Malta ancora battuta dai cacciatori italiani

Malta ancora battuta dai cacciatori italiani Malta ancora battuta dai cacciatori italiani Da XXX, 5 novembre. Dopo l'attacco sferrato nelle prime ore pomeridiane di sabato da quattro nostre formazioni da bombardamento, che durante la loro efficace azione offensiva, non ostante la violenta reazione antiaerea e controaerea, hanno centrato e danneggiato seriamente gli impianti del porto di La Valetta e gli impianti e i depositi dell'aeroporto di Mikabba, impegnando inoltre un vittorioso coni" battimento con la caccia avversaria, una nuova impresa della nostra aviazione viene oggi a essere coronata con il più brillante successo per gli aviatori fascisti. Malta sa bene quanto continuo e severo sia il controllo che le nostre unità aeree esercitano sulle sue basi aeree e navali: e come sia impossibile per le navi della marina britannica giungere impunemente ai moli di La Valetta, su cui anche pochi giorni or sono si è riversato un uragano di ferro e di fuoco che ne ha sconquassato i muniti impianti. Gli avvenimenti di questa guerra aerea ci hanno dato costantemente la dimostrazione che non è con la maggioranza numerica di mezzi impiegati nè col mendacio spudorato che non conosce limiti di onore e di dignità che gli inglesi possono sperare di conseguire un buon risultato. Le macchine hanno un'anima e il loro vivo palpitare è dato da chi le governa, e che già fu temprato in cento cimenti e che fa dell'ardimento la propria divisa. Ricevuto l'ordine di levarsi in volo per compiere una ricognizione offensiva su Malta, dunque, una nostra formazione da caccia ha lasciato la propria base facendo rotta sull'isola. Favorita da una visibilità discreta la formazione si portava ad alta quota sul Mediterraneo, coprendo il percorso senza incontri. Ben presto i primi apparecchi giungevano in vista di Malta. Nell'isola fu tosto dato l'allarme. I nostri cacciatori proseguivano la rotta portandosi sulla verticale della costa e sorvolavano un tratto di mare dove si potevano scorgere alcuni grossi idrovolanti alla fonda. Nonostante la rabbiosa reazione delle batterie nemiche i nostri piloti si gettavano sui grossi idrovolanti acquattati sull'acqua e sgranavano su di essi violente raffiche di mitragliatrici che sbrindellavano gli apparecchi nemici danneggiandoli seriamente. Una, due, tre volte, con audacia impareggiabile, sfidando il furioso fuoco nemico, i nostri piloti si sono portati sull'obiettivo mitragliando ripetutamente gli apparecchi avversari che colpiti, sforacchiati e imbottiti di pallottole, sussultavano sull'acqua come percossi dalla tempesta. Franco Desìo

Persone citate: Franco Desìo, Valetta

Luoghi citati: Malta