La Juventus giuoca la sua miglior partita si porta in vantaggio, domina, ma è raggiunta e superata dal Torino che s'impone nel finale per 3-2 di Luigi Cavallero

La Juventus giuoca la sua miglior partita si porta in vantaggio, domina, ma è raggiunta e superata dal Torino che s'impone nel finale per 3-2 11 punto decisivo all'ultimo minuto La Juventus giuoca la sua miglior partita si porta in vantaggio, domina, ma è raggiunta e superata dal Torino che s'impone nel finale per 3-2 reti : Caddoni <T.) al 17', cabetto <J.) jal 43' del primo tempo; Tornasi (J.)l.... . i r- / T- 1 ni ito' Panrinn, all'11', Ferrerò (T.) al .9'. Caddoni (T.) al 45' della riprosa. TORINO: Maina; Bufsì, Ferrini Galles, Allasio, Neri; Vallone, Baldi Caddoni, Petron, Ferrerò. JUVENTUS: Bodoirn j Foni. Var glicn 1; Depctrini, Monti, Varglien II Borei II; Defilippls, Cabetto, Toma $1. Husidoni. ARBITRO; Ciamberlini. [[ì[i\ agimmo mettere d'accordo iì\ributtato con l'andamento del gino eoi' Sarebbe fatica vana, che la Juventus ha avuto per i due terzi della gara la vittoria in pugno e, poi, a conti fatti, il successo è toc caio al Torino. Ad un minuto dal- la fine le squadre erano ancora sufirisultato di parità e per t « gra- i nata» pareva già gran ventura l'aver evitato quello smacco totale •che sarebbe loro toccato per una ! affermazione a pieni voti degli av-•ve.-sarì « bianco-ncH ». Maina para tutto Aveva segnato per primo, il Torino, ma poi era andato alla deriva. Non si trovava, su quel ter-reno e contro quegli avversari. Sulcampo non c'era più neve, perche il Municipio aveva provveduto al-lo sgombro, ma era rimasto uno strato di ghiaccio che, per qu ricoperto da un velo di sega rendeva quanto mai difficile ognimovimento. Per qualche minuto tutte e due le squadre avevano lot- tato senza risultati pratici controquella difficoltà di carattere sta- gionale, poi la Juventus aveva sa- puto prendere il sopravvento.C'era più ordine nel suo giuoco, un maggior senso pratico, una abilità sto uno ■ auantn quanromatura, ■ile orni, Ite ouill superiore. Tutto le riusciva ed ogni scatto tn avanti, aprendo paurose brecce nelle file « granata », parevu sfociare nel goal. Invece, come s'è detto, iì Torino aveva segnato per primo, e difeso poi con gran cuore e con non minore fortuna il vantaggio conquistato. Tutto il primo tèm-po, eccezione fatta per una deci- Ha di minuti di pregevole offen- siva « granata », era trascorso sotto il segno di una martellantesuperiorità juventino, sventata da ima serie di riuscite e spettaco- lose parate di Maina. Lasciato il posto suo fra i pali, il portiere del Torino aveva preso a lavorare quasi in linea con i terzini e quat/ro 0 cinque avanzate bianconere . ,_ _ -> . , . t'avevano tnta trovato, a difesa bat- di autentiche situazioni da rete Pareva ch'egli avesse stretto alleanza con il santo protettore dei [portièri e che tutto dovesse essergli favorevole, anche quelli che in partenza erano errori, unche le più arrischiale uscite. Passata senza guai una mezs>ora di spavento, il Tonno ve- implacabile neutralizzato, e [viva raggiunto proprio sul finire del tempo e si ebbe, tutti l'impressione che quel pallone scagliato in rete da Gabetto dovesse segnare la condanna della squa- d,:(l Che 7ielln qi0rnata non riu-i,,cjrn ad organizzarsi e non sa- i J)ern 0 non poteva far giuoco. Se Ed ecco, infatti, a conferma dell'impressione avuta nei primi 45', la Juventus condurre la danza per un'altra mezz'ora. Ecco il Torino ripiegare sempre più, e c'erano colori sui quali puntare • per ;0 ripresa, quelli erano i ! bianco-neri, ad occhi chiusi, • . Mezz ora di danza - [sempre più disordinatamente; ec ! ™ >' secondo goal juventino, e \ Borei filar via una, due. dieci val !'e al suo mediano, e Gabetto vi . . .avrebbero segnalo il crollo disordinato manipolo avversario, l La Juventus si imponeva come \ squadra. Niente da fare per il suo I portiere, e lavoro a zona libera ] dei terzini, mentre Monti era la mente distruttiva di un azione lo " re ai suo meo ano. e waoeuo vi- vere su margini de «fuori gino-'^ », J . . ' ,,„/„;: fuU 00»j e spesso oltre, per poter mi- minare in porta altri palloni che l '.<«••>*■>. i del 1 qica, implacabile, intelligente. Pa retta giunta al punto, la Juven \più da un'pezzo. Il suo era tutto ! un lavoro di tamponamento e di j affanno. I mediani s'erano uddos [satì ai terzini'e Baldi vagava fra . gli. uni e gli .altri. Ogni pallone, respinto era un'arma che s'offri Iva agli avversari perche potcsse \ ro colpire ancora. Allasio, il piùtus, di non soffrire più neppure il terreno, e, anzi, Depelrini eVarglien II se-ne erano fatto unalleato per far risaltare le loro doti di forza e di continuità. Ed il Torino? Il Torino, comeunità manovrante, non esisteva ,efficiente, piazzava passaggi chee li tre attaccanti rimasti — F erre- . . - - - • - ^ sqimwnoaeua Iona, lki ta dopo il vano vociare .tAntXs sfiduciati Que siancm, spanciati, yue niAMMU .Qitin tiri ijw riti ro, Gaddoni, Vallone — non potevano utilizzare, così sotto controllo come erano. Partita decisa, risultato segnato. Niente da fare. Ed un certo rammarico per lo squilibrio della lotta. La folla murili atleti - està la si-\ s Illazione sino ad un quarto dora circa dalla fine. Come una mazzata... scbcLsbasnnrtsnfhFu allora che un po' la Juventus rallentò la sua azione ed un po' il -Torino si scosse. Si ebbero prima tentativi di nessun conto, poi avanzate i/ià più minacciose,, UUflne una riscossa in piena re- [agòla. La coronò subito il punto]1che fruttò il pareggio. Venne ac-\ colto con entusiasmo, ma parve, vH per lì, il traguardo massimo.\s Resistere su quel due a due già\s significava un successo, per il] fTorino, che la Juventus avrebbe ilcercato ancora la vittoria in quei squindici minuti. Invece, anche i cbianco-neri avevano ormai dato atutto. In fondo, neppure ad essi dispiaceva quel punto preso jn dcampo avversario e, visto che bi-[sognava accontentarsi, ebbene, si [idii'idesse pure la posta... i1 Quarantesimo minuto. Attaccal il Torino, ma è controllato, cosltlorome lo sono, ora, nell'area oppo- m sta, tutti e cinque gli « aranfi » [mjuventini. QuarantàcinijHesinio ed^c ultimo minuto. C'è già chi s'avvia dverso le uscite per evitare la res-1 gsa. Il muro umano dei « popola-'-'mri» è punteggiato di drappi gra-.dnata c di fiamme bianco-nere. Ma Uchc spera ancora il Torino ? Che\tvuol mai fare Ferrerò che scappa'bvia con la pallai' Cosa spera? '.aCosa vuole? E' un attimo. Il ccn- \ rIrò parte, perfetto; Bodoira esceAcma con tanto così di ritardo e | f\ scaletta Gaddoni salta giusto, tocca di testa, mette in rete. Ed ecco il Torino, che era battuto, il Torino umiliato per più di mezza gara, balzare in primo piano, vit torioso. Ecco la folla impazzire Ìsugli spalti. Ecco la Juventus, co me colpita da una mazzata, bat|fii.fa. A'on ha neppur tempo, or! mal, per reagire. Quattro calci \ncll'ainwsfcra del trionfo avverlsario ed è finita. Restan lì, i bianco-neri, con le braccia che cadati lunghe sui fianchi. Salutano senza guardare quei guindict?ni!a che urlano. Allasio corre ad abbracciar Monti e pare un ragazzo che saltelli attorno ad una statua. La gioia dei vittoriosi è uno schiaffo per i battuti che avrebbero meritato di uscir essi pure a viso lieto da quel campo. La inghiotte tutti e negli spogliatoi gioia e sconforto avranno più aperta mani/estuatone. Se ne va anche la folla. Un gran toro scodinzola dal tetto di una automobile ed inizia dal corso Sebastopoli la sua passeggiata domenicale per le vie della città. I « tifosi » della squadra che ha vinto hanno già dimenticato l'ora di , [amarezza trascorsa; per gli altri ]111 stizza comincia ora... \ S'è raccontato cosi, come s'è visto, un Torino-Juventus appas\sionanle che non sarà tanto pre\sto dimenticato. A questo con] franto di notevole importanza per ila classifica del campionato e co si profondamente sentito dai giuo calori e dalle opposte legioni di appassionati, le due squadre non si sono presentate nella pienezza delle loro forze. Alla Juventus è [mancato ancora Rava, e certo la [assenza è stata di danno noi evo- ile, ma la attuale buona effMen¬ alza complessiva dell'unità, U va- qgirgvsr lore di alcuni elementi — Foni, i mediani, Gabetto — il lavoro massacrante di altri — Tornasi capintesta — c in gran volontà dei rimanenti, hanno'egualmente garantito all'insieme un funziona. 'mento di prim'ordìne. Sulla linea del giuoco svolto ieri la compaUrine non meritava d'essere battuta. E' vero, però, ch'essa avrebbe dovuto, (lato il predominio avuto per lungo tratto della gara, realizzare di più e mettere più Acautamente al sicuro il risultato favorevole che era giunta a con- r i a è a - r, ; , , . quistare. E" fatale, nel calcio, che si paghino cari gli errori nei quali si incorre nei "momenti di vena. Borei, l'attaccante che ebbe le migliori occasioni per garantire la vittoria ai suoi colori, non seppe sfruttarle. Le sciupò, anzi, con tiri nettamente fuori bersaglio^ mentre assai più utili sarebbero risultati dei centri che avessero dato ai compagni di linea possibilità di intervento. Le condizioni di inquadratura del Torino erano ben peggiori, mancando, alla formazione tipo, il portiere, un terzino, un attaccante e non essendo neppure tutti i presenti nelle normali condizioni di salute e di efficienza. Di ciò va tenuto debito conto in sede di giudizio. Il qual giudizio dovrebbe essere severo per molti ed è mitigato dal risultato. Sul campo non sono stati proprio i sostituti a deludere e, ansi, Maina ha praticamente salvato la sua squadra non in una, ma in mezza dozzina di situazioni disperate, e Bussi s'è battuto ammirevolmente bene, e Vallone all'estrema ha avuto spunti efficaci. E' mancata a tratti (oh, quanto lunghi!) la unità come complesso operante. Tradita dal terreno, suggestionata dall'avversario, annebbiata nel suo giuoco. In Torino non sa, a volte, avere l'autorità, la caparbia volontà, la potenza della squadra di rango superiore. Spesso non imbocca, in gare difficili, quella via di mez~o nella quale riescono a rifugiarsi squadre pift esperte, meno nervose: o tutto gli riesce o tutto gli va male. Nel secondo casa, invano cerca di raddrizzarsi. Subisce. Ieri Petron non ha contato nè come tecnico nè come combattente, e della sua inefjMenza ha risentito assai Neri, che s'è trovato oberato di lavoro difficile. Alla mezz'ala opposta è mancato pure Baldi, non già per scarso impegno, che, anzi, proprio a lui tocca la palma dello « sgobbone N. 1 » per l'estenuante viavai dulia difesa all'attacco, ma perchè al posto suo non c'è stata mai, togliendo, per dedicarsi ad altri compiti, sia pure utili, la sua collaborazione alla prima linea. Non è in I '.periodo di vena, il Torino, e que- IsR(CpSll'tGnlsmcdducrtncltmuqcaci i- a sta vittoria lo può aiutare. Perciò va salutata con piacere, nella speranza che gli serva in tempi migliori. Del resto, nel buio qualche luce c'è stata: Maina e Buscome s'è detto, Allasio e Gal- Z ràtefòìStf Hù™,«r« , }-\giustiticato eventuali dui e^ze, ma é1 ,odcv iViSì^ìe™! Vlu fu o rotò voci e per lo più Son \tari- néssLio file da aiustmetóe " *J&J*S*" »m',t,"care ai' a n sé di o z- lea (il primo assai più del secondo), Ferrerò e Gaddoni per l'abilità conclusiva. Il tanto discusso centro attacco non ha sbaloidito, ma ha saputo esser calmo e sfruttare due occasioni come solo un campione avrebbe potuto. Altra nota lieta, la coircttczza delle squadre. Il terreno avrebbe Le cinque reti Dei aoals s'è detto, ma la ero naca vuote ancora qualche det taglio. Ad un quarto d'ora di pres sione juventino rispose, al 17.0, a !'a prima rete di Gaddoni. Azioa, «e sulla destra, passaggio di Baiolone di Foni tunio) e tiro a Palla saettata con e-1 di al centro, san to1 (autentico infortii i- colpo sicuro. Pali ne violensa e precisione. Set parate |di Maina, fuori porta,t sui piedi i-'degli attaccanti opposti: una colsi lezione di interventi audacissimi 0' e fortunati. Al 43.0 Borei a Defl- il Wpm, " Gabello, che gira vi reunite da pochi metri. Imparabile. r- ì Dominio bianco-nero nella riad prosa. All'IT l'azione della sèconza ! da segnatura juventino s'intóia e-1 con Gabetto in « fuori giuoco », ro [continua con un passaggio a Tee-1,masi e si conclude con una fnctiai'"'" alla quale Maina non può ol- opporsi. Tiri a lato di Borei, por !*«.." .""'»'"" * aola a" ta i. granata » stretta d'assedio. Atterramento di Borei ad opera di Neri e. in campo opposto, a, Gaddoni per intervento di Varglien I. Pareggio al 29'. Petron a-[Òaddoni-Vallone e centro. Bodoiso ira non esce e Ferrerò realizza rin io zta ro davanti alla rete. Il punto risolutivo è già stato descritto. Fuga e centro di Ferrerò, testa di Gad doni, pallone alle spalle del portiere. Quindicimila gli spettatori, centocinque l'incasso. Cielo coperto. 'in no\Temperatura rigida. Autorità ni- ; tribuna. t Luigi Cavallero

Luoghi citati: Galles, Torino