Il nodo stradale di Tarrega accerchiato dalle truppe nazionali di Riccardo Forte

Il nodo stradale di Tarrega accerchiato dalle truppe nazionali Guei*M*at di movimento in Catalogna Il nodo stradale di Tarrega accerchiato dalle truppe nazionali L'esercito del Nord si è congiunto a quello del centro - L'irresistibile avanzata verso Barcellona - La commovente liberazione di Lérida (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Lerida, 10 gennaio. ATore corri di assalto e 120 soldati di cavalleria sono le prime forze naz.onali che hanno imboccato la. strada Lcrida-Barcellona. Hanno attraversato le abbandonate trincee rosse sulla sponda del Set/re dirimpetto a Léiida, e uscite dalla città si sono lanciate nella (/rande campagna ondulata di Catalogna solcata a mezzo dallo stradone di Barcellona, punteggiata a grandi intervalli dai paeselli che erano stati tagliati via dall'incontro 'delle forze nazionali del Nord e del Sud fra Lerida e Tarrega. Il congiungimento dei due eserciti segna il culmine della grande e riuscita manovra eseguita da tutta l'Armata nella pianura della media Catatauna. Per spiegare l:\nieresse capitale dell'avvenimento, bisogna ricordare che dopo il primo incontro avvenuto domenica scorsa fra le truppe che scendevano dal Nord delta Catalogna e le altre che salivano dal Sud, quelle cioè che al Nord avevano preso Attesa de Segre e quelle che a Sud avevano espugnato Borjas Blancas, il fronte nazionale si era tutto schierato di là dal grande bacino fluviale del Segre travolgendo nell'allineamento generale verso l'Est anche le ultime difese rosse davanti a Lérida. Ma laddove le ali dell'esercito nazionale si allineavano profondamente nel territorio repubblicano dell'alta c della bassa Catalogna, rimaneva invece nel centro un angolo concavo, un entrante nella linea nazionale. La gigantesca tenaglia L'allineamento delle truppe nel settore centrale ad oriente di Lérida era. avvenuto a pochi chilometri soltanto di distanza dalla ridente cittadina catalana, mentre a Nord e a Sud l'avanzata si spingeva per una trentina di chilo metri in avanti. L'attacco alle li nee rosse sull'orlo della grande a o e . e e l i e l a a o - k sacca è stato rapido, decisivo e ha portato, dopo breve combattimento con le truppe nemiche di copertura, al raggiungimento dell'obiettivo costituito dalla strada fra Le rida e Barcellona. L'incontro delle truppe che venivano dal Sud e dal Nord parallelamente al corso del Segre sulla riva sinistra di esso è avvenuto nei pressi del paese di Miralcamp, a 3 chilometri a sud di Molleruse sulla strada barcellonese. . La manovra si ampli/iva immediatamente, con movimenti che approfondivano la penetrazione sugli orli della sacca rossa, si da recidere ogni via di ritirata ai superstiti nuclei bolscevichi rin<asti dentro alla gigantesca 'enaglia. Un ulteriore sviluppo dalla manovra mostrava la volontà del Comando di sfruttare i successi ottenuti, incalzando il nemico senza dargli tempo di rtordìntrst. Il che è avvenuto in queste ultime ventiquattro ore. L'avanzata si svolge lapida, lìbera ormai da quelle necessità precauzionali che avevano obbligato nelle prime due settimane di offensiva a graduare t movimenti e lo schieramento dell'esercito attaccante al di là dell'intera linea del Segre, E della celerità della avanzata è prova il susseguirsi delle località occupate che rendono spesse volte tardiva la segnalazione di una linea raggiunta, perchè nelle ultime ore dulia giornata questa linea è già passata alla retroguardia. Sicché, Quasi ogni giorno accade che gli avvit>nitnettti giftngono a precedere le noiiiie, Ieri nel pomeriggio, dova il congiungimento delle forze -he venivano da nord e da sud della rotabile verso Barcellona, il grosso delle truppe nazionali si schierava su una linea coincidente ad un dipresso con la strada PellcaireMollerusa-Borjas Blancas. Ieri sera stessa l'avanzata delle colonne avanzate sulla nazionale di harcellona, procedeva travolgendo ogni resistenza fino in vista del villaggio di Bellpuig. su ina collinetta ti soli undici chilometri da TealplseBdolddgpogrtslcclnmttzrpA Tarrega e a ventidue da Cervera, ed a ben trentaquattro chilometri ad oriente di Lerida che tra sfata liberata meno di quarantotto ore prima. Dilagando nella pianura E ripresa stamani, martedì, con lo stesso impeto, l'avanzata sulla strada di Barcellona ed ai lati di essa, sorpassavano nettamente Bellpuig, occupata nelle prime ore della mattinata, raggiungevano ad otto chilometri a nord-est. il villaggio di Anglesola che dista soli 15 chilometri dalla città di Cer vera, superavano a nord i paeselli di Tarros, La Guardia e Torna bous, oltrepassavano a sud sulla direttrice di Montblanc il villaggio di Espluga de Francali — sitila strada Lerida-Tarragona a meno di 6 chilometri dalla citta dina di Montblanc — a cui si avvicinavano fino da ieri le colonne navarresi, ma che è stata occupata stamattina. Una nebbia assai fitta in alcune parti del fronte, diradatasi in altre verso la fine della mattinata, ha ostacolato le operazioni durante la giornata, rallentando appena il ritmo dell'avanzata che è proceduta fino a Bellpuig quasi senza resistenza da parte del nemico. I villaggi non hanno l'aspetto desolato che presentavano finora i paeselli conquistati nella fase più dura dell'offensiva. La popolazione è, conio non avviene di frequente, rimasta sul posto. Gli abitanti salutano i soldati nazionali con evidente soddisfazione e le truppe avanzano stanche, ma liete, in un territorio pacificato. A Bellpuig — in italiano « Bel posto*, dove signoreggiavano gli Anglesola che hanno dato il nome a un paese vicino — i soldati nazionali hanno preso possesso del celebre convento eretto dal viceré di Napoli, l'Anglesolu, capitano temutissimo dai mori che contesero alla Spagna cattolica il possesso della penisola. Il monastero, uno dei più belli esempi spagnoli dello stile ogivale classico, è stato purtroppo utilizzato dai rossi carne edificio militare e porta le traccedella profanazione. Un po' più a nord, a Tarros, i soldati nazionali hanno issato la bandiera bicolore sulla, casa che ha dato i natali all'attuale presi- dente della Generalidad di Catalogna: Luigi Companys. Più a sud l'avanzata verso Montblanc sulla strada Lerida-Tarragona ha permesso di liberare il monastero di Poblet. che è stato uno dei più belli e più ricchi della Spagna e la cui fondazione rimonta al USO quando il conte di Barcellona lo fece erigere per l'Ordine dei Cistercensi, e che poi divenne il mausoleo dei Re di Aragona. Il monastero, uno dei luoghi preferiti di campeggio dei tradizionalisti catalani all'epoca delle lotte, contro il potere centrale, è un faro spirituale la cui luce è ancora viva. L'avanzata nazionale in questa regione rompe le regole nel senso che l'investimento dei centri principali della Catalogna è avvenuto secondo direttrici diverse da quelle seguite finora dagli eserciti delle fazioni spagnole che attaccavano Barcellona. La tradizione vuole che la penetrazione in Catalogna avvenga nel centro della regione, nelle pianure che sono fra Lérida e la Capitale catalana: Franco, invece, ha attaccata la Catalogna premendo sugli orli dì quella grande padella a cui somiglia la pianura catalana, attaccando cioè, sui lati montuosi che incorniciano la grande pianura Tale il senso della manovra compiuta nei primi quindici giorni della battaglia nei settori di Trempbasso Segre, fra accaniti combattimenti. Pare che i rossi siano stati oltremodo sorpresi da questa... violazione dei precedenti militari delle battaglie di Catalogna e che essi\ aspettassero la maggior pressióne sul centro del fronte. E' un futto\ che essi avevano accumulato nella pianura effettivi importanti sia per numero che per armamento e qualità coni batti uè. Ieri sera, quando le prime pattuglie nazionali entrarono a Fullcda, fra i boschi, a nord della'strada Lerida-Tarragona, seppero che poco più di un'ora prima era partito il generale rosso Lister, il più ìnoto e popolare fra i capi militari e dei campo avversario, il quale aveva abbandonato il paese col suo quartier generale all'ultimo momento, nell'imminenza del pericolo; nella cucina de! comando rosso i fornelli erano ancora caldi quando vi è entrato, curiosando, un soldato legionario. Oggi l'esercito di Franco tiene solidamente in pugno il fascio delle tre strade che menano da Lerida a Pnigcerdà. a Barcellona ed a Tarragona. ed occupa effettivamente queste tre strade fino ti poca distanza da Pons la prima, fino a Tarrega la seconda /questa località stasera risultava circondata I, fino ai pressi di Montblanc la terza. Qui, i nazionali hanno portato in linea numerose batterie, le quali battono la strada oltre l'abitato, verso Vals, accelerando la ritirata dei rossi. Il passaggio dal tempo di guerra al tempo, per così dire, di pace, per la vita della città, da quella di città di fronte a quella di città di retroguardia, è stato subitaneo, poiché la battaglia, che doveva portare alla liberazione di Lérida. si è svolta a SO chilometri ad oriente di essa, alle spalle del nemico che presidiava la sponda del Segre. Sono andati via! Nella regione centrale l'esercito ha dilagato per l'ampia plaga agricola leridanu, liberalo ormai dall'incubo nemico, impegnato nei quartieri delle rive del Segre. I rossi si sono ritirati di colpo al di là di quei trenta chilometri per paura di essere accerchiati, e sapendo che le truppe nazionali del nord e del sud si stavano conginngendo molto lontano da Lerida sulla strada di Barcellona. Un coraggioso abitante è sceso di notte finn sull'argine del Segre, a venti metri dalle mitragliatrici rosse, ed ha percorso in su ed in giù la sponda del fiume. Nessuno spa rava. Egli è tornato allora in città ed iè venuto al di qua della prima fila \di case che sulle rive del fiume | costituiva una cortina protettrice del quartiere interno. E' tornato in quella strada centrale, dove sul marciapiede destro sono le case esposte alla mitraglia nemica e sul marciapiede sinistro viveva tranquilla la gente, ed ha annunciato In grande notizia da otto mesi sospirata: a Sono andati via.'». Allora gli altri si sono fatti animosi e sono scesi tutti al fiume. Nelle vie del quartiere vietato di Lérida, quelle che davano sul Srgre, abbandonate dagli «omini e dagli animali, fra lastra e lastra del pavimento, è cresciuta l'erba. La gente va fin nelle case, per vedere se c'è ancora la roba e trova quasi tutto, perchè qui davvero non è entrato nessuno. Nelle stanze si trovano i letti ancora disfatti, il tavolo imbandito coi resti degli ultimi pasti, coperti dalla muffa e da terra. Si ha l'impressione di scoprire una città seppellita per molti anni da un cataclisma. Riccardo Forte