L'economia mediterranea e la funzione dell'Italia

L'economia mediterranea e la funzione dell'Italia L'economia mediterranea e la funzione dell'Italia La liberazione del Mediterraneo e dei suoi sbocchi dalla padronanza straniera è, per l'Italia, un problema di libertà e quindi di esistenza. Esso giustificherebbe da solo la guerra che si è intrapresa. Ma l'Inghilterra si è anche servita della sua padronanza per disgregare, a proprio vantaggio, l'antica unità mediterranea ed impedirne la ricostituzione. Contro questa attività disgregatrice ha sempre urtato l'Italia nello sviluppo di quella politica di coordinamento che rientra nei suoi compiti storici. Nessun'altra potenza mediterranea poteva e può contenderle a giusto titolo tale funzione unificatrice e benefica. Le antitesi e le incomprensioni sono sempre state alimentate dall'Inghilterra con 1 mezzi politici ed economici di cui poteva largamente disporre. Non possiamo evidentemente ammettere che un paese non mediterraneo domini la politica del paesi mediterranei. Nessun paese vi è maggiormente interessato di noi. La cecità manovrata degli Stati confinanti con il Mare Mediterraneo ha impedito ad essi di rendersi conto del grande e comune vantaggio del sottrarsi agli scopi inglesi, essenzialmente statici, e di comprendere la convenienza della autonomia mediterranea negli affari economici. L'Inghilterra aveva, soprattutto tìopo l'apertura del Canale di Suez, polarizzato il Mediterraneo verso una funzione di transito, senza che ad essa parallelamente si collegasse lo sviluppo armonico dell'economia dei paesi mediterranei. Che il Mediterraneo avesse una prevalente importanza di transito era uno dei tanti sofismi tipicamente britannici accettati per buoni anche dai popoli che ne erano danneggiati e dai loro stessi rappresentanti politici. E' venuto il tempo di riprendere la tradizione, non del tutto spenta, di quella magnifica e laboriosa unità che ha dato alla storia del mondo esempi nobilissimi, soprattutto per la compenetrazione dell'attività economica con le esigenze e con le forme di non superate civiltà. La politica dell'Italia è quindi determinata da questa centrale idea della sua funzione coordinatrice, nella quale essa si rimette sul filo della corrente delle sue migliori tradizioni. I rapporti economici tra i paesi mediterranei, anche tenuto conto della loro relativa povertà, si possono considerare languenti; ma questa povertà di vita e di rapporti sarà largamente superata quando avremo riscattato la nostra politica economica dalla servitù inglese. I territori interessati superano gli otto milioni di chilometri quadrati, e sono popolati da cento e ottanta milioni di abitanti che presentano una capacità di aumento demografico superiore a quella del resto dell'Europa. Se ne deduce che — tenuto conto di tale differenza — lo sviluppo dei popoli mediterranei modificherà a loro favore gli attuali rapporti demografici tra essi e gli altri. Sarebbe avventata ogni precisazione sull'indole formale e sul contenuto materiale di questa futura unità mediterranea la quale, oltre ad avere le sue radici ben piantate nella storia e nella cultura, dovrà alimentarsi di nuove e coordinate iniziative. A pensarci sembra strano che paesi tanto vicini e con tanta comunanza di storia e di civiltà, praticamente potessero vivere in una reciproca ignoranza e senza adeguati rapporti sistematici di volonterosa collaborazione. Questo separatismo dovrà essere — nell'interesse dì tutti — profondamente revisionato. Le riserve naturali del paesi mediterranei sono di tale entità da assolvere nel complesso, salve alcune deficienze non prevedibilmente sanabili, le esigenze dello sviluppo della loro vita e della loro economia. La maggior parte di essi ha una densità di popolazione molto inferiore alle risorse potenziali di cui dispone, mentre la densità della popolazione della rimanente Europa è incomparabilmente più elevata D'altro lato non ci fa difetto la produttività agraria, che presenta ancora Infinite possibilità quando sia sorretta dalla tecnica coltu rale, dalla buona organizzazione e dalla laboriosità delle classi agii cole. I presupposti di una economia mediterranea sono stati oggetto, nel senso indicato, di alcuni importanti studi ed impostazioni preliminari da parte di Felice Vinci, che vi ha dedicato un suo recente volume (Capitoli di Economia Mediterranea) la cui lettura è raccomandabile per formarsi il senso di questo basilare problema. L'Italia è destinata a prendere la direzione dell'economia mediterranea e dovrà assumerne la tutela e le responsabilità. Bisogna dunque abituarsi a pensare all'Italia non nei limiti dei suoi immediati interessi peninsulari e insulari, ma come al cuore di una realtà più vasta. La libertà del suo mare è una condizione. Realizzata questa libertà, comincia per l'Italia la sua funzione attiva di coordinamento e di stimolo. Perciò fin da oggi sembra necessaria una metodica preparazione tecnico-politica a quello che sarà il compito di domani, perchè possa svolgersi ponderatamente. Non sarà inutile, anzi sembra un dovere, il pensarvi ed il porsi metodicamente al lavoro per far! precedere la conoscenza e i medi-I tati programmi alla futura e Immancabile azione politica. Alberto de' Stefani

Persone citate: Felice Vinci