Tre pescherecci italiani sorpresi dalla guerra in Atlantico di Filippo Pennese

Tre pescherecci italiani sorpresi dalla guerra in Atlantico Tre pescherecci italiani sorpresi dalla guerra in Atlantico SOStdi1 Quasi quattro mesi di avventare e alcune giornate drammatiche - Lunga e non lieta alle Ar7nrYO — Cnmo in a'tnnrntn il «arnionituie tizzone — come TU giaOCaiO U nemxCO j (Nostro servizio particolare) Roma, 11 dicembre. Questa è la storia di tre pesche- lvrecci italiani il « Balena », 11 <t Pe- csce Spada » e il « Sardella » che dforzando il blocco inglese e bef- dfandosi dell'« Intelligence Servi- Mce» partirono dall'Isola di San tPietro di Terranova e arrivarono. ia Vigo di Spagna e poi in un I Sporto X della Francia atlantica. !nMaggio 1940; il 4 Balena », il « Pesce Spada » e il « Sardella ■» tiran la rete a sacco nei fertili banchi di pesca di Terranova, davanti alle Isole di San Pietro e Miquelon che stan vicini alla Te-! nisola Fortuna della più grande' isola di Terranova che la Grani Bretagna ha ceduto ultimamente; agli Stati Uniti in cambio di cin-| quanta cacciatorpediniere. I tre pescherecci pescano il' merluzzo sul « gran banco » insle- i me ad altre quattro barche ita-j liane. vrqc.'sil! | SDa qualche anno 1 pescherecci .italiani venivano a Terranova a pescare sugli altopiani sottoma- |nm coperti dal deposito di ma- tenah d ogni genere trasportati rispettivamente da S.O. a N.E. e da N.E. a S.O. dalla calda cor- rente del Golfo e dalla corrènte fredda del Labrador che in questa'zona si incontrano. Sopra questi 1 banohi il merluzzo trova l'am-|Diente più favorevole per prospe- j rare e per lasciarsi pescare dalle Inavi italiane che affrontavano buna lunga navigazione atlantica per liberare il nostro Paese dal-'l'importazione straniera di questo prodotto. I , I Toeletta di guerra in Atlantico jLa pesca era da oltre un mese Incominciata, quando tra il 20 e 25 maggio, i tre pescherecci ita- i liani videro partire, quasi improv- visamente, per la Patria lontana'le quattro navi che pescavano sul «gran banco». All'orizzonte ba-jlenano le prime notizie del nostro 1 intervento armato a fianco della Germania e le radio confermano ogni giorno che la grande ora-per il popolo italiano sta peri scoccare. Il 25 maggio le altre nari piùigrosse sono partite in viaggio per, l'Italia dove per la loro velocità I riescono ad arrivare prima dello scoppio della guerra. Il « Balena », il « Sardella » e il < Pesce Spada » continuano egualmente la loro dura fatica di pesca e attendono fiduciosi l'ordine di rientrare. Infatti, 11 7 giugno, i tre pescherecci ricevono l'atteso marconigramma. Abbandonano la pesca e giungono a San Pietro dove era la loro piccola base. Trasportano a bordo due pescatori ammalati che giacevano nell'ospedale di quella città; imbarcano gli agenti della Compagnia, la S. A. Industria Pesca di Roma, e caricano tutto il carbone e il materiale. Il 7 giugno, a sera, prendono il mare con rotta sulle Azzorre. Durante la navigazione apprendono con emozione e con entusiasmo il discorso del Duce. E' il pomeriggio del 10 giugno. E' la guerra; guerra anche per quelle tre barchette sperdute nell'im-| mensità dell'Oceano. Ancora sei] giorni di navigazione le separadal primo porto neutrale delle Azzorre. Finita la ricezione del discorso di Mussolini, i pescherecci che navigano in convoglio sipreparano alla loro toletta diguerra. Due marinai, legati alle murate, si calano fuori bordo e con grosse pennellate cancellano la bella bandiera italiana dipinta sui fianchi delle loro navi per la navigazione neutrale. Le navi ri diventano grigie e nere comebarche pirate e nella notte nessu- na luce viene accesa a bordo. Il trapasso dal tempo di pace a quello di guerra è istantaneo. Amezzanotte scocca l'ora zero e ai quattro rintocchi della campana del quarto viene raddoppiata la guardia. Il volo di un « Clipper ì La radio di bordo serve solo per l'ascolto delle notizie dalla patria lontana e quegli uomini, quei pescatori, ritrovano tutta la loro tenacia e la loro sagacia di gente di mare per sfuggire ali del nemico e al pericolo re prigionieri. Ma quei marinai lascieranno andare a fondo le loro navi, piuttosto che lasciarle cadere ir. mano al nemico. In plancia vengono portate le armi — due moschetti per ogni peschereccio con pochi caricatori — potranno servire aqUMare t™ e vento forte nJilare glosso e vento forte neigiorni che vengono, l pescherecci tramontano sotto le montagne on- dose dell'Atlantico e talvolta sai-gono in alto, in alto. Ogni uomoè al suo posto di guardia. Ma chepossono fare tre barche inermi difronte anche a una torpediniera inglese? Eppure quella gente 1 re quella gente e convinta di non cadere- nella retedel nemico che- a quell'epoca do-minava ancora i mari. La mattina del 13, sul « mare morto » all'orizzonte, gli uomini del Balena avvistano un « Clipper », un quadrimotore atlantico che collega l'Europa all'AmericaVengono subito alzate a riva dell'albero di prora le bandiere per segnalare agli altri due pescherecci la presenza dell'aereo sospetto. Fanno proprio come sulle navda guerra. L'aereo, giunto sulla verticale dei nostri pescherecci, compie un largo giro d'osservazione, po•\ picchia » sulle nostre navi. A bordo s'imbracciano i moschetti« Se lui avesse lanciato i suoi confotti noi avremmo risposto coi nostri caricatori. Almeno una pallottola sarebbe arrivato al segno e poi... ci avremmo rantato sopra una litania! 'cosi mi 'acconta iradio-telegrafista del «Sardella .) li « Clipper > passa rombando e vola lontano. Dopo poche oro da questo In- contro viene intercettato un ra dio della Compagnia che ordina 11 dirottamento verso un porto del Massachussetts. Una sventagliata tristezza al pensiero di rimanere . internati in un lontano paese de I Su Stati Uniti sferza il cuore dei !nostri marinai. I pescherecci de jdrascndtedpCdvnmRchdsute! ' i ; | ' i j viario la loro rotta e fino alla sera navigano verso l'America, quando un secondo radio giunge con l'ordine d'invertire la rotta .'sulle Azzorre. Il mistero regna intorno a questo ordine e contror-1 dodanmppolaiscolil'trnatodmtotagtaCzline, ma i pescatori preferiscono le Azzorre; sono più vicine all'Europa, all'Italia. Tre mesi nel porto di Horta Il giorno prima di arrivare a ! Horta, una delle Azzorre, viene avvistato nelle prime ore del mat| tino un convoglio di navi nemiche scortate da qualche Scaccia o da un incrociatore ausi- .certamente |Uario. T peScherecci s'acquattano suUc onde e deviano la rotta per sfuggire all'avvistamento e al mattino seguente si presentano davanti al porticciuolo di Horta a chieder libera pratica alle auto'rità marittime portoshesi. 1 per tre mesi e mezzo le tre na|vi rimangono alla fonda nel por j to di Horta e gli equipaggi duran Ite questo loro soggiorno forzato bevono sopportare ogni sorta di angherie da parte delle autorità 'portoghesi, troppo legate al gio co e alle sterline degli inglesi. Ai I nostri marinai venne proibito di I andare a pescare e di fare il ba- gno suiia breve spiaggia di Hor- jta. Per poter restare sulla spiasi già e per tuffarsi nelle acque del l'Atlantico i nostri uomini devono i recarsi ogni volta alla capitane ria per ottenere il permesso scrit'to. Le sole ore proficue della Io ro giornata sono quelle passate in jcordiale cameratismo con gli e 1 quipaggi di due navi germaniche a che allo scoppio delle ostilità troo varono scampo in quel porto. Ina-sieme ai marinai tedeschi la genri te dei nostri pescherecci resistet te in quel confino solo perchè ùianim^ta dalla grande speranza di r, poter vedere un giorno la sua Paà I trla e servirla da gente di mare e Gcdnno e e a a o i i i o l l a e -| i] a' e j l ii i; e ^ e o dei" tre pescherecci che, "invece, di guerra. Giunge cosi 11 20 settembre; una grande giornata per i nostri ma rinai; un ordine misterioso arriva da lontano e la sera, i tre pescherecci salpano le ancore silenziosamente e prendono il mare con una rotta strana. E' l'avventura più drammatica di quella gente. Gli inglesi tengono il blocco alle coste portoghesi. Torpediniere e « caccia » vigilano fuori e talvolta dentro le acque territoriali del Portogallo per intercettare le correnti del traffico marittimo. La beffa all'è; Intelligence Service » Mentre 1 nostri pescherecci sono in navigazione un incaricato della SAIP organizza a Lisbona la beffa ai danni dell'<: Intelligence Service ». Con l'aiuto di qualche connazionale viene, infatti, sparsa la voce che tre pescherecci italiani sono attesi in quel porto con visibile ansia da parte dell'incaricato della Società Italiana. Gli inglesi, subito informati del tentativo del blocco, inviano davanti a Lisbona due dragamine e una torpediniera della « Royal Fleet » con lo scopo di accalappiare le nostre navi. Le unità britanniche attendono davanti a Lisbona l'arrivo dlaqvracpbccrdlvdilva a inaspettatamente, il 25 settembre giungono a Vigo in Ispagna con le loro bandiere tricolori ridipinte e|SuUe fiancate e con tutte le luci - ; accese pev timore di essere siluIl raU per isbaglio dal sommergibili a ! germanici. Ai A Vigo i nostri marinai vengoai ; no festeggiati dal nostro Console, a dal Segretario Politico, dai connaa ■ zionaii e dalle autorità spagnuole | cne esprimono tutta la loro sod¬ disfazione per la brillante impresa compiuta e per la beffa giuocata agli inglesi. I\ Balena, il Sardella e il Pesce Spada non hanno ancora finito lai loro odissea. Il primo di r a eee o tao ti pucNchn1zHdfpartono da Vigo e. nonostante che]nelle acque di Finisterre fosse rante questa navigazione viene av vistato all'orizzonte «un fil di fumo ». I tre pescherecci sfuggono e si buttano sotto costa ma una mattina, all'alba, quando la luce hi era ancora incerta; vedono affioaimre sulla superficie del mare al JSMSanla metri aPPena dal. b°"?° j eiunamassa nerastra. A prima vista ci ; ; n0stri marinai credono di avere I n- a cne fare con un sommergibile, i-!ma dopo pochi secondi due potenti oìsofH di vapore due fontane siele-|e1,..,no suita loro sinistra E' una di|balena; un povera balena impau-jun povera balena impau a rjta dalla guerra, 1 e tei o-| re ni pco a. eler ctvi le un oi A ti. noalno ra il .). La rotta viene ripresa e dopo alcuni giorni di navigazione ri- schiosa ma senza pericolosi incon- tri le tre navi si presentano, quasi tenendosi uer mano, davanti al , , de r.... Dal se- tolto ai a. jeaii vk ■■ _ matore vien subito-ci lesto n no- tninativo e sugli alberi del tre pe- scherecci salgono le bandiere chenel codice internazionale indicanola loro nazionalità. Libera praticaè subito data al'e nostre navi che„r,'/,n„„ ;„ r,™-^ t„ttp imhanriip-enti ano in porto Ju"e imbanrie rate e accolte festosamente dalleautorità tedesche. La sera di queigioì no di festa, a mezzo della radio germanica i nostri marinai pos-sono mandare un saluto al loroe alle loro famiglie. Il do-il Balena il Sardella e ilpaese mani. Pesce Spada partono diretti verso un altro porto X della costa francese atlantica. E là le tre navi italiane pescano protette dalla bandiera vittoriosa del Reich. Filippo Pennese