La marte dello scrittore Riccardo Balsamo Crivelli

La marte dello scrittore Riccardo Balsamo Crivelli La marte dello scrittore Riccardo Balsamo Crivelli Milano, 31 dicembre. Una luttuosa notizia è giunta nel pomeriggio d'oggi da Bordigliela: la morte colà avvenuta dello scrittore e poeta marchese Riccardo Balsamo Crivelli. La fama di Riccardo Balsamo Crivelli si diffuse nel 1920 con la pubblicazione del Eocc.accino. Il poeta aveva quarantasei anni ( era nato nel 1874 a Settimo Milanese) e fu una cara impressione, festevole e cordiale, come fosse nato allora allora un libro giovanile e primaverile, qualcosa che sapeva di goliardia e di lepidezza fantasiosa e di appassionato, ma facile, ma agevole e scorrevole amor di poesia. V'era nell'impressione anche un certo stupore; dopo tanti anni di raffinatezze, di preziosismi ricercatissimi e un po' stenti, un poema in ottave, alla maniera larga e andante dei novellatori in versi, dei poeti popolareschi del '400 e del '500, un poema rifatto su antichi modelli davvero strapaesani, tra il Pulci e il Borni, = con un gusto, un piacere letterario aperto, vivido, che a lasciarsi prendere da quella vena incantava amabilmente... Cosa da far stupire, senza dubbio; ma era poi inevitabile che questa poesia di imitazione, che simulava o riecheggiava con si arguto prestigio, con anta fluidità un mondo poet^o no stile tanto lontani, fosse poi efinita, passata la prima gioia ella scoperta, esercitazione, mea esercitazione; e il giudizio è forse in parte vero; ma in parte, e purché nell'idea di esercitazione non si voglia ritenere implicita un'idea di falsità rettorica, d'artificio tutto di testa. Che se vi fu poeta, o letterato, ingenuo, che sentisse il suo mondo di poesia, e sia pure di seconda mano, riflesso, rifatto sulla tradizione, con trasporto ed entusiasmo autentici, quegli fu proprio l'autore del Baccaccino. La poesia ere. per lui un sentir la vita nella sua bellezza e nella sua malinconia attraverso uno schema, un esempio letterario; ma ciò non intaccava la sua sincerità, voleva dire soltanto che la rivelazione poetica era In lui strettamente e dichiaratamente con¬ , !siunta a una precisa frequentan , ù zione culturale, ecco tutto. Voleva dire che tutta la sua ispirazione si colorava di quella assiduità' e di quell'amor letterario, ma non era per ciò meno spontanea, meno viva di affetti. La passione della poesia, quella che a suo dire gli faceva tremare il cuore e gli inumidiva gli occhi, era anche e soprattutto candore di scolaro, f re-schezza di fanciullo che crede non solo ai sogni, ma a quei sogni che i libri ci hanno tramandato, e al- le parole, ai suoni, alle immagini di quei sogni. Sicchè si potè dire di lui che scrivere e leggere poesia fu tulio ._«_.ft„ . .1 riil suo conforto, e che il passafe dall'una all'altra operazione era per lui tutt'uno; ossia era un soddisfare nella stessa misura e coi la stessa intensità il suo scolastico e melodioso bisogno di belle favole e di amene invenzioni. ìiS, naturalmente, questo cantore' e romanzatoti, alia maniera antica, di belle donne, di naturali letizie, di vivaci e carnali avventure .me paion quelle stesse della noatra novellistica del secoli aurei, questo quasi spensierato poeta aveva poi le sue tristezze e una sua saggezza, tra epicurea e sent'mentale, che assai bene si è rivelata in un'opera recente: Voci ulto e e o e o n n 5 o a i e e i a n a a i a a ì i i a n a a e i i e i l o e a ! *^yoV,rn'^,Tr=;n«^r^r i^fioche. Qui il suo sentire, ^ra lagioia — quasi tutta riflessa e a suo modo estetizzante — c&Ua natura, del viver lepido, defamore, e le cupezze del tempo ch> fugge, della giovinezza che non ritorna, delle cose che si sfanno j si perdono, trova accorati accetti su un tono moraleggiante, didascàlico, pieno di senso, e di umore e di carattere. Molto ha scritto Balsamo Crivelli. Del '22 il Rossin di Maremma, leggende e poesie; del '26 la Fiaba di Calugino, che gli era particolarmente cara per certi suoi elementi autobiografici, e Cammina, cammina..., itinerari, un libro che dal Pellizzi io fece porre accanto al Linati di Sulle orma di Renzo; del '27 con Storielle grasse e magre un altro libro dialogato In ottave, Il poema di Gesù, ove passato ad argomento così alto e santo egli seppe prendere un fare scarno, arcaico, che ricorda con accortissima felicità le più antiche sacre rappresentazioni, e ove i sentimenti e le figure della Passione son tratteggiate con un primitivismo ria o di emozione e di molte grazie volutamente rozze e popolaresche. Scrisse anche romanzi: La chioccia, che fu detta un piccolo capolavoro, che lo fece classificare tra i narratori nati, Il rudero, Un po' di baldoria, romanzo satirico... A concludere questa notietna dobbiamo dire che nel suo mondo folto, colorito, sensuale, arguto, avventuroso, egli seppe destreggiarsi maestrevolmente: il suo clono di scrittore fu abbondante e pieno, io strumento letterario fu in lui agile; nitido, variato. Egli seppe trattare e piegare il discorso narrativo e poetico con una fortuna animosa e schietta; talvolta il piacere e la preoccupazione della rima, del ritmo, della strofe, prendeva in lui il sopravvento sull'esigenze della vera e intensa espressione poetica; ma la pittoresca prestanza delle sue sequenze di racconto e di fantasia, ci sorprende tuttora. Poeta burlesco, poeta giocondo, poeta avventuroso, sentihientale anche secondo il suo stile d'uomo curioso e aperto, egli seppe accordare tante voci antiche della nostra bella letteratura in poemi belli e nuovi, in libri che sono anche un esempio di fedeltà letteraria. E anche per questa fedeltà e per questo gusto, anche per questa ornatezza che sapeva divenire commozione del cuore, egli fu amato da quanti amano non solo la poesia ma il cullo della poesia.

Persone citate: Balsamo Crivelli, Pellizzi, Riccardo Balsamo, Riccardo Balsamo Crivelli, Rossin

Luoghi citati: Milano, Settimo Milanese