Spedizione aerea sulle retrovie dei greci

Spedizione aerea sulle retrovie dei greci Spedizione aerea sulle retrovie dei greci Colonne di rifornimento, baraccamenti, accampa-, menti centrati in pieno da un fuoco micidiale (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Da un aeroporto dell'Albania, 19 dicembre. Quando giungiamo sul campo il termometro è ancora sullo zero. Uno spesso strato di ghiaccio copre le fossette di scolo e il terreno ha una crosta durissima che agevolerà il decollo degli apparecchi poiché il prato si "è trasformato in una grande pista naturale. Intabarrati nelle combinazioni di volo, con i guanti foderati di pelliccia, il casco di cuoio, ci avviamo verso gli apparecchi che attendono sul campo. Un centinaio di eliche sono già in modo da oltre mezz'ora perchè i motori si scaldino. Attorno alle potenti macchine da guerra già cariche di tonnellate di esplosivo, si aggirano gli specialisti, intenti agli ultimi preparativi. Primi bersagli Il sole, che da poco si è levato dietro i boschi, non riesce ancora a scaldare l'aria quando il comandante dà l'ordine di partenza. Il nostro apparecchio, che è il primo della formazione, si solleva da ter ra senza alcuna difficoltà nono stante il grave carico e prende ra pidamente quota. Dal mio posto di osservazione scorgo sul prato un rincorrersi veloce di apparecchi: prima gli « Sparvieri », poi i « Falchi », che ci scorteranno in questa nostra puntata offensiva. Accanto al nostro si affiancano due apparecchi, gli altri seguono a brevi intervalli. Quando la formazione è completa, dirigiamo verso sud. A duemila metri sopra di noi sono i « Falchi » che vigilano. Man mano che si sale, il freddo comincia a farsi sentire anche nell'interno degli apparecchi. Dietro di noi i monti sono carichi di neve e fanno contrasto col fondo scuro delle vai late, nelle quali il sole non è ancora penetrato. Sembra che la vita si sia arrestata sulla terra; ma quando, oltrepassate le nostre linee avanzate, diminuiamo di quota, si scorgono subito i primi segni di vita. Lungo le strade del nemico qualche nuvoletta di granata esplosa in prossimità della formazione ci avverte che l'artiglieria greca è stata pronta a mettersi in azione al nostro passaggio. I primi lanci di bombe vengono compiuti a Kargove lungo la strada che segue il corso della Vojussa, dove una colonna di rifornimenti è centrata in pieno. Gli autocarri saltano in aria come fuscelli sotto l'effetto terrificante dei quintali di esplosivo che li colpiscono; i conducenti, abbandonate le macchine, fuggono in cerca di scampo verso il greto del fiume. Al diradarsi del fumo provocato dalle esplosioni, la colonna appare sconvolta e molti autocarri bruciano sulla strada. Il tempo di constatare gli effetti del bombardamento, poi il nostro volo continua verso sud. A Piskal prendiamo sotto il tiro delle nostre bombe un'altra colonna ed un accantonamento di truppe. Anche qui i danni devono essere stati rilevanti ed i vuoti tra le truppe molto sensibili, poiché la nostra formazione è giù di sorpresa e il nemico non ha avuto 1 tempo di mettersi in salvo fuggendo verso la campagna. Il viaggio di ritorno, con gli apparecchi più leggeri, è compiuto rapidamente. Appena si atterra, mentre i piloti vanno al rapporto, gli specialisti compiono un rapido rifornimento del carburante e degli esplosivi; poi la formazione prende di nuovo il volo. Dirigiamo questa volta verso sud-ovest e dopo pochi minuti di voìo l'Adriatico appare avvolto in una densa caligine che il sole, ormai alto, non è ancora riuscito a diradare. Sulla costa frastagliata non si scorge alcun segno di vita. La formazione, sempre scortata dagli agilissimi' « Falchi », raggiunge dopo un'ora di volo le linee nemiche a sud di Porto Palermo, punta tutta decisa verso la litoranea, raggiunge il bivio di Borsh, si abbassa notevolmente per meglio riconoscere gli obiettivi. Intorno, fioccano le prime nuvolette dell'artiglieria nemica, che tenta di ostacolare la nostra incursione. Il cielo si costella di centinaia di piccole luci guizzanti: sono i proiettili delle mitragliatrici contraeree che si accaniscono contro i nostri apparecchi. Si scende ancora. E possibile vedere gli uomini che fuggono dai baraccamenti, cercano scampo verso la campagna. Ma il primo lancio, aggiustatissimo colpisce in pieno le baracche ed alcuni autocarri che stazionano sulla strada; altre bombe vengono lanciate sulle postazioni difensive. Altissime colonne di fumo si leva no da terra, miste a rottami delle opere colpite e sulle truppe in fu ga vengono scaricati gli spezzoni che provocano larghi vuoti. In due rapidi passaggi l'opera di distruzione è completa. Gli aerei nemici assenti Continuiamo verso l'interno e trovata una stretta valle, ci portiamo prima su Golam e quindi su Kolonia, ove prendiamo sotto il ti ro delle nostre bombe di medio < grosso calibro altri accampamenti e carriaggi. Vari scoppi e fiamme altissime si levano verso il cielo I bombardieri sono oggi di una precisione impressionante e tutti gli obiettivi vengono centrati e di strutti. Ma non abbiamo tempo per attardarci a vedere il fuoco che s'è appiccato alle baracche i agli autocarri perchè, appena l'ul tcidtlgpttrd tima bomba è stata sganciata, per completare l'opera di distruzione i « Falchi » si avventano da grande altezza, puntano a velocità fantastica verso il suolo e scaricano le loro mitragliatrici sulle truppe greche che fuggono verso la campagna. In formazione scalata 1 cacciatori sventagliano di pallottole tutta la vallata, seminando il terrore fra il nemico, che non ha via di scampo. Dopo qualche chilometro, percorso a pochi metri dal suolo, i piccoli caccia si impennano, prendono quota, virano nelle gole strette con manovra sicura e fanno un'altra passata, seminando di nuovo raffiche di fuoco. E' stato il completamento dell'opera di distruzione iniziata dagli « Sparvieri », e gli effetti di questo bombardamento e mitragliamento devono esere stati tremendi per il nemico. Poi il ritorno. Durante tutte le ore che abbiamo tenuto da padroni il cielo nemico, seminando il terrore e la morte, neppure la traccia dei cacciatori anglo-greci Non è igienico affrontare le nostre formazioni. Il nemico ha una durissima esperienza in materia e preferisce starsene rintanato nei suoi aeroporti. Pietro Busatti

Persone citate: Golam, Pietro Busatti

Luoghi citati: Albania, Palermo