I due incrociatori nemici devono considerarsi perduti
I due incrociatori nemici devono considerarsi perduti Il colpo Mie Ila. baia ai Suda I due incrociatori nemici devono considerarsi perduti (Nostro servizio particolare) Roma, 4 dicembre. La baia di Suda, nell'isola di Creta, protetta dalla penisola di Ari ritiri, ha visto ancora una volta il fulmineo saettare dell'ala italiana che ha infetto un altro duro colpo alla marina britannica. Le «siluranti » aeree, armi formidàbili dovute al genio inventivo degli italiani, hanno fatto sentire al nemico il peso della loro aggressività e della loro potenza offensiva e distruttrice. Due incrociatori nemici che credevano di essere al sicuro nella base ellenica da tempo attrezzata dagli inglesi per recare offesa e insidie alla nostra Marina e ai nostri traffici, molto tempo prima del conflitto italo-greco, sono stati attaccati e colpiti da nostri aereo-siluranti. L'attacco della buia di Suda, condotto con un magnifico ardimento dalle nostre «siluranti aeree» sta a dimostrare come la situazione navale nel Mediterraneo si delinei sempre più favorevole, attraverso un fatale, progressivo indebolimento della flotta nemica. L'Ammiragliato inglese, sia pure mentendo, si troverà certamente imbarazzato nel dover giustificare questo nuovo scacco che si aggiunge a quelli di Punta Teulada e dell'ultimo siluramento dell'incrociatore nel Canale di Sicilia da parte del nostro sommergibile Tembien. L'attacco della baia di Suda rivela tutte le superbe doti di aggressività e di perizia dei nostri aviatori di aereo-siluranti che, nonostante le forti opere difensive della base navale anglo-greca, hanno potuto portare a termine la loro azione offensiva. La. sorte dei due incrociatori colpiti nella baia di Suda dai siluri dei nostri aerei, le cui esplosioni sono state regolarmente controllate dagli equipaggi nei fulminei momenti dell'impennata successiva, di pochi secondi,- alla manovra dello sganciamento dei siluri, non può essere dubbia. E dipenderà soltanto dalla profondità del fondale, se le due unità nemiche risulteranno inabissate o meno; ma è cerio che i due incrociatori sono da ritenersi, a tutti gli effetti delle loro possibilità belliche, come perduti. Il brillante attacco dei nostri acrcosiluranti è uno dei più fulgidi episodi di audacia di questa dura e insidiosa guerra mediterranea. Nel settore atlantico i nostri sommergibili hanno ottenuto una altia vittoria con il siluramento di un cacciatorpediniere inglese; azione, questa, che pone le forze leggere della flotta nemica in sempre più precarie condizioni, soprattutto per quel che riguarda la scorta ai convogli, ogni giorno più duramente provati dall'offesa delle ormi dell'Asse. La perdita di un « destroyer » per la Marina inglese è molto grave; primo, per la deficienza del naviglio leggero e sottile; secondo, per lo stato dei cantieri navali britannici martellati quo¬ M tidianamente dall'aviazione germanica. Secondo i dati ufficiali, di fonie inglese, della fine di agosto, la Marina britannica, computando le perdite subite, disporrebbe di 1G8 unità leggere tra esploratori e caccia, di cui 100 dislocate nelle acque metropolitane e ~>0 in quelle mediterranee. Sarebbe molto ingenuo, però, supporre che la Gran Bretagna abbia dichiarato tutte le perdite delle sue minori unità; perdite certamente assai rilevanti specialmente negli scontri nei fiorili norvegesi e, nella battaglia della Manica. Da informazioni attendibili risulta effettivamente che il numero dei cuccia inglesi nelle acque metropolitane era a quell'epoca ridotto a 60. La guerra aereo-navale e subacquea condotta, sempre vittoriosamente dalle Potenze dell'Asse, ha, però, dall'agosto fino ad oggi, assottigliato ancora le forze di naviglio leggero da guerra dell'avversario. Tante sono state le sconfitte e le perdite, in questo settore, che la Gran Bretagna ha dovuto ammettere che 33 sono i caccia affondati. Se l'Ammiragliato ha ammesso queste perdite, vuol dire che le azioni vittoriose tedesche e italiane sono state maggiori. Ma d'altra parte non si coni prenderebbero i disperati appelli i rivolti da Londra a Washington imploranti nuove cessioni di naviglio sottile da guerra e di aliquote di navi mercantili. Le vittorie italiane annunciale dall'odierno Bollettino del Quariterc Generale delle nostre Forze Armate hanno suscitato un legittimo orgoglio fra i marinai d'Italia su tutti i fronti, essi oggi hanno festeggiato Santa Barbara con la fierezza delle loro armi, nella certezza della vittoria finale. F. P. I li 8jmmérgibi!a « Tembien » siluratore di un incrociatore inglese (Telefoto)
Persone citate: Suda
Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Londra, Roma, Sicilia, Teulada, Washington
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