Chamberlain esamina con Halifax il programma del convegno di Roma

Chamberlain esamina con Halifax il programma del convegno di Roma Chamberlain esamina con Halifax il programma del convegno di Roma Londra, 4 gennaio. Il Primo Ministro è rientrato stamane a Londra, dove si tratterrà fino alla partenza per Roma, per quanto sia possibile che la sua sosta nella capitale britannica sia interrotta e decida di passare il week end ai Chequers. Il ritorno è stato anticipato perchè si dice — il tempo non era favorevole alle partite di caccia organizzate per lui nel Suffolk. Che il tempo non sia buono è verissimo; ma è anche vero che insieme al Premier è entrato oggi a Londra anche Lord Halifax e si prevede che domani Sir John Simon e Sir Samuel Hoare prenderanno parte insieme al Ministro degli Esteri e al Premier a un Consiglio del cosidetto Gabinetto centrale, per esaminare, in base alle ultime indicazioni, il lavoro compiuto attraverso le vie diplo matiche per la preparazione delle conversazioni di Roma. Stasera intanto il Foreign Office ha annunziato la composizione del la Delegazione britannica che sarà formata oltre che dai due Ministri, dal signor Osmond Clever ley e da Lord Dunglass, rispetti vamente primo segretario particolare e segretario parlamentare del Primo Ministro, da Sir Alexander Cadogan sottosegretario permanente al Ministero degli Esteri, dal signor Maurizio Ingram capo della direzione per i servizi sudeuropei al Ministero degli Esteri, dal signor Oliviero Harvey primo segretario particolare del ministero degli Esteri. Questa la delegazione vera e propria, alla quale però vanno aggiunti alcuni alti funzionari del Foreign Office fra i quali il capo dell'ufficio stampa signor Peake nonché un certo numero di segretari stenografi, cifratori, ecc. Tutti gli argomenti del giorno, dal colloquio che ha avuto 'uogo ieri sera fra il Duce e il conte Ciano da una parte e l'Ambascia tore americano Philips daU'a'tra, alla visita di Daladier in Tunis'a. al messaggio di Roosevelt al 76 o Congresso, vengono per un verso o per l'altro messi in relazione diretta o indiretta con i colloqui che avranno luogo a Roma fra una settimana. Del primo argomento i giornali di oggi hanno pubblicato sotto titoli evidentissimi una infusione di informazioni una delle quali contradiceva l'altra. I rapporti italo-americani II corrispondente del « Daily Telegraph » nell'ultima edizione pubblicava un dispaccio da Washington nel quale diceva che l'Ambasciatore Philips aveva informato il Duce sulle linee generali della nuova politica estera americana decisa da Roosevelt dopo la conferenza con gli Ambasciatori e con il Sottosegretario di Stato Welles. L'Ambasciatore americano — sempre secondo il citato corrispondente — avrebbe insistito sul fatto che l'Italia nei suoi rapporti di natura commerciale ed economica con gli Stati Uniti aveva un trattamento molto più amichevole di quanto non abbiano Germania e Giappone. Anche il « Daily Mail >. sosteneva che il colloquio era vertito su questioni concernenti il commercio degli Stati Uniti con l'Italia e aggiungeva che rincontro era stato di amichevole natura e inteso a un miglioramento dei rapporti fra i due Paesi. Anche il « Daily Express » pubblicava informazioni simili. Il « Chronicle » diceva, sempre attraverso le corrispondenze da Roma, che l'Ambasciatore americano avrebbe informato il Duce delle preoccupazioni della Casa Bianca circa la situazione in Europa e con particolare riferimento a voci correnti nella capitale americana in base alle quali l'Asse Roma-Berlino starebbe considerando di compiere qualche mossa sensazionale nella prossima primavera. Per non sbagliar*! il corrisponte del Chronicle ha citato fra gli argomenti toccati nella conversazione una serie di questioni che vai dai films americani alla supposta intenzione del Governo di Roma di emettere leggi in base alle quali i nati da non italiani sono da considerare cittadini italiani. Questo tira a indovinare è stato mandato a gambe all'aria dal comunicato diramato a Roma nel quale si dà ragione dello scopo della visita. Il corrispondente da Roma del Daily ìelegraph, dopo avere riferito il comunicato, aggiunge che negli ambienti romani si ritiene che alla richiesta di Roosevelt, cioè se Mussolini ritenesse possibile una soluzione generale del problema degli ebrei in Europa, il Capo del Governo avrebbe detto di riservarsi una risposta da formulare dopo avere studiato il messaggio del Presidente. I giornali londinesi, sia attraverso le corrispondenze da Roma sia in editoriali, continuano ad esaminare gli aspetti delle divergenze italo-francesi e a seguirne ogni movimento. II Times al fondo di un lungo editoriale, scritto per spandere incenso sul viaggio di Daladier, si occupa della comunicazione italiana circa la nullità degli accordi del 1935 e scrive che come conseguenza logica di tale passo, il Ministero italiano degli ^Esteri ritiene che tocchi ora alla FLsvrvrgrd Francia avanzare nuove proposte. La Francai potrebbe vedere questo aspetto procedurale in luce diversa; ma, dice l'articolo, bisogna, riconoscere che il pensiero del Governo italiano è tale da poter creare una situazione'per negoziare e giungere a un amichevole e generale regolamento delle relazioni dei due Paesi in Africa. H messaggio di Roosevelt al Congresso, conosciuto a Londra verso sera, ha provocato, come è facile immaginare, scoppi di entusiasmo in tutti gli ambienti in cui si vorrebbe una guerra ideologica. Infatti un'affrettata lettura del messaggio dà l'impressione che Roosevelt abbia deciso di mettersi alla testa di tale movimento. Ma, a parte i gongolamenti di questi esaltati, va riferito che anche negli ambienti più pacati, il messaggio presidenziale trova molte simpatie. Gli ambienti ufficiali si rifiutano di fare commenti. Tuttavia si ha l'impressione ricani l'entusiasmo di Londra per il messaggio, essi hanno dato risposte un po' crude, sintetiche, ma saporite. Uno di essi ci ha detto: « Si capisce, che gli inglesi sono contenti: nessuno prende a calci la Befana ». Dalle parole ai fatti Che queste reazioni da noi raccolte a fonte diretta siano autentiche e genuine, è dimostrato da un telegramma inviato a tarda ora della notte dal corrispondente del Daily Teleijraph da Washington, giornalista non certo so spettabile di avere esagerato dato che scrive per un giornale inglese e per di più per un giornale demo guerrafondaio. Tale messaggio dice : « L'opinione generale fra i membri del Congresso è che il Presidente ha fatto una dichiarazione estremamente dura. Molti degli stessi sostenitori di Roosevelt dimostrano di temere che il tono del to che le sale del Circuito Pathé, attualmente in circolazione, amministrate dal curatore del noio fallimento, e le sale Gaumont, ufficialmente sovvenzionate, avrebbero dovuto rimanere aperte, ma i due consorzi hanno seguito il movimento. I direttori delle sale parigine, cui si erano uniti i loro colleghi del Circuito Pathé e del Circuito Gaumont, i delegati dei produttori e dei distributori, nonché i rappresentanti della Confederazione generale del lavoro, hanno mantenuto all'unanimità la decisione di chiudere le sale. I rappresentanti della Confederazione generale dei cinematografi di provincia hanno assicurato 1 direttori parigini di tutto il loro appoggio. Come si vede, la serrata è fatta seriamente e non cesserà tanto facilmente. I negoziati a Palazzo Matignon sono stati ripresi nel pomeriggio, ma fino a. questo momento non vi è nessun sintomo di accomodamento.