Cronaca nera

Cronaca nera Cronaca nera Tunisi, 4 gennaio. Il fracasso prodotto dai* frantumi delle vetrine delle istituzioni italiane — prese a sassate ancora una volta in pieno centro urbano — doveva essere giunto all'orecchio del Presidente del Consiglio francese quando egli, al termine del banchetto organizzato in suo onore, ha affermato che la Nazione protettrice, aveva portato qui l'ordine e la disciplina. Le nuove gazzarre antitaliane di cui sono state teatro le strade tunisine e oggetto la nostra collettività, il nostro Paese e il nostro Capo, hanno acuito la tensione suscitata dai fatti dello scorso dicembre e dalle susseguenti ingiuste condanne dei nostri connazionali la cui pazienza appare quasi giunta all'estremo di ogni possibilità umana. Insulti e sassate Una banda di scalmanati, più numerosi questa volta data la giornata festiva eccezionale, con varie bandiere rosse e francesi in testa, ha rinnovato le indegne gesta di vandalismo del mese scorso percorrendo l'avenue Jules Ferry e lanciando grida ingiuriose di: «Duce au poteau»; «L'Italie au negus»; «Ciano au poteau»; « Hitler au poteau », grida che sono state inframmezzate dalle note dell'Internazionale cantata a voce spiegata e da pochissime note della Marsigliese. La banda antitaliana, formata¬ si nei pressi della piazza della Residenza, al ritorno di Daladier alla Residenza di Francia, reduce dalla rivista militare, aveva tentato ddtdin un primo momento di assalire Idla Libreria italiana, ma visto l'ini-1 ppossibilità di avvicinarvisi data la.spresenza in quel punto di guardie a cavallo del corteo presidenziale, aveva rinunciato momentaneamente al suo criminoso disegno. La banda marxista ha proseguito allora verso l'ufficio di pubblicità italo-tunisino dinanzi al quale gli scalmanati hanno dato libero sfogo al loro sadismo bersagliando con sassate quelle vetrine nuove che erano state collocate : appena 24 ore prima a cura e a spese del Municipio e quelle che per mero caso non erano state spezzate durante le precedenti incivili manifestazioni. La numerosa massa dei manifestanti è poi discesa fino nei ndcdtnnddqtpressi della statua di Jules Ferry tentando di spingersi verso la se-, de del quotidiano fascista dietro I preciso ordine di un capo in testa che aveva gridato al compagni: ,* m11??.8 k,.VU?Um?Z, . ■ Tutti gli sforzi dei facinorosi che si erano divisi in due gruppi chè°l£ ttiaf per ££?o US ™.15JWl2Sn^e^q^ì»?^!?fapparire strano, è intervenuta tempestivamente. Non altrettanto può dirsi per il servizio d'ordine distribuito sull'avenue, poiché la massa vociante, al suo ritorno verso il centro, riusciva a scagliare contro una delle vetrine della Libreria italiana (quella stessa che era stata rimessa a nuovo dal Municipio) una grossa pietra che ridusse in minutissimi pezzi il grande cristallo danneggiando i molti libri esposti. La polizia si è accontentata di respingere i manifestanti che sembravano come in preda a delirio, ma non operò alcun arresto... « per organizzazione e partecipazione ad una manifestazione non autorizzata, nè per incitamento all'odio dì razza » per i quali reati furono condannati Ubaldo Rey e gli altri nostri connazionali che non avevano orga-| nizzato un bel nulla, e che, prò-, vocati, avevano risposto cantanto: « Giovinezza ». L'oltraggio alla bandiera Gli scamiciati hanno quindi continuare Indisturbati la loro scorribanda nelle vie cittadine avviandosi anche verso il Con solato generale dove un imponente sei-vizio d'ordine disposto nei !: j potuto ! I I pressi della stazione ferroviaria in!occasione della partenza del Capo1 del Governo francese (per la ispezione- alla linea Maginot e alle truppe del sud) ha mutato le loro idee. Ma essi, nella rue d'Italie, riuscivano a perpetrare un nuovo grave oltraggio, strappando dalla f Ecco i francesi di Gibuti. C'à da meravigliarsene dal momento che la Francia ha affidato le guarnigioni della Corsica e la difesa della stesse frontiere alpine alle truppe di colore? pensilina della sartoria VolpiceUi una grande bandiera italiana che del resto era stata esposta vicina a quella rosso-bianca-blu, che riuscirono a trascinare per lungo tratto di strada ed alla fine bruciarono danzando poi attorno a! falò, al canto dellTnternaziona!e. una selvaggia sarabanda. Compiuta quest'altra prodezza, i criminali hanno proseguito la scorreria in città ripetendo instancabilmente le ingiurie più sopra citate e ciò fino a tarda ora. I nostri connazionali hanno preferito, anche se frementi di sdegno per le atroci provocazioni cui erano fatti segno, rimanere nei vari quartieri in cui abitane o lontani dal centro per evitare l'irreparabile da cui gli antitaliani avrebbero tratto pretesto per infierire contro di essi. D'altro canto, la visita del Presidente del Consiglio francese ha dato occasione a manifestazioni da parte degli arabi, un migliaio dei quali si era radunato alle porte della città e cioè a Bab-Saadoun e nella pia'zza di Bab el Kha- Idra dove doveva passare il corteo 1 proveniente in automobile da Bi.serta La beffa degli arabi Nella piazza suddetta alcuni cineasti francesi avevano fatto distribuire numerose bandiere tricolori ad un gruppo di ragazzi indigeni che invitavano poi a sventolare per « girare » la scena; ma non appena gli operatori iniziavi", no il loro lavoro, da alcuni gruppi di arabi venivano levati in alte degli striscioni di tela bianca 9Ui quali spiccavano in rosso le scritte significative: « Viva la Tunisia; viva il Destour; viva Burgh'ba i (del quale sembrava imminente la liberazione), nonché « Parlement , tumsien » e «Abbas.,0 i privilegi» I Gli operatorii che non si eranc, a resi conto di uant0 accadevai ds. ,vono aver t ^rat0 i senza dubblo scena dell'intervento della po- i ll2(a che ava una diecinaPdi i u Gli arrestati, data l'immi- S ~ del pa3saggio dei cortco ?fP'«Wen8Iale. furono guardati a a o e a e e l e l i i e ò r vista poco distante, tra due cordoni di agenti, ma ciò non ha impedito loro di continuare a Invocare il Parlamento tunisino. Passato il corteo, la folla tentava di liberare gli arrestati ma veniva caricata e dispersa dalla polizia a cavallo; mentre altri tre manifesta.nti erano acciuffati dalle guardie. Notizie giunte in città a notte tarda informavano di incidenti che sarebbero avvenuti nella località del Bardo, villaggio situato a cinque chilometri da Tunisi, ovh è la Residenza del Bey. Si assicura che sono stati arrestati vari arabi, ma mancano maggiori particolari.

Persone citate: Daladier, Duce, Hitler, Jules Ferry, Ubaldo Rey

Luoghi citati: Corsica, Francia, Gibuti, Tunisi, Tunisia