ fllln„ tanto fai-iL„ quanto vasta. [ ;/ portiere, dell'albergo si rallino',„n po' gli occhi vedendoci uscirtidall'ascensore quel chiaro mattinog j„ cns\ singolare tenuta. Ai clienti. dei nostro genere, quali almeno il| vestito barabbesco indicava, la' celebre casa che vanta la migliori'\cllcjna di tutta la sponda africa-Ij ,„.._ l'arredamento più signorile, i)|'servizio più silenzioso e corretto \ \non era abituata. Poi capi d'unì,subito, sorrise e ci indicò una per- i ].,„nn che cj attendeva. Affondato' \in nna enorme poltrona di pelle.i jpiccolo piccolo, un viso grifagno e' antipatico, un sorriso storto e un- j\ti,osa, delln mani sottili, lunghe i\rapaci, tutto un assieme fra il io- i sco e il repellente, il nostro uomo [era là, la personu di aii ci sarem-\ma dovuti «fidare ciecamente «iaspettava paziente il nostro arri-,rro. si alzò in piedi, ci salutò con'\e^a,ierntn devozione, ci porse un infl)ietto: le solite dieci parole .convenzionali di presentazione. \. Uscimmo dall'albergo ancora de . serto nei suoi fastosi saloni, ne, ,„,,/„ ingresso vigilato da dite ara- foj m sgargianti costumi, che un.soìe stupendo di primavera italia-1 na abbarbagliava la città già si-eglia e già fervida di grida e di gente. L'alba invernale sorge lardi in Africa, ma è già tepida e dolca come un nostro meriggio: e le strade di queste città mediterranee che il mare inonda la notte di tutta la sua salsedine, si svegliano il maltino profumate di pesce e d'amaro, sono d'un subito colme di popolo, risuonano di mille voci festose. E' l'ora del commercio ambulante, ogni via è una sola barricata di cesie ria cui brillano, stillanti di rugiada, enormi carciofi senza spine, occhieggiano come rubini freschi mazzi di ravanelli, si manifesto lutla la ricchezza di questa lena ove una zappa la fecondi e un rivolo d'acqua le dia vita. Sui grandi piatti di rimini mi/ioni di pesci traili dal mare nella notte guardano col tondo occhio immoto oll'innira e ancora un guizzo agita i dorsi arcuati: Ir ostriche hanno iridescenze di madreperla e rinfrangono come gioielli i raggi del sole dalle, valve ermetiche ammucchiate sui bancheroi2'- Odore e colore del Snd uaore e colore aei jna Dalle botteghe dei macellai giunge l'urlo dei capretti sgozzali e venduti ancora caldi; gii arabi li sventrano e li sezionano sulla via. il suolo è irrorato di tepido sangue. Tutt'attorno vibra la vita semplice dì questa gente che segue nella sua quotidiana fatica costumi millenari; la querula offerta del venditore di amuleti, il roco grido del mereiaiuolo che decanta le virtù di un baraccano, la voce, sommessa del mendicante che in tanto frastuono trova modo di farti giungere, l'eco delle sue pene, son quelli di sempre, quelli rhe, già si sentivano, e Cristo non era ancora ' „„,„ „„- mercati della Palestina \!fà^^à7niaìa iìf}»-enm un arabo di Algeri suddito rieìla Ter- za Repubblica da un arabo ridia ìLihia sottomesso dalle legioni d, \Roma. \ Siamo nella parte nuova dellae d'Arabia. L'Oriente è immutato da secoli nei suoi riti e nella sua 'eittà, la casbah è ancora lontana ìSuperbi palazzi, sorti trenl'anni faìper dare ad Algeri un volto degno Idi ospitare, di li a poco, le celebra-\zioni del primo secolo di domina- zione francese, fan fronte, sul boll levard Carnai. alla marina; laggiùisotto le rampe quasi a pe pendi, colo, è il porlo sulle cui acque scia bardano barche e piroscafi, rimar-\chiatori e svelte sagome di caccia- .torpediniere. Rue de Costantine s apre coinè una vena gonfia-di san\gne nel corpo vivo della città; è la «rande strada dei commerci minte li che conduce dai quartieri signo.rili dell'ovest alle contrarie ritmo rose della pre-casbah e della ca-,sbah; è, il compromesso fra l'orien-\te e l'occidente, il punto di coni] giunzione fra l'Africa e l'Europai ila zona in cui tutte le razze si mei\scolano, fraternizzano, creano quea', M'ibrido umano elicè la folla della ' banlieue coloniale francese. Ma la lme de Chartres, che si stacca da'nucleo modano della città e sal\leggermente verso la prima scaliinaia che ci immetterà sulle soglie [della casbah. è già decisamente', araba, ha già nella sua atmosfera i pesante l'odore del suri, profumo gli gelsomino e fetori innominabili.aspro sentore di droghe e zaffate | di povera umanità sudicia, è già 'simile alle strade indigene de'Cairo e di Port Said. ai quartierI/emettiti di Gihit/i, ai brulicant|firr,;i di Casablanca \ Siamo già nel tuo vecchio monìdo, vecchio arabo che aspetti sulla i porta del tuo negozietto di cui tul' fa la merce non vale mille franicfti, il cliente clic, giungerà fra tre ' ore o non giungerà mai, che li por j tra dare il guadagno d'una lira i.siamo già nella tua vita vera, tol i in bianca in baraccano che non sa [rinunciare anche nella più dura\schiavitù alla tua orgogliosa diignita, al tuo incedere solenne qua, si rituale, alle tue parche consa'pcvoli parole; che trascorri fra le piccole miserabili cose di una stia na esistenza che ti è stata impo \sta, ma che non è la tua, con uno sguardo di pacato compatimento' paziente e generosa come un iddio idi un'altra età. Rue de Chartres è , più vìva ancora di rue de Costan1fine, torme di fanciulli sciamano si azzuffano da nei/ozio a nego-\ zio. rubano una manciata di rial-' feri e scappano lontano. Il rendi-] tare, die s'è alzalo in piedi all'ini-. provvisti aggressione, torna a rise-] dere, senza una parola, senza tot! arido. Anche questa è una cosa della vita, i ragazzi rubano i datteri, i grandi li hanno rubali, tutto va come deve andare. Le botteghe di carta dipinta e dì stoffe ricamate espongono i quadri islamici su cui in caratteri arabi e un solo motto: Iddio: su un fondo verde compatto la parola sembra poggiata su una rupe, pei l'eternità. Ancora boi teghe d'ogni genere e d'ogni qualità, ancora tulle le merci per lo spirito e per il corpo, ehi ti predice l'avvenire e chi ti legiie ne'la più pura Umilia dei dotti un versetto del Corano, chi ti dà per due franchi un piatto di cnscus e per dicci ti spalanca te porte, del paradiso. Ma questa non è ancora la casbah. Lassù, ove finisce quell'erta di trecento scalini, son le sue porte sempre aperte e tuttavia quasi inviolabili. Comincia, questa disfalla, con un nome di vittoria: Rue Marengo. Angelo Appiotti La Casbah: tortuose viuzze ove s'addensa la più corrotta e miserevole folla del mondo ' Sotto gli archi moreschi passano le donne velate

Persone citate: Zoubida

Luoghi citati: Africa, Algeri, Arabia, Palestina, Roma