Daladier perde il treno per gli orologi di Palazzo Borbone

Daladier perde il treno per gli orologi di Palazzo Borbone Daladier perde il treno per gli orologi di Palazzo Borbone Varo laborioso del bilancio - Il presidente del Consiglio si è imbarcato stanotte a Tolone Parigi, J gennaio. Poche volte la i spola » fra il Senato e la Camera per l'approvazione definitiva del bilancio, che, per evitare il ricorso ai ro- vinosi dodicesimi provvisorii, de ve intervenire prima della fine della sessione straordinaria il cui estremo limite è fissato dalla legBe per le ore zero del l.o gennaio. t 8Pttta laboriosa come quesfan- "0' ln seguito all'ostruzionismo si stomatico dei membri di estrema sinistra della Commissione delle finanze della Camera. L'ostruzionismo estremista Comunisti, socialisti e radicali estremisti si sono mostrati infatti più che mai decisi ad opporsi ad una trentina di modificazioni apportate dal Senato alla legge di finanza, principalmente al rinvio della applicazione del cosiddetto listino dei tagliandi e del controllo dei conti in banca e alla autorizzazione per l'appro vazione per decreto delie econo mie realizzate dal Cosiddetto « Comitato di accetto », nonché alla rititolarizzazione dei funzionari ausiliari, soggetto eminentemente elettorale. Dopo una notte di sterile attesa, la stanchezza ed il nervosismo erano giunti ad un punto tale che una trentina di deputati appartenenti a tutti i partiti (vi era perfino un socialista) si recarono, per protestare contro tutte quelle lungaggini. in corteo a bussare alla porta i dena sala in p"1 membri della' commissione delle finanze perde vano il loro tempo in discussioni miwrn a reclamare ad alta e sl ml_e,10 a rec'amate ad aita voce 1 bilancio. Il presidente del- „mm. ' v_n„„. r,.., a J^vS^A vn ' a porta socchiusa mostrò un velto affaticato ma severo e sde- gn ' . . ,. — Signori — disse agli assalitori — voi venite meno alla diVoglia- |te ritirarvi! Quando avrete finito? &nita della commissione ,rmportante decisione che la Ca. , ' d prendere in terza lettura. chlesero i protestatari. — Fra un'ora — rispose il presidente della commissione. Ma alle nove la seduta non era ancora riaperta. Nel frattempo alle 8,45 Daladier convocava i de-'putati radicali presenti — una .quarantina — insistendo perchè il gruppo seguisse il governo nel- All'unanimità il gruppo decide. va di realizzare l'unione di voto. i Quando alle 9>30 la seduta j infine ripresa il relatore generale ]della commissione potè annuncia\ re cne chiedeva all'assemblea a nome dei suoi colleglli di ratificare il voto al Senato sul comitato di riorganizzazione amministrativa e sull'applicazione del listino dei tagliandi. Quest'ultimo, però, con una modificazione di data. j Ma l'opposizione dei comunisti e 1 dei socialisti, che a mezzo di e1 mondamenti si opponevano alla j approvazione dei testi dell'alta assemblea, sembrava rimettere i ogni cosa in causa, quando Da• Jadier, che fino a quel momento i ai era tenuto semplice osservatoj re, senza prender parte fra le due ' a venne] assemblee sui punti che le separavano, si decise a gettare nella bilancia il peso dell'autorità governativa e dell'ascendente personale che esercita sul parlamento. Il toro per le corna Lasciando al Ministro delle Finanze Reynaud la cura di definire la posizione del Gabinetto dal punto di vista tecnico, il Presidente del Consiglio si pose sul terreno ove avevano voluto trascinarlo i suoi avversari — il terreno politico — e pose la questione di fiducia Egli la pose tante ]vo|te quanto fu necessario: con j tr0 ;i comunista Duclos dapprima | sulla questione del listino dei ta gHandi, poi contro i socialisti Berlioz e Gouin che volevano ri i stringere i poteri del cosiddetto | : Comitato di accetto» per quello che concerneva l'ammlnistra- zione dei dipartimenti e dei comuni: con ampia maggioranza, andata da 343 voti contro 247, alla unanimità, la Camera si è pronunciata in favore del Capo del Governo di guisa che volepdo diminuire l'autorità del gabinet- nsscClto, i suoi avversari non sono riu sciti che a rinforzarla, cosa Che |pi 'sto approvato dalla Camera mai era stata raggiunta Avendo . vuotato i due ascessi che pesavano sulla '.• spola », Daladier potè lasciare Parigi per intraprendere il suo viaggio in Corsica ed in Tunisia. Ma le vicende di questa agitata discussione avevano obbligato ìi Capo del Governo a differire di un paio d'ore la sua partenza che non potè avere luogo che a mezzogiorno, cioè un paio d'ore dopo la partenza del ministro della marina Campinchi e dei generali Vuillemin e Georges che avevano preso quello che doveva essere 11 treno presidenziale. Il vagone del Presidente del Consiglio, agganciato al direttissimo delle 12, e stato staccato al suo arrivo a Marsiglia dove si è formato treno speciale che ha condotto Daladier a Tolone ove si è imbarcato alle 23 a bordo del Forti che è salpato per Aiacclo. Nel frattempo, dopo la partenza di Daladier che non aveva potuto assistere alla fine della discussione, la Camera, i cui orologi per una finzione ormai abituale continuano dalla scorsa notte a segnare le zero precise, votava all'unanimità di 369 voti il testo I il'drpltddcncddel Senato e rinviava al primo ; fgennaio 1940 l'istituzione del li-1 nstlno dei tagliandi e, per alzala ! adi mano, l'altro testo, pure ap- ] lprovato dal Senato, decidente che i decreti di economia dovranno essere ■ presi in considerazione in consiglio dei ministri e che i poteri del Comitato dell'accetto spariranno il 30 settembre '39; fine, la Camera votava l'Insieme del bilancio che presenta un'eccedenza di entrata di 47.800.000 franchi. Il bilancio ha ripreso subito la via del Senato ove gli orologi sono pure stati fermati perchè ven azezin-*trcngnIhqliga esaminato a sua volta 11 te- c. |ziosto che è stato accettato con va- irio modificazioni, con 279 voti, Il bilancio ha ripreso | contro 14 quindi la via di Palazzo Borbone. Alle 0,15 l'accordo fra il Senato e la Camera è stato raggiunto [de, approvato dalle due Assemblee, | il progetto di bilancio del 1939, è;s] stato letto il decreto di chiusura |_della sessione straordinaria del dParlamento. La sessione ordinaria gsi aprirà costituzionalmente il 10,1 secondo martedì di gennaio. Le mene degli « incendiari » Mentre Daladier ha intrapreso il suo viaggio in Corsica e nell'Africa, i giornali di estrema sinistra, che continuano ad occuparsi della questione delle rivendicazioni italiane, si segnalano in tczSpgtcmt! cviolenti attacchi contro il ministro!cdegli Esteri, Bonnet, dal quale — Uessi dicono — ci si può aspettare | fognL tradimento. ti'Aclion Francaise, invece, denuncia le mene degli .< incendiarli v, che, Aedl'Humanité e dall'Epoque al Potiulatre passando per l'Ordre e la cattolica Aube, cercano di rifare con miglior successo il colpo che, per fortuna, andò a monte nello scorso settembre. Fra le false notizie e accenni dell'organo monarchico possiamo includere anche quella pubblicata] dalla Tabouis sull'Oeuvre circa'sl'invio di un emissario di Hitlerla Montecarlo, ove si trova il colonnello Beck, per proporre a Varsavia di favorire la sua espansione nel Baltico, cedendole i posti vantaggiosissimi che la Ger- mania ha conquistato da sei set-Itiniane, in Lituania, Lettonia ed Estonia. invitandola ad Impadro- nirsi di Memel. Sola condizione! posta, quella di non opporsi ad una certa trasformazione della politica di Varsavia nella Galizia!Orientale (Ucraina polacca) af-| finché questa provincia possa godere una certa autonomia. Durante l'assenza del Presiden-, te Daladier, per il viaggio in Cor-\ sica ed in Tunisia, la presidenza' del Consiglio verrà assunta ad interi») dal ministro senza portato-: gli, Chautemps. j