Rimesse sotterranee in funzione di rifugi antiaerei

Rimesse sotterranee in funzione di rifugi antiaerei Un problema che ha mutato aspetto Rimesse sotterranee in funzione di rifugi antiaerei E' affiorata in questi «/rimi tempi nella cronaca del nostro giornale la questione dei posteggi automobilistici, occasionata dal proposito dell'Azienda tramvie municipali di istituire una grande linea filoviaria con passaggio in via Roma, e successivamente sviluppata anche attraverso proposte che hanno trovato viva, eco presso i conduttori privati. Dal canto proprio il Municipio è intervenuto a disciplinare il posteggio del secondo tratto della stessa via Roma, limitandone la durata a noni più di mezz'ora per ogni autoveicolo, mentre, eliminati i padiglìo- ni da piazza San Carlo, questa stata posta in grado di accogliere un numero maggiore di macchine, divenendo una delle zone di posteggio più considerevoli del centro. Ma il problema sarebbe così risolto? Trattando lo stesso argomento, il Messaggero scrive per Roma: «Non c'è bisogno di intrattenerci molto, qui, sulla utilità dei posteggi e sull'ingombro che, d'altro canto, creano nelle strade battute dal traffico. E per quante siano le strade e per quanto possano essere impiegate al massimo nell'uso dei posteggi stessi, questi difetteranno sempre, perchè il numero delle macchine è notevole e diventerà enorme e perchè le nostre strade centrali sono le meno adatte a contenere col traffico normale file di automobili in sosta che ne diminuiscono ancora la già stretta, sede. Le piazze? Per quanto esse siano ampie, non riusciranno mai a contenere la massa di auto/mobili in sosta e, quel che più conta, in lunga sosta. Accenniamo qui, ad esempio, al danno che l'estetica viene a soffrire, come si può facilmente constatare, in piazza Colonna o in piazza Barberini, le quali piazze, in certe ore del giorno, sono invase da centinaia di macchine fino a perder la loro caratteristica fisionomia od a confonderne i classici lineamenti ». Ciò che vale per Roma, può valere in scala ridotta, anche per Torino. Si prospetta pertanto un'epoca non lontana in cui, se al pedone locale e al turista sarà concesso dì godere ancora della città, delle sue vie e delle sue piazze, si dovrà impostare a Torino come a Roma la necessità dei posteggi sotterranei. Vuotare il sottosuolo delle piazze per lasciarne libera la superficie, adotando un modus vivendi tra la macchina sempre più indispensabile alla vita moderna, e l'uomo, le centinaia di migliaia di uomini e donne, che vanno a piedi. Problema universale, che a Londra/ ad esempio, si pensa di risolvere addirittura con la creazione di una città sotterranea, i cui isolati dovrebbero essere altrettanti parchi, forniti di sollevatori automatici, e le vie, arterie per il movimento delle automobili. A Torino non si è ancora arrivati a tanto. Esiste invece, presso di noi, un altro problema: quello delle pubbliche rimesse. Ce ne siamo occupati la scorsa estate, rilevando che delle macchine in circolazione, parecchie migliaia beneficiano di rimesse private: le rimanenti sono accolte in un centinaio di rimesse pubbliche (l'elenco telefonico ne annoverava in quel periodo 110); e salvo due, di cui una in via Madama. Cristina capace di ospitare 150 macchine, e l'altra in vìa San Francesco da Paola con spazio per un centinaio, tutte le rimanenti disponevano di un complesso di posti che oscilL lava tra un minimo di trenta e un massimo di sessanta. Soggiungevamo che ciò bastavo a fissare i termini del problema, precisa ndo ] che a Torino il servizio delle ri-1 messe pubbliche è insufficiente. Scnonchc la vita del nostro tempo ha aspetti cosi mutevoli, che quanto ieri sembrava attuabile con I determinale torme, oggi lo è eon'forme diametralmente opposte. ! Venivamo infatti allora alla con- clusione che, a somiglianza di quanto già si era fatto in altre rif-ì tà italiane, convenisse costruire al centro, dove più il bisogno è senti- to, veri e propri palazzi i cui piani,' collcgati da rampe elicoidali, po- tessero contenere ognuno alcune cejtrinaia di automobìli. L'evolu-j zione dei rapporti internazionali e;la possibilità sempre latente d'i conflitti armati, induce oggi ari abbandonare ogni costruzione del genere, per adottare il criterio del- ìe rimesse scavate nel sottosuolo, col duplice fine di ospitare le mac-\chine in tempo di pace e farle servire da rifugi centro gli attac- [i chi aerei in tempo di guerra. Dal momento che il problema che agitavamo sette od otto mesi or sono, è rimasto sospeso, torna opportuno di studiarne ora la soluzione ispirandosi a questi convelli. E' possibile che la nostra | città continui » rimanere in una condizione di così evidente inferiorità dica i mezzi di ospitalità oia darsi all'automobile? Creando1 le rimesse sotterranee, si dovrà [1tuttavia abbandonare l'idea di ioidi qloro capacità eccedente i bi*ooni,per così dire rionali: chi abita in ' un quartiere deve poter deposito-\ re la sua macchina in una rimessa vicina; in caso contrario se ne fru- rr?'') lo scopo. Mn sopratutto la ri- messa dovrà essere attrezzato in modo da offrire al cliente tutte /el comodità non solo per la custodia dell'automobile, ma anche per la sua manutenzione; e questa esigenza, che ha. carattere preminente, fissa senz'altro il tipo medio della rimessa con una capacità riferita ad, alcune centinaia di macchine, per poter fronteggiare le spese di esercizio. Tenute pertanto presenti le necessità del rifugio in caso di attacchi aerei, si potrebbe magari prendere le mosse dalla costruzione, sempre al centro, di un primo lotto di tre rimesse, per estendere in seguito il servizio di mano in mano che l'aumento della circolazione automobilistica lo richiederà. Ma il tema merita di essere ripreso e lo faremo in una successiva puntata, f. o.

Luoghi citati: Londra, Roma, Torino