Insistenti manovre di Leo Rea

Insistenti manovre Insistenti manovre Mentre Londra acclama a Roosevelt in America si solleva un'ondata di sdegno contro l'allarmismo presidenziale Londra, 5 gennaio. La visita fatta ieri sera dall'Ambasciatore di Francia a lord Halifax è descritta dai giornali di stamane come diretta a comunicare che il Governo di Parigi non desidera che Chamberlain compia azione mediatoria nelle divergenze italo-francesi. Esaminiamo questa informazione alla luce dei fatti acquisiti. Dietro le quinte diplomatiche E' una settimana almeno che i giornali inglesi, con unisona voce, ci hanno cantato che Chamberlain e Halifax hanno deciso di non fare opera mediatoria a Roma. Noi ci chiediamo: che bisogno c'era allora che l'Ambasciatore Corbin andasse a fare tale comunicazione a lord Halifax? Come mai, se la comunicazione è stata quale viene descritta, il colloquio è durato, come si dice, un'intera ora? E perchè viene annunciato che Chamberlain vedrà l'Ambasciatore di Francia prima di partire per Roma? Quando ci sarà data risposta, anche mediocremente soddisfacente, a questi perchè e a questi come mai, saremo disposti a trangugiare questo piatto di cucina popolaresca su ricetta parigina destinato a niente altro che a tener su 10 spirito casalingo e, il che non nuoce mai, a tentare di restituire 11 meno possibile del male acquisito e peggio detenuto. Si potrebbe sottilizzare a prò posito delle informazioni stampate sul colloquio Halifax-Corbin: i giornali, quando parlano di una mediazione aggiungono «circa concessioni in Tunisia », Si deve intendere che circa il resto il Governo di Parigi si è benignato di concedere a quello di Londra l'onore di agire come mediatore? Se cosi è la risposta che può aver dato il Governo di Londra non è difficile da indovinare: mandati limitati non sono accettati da uomini del la statura di Chamberlain anche perchè Chamberlain sa di essere il Primo Ministro di Gran Bretagna. Che la lunghezza del colloquio di ieri e la previsione di un colloquio fra Chamberlain e Corbin siano dovute a questa divergenza sulla limitazione del mandato? Spazio relativamente breve stato dedicato oggi dai giornali alla visita dei ministri britannici a Roma; tutti i fogli hanno rilevato che l'inclusione de! signor Alexander Cadogan nella delega zione britannica conferisce mag giore importanza alla visita nel senso che questa non sarà, come volevano far credere i giornali di opposizione, una serie di cerimo nie, ma darà luogo a colloqui politici di grande portata. Il collaboratore diplomatico del Times. che se ne occupa più ampiamente, dice che per quanto l'importanza della visita sia sufficientemente provata dal fatto che il Primo Ministro si reca da Mussolini, la presenza del sottosegretario permanente al Foreign Office , dà ancora maggiore risalto al si¬ gnificato diplomatico delle imminenti conversazioni. I commenti dei circoli politici e lo spazio maggiore dei giornali sono dedicati al messaggio di Roosevelt al Congresso: articoli edi- jtoriali in cui si estolle Roosevelt [per la stessa ragione e con lo stesso entusiasmo con cui i nostri figli reclamano la Befana. II Presidente guerrafondaio Ma chi conosre l'America sa che gli americani sono tanto irritati contro il loro Presidente guerrafondaio quanto gl'inglesi lo osannano. I sentimenti dei due popoli rispetto al messaggio presidenziale di ieri sono esattamente eguali ma diametralmente opposti. Ancora oggi, come ieri, citiamo i giornali americani, e si noti bene che sono citazioni selezionate per uso democratico da un corrispondente che conoscendo i gusti del suo principale si guarda bene dal mandare i commenti dei giornali avversari. Il corrispondente del Daily Telepraph. in un dispaccio in cui cita esclusivamente i giornali demoguerrafondai e rooseveltofili, comincia dal New York Times (proprietà di ebrei) il quale scrive che il messaggio sembra segnare un punto decisivo negli annali della Casa Bianca, tuttavia è scoraggiante vedere che Roosevelt continua a fare 11 campione della teoria secondo cui le spese senza misura del governo possono produrre la prosperità. UHerald Tribune, altro giornale di proprietà giudaica, scrive: « Mentre approviamo di tutto cuore l'eloquente difesa della democrazia fatta da Roosevelt e approviamo le sue richieste di riarmo, ci sembra che sarebbe una tragedia nazionale se egli tentasse di usare tali ideali per uno scopo che noi possiamo giudicare soltanto un disperato tentativo di procrastinare l'inevitabile collasso del New Deal ». Il Boston Herald dice: « L'esposizione di Roosevelt circa la democrazia e gli aspetti internazionali è ammirevole, ma il Presidente ha mancato di indicare i modi per ottenere la prosperità senza incorrere in gravi spese ». Il Galveston Netvs scrive che la sua tesi in linea di politica estera è coraggiosa, ma il popolo americano ha diritto di opporsi alle sue domande che portano a un aumento del deficit già grave ». Il Cleveland Deale dice: « Quaranta miliardi di dollari di debito nazionale, più della metà del quale è stato contratto in periodo di pace, non sembrano all'uomo della strada un particolarmente raccomandabile bastione contro l'invasione ». Il Pittsburg Post Gaiette dice: L'eloquente analisi fatta dal Presidente degli affari esteri e del programma di armamenti non deve consentire però che si crei una isterica psicosi di guerra che ci porterà a un eccesso di spese per gii armamenti ». Il Omaha World Herald scrive: « Il popolo americano non desidera nè intende mettersi a fare il poliziotto del mondo ». Il Rochester Democrate scrive: «. Mettendo la difesa nazionale per prima, il Presidente ha suonato una non necessaria nota allarmista e ha tentato di distogliere l'attenzione dai problemi domestici ». Fra questi giornali, ripetiamo non uno degli avversari di Roosevelt. Il Daily Telegraph, che cita il foglio di Omaha e di altre Peretole americane, perchè non cita neanche una parola di quello che hanno scritto giornali come il New York Sun, il Chicago Tribune, il Chicago Daily News, il Philadelphia Ledger, il Monitor di Boston, per non dire di tutta la catena dei giornali di Hearst? Perchè ? Leo Rea i a e i , u n e i Parigi senza cinema. La serrata di tutte le sale cinematografiche in seguito alle nuove tasse decretate dal Municipio. II pubblico legge gli avvisi esposti dai proprietari dei locali.