Una situazione da rivedere

Una situazione da rivedere GIORNO PER GIORNO PATTINAGGIO Una situazione da rivedere Il pattinaggio rappresenta, nel bilancio degli sport invernali italiani, una passività che è tra le più difficili da sanare. E' strano come questo bellissimo sport, che pur vanta da noi gloriose tradizioni ed è tuttora abbastanza praticato, sia così avaro nel produrre campioni. Strano fino ad un certo punto, ci risponderete; dateci dei campi e la crisi sarà superata. La cosa e vera solo in parte perchè vi dimostreremo che vi sono dei centri, come Cortina e Bardonecchia ad esempio, i quali, pur possedendo delle ottime piste, non hanno finora dato al pattinaggio italiano un apporto soddisfacente di uomini e di energie. Costruendo dei nuovi campi si risolverebbe in buona, parte una situazione che minaccia di diventar cronica, ma non basterebbe ancora. Occorre seguire da vicino, costantemente, la massa che si dedica al pattinaggio, dare un indirizzo sportivo alla sua attività, curare la sua impostazione tecnica. Occorrono, insomma, del tecnici esperti e questo sia per il pattinaggio artistico che per quello di velocità. Uno dei malanni che affligge, infatti, il pattinaggio italiano è proprio quello della mancanza di elementi di rincalzo. Dietro ai campioni di classe internazionale — li potete contare purtroppo sulle dita di una mano — pochissimi sono gli atleti che diano affidamento per un sicuro avvenire. Si naviga in un'aurea mediocrità e di nuovi Perucca o di nuovi Cattaneo non ne vediamo, per ora, all'orizzonte. Quest'anno, poi, un colpo sensibile e certamente inaspettato ai danni del pattinaggio giovanile, vale a dire di quello che ci sta più a cuore, è stato dato proprio dalla Federazione, con il riordinamento delle categorie degli atleti. E' avvenuto -cioè che parecchi pattinatori sono stati promossi alla categoria superiore (nella fattispecie: quella dei « nazionali ») quando proprio non se ne sentiva la necessità e, soprattutto, non se lo meritavano. Potremmo fare molti nomi, ma il caso forse più tipico è rappresentato dalla torinese Maria Prat, la quale si vide promossa «nazionale^ dopo aver disputata una sola gara, quella dei Campionati delle GG. FF. anno XVI, dove fini al nono posto. Questa pattinatrice si trova ora nella situazione di non poter più partecipare alle gare della G.I.L., perchè le « nazionali » vi sono escluse, nè, praticamente, a quelle poche della sua categoria, perchè nettamente chiusa dalle migliori «nazionali». Morale: la sua attività sportiva è finita o quasi. E come l'atleta torinese, ripetiamo, ve ne sono parecchie altre, con quale vantaggio per il nostro sport ve lo potete immaginare. Da tutto quanto esposto balza evidente la necessità di far svolgere molte, molte gare, per tutte le categorie ma soprattutto per quelle inferiori. Mancano 1 campi, è vero, ma anche le gare son troppo poche. L'ambiente del pattinaggio italiano va risvegliato e vivificato con una più intensa e razionale attività sportiva. Attualmente, una competizione sola mobilita in tutto l'anno i nostri pattinatori di ambo i sessi: i campionati nazionali. Converrete con noi che è un po' poco e che si può fare assai di più. HOHMMMMa—Marsengo

Persone citate: Cattaneo, Maria Prat, Marsengo, Perucca

Luoghi citati: Bardonecchia, Cortina