LA MANOVRA

LA MANOVRA LA MANOVRA Roma, 5 gennaio. La conquista di Borjas Elancas, dopo la caduta per aggiramento della linea difensiva rossa nel settore, è non soltanto un brillante episodio della guerra spagnola, in cui hanno ancora una volta rifulso la genialità manovratrice dei comandi e l'impeto delle truppe nazionali, ma anche l'atto culminante e conclusivo della prima fase della battaglia della Catalogna, iniziata il 23 dicembre, colla va- ene- tale Franco su un fronte che — dai Pirenei al mare — è il più esteso su cui si sia finora combat . st* °ifenslva scatenata dal sdnsmuamrgtuto e con la partecipazione delle ! tmasse e dei mezzi più imponenti • tche siano mai stati impiegati, j rVale la pena quindi di riassu- ! di i listare, mere per sommi capi lo svolgimento di questa, che appare la più vasta ed importante battaglia di tutta la campagna e di esaminare i risultati che ne sono conseguiti. Inizialmente i due eserciti si fronteggiavano lungo una linea che, discendendo dal nord verso il sud, cioè dai Pirenei verso l'Ebro, seguita per lungo tratto il corso del Segre. Lungo d'i essa 1 rossi si erano ■ fin dall'aprile organizzati e munij ti. addensandovi mezzi abbondantissimi, di provenienza soprattut|to francese e unità copiosamente alimentate da ogni riserva di uomini disponibili e cementate da una ferrea e dispotica disciplina, per la quale il Governo di Barcellona, conscio della gravità del pericolo, aveva diramato le più draconiane istruzioni ai comandi. All'apprestamento di un tale *istema difensivo aveva alacremente lavorato non solo l'esercito repubblicano combattente, ma anche quell'esercito di lavoratori, che opera costantemente a tergo delle truppe, pronto a mettere in opera ogni sforzo ed ogni accorgimento per improvvisare con vaste imbastiture di fortificazione campale, nuove linee di resistenza di difesa nel tentativo di arreogni qualvolta avvenga il nm1pca- crollò delle linee pre-costituite, lain marcia del nemico, ed impedirgli Iura, sfruttamento del successo. ì\ j\ compito di attaccare e tra [volgere un tale sistema difensivo , non appariva dei più agevoli. Eo irano ancora una volta due cono cezioni che si trovavano di fron- Ite: quella dei rossi tendente a o trasformare la lotta in guerra di - posizione e di trincea e ad abbar bicarsi solidamente al terreno con - vasti apprestamenti difensivi; e a quella del generalissimo Franco -.e dei suoi collaboratori, diretta a -\trovare.nel movimento e nella sór- n piano del comando nazionale I o e - Ipresa la soluzione vittoriosa delleI-! battaglie. |e stato anche questa volta cristallinamente semplice. Esso ha rapinato alle ali due masse particolarmente agguerrite ed ha mi[rato a rompere all'estremità loJ i schieramento nemico per incunea-.rc ne! dispositivo della difesa ros- o Isa le due branche di una sola te-i-inaglia che, chiudendosi, avrebbe a dovuto provocare il cedimento del- e:l'intera linea o chiudere gli awer- i [sari in una trappola _ i-> La manovra è stata attuata,! jmalgrado l'accanimento della re- i i1 KI i sistenza avversaria e la terribile inclemenza del clima, secondo 1 precisi piani del comando che ancora una volta ha trovato nello truppe piena ed immediata rispondenza. L'ala destra, realizzando in pieno la sorpresa con una serie di colpi fulminei e poderosi, magistralmente coordinati, ha non solo rotto il fronte in più punti, ma, minacciato sul fianco sinistro da un vigoroso ritorno controffensivo avversario, con un rapido mutamento della direttiva di marcia è riuscita brillantemente ad avvolgere le unità nemiche inviate a tentarne l'avvolgimento, conver tendo la manovra rossa in una rotta disastrosa, la cui gravità è denunciata dall'abbandono in ma- no nazionale d'intere batterie di medi calibri, la più gran parte di 155 francesi, artiglierie cioè di corpo d'armata. Più lenta, per un complesso di circostanze, l'avanzata dell'ala sinistra, che si conchiudeva tuttavia, dopo l'occupazione di Artesa de Segre, con lo sbocco in pianura, donde la marcia proseguirà ora verso sud-est, fino a totale chiusura della tenaglia. Il bilancio di questa prima fase della grande battaglia — conclusa con l'occupazione di Borjas Blancas — segna dunque un grande successo materiale e morale di Franco. Materiale, perche una notevole estensione di territorio è stata occupata e cospicue retate di prigionieri e pingui bottini di armi sono stati effettuati dai nazionali, che oggi si sono saldamente assicurati il dominio delle strade per Barcellona e per Tarragona i elemento di grande, quanto evidente importanza strategica): morale, perché si è dimostrata ancora una volta, malgrado le severe repressioni con cui i rossi alimentano la disperata combattività dell'esercito repubblicano, la schiacciante superiorità dei comandi e delle truppe nazionali. I repuhhlicani. come si è detto. iancno questa volta hanno appli Icato " loro metodo preferito, cha I niinalità su inermi quello di aggrapparsi tenacemente al terreno improvvisando, con l'esercito di lavoratori che li segue, nuove linee difensivo, sommariamente fortificate a mano a mano che cadevano i vari capisaldi. In tale tattica si traduceva, nell'incalzante vicenda dell'aspra battaglia, l'ordine perentorio venuto da Barcellona di resistere ad ogni costo e di ritardare con ogni mezzo l'avanzata del nemico. Ma anche ad un altro metodo i rossi hanno confermato la loro fedeltà Iimmutabile: al metodo della fero |cia, che si esercita con sadica cri- ed innocenti J iri0 avuto il tempo per distruggere gì, abitati seppellendo sotto lo macerie vecchi, donne e bambini, i cuj cadaveri si stanno ora pie-* itosaments dissotterrando. ! "* * * i popolazioni. Anche ad Artesa dti iSegre infatti ed in molte altre lo1 calìtà occupate, l'esercito liberaKore, non ha trovato che ammassi informi di calcinaccio. I rossi in I ritirata hanno fatto uso della dii namite tutte le volte che ne han-

Persone citate: Segre

Luoghi citati: Barcellona, Catalogna, Roma