Il Genova poca in stile pratico e piega per 4 a 0 l'inconcludente Torino

Il Genova poca in stile pratico e piega per 4 a 0 l'inconcludente Torino VeMiio e gelo a JVFaraasi Il Genova poca in stile pratico e piega per 4 a 0 l'inconcludente Torino GENOVA: Tavoletti; Marchi, Conta: IV ruzzolo. Villa, Micheli ni; Neri, BerIoni, Miniati, Scarabcllo. Lazzaretti. TORINO: divalli ; Piacentini, Ferrini; Cariarlo, Gallea, Baldi, Maccheroni, l'eolio, Ossola, Peiron, Capri. ARBITRO: Boriatila. RETI : Miniati al 5" ed al 36» del pillo tompo; Michel ini al 5", Bertoni al 25" della ripresa. (dal nostro inviato) Genova, 23 dicembre. Sette risultati utili avevano creato al Torino un piedestallo sul quale s'era posto in bella evidenza. Eia lodato, ammirato, temuto e pareva che non ci fosse squadra capace di batterlo. E' accaduto, invece, che il Genova, messo dalla sua disastrosa classifica nella necessità di vincere, l'ha addirittura travolto. Una giornataccia per il povero Torino. Brutta, innanzitutto, perchè ad una spruzzata di neve seguiiono freddo e vento eccezionali anche per Genova. Un freddo da lupi ed un vento così forte e gelido da tener lontano il pubblico. Poche migliaia di spettatori sugli spalti' battuti dalla tramontana. Giuocarc, in quelle condizioni, era un piccolo eroismo: assistere alla partita una vera sofferenza. Torino attacca Genova segna Il Torino, vinto il campo, scelse di partire con il vento in favore, cosa che avrebbe dovuto costituire, nella giornata, un vantaggio notevolissimo. Fu invece il Genova ad attaccare. Con disordine, se si vuole, ma con grande decisione. 1 « rosso-blu » si gettarono come furie sulla difesa « granata » pei \ scardinarla, per superarla di forza ed il Torino, preso d'infilata dagli scatenati avversari, invano tentò di dar vita a quel sito giuoco tutta precisione e velocità che cosi buoni risultati gli aveva dato nel recente passato. Pareva proprio che il gelo avesse bloccato quei ragazzi di solito così svelti. Passati appena cinque minuti, il Genova mise a segno il suo primo pallone. Barlassina, direttore di gara che il Torino non aveva più avuto dal giorno ormai lontano in cui, a Bologna, un calcio di rigore decisivo delle sorti di un campionato, provocò una insanabilità di carattere tra « l'arbitro principe » e fa società granata, punì un fallo di Piacentini su Mi nìati, fuori dell'area. Battè Miche lini e la palla andò a Miniati che fu svelto a tirare in porta. Non fu, per la verità, un tiro imparabile, ma Cavalli non si mosse in tempo e si trovò superato. Con tanto tempo ancora a sua dispo sizione il Torino non doveva certo rassegnarsi alla sconfitta e si aspettò di vederlo lanciarsi alla controffensiva in modo da rimediare quel suo errore iniziale. Attaccò infatti, ma senza risultati e. diremmo, senza convinzione. Il suo era un minuto lavoro che, intelligente e fluido a metà campo, perdeva irrimediabilmente consistenza a contatto con i difensori avversari. Nella fase manovrata le avanzate del Torino mettevano in imbarazzo i mediani genovesi; ma poi Marchi, di testa e di piede, spezzava quella ragnatela d'attacchi. Intanto, pur premendo, il Torino denunciava quelle che erano le sue debolezze nella giornata: Gallea non si innestava nel giuoco dell'attacco e « ballava » fra Bertoni e Scarabello; Baldi doveva ricorrere a tutti i trucchi possibili per tenere Neri; Piacentini fioccato-» ad una gamba, zoppicava e non poteva far sfoggio della sua potenza; Ferrini, tradito dal vento, sbagliava i più semplici rimatidi. In prima linea il solo Ma scherani portava avanti la palla e si sforzava di creare situazioni minacciose per Tavoletti; Petron indugiava in un palleggio abile ma lento, Ussello non trovava l'esatta dosatura dei passaggi, Ossola era come assente e Capri falliva con tiri ben sopra la traversa, due magnifiche occasioni affidate ai suoi piedi. A questa sterile superiorità torinese il Genova, assai più deciso e sbrigativo, rispondeva, al 36' con il secondo punto, il più bello della serie e l'unico, anzi, per il quale il portiere torinese non debba battersi il petto. Collaborarono alla realizzazione del gol Scarabello e Bertoni e l'ottenne Miniati lasciato libero dai difensori <r gra nata », con un tiro al quale Cu amSciZRgechbtedvresel'spissadiAl-letFbBluilpcbqnqpsdbtFe a e] catti proprio non potè opporsi. e, In svantaqgio per due a zero e. a i con la squadra in disordine, il To ìrino si trovò pruticamente battuto e\prima ancora dell'intervallo. Si - ebbe, tuttavia, al riprendere del , ! giuoco, l'impressione che i «gruo nata » volessero, con una punti ìgliosa offensiva, risalire la corren- [te, ma fu cosa di brevi momenti che s'esaurì quanto Barlassina non ; volle rilevare un « untiti » evidente di Marchi. Venne subito, a dare I il colpo di grazia al Torino, la ter- ErRtca i 6 6 5 3 3 3 0 0 0 9 za rete al passivo. Su calcio d'an golo (5« minuto) Neri mandò forte al centro e Michelini trovò il corridoio per far passare la palla che Cavalli fermò appena oltre la linea: Barlassina, piazzato vicino ad un montante, vide giusto e convalidò. Giuoco fatto, definitivamente. Si andò avanti con una serie di « angoli » a favore dell'una e dell'altra squadra e Bertoni, al 25', rompendo gli indugi, calciò da lontano, battendo ancora Cavalli, tuffatosi in... controtempo. Totalmente « gelato », il Torino cercò con Petron il punto della bandiera, ma Tavoletti vi si oppose con una bella parata. Invano Ossola e Capri invertirono i loro ruoli; tu ventura che il Genova mancò, sul finire, un paio di altri tiri da rete Non lode e non condanna Il risultato è sorprendente perchè interrompe in modo clamoroso una serie di probanti successi « granata ». A nostro giudizio esso non deve essere interpretato ni come un chiaro ritorno del Genova alla gran forma nè come una condanna spietata del Torino. Il Genova, pur andando in netto vantaggio, non è piaciuto nel primo tempo e l'ha fatta da padrone solo nella ripresa, quando l'avversario era ormai rassegnato alla sua sorte. Il solo Marchi è stato magnifi-, co da un cavo all'altro dell'iheon-' tro. La mediana ha lavorato con impegno senza eccellere; i due interni, operando in posizione arretrata, hanno fiaccato Gallea e dato ottimi palloni a Neri e Miniati, entrambi molto attivi e hisidiosi. La maggior decisione ha permesso ai e padroni di casa » di imporsi, e ciò era prevedibile perchè ci si attendeva, da parte del Genova, un'offensiva condotta di forza. Il Torino ha avuto una giornata disgraziata. Ha sofferto il freddo, il vento, l'impeto avversario. Il suo portiere è responsabile più di ogni altro del grave passivo, ma la difesa ha vacillato tutta, compreso il centro mediano. La mancanza di energia e l'insufficienza nel tiro hanno impedito ai « granata » di rendere fruttifero il lavoro svolto nel primo tempo. Squadra di giovani, il Torino non ha saputo reagire alle avversità; spento l'estro del giuoco non è rimasto che il puntiglioso e vano impegno di qualche singolo ele-\ mento. Perso per perso, ha accet-\ tato la punizione severa. Eppure, il crollo non può aver distrutto I tuffo quanto di buono s'era visto ed ammirato di recente nella squadra. In altro ambiente, in altre condizioni di tempo e di giuoco, il Torino può riprendersi. Forse non si dovrà attendere che otto giorni. Luigi Cavallaro