L'incubo francese del viaggio di Chamberlai

L'incubo francese del viaggio di Chamberlai Un colloquio tra Boriti et e Hore Belisha Parigi, 31 dicembre. Quest'ultima giornata dell'agolizzante 1938 appare caratterizzita dai sussulti isterici della stimpa di opposizione nei riguardi dellltalia. Dopo avere manovrato per spingere il Ministro degli Ester in un vicolo cieco, dopo avere nesso in moto tutte le batterie di grosso, medio e piccolo calibro, daie false notizie agli incidenti parl.mentari, dopo avere visto sfumare ad una ad una le sue speranze, f?"tifascismo appare ora i.-onie i pesci fuor d'.acqua che si dibattono freneticamente e sono intanto vicini alla fine. Malgrado il passo fatto dal signor Cambon presso il Foreign Office, appare difatti sempre più probabile che Chamberlain andrà a Roma come mediatore, non perchè questo sia il desiderio dell'Italia, come certuni insinuano, ma. perchè tale funzione è nella log;jck delle cose e rientra perfettamente nel quadro della politica da lui inaugurata e difesa. ' Allarmismo isterico Il socialista Popu laire \^on si nasconde la cosa ed oggi Itancia un grido di allarme scrivendo che * bisogna parare ai rischti dei colloqui Chamberlain-MussJiiini » e chiedendosi se il Premieri inglese « non si lascierà sedurrà-, dalle prospettive allettanti di uqa Conferenza a Quattro » Intanto il ministro dell, Campinchi, specializzato neggi elettorali in Corsi stasera per Ajaccio, prei 24 ore il ministro Pre: ladier, allo scopo di po' l'ambiente e di orgi solili metodi una calda za al Presidente del Ci assicura inoltre che il c delle truppe senegalesi pi mane da Marsiglia per Gtf rà ben presto seguito da a; forzi, sopratutto di mate marina ,ei ma.. parte endo di ite Datare un zare coi coglienglio. Si ingente ito stami i sa tri riniale di .artiglieria che U governo f*ancesel L'incubo francese del viaggio di Chamberlai si appresta a dislocare nelja Somalia francese. I giornali pongono in moUo rilievo che il ministro degli iffari esteri Bonnet ha incontrato oggi, durante una colazione inti-na all'Ambasciata d'Inghilterra, f^nr^ Belisha. irilrfistrò delia gtìeréa rie, la Gran Bretagna, il quale precedentemente aveva avuto un lungo colloquio con il Capo di Stato Maggiore generale Gamelin. Nei settori della stampa non guerrafondaia per partito preso, bisogna distinguere gli scalmanati per partito preso i quali seguitano a spolmonarsi rendendusi perfettamente ridicoli, come fa ad esempio, nella Rejiubliqiu il solito Pierre Dominique le cui diatribe fan pensare alle spacconate di Tartarino. Qua e là però la voce della ragione comincia a farsi sentire come lo prova un art colo odierno di Doriot nella JCtbej'e. « Ci sono fra la Francia t l'Italia — scrive il capo del ptrtito popolare francese — delle poisibilità di accordo. Marcello Deit è del mio stesso parere. La fraichigia del porto di Gibuti per in lavi italiane, lo sfruttamento in iool della ferrovia Addis Abeba-Gltuti, un cambiamento adeguato a Suez, senza contare una benevola ospitalità ai coloni italiani in Tunisia: ecco le basi che propone Deat per una discussione. Tutte queste ioluzioni, che sono pure le nostre, mi sembrano preferibili ad ma guerra ». Spiragli di buon senso Anche Maurras, sebbene per 3iverso motivo, sostiene nell'ectimi FranQaise la necessità di « non rompere nulla di essenziale n;i rapporti francesi con l'Italia » e persino r/ntrntisijreajtt esita nd lanciarsi in nuove offensive veibali, indotto in ciò dalle dichiara zioni di Hitler nel suo messaggio per il nuovo anno. «Il Cancelliere tedesco — scrive l'organo della sera — nel suo messaggio dichiara: « Gli obblighi che ci impone l'amicizia dell'Italia fascista sono netti e irriducibili. La nostra comprensione della parte storica di Mussolini al servizio della pace ci obbliga alla più profonda gratitudine *. Queste parole sono la conclusione di colloqui precisi che gli Ambasciatori di Roma e Berlino hanno avuto a Roma ed a Berlino? Non lo sappiamo. Esse sono tuttavia abbastanza formali perchè se ne tenga conto ». Questo è il solo commento al messaggio del FUhrer. La maggior parte dei giornali si limita a pubblicare il documento ed il per che è facile da trovare. Parole come quelle di Hitler si prestano difficilmente ad equivoci. Ed allora come travisarle agli occhi del popolo francese. Come svuotarle di senso, senza passar per imbecilli o per gente in malafede? Fino ad ora la stampa si è sforzata di dare ad intendere all'opinione pubblica che in caso di conflitto l'Italia non avrebbe avuto assistenza dalla Germania. Il documento di Hitler smentisce tale fandonia e perciò si preferisce di fare attorno ad esso il silenzio. Intanto, dal canto suo l'organo ei Quai d'Orsay si rivela, per la ccasione, più realista del re, propettando tesi allarmistiche che on sono state nemmeno enunciae oltre Manica. II Temps sostiene che la colpa è degli inglesi stessi per non avere capito che l'armamento tedesco « non implica soltanto una minaccia di pace sul continente, ma costituisce un pericolo di ordine generale perchè mira tanto al dominio dei man quanto al dominio terrestre ». In questo articolo da un canto c'è il maligno piacere di dire agli inglesi sii vostro turno è venuto» e dall'altra la volontà ferma di aizzarli a riarmare ad oltranza. L'atteggiamento è significativo perchè, venendo all'indomani della nota dichiarazione franco-tedesca, dà la prova della scarsa portata politica di essa; e perchè dimostra quale timore si ha della potenza militare dell'asse Roma-Berlino.