Analisi di un sistema

Analisi di un sistema Temi di tecnica calcistica Analisi di un sistema Quel «sistema» che fece spargere fiumi d'inchiostro alcuni meni fu, offre, nella presente stagione. materia di interesse e di studio più ricca ancora che nella passata. L'anno scorso fu una squadra sola a tentare, a completo suo rischio e pericolo, l'esperimento: il Genova. Ora, il Genova stesso, dopo aver fatto macchina indietro, è tornato alla carica, adottando addirittura il « sistema » come sua bandiera tecnica. Non solo, ma anche altre società come la Fiorentina, che sta alla testa della classifica, e come l'Udinese nella Divisione 'B, hanno seguito l'esempio. Tre giorni or soro un'altra società, fra le più note della divisione maggiore, ha fatto una prova, nel còrso di un allenamento, come se stesse studiando l'opportunità di convertirsi essa pure al nuovo dogma. A dire il vero, non si vede il motivo per cui lo si debba definire come « il sistema ». Sulla opportunità di abolire l'aggettivo « inglese » come qualificativo delle szetrgssvndinfipsasntcmvdnrgtPsue origini e caratteristiche, si è\cd'accordo. Ma che dall'abbreviatu\ndicitura debba risultare una indi-]gcazione convenzionale, come se quello fosse il sistema per eccellenza e l'unico esistente, come se tutto il resto fosse disordine, improvvisazione o capriccio, questo poi no. Se mai. è uno dei sistemi, uno dei modi di giuocare, una delle impostazioni tattiche, una delle possibili soluzioni al problemi! della distribuzione degli uomini i: nmlmnrtrscdei compiti. Come ve ne sono al- dtre. Meglio, se mai. chiamarlo\«sistema del Genova» dal nome'della società che per prima lo hatentato ed introdotto in Italia. \Lo strano è appunto che chi hai voluto applicare questo partico-ilare sistema nella squadra del\Genova è stato un italiano,jn con-'trapposto ad un inglese. Barbieri lo volle l'anno scorso, Garbutt lo abolì al suo ritorno dall'Inghilterra, e Barbieri, convinto della bontà dei suoi principi, lo ha nuovamente imposto riprendendo le redini della compagine, e non se nei stacca. [Cosa straordinaria, le due società della Divisione A che informano la loro attività a questa nuova — nuova per noi — dottrina tecnica, si trovano una in testa e l'altra in coda alla classifica. Il Genova è indubbiamente una delle belle squadre italiane; per noi. una fra le migliori. Non merita affatto il poco invidiato posto che occupa Senza alcun dubbio, una\parte degli insuccessi registrati]li deve proprio alla tattica ai\'giuoco, od a cause che ad esso risalgono, come la imperfetta applicazione della tattica, o l'incompletezza dei mezzi per la sua esecuzione. E' una specie di pedaggio che la coraggiosa compagine paga al ruolo di pioniere che si e assunto. Applicazione della tattica, si diceva. In genere, tutti coloro che ad essa in Italia sono ricorsi, vanno d'accordo quasi esclusivamente sull'aspetto difensivo dell'impostazione del giuoco, quello dei tre terzini. Bigogno, come medio centro arretrato, fa da sentinella all'avversario in modo un po' diverso da Saidelli: meno severo, meno militare. Può essere anche questione di temperamento. Sfumature, comunque. All'attacco, in- vece, v'è già difformità di coni E\portamento e forse anche di ve- i a , o . a n è , i i a 0 r e dute. V'è diversità di schierameli- to anche da partita a partita, nel-(a stessa squadra. Non Vè da far si illusioni: anche in questo siste- ma, come negli altri, le consegne relative allo schieramento ed al comportamento difensivo sono più facili da osservare di quelle che si riferiscono alle disposizioni di attacco. Per la semplice ragione che, da qualunque scuola si provenga, è più facile distruggere che costruire, è più difficile fareche disfare. Il tema pare, del resto, fatto apposta per crea vedute. La Germ esempio, del s?si_.. mo parlando, il proprio ibito ul-ficiale. Così si dispongono in caro-no e cosi qiuocano le commaginnrnppresentàtive di zona, così giuo-ca la squadra nazionale. Questonell'AltiPich. La Marra dell'Ovest,la vecchia Austria non si è piega-ta in fatto di tattica di giuoco,attici una vini vistone delle co.vejuvi 7r.yfu, /filic'.are diversità diania ha fatto, pe,tema di cui stia- eguiva una scuola ed una tenden za — le nostre, in fin dei conti — ed ha continuato ad andare dirit o per la sua strada. Vienna è fiera del suo vecchio sistema e reagisce a tutti i tentativi di devia sione o di trasformazione. Noi tessi fummo pregati più di una volta di scrivere su giornali vien nesi le nostre opinioni in difesa del vecchio sistema austriaco ed n contrapposto alla corrente uf fidale germanica. Non aderimmo, per non immischiarci in una questione che si dibatteva in casa di altri, ma la questione esiste. Ne a qualche cosa la squadra nazionale tedesca stessa, colle difficolà che ha incontrato e tuttora in contro ad amalgamare gli eie menti delle due differenti correnti Che Vienna tenga fede al suo vecchio programma, è dimostrato dal seguente episodio. In occasione del recente incontro Ungheria-Germania, a Budapest, i tre giuocatori viennesi della squadra edesca, Hahnemann, Binder e Pesser, tre attaccanti, i medesimi che avevano giuocato contro di noi a Milano, rilasciarono ad un giornale magiaro una dichiarazio ne, in cui si diceva che «il siste ma inglese » era dannoso alla bellezza del giuoco e che assolutamente non poteva reggere. Il giornale ungherese, contrario esso pure al « sistema inglese », non attendeva altro: pubblicò la dichia razione con una fotografia del te sto e delle firme. La cosa non fece p acere a Berlino. Nella squa pmLnrvcVtpplvtiraccgrpS(Pt(sGlndia germanica che qiuoca dome nica 3 corrente a Belgrado contro hi Jugoslavia, non sono compresi nè Hahnemann, nè Binder, nè Pesser, nè altri viennesi. Da noi, è quasi provvidenziale che gli esperimenti decisivi col nuovo sistema venqano fatti in una stagione come l'attuale, dal¬ l'attività internazionale forzatamenti", ridotta. Per ora non xt'è da criticare; v'è da osservare e studiare. E' bene andar cauti. La stessa arma tecnica porta o con¬ de, una squadra al privi della classifica 'Aimts'tslCtribuisce a portare, come si ve-1 *ra al vrim-t rio&tri^f Pnìtr,, nìì>„,t, ,„„ n.,„n„ „i,J .- ■'}■ nl'"lt> mo. Quello che st può dire A che li sistema genovano non rappie- senta l'ideale per il tempi lumen- to nostro, e che sarebbe ben d(-|ficile farne da noi un dogma fis so, rigido, immutabile. Il temperamento tedesco si presta infinitamente di più e ad una uniformità generale, nazionale di ve-,ditte e. nella fattispecie, al tipo di gìll„cu di Cìli sUanu, pa-rlanioMNei giuocatori nostri, una delloforzie sta nell'estro, velia .nenia- ' lità, nella capacità produttiva dei-1la fantasia. Guai a soffocare que- ste fonti di eneri/ia. L'atleta no- stro di classe ha un po' il tem-\paramento dell'artista. Ma la awstione va lasciata aperta, per ora. Che certi esperimenti veni,ano fatti è interessante, ripetiamo . . , . Ma perche te deduzioni che se Jtepossono trarre abbiano <C'o ca- ispiraz'oue a chi sta pa il linguaggio dei fatti sui campidi giunco, e può, una volta isfradato e consolidato dire, nel campo] tecnico delle cose di utilità pratica generale. Vittorio Pozzo Queste note erano eia in pagina |n«anUo da Genova e gi,„„a fa '..o.iz.a■•he . rossoblu intendono abbandonarcche non ha dato loro trop- eumpionato. . "

Persone citate: Barbieri, Hahnemann, Saidelli, Vittorio Pozzo