I sei velivoli nemici abbattuti nel cielo di Tirana
I sei velivoli nemici abbattuti nel cielo di Tirana I sei velivoli nemici abbattuti nel cielo di Tirana Uno degli inviati speciali della Agenzia Stefani al fronte grecoalbanese, comunica da * X» in data di ieri: Alcuni nostri bombardieri che avevano operato nel settore di Coritza si erano tirati appresso sei caccia nemici incontrati nei pressi del Lago di Ocrida. Gli inseguitori apparivano furio?!: ogni loro tentativo di attacco era stato prontamente rintuzzato dai nostri biavi mitraglieri. Giunti nel cielo di Tirana una ancor più brutta sorpresa li attendeva. Mentre si eclissavano gli « Sparvieri », l'azzurro si popolava dei nostri saettanti cacciatori; si trattava di | squadriglie dì scorta ad un altro 'gruppo di bombardieri che ritorinava a spolverare le linee nemiche. Naturalmente il duello ebbe subito inizio. Non che i nemici desiderassero il combattimento, ma per loro eia ormai impossibile sottrarsi al durissimo gioco. I nostri caccia avevano loro precluso la via del ritorno. Piombato da 6.000 metri, un apparecchio italiano bruciava con raffiche ili pallottole incendiarie le ali del velivolo nemico che era riuscito ad acquistare nell'ine! piente fuga maggiore distanza. Gli altri cinque pur venivano presi alla ruota inesorabile delle mitragliatrici. In pochi minuti dopo il primo, quattro caccia avversari cadevano in fiamme. Ma quello che era riuscito a sfuggire alla tremenda morsa non venne perdonato. Lo inseguiva il comandante stesso della nostra formazione. Il pilota nemico non conoscendo chi aveva di fronte tentava la manovra. Come risposta una raffica coglieva subito il suo apparecchio sul fianco sinistro; poi mentre esso si rovesciava dall'altro lato per raddrizzarsi, una seconda raffica gli squarciava 11 fianco destro. A scendendo in linea verticale 11 nostro caccia scaricava ancora la mitragliatrice sulla coda dell'apparecchio avversario. E sulle pendici del Tomori cadde la sesta torcia. La tradizione non venne smen tita. Gli apparecchi nemici che si arrischiano di giorno nel cielo di Albania, sono destinati a non far più ritorno alle proprie basi.
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