Un primo lungo colloquio tra Ciano e Stojadinovic di Guido Baroni

Un primo lungo colloquio tra Ciano e Stojadinovic Un primo lungo colloquio tra Ciano e Stojadinovic "A Belje parleremo di tutti i problemi generali e particolari che interessano i nostri due Stati,, (DAI, NOSTRO INVIATO) Bclje, 19 gennaio. Da stamane il conte Galeazzo Ciano è ospite del Capo del Governo jugoslavo, Invitato ad una serie di caccie che si svolgeranno rolla grande tenuta demaniale di Belje e, nell'ultimo giorno, a Petrovei, dove si incontrerà col Reggente Principe Paolo. L'arrivo del Ministro italiano in terra jugoslava ha ancora di più accentuato la festività di questo giorno dell'Epifania ortodossa. Le accoglienze che gli sono state tributale lungo il percorso dal confine a Beli Monastir ed in Belje Flessa confermano il rispetto, la cordialità e l'ammirazione che il popolo jugoslavo ha oggi per l'Italia fascista, per il Duce e per l'ospite gradito, legato anche da una personale amicizia con il signor Milan Stojadinovic. Gli sviluppi di una politica Il conte Ciano per tre giorni si fermerà al castello di Belje con il Capo del Governo jugoslavo e, pur rivestendo un carattere privato e sportivo, non per questo la sua permanenza in terra jugoslava va considerata priva di quell'interesse politico che del resto già la stessa stampa internazionale rileva. Dal patto di Pasqua del '37 ad oggi i contatti personali tra i due uomini di Governo sono stati frequenti e tutti improntati alla massima chiarezza e ad un'atmosfera di franca collaborazione. Collaborazione che, in questi due anni, è andata via via accentuandosi attraverso avvenimenti d'Importanza decisiva, dimostrando anche quan- to sia stata vantaggiosa per en- trambi e per l'Europa tutta quellapace. nell'Adriatico che trovò espressione nel Patto di Belgrado. E' di qua che prende le mosse su un piano concreto e costruttivo la politica estera del signor Stojadinovic. La progressiva liquidazione dell'influenza versaglista e societaria della Francia si può dire oggi un fatto compiuto. La Jugoslavia si è resa conto delle reali situazioni che via via si sono succedute e, forte della sua nuova amicizia con l'Italia e della collaborazione colla Germania, ha puntato con visioni realistiche — e qui risalta tutta l'opera del signor Stojadinovic — verso quella nuova attrezzatura politica ed economica che gli eventi più recenti consigliano per un definitivo assestamento di tutta l'Europa danubiana. I vecchi motivi di quella che fu la politica jugoslava sono definitivamente abbandonati. Sussistono invero ancora organismi, come (a Piccola Intesa e l'Intesa Balcanica, ma è bene rendersi conto che erano il prodotto della politica di Parigi e che oggi sono strumenti superati e resi inutili dalle radicali trasformazioni politiche prodottesi in questo settore europeo. Si può dire anzi che alla Jugoslavia va il merito di avere portato a suo tempo nelle due combinazioni politiche quell'indirizzo che il maturare di certi eventi comandava. Dopo l'incontro Ciano-Stojadinovic a Venezia nel giugno dello scorso anno, non devono essere dimenticati l'accordo di Salonicco del luglio '38 tra l'Intesa Balcanica, e la Bulgaria e l'accordo di Bled tra la Piccola Intesa e la Ungheria, a cui veniva riconosciuto il diritto alla parità militare. Ora questo stato di distensione morale nel Balcani non era che la conseguenza favorevole dell'azione svolta dalla Jugoslavia, orientata con il patto italo-jugoslavo verso quella politica che l'Italia, legata da tanti interessi al bacino danubiano, aveva da anni proclamata e perseguita. Dichiarazioni del conte Ciano Nel momento attuale la situazione della politica generale europea ha spostato i suoi centri nevralgici dall'oriente all'occidente. La tradizionale irrequietezza balcanica, che si prestava spesso alla speculazione dei più grossi paesi, alle loro mire, ai loro disegni, sembra oggi destinata a rimanere un ricordo dei tempi passati, in una politica di influenze, che non ha retto ed è fallita di fronte alle naturali esigenze dettate dalla posizione geografica di questi paesi. « Fra i nostri due Paesi — ha detto stamane il conte Ciano ai jriornalisti — non vi sono speciali problemi da risolvere o chiarire. Nell'incontro di Belje parleremo di tutti i problemi generali e particolari che interessano i nostri due Stati. Sono convinto che questo convegno servirà al rafforzamento dei rapporti di amicizia nel campo politico e culturale ». Tutta la stampa jugoslava sottolinea con grande rilievo le parole del Ministro italiano che riconfermano la feconda collaborazione fra Roma e Belgrado, indicando assai chiaramente la reciproca volontà di considerare fatti e situazioni nuove per i probabili e possibili sviluppi dell'azione comune. Monaco e Vienna segnano gli avvenimenti salienti di tutta la politica europea di questi ultimi mesi, con quelle conseguenze geografiche e politiche che hanno mutato la faccia a questa parte dell'Europa. Crollata la Cekoslovacrhia e con essa tutto il sistema politico che da Parigi a Praga si protendeva su tutti i Balcani, è nata oggi una nuova carta dell'Europa centro orientale basata su quelle 'rivendicazioni che Germania, Un igheria e Polonia hanno felicemen | te raggiunto. Ungheria e Romania A pochi giorni dalla visita del nostra Ministro a Budapest, Ciano e Stojadinovic si trovano a contatto ed è certo che nel colloqui politici che già si sono iniziati —• oggi al ritorno dalla caccia ha avuto luogo il primo che è durato una ora e mezzo — non trascureranno di valutare tutti i mezzi onde ri- solvere quei problemi che ancora, sussistono e che non sono tali del tto da non offrire facili possibi-|Iità d'intesa: ormai non ci sono|più questioni territoriali che pro¬ fondamente dividano questi Paesi.lLa politica italiana fondata nel-ll'Europa centrale sull'Asse Roma-jBerlino, sugli accordi di Belgrado,e sull'amicizia con l'Ungheria può oggi essere il tramite per l'inizio di quella collaborazione economica e politica tra Budapest e Belgrado, che la vicinanza tra i due paesi offre nel reciproco interesse. Sistemati i rapporti ungaro-jugoslavi su un nuovo piano d'intesa che da una parte garantisca le minoranze magiare e dall'altra chiuda ogni aspirazione ungherese nei confronti della Jugoslavia, l'Europa danubiana raggiungerebbe un profondo grado dT"distensione cheipotrebbe facilitare nuovi contattijdcogli altri Stati, si da dar vita lidun sistema politico ed economico che potrebbe estendersi in stretta unione con le due grandi Potenze 'dell'Asse da Praga a Belgrado a «Budapest, con prospettive di facile,allargamento a Sofia e Bucarest, La Romania infatti non potrebbe che vedere favorevolmente nel suo stesso interesse una simile possibilità che perfezionerebbe lo stato attuale", che può senza alcun dubbio considerarsi più che soddisfacente. La vicinanza a Roma e a Berlino tanto di Belgrado quanto di Budapest è un altro fattore po sitivo per lo sviluppo eiaTreahz-j 'zazlone di questo programma politico. Inoltre non bisogna dimenticare che da parte magiara non dovrebbero oggi esserci preconcetti di varia natura. L'affermazione del conte Csaky nei brindisi scambiati al Park Club col conte Ciano, che la politica ungherese nel passato come nell'avvenire intende stabilire, mantenere e sviluppare rapporti di ottima amicizia cogli Stati che coltivano relazioni amichevoli con le Potenze dell'Asse, elimina ogni dubbio al riguardo. La stampa straniera ha voluto al solito fare le sue anticipazioni anche su questo incontro di Belje. Si è parlato di un'adesione della Jugoslavia al patto anticomintern e di una possibile revisione della sua posizione nella Lega. Per il primo problema, lungi da ogni pronostico in proposito, conviene tenere presente che la Jugoslavia non ha mai riconosciuto i Sovieti e ha sempre stroncato all'interno ogni velleità comunista. Per quanto riguarda la Società delle Nazioni, Stojadinovic ha dimostrato luminosamente come la Jugoslavia intenda fare da sè la propria politica secondo i suoi Interessi e attraverso diretti contatti e intese bilaterali, libera da ogni influenza collettiva e societaria. L'attuale situazione danubiana rappresenta cosi una forza positiva nel quadro generale della politica europea per una pace operosa nell'Interesse di tutti. La tranquillità politica raggiunta dopo lungo tempo e rafforzata dalla intesa italo-germanica, la di cui potenza ha valso la sua realizzazione, offre la migliore garanzia per più vasti progressi. Guido Baroni ds L'offerta della fascia dell'amicizia all'Ospite (Telcfoto)