Nuove opere d'arte al Camposanto

Nuove opere d'arte al Camposanto Nuove opere d'arte al Camposanto Abbiamo compiuto Ieri l'annuale rassegna alle nuove opere d'arte funeraria, oltre quaranta fra monumenti ed edicole, che si sono aggiunte a quelle già preesistenti nel nostro Camposanto. Notiamo subito che due giovani scultori hanno data conferma delle ormai già riconosciute loro doti: Adriano Alloati figlio del notissimo artista G. B. Alloati, e Umberto Mastrojanni. Il primo, nell'interno dell'edicola Arturo Cereser — la cui facciata in travertino limitata da due pilastri in cotto richiama l'attenzione per la armonia delle linee — ha posto un grande Cristo in croce che appare nella nobile compostezza che si addice a Dio. E' modellato con bella vigoria e indovinato è l'abbandono prodotto dalla morte che si nota non solo nel capo dell'Uomo-Dio dolcemente reclinato su di una spalla, ma nel torso e nelle membra studiate con amorosa cura. Il giovane artista per eseguire l'opera ha avuto la geniale idea e Io scrupolo di studiare e compulsare la Santa Sindone, l'unico prezioso, autentico documento che ci resta di Gesù, potendo cosi attenersi per le proporzioni alla sacra impronta. Mastrojanni ha avuto una geniale trovata ideando qualcosa di diverso per il monumento di Eugenio Cento. Sulla pietra tombale ha collocata una statua in bronzo: un pastorello nell'abbandono del sonno, con la faccia appoggiata sul braccio ripiegato. Un mantello dalle soffici pieghe ricopre la figura lasciando liberi solamente le braccia, il capo ed i piedi; il tutto modellato con molta maestria. E' veramente un pezzo di scultura notevole. L'artista che quest'anno ha prodotte maggior numero di opere è Ercole Reduzzi. Nel campo primitivo sud, per la tomba che si è fatto apprestare il prof. Enrico Martini, lo scultore ha modellato una bella stacua in bronzo: una Fede offerente l'ostia in ispirato atteggiamento, e che bene armonizza con la parte architettonica del monumento in granito bianco d'Alzo; nel campo primitivo est, per i fratelli Regis, ha ideato, con un'architettura di cui la semplicità è pregio, un monumento in sienite della Balma; nella prima ampliazione, per la signora Elisa Andreini vedova Chiantore, ha progettato un monumento in travertino di Rapolano sul cui fronte, nello stesso materiale, che pur non ci sembra il più adatto per una durevole onera d'arte, ha scolpito in bassorilievo due aggraziati angioli, Infine per il signor Luigi Bertasso ha progettato un monumento in sienite, con indovinato movimento di masse arricchito, su bozzetto del prof. Scaini, di un mosaico che rappresenta un angelo. Ci siamo soffermati nella quinta ampliazione dinanzi alla arcata dove e la tomba della famiglia Marro-Piovano. Del concorso fatto per questa tomba se ne è interessata a suo tempo la cronaca e questa è stata una ragione di più per considerare con interesse l'opera. La statua che riproduce il prof. Antonio Marro è in marmo bianco, e lo scultore Virgilio Audagna non solamente ha ritratto lo scienziato nell'atteggiamento più naturale, mentre misura l'angolo facciale di un teschio; ma nel volto dello studioso ha infuso la vita. Le due figure nelle due nicchie, ed i bassorilievi riproducenti l'attività complessa del Maestro passano in secondo piano davanti alla nobiltà della statua che primeggia. Dello atesso scultore è l'angelo in bassorilievo, un po' costretto in una forma geometrica, che sovrasta la porta dell'edicola in sienite della Balma, pregevole opera dell'architetto Mario Burzio, per la famiglia Giacomo Bo geo e Carlo Sasso. Nel campo primitivo nord, nel monumento in serlzzo di Antigorio per le famiglie Chiarle-Zavattaro, abbiamo veduto un bassorilievo in bronzo dello scultore Nillo Beltra me. Originale ne è la presentazio ne; sembra una scena vista dall'inquadratura di una finestra. Nobilmente interpretate ci appaiono le figure. Il Cristo giovane, fra due soldati uno con la corazza e l'altro con le mani alzate in atto di stupore, di invocazione. Angelo Balzardi ha modellato in bianca pietra che stacca sul fondo grigio della parete dell'edicola per le Famiglie Splna-Stramignoni, nobile opera del compianto architetto Luigi De Munari che in questi giorni trovò la morte in un incidente automobilistico, una figura di Cristo nell'atto di benedire. E' il buon Pastore, interpretato in uno stile un po' bizantino, presentato in una compostezza mirabile. Il gruppo della Madonna che accoglie nel suo grembo Gesù morto, lo scultore Buzzi-Reschini, già l'aveva presentato alla Mostra del Valentino e là avevamo avuto occasione di rilevare le caratteristiche di questa pregevole opera, ma qui sul monumento in pietra di Perosa costruito per il signor Francesco Mairano, il bronzo appare ancor più bello. Una statua in marmo bianco, veramente opera di pregio, ha scolpito Giacomo Giorgis per la tomba di Giuseppe Maccagno. Dello scultore Emilio Musso è il bel Cristo in bronzo fiancheggiato dai due angeli, nonché il bassorilievo in marmo: una nobile deposizione, posta sul monumento per la famiglia Badini-Confalonieri: e dello stesso scultore sono le figure che adornano il monumento lapidario del piazzale Benedetto Brin, dovuto all'architetto Gianni Ricci. Anche Alberto Giacomasso ha due significative sculture: una figura di donna addormentata, stesa composta sulla pietra tombale di Teresa Leboro ved. Lupotto, ed un'altra donna ma in atteggiamento, staremmo per dire più teatrale, per la tomba della signora Concetta Torazza. Entrambe pregevolissime sculture, ma a noi più gradevole la prima per la serenità che dà essa si sprigiona. Altre opere degne di grande considerazione sono il Cristo di Luigi De Stefanis che in collaborazione con l'architetto Mario Piola ha eseguito per 11 monumento a Carlo Demlchelis, il domenicano, scultore padre Racca, il cui Cristo in marmo bianco — posto sulla parete dell'edicola in granito e diorite dell'architetto Enrico Chiappini e ing. Mario Gerlni (quest'ultimo dell'ordine delle Scuole Cristiane) — assume una leggerezza che favorisce l'idea dell'ascensione; e il bassorilievo di Ettore Finto, « Gesù che sana gli infermi » per il monumento della signora Piera Gaia. L'architetto Antonio Pogatschnig ha due originali opere; una per la tomba che sì è fatta approntare il generale Franco Revel; l'altra per la signora Maddalena Rossi ved. prof. Fenoglio. Opere di armoniose linee sono dovute agli ingg. Ferruccio Bausotti; Guido Debernardi, Giovanni Bairati, Giambattista Caria e Mario Balzanelli; agli architetti, prof. Giulio Casanova, Natale Revfglio, Enrico Ruffoni, Mario Burzio e agli scultori Sassi e Aurelio Quaglino. L'architetto Giovanni Clemente nell'edicola per i fratelli Guglielmotti, unitamente ad indovinato movimento di masse ha ottenuto con materiale autarchico un cancello cui danno motivo i quattro Evangelisti. Infine una edicola costruita con blocchi mas sicci che le danno un aspetto ru stico-montano, ha ideato per la famiglia del dott. Giuseppe Di Micci, l'architetto Emilio Decker. Il giovanissimo figlio Giorgio, immaturamente scomparso, già qui riposa. u. p.

Luoghi citati: Camposanto, Perosa